Il matrimonio del millennio
Destiny rivolse l'ennesima, lunga occhiata all'anello di fidanzamento d'oro bianco che indossava, il cui diamante brillava in maniera sorprendente, traendo un profondo sospiro.
Era quasi mezz'ora che Ella Lopez le saltellava intorno, eccitata come se il matrimonio che si sarebbe celebrato di lì a pochi mesi fosse il suo.
<<Avete già pensato alla musica? Dj o band dal vivo?>> cinguettò il medico legale <<Ed il pranzo dopo la funzione, avete già deciso quale sarà il tema?>>
L'altra donna gemette appena:<<No, non abbiamo ancora deciso!>> proruppe <<Abbiamo ancora tanto tempo, prima di quel giorno>>
Ma la Lopez non sembrò nemmeno sentirla, tanto era immersa nel suo universo di gioia, visto che aveva "sempre sognato" di aiutare ad organizzare un matrimonio. Anche se era la festa di addio al nubilato, ad interessarle di più.
<<E per il tuo vestito, invece?>> ripartì all'attacco <<Insomma, lo so che non vi sposerete in chiesa, ma devi comunque sceglierne uno all'altezza! Io ho già un paio di belle idee, nel caso tu voglia vederle!>>
Davanti ai profondi occhi grigi di Destiny balenarono le miriadi di scene simili a quella che aveva dovuto sorbirsi nelle ultime settimane, da quando cioè Lucifer e lei avevano deciso di sposarsi.
Nella sua testa rimbalzavano le ormai sentite e stransentite parole riguardo all'organizzazione del matrimonio, sempre le stesse: vestiti, location, musica, invitati, wedding planner...
<<Ti prego, Ella, dammi tregua!>> gridò Destiny, schizzando in piedi dalla sedia sulla quale era seduta, con la forte sensazione che le pareti della stanza del dipartimento iniziassero a restringersi.
Ne uscì a tutta velocità, sbattendo la porta di vetro dietro di sé e lasciando la sua amica con un palmo di naso.
Non era da lei scattare così, ma, a sua discolpa, c'era da dire che non aveva mai passato settimane più stressanti di quelle.
Si rese conto che doveva avere una faccia davvero orribile, sulla quale si rifletteva tutto lo stress a cui si sentiva soggetta, perché Daniel Espinoza le rivolse un lungo sguardo inquisitorio, con uno dei suoi soliti pudding tra le mani.
<<Ti senti bene?>> le chiese a bassa voce.
Destiny si sbrigò ad annuire:<<Certo, perché me lo chiedi?>>
Il Detective la invitò con un movimento del braccio a sedersi alla sedia girevole della sua scrivania, e lei comprese subito che il suo amico non l'avrebbe lasciata andare via prima di essersi assicurato che stesse davvero bene come aveva affermato.
<<C'è qualcosa che non va?> le domandò nuovamente.
Destiny sospirò, passandosi una mano tra i folti capelli del colore del grano, indecisa se fosse o meno il caso di mentire.
<<Un po' di ansia prematrimoniale...>> balbettò infine, sperando che Daniel se la bevesse.
Il moro le sorrise, comprensivo:<<Sappi che non sei obbligata a sposare Lucifer>> scherzò <<Puoi ancora salvarti>>
Lei gli rivolse un mezzo sguardo di rimprovero, ma non riuscì ad impedirsi di ridacchiare sotto i baffi.
Ad onor del vero, c'era da dire che al detective Espinoza non era ancora del tutto chiaro cosa Lucifer Morningstar avesse fatto per meritarsi una donna così eccezionale, né come lei facesse a sopportarlo.
<<Dico davvero: forse dovremmo decidere insieme un segno in codice, nel caso ti servisse qualcuno che ti fornisca una via d'uscita d'emergenza>> rincarò.
<<Magari dopo>> disse Destiny, benché fosse molto grata per quel tentativo di tirarla su di morale.
<<Beh, io devo tornare al lavoro, ma se dovessi aver bisogno di parlare sai dove trovarmi>> Daniel le sorrise ancora, mentre lei si alzava dalla sedia del Detective. Camminò velocemente per uscire dalla centrale il prima possibile, con i tacchi alti dei suoi stivaletti neri che ticchettavano sul pavimento.
Nella vita faceva l'architetto, il che significava non solo che essere organizzata le veniva naturale come respirare, ma anche che odiava con tutto il cuore quando le veniva messa pressione. Le piaceva lavorare con tutta calma ai suoi progetti, nella tranquillità più assoluta. Era così che aveva superato la rivelazione riguardo la vera natura di Lucifer: era tornata a casa, si era seduta al suo tavolo da lavoro ed aveva disegnato un'enorme tabella su un foglio, per poi passare a compilarla con tutti i pro ed i contro di rimanere o meno amica del diavolo in persona. Ed aveva funzionato. Ci era voluto un po', ma alla fine aveva funzionato.
Lui si era così finalmente deciso a chiederle un appuntamento, sedici mesi prima, dopo anni nei quali tutti ripetevano loro che sarebbero stati una coppia perfetta. E, in effetti, si erano davvero rivelati una coppia perfetta.
Destiny si appoggiò alla portiera della sua nuova auto decappottabile nera, sospirando a fondo.
Il cellulare le squillò dalla tasca posteriore dei pantaloni, ma lei, dopo aver visto che era Ella, ignorò la chiamata. La sua amica voleva probabilmente chiederle qualcosa riguardo alla sua festa di addio al nubilato, tanto per non metterle altra ansia...Qualcosa del tipo:"Di che colore vuoi che compri la pignatta a forma di pene che non hai assolutamente chiesto, ma che io prenderò lo stesso, qualunque cosa tu ne dica?!"
Destiny sapeva che il medico legale non aveva nessuna cattiva intenzione - come nessuno dei suoi amici, che cercavano solo di aiutarla con l'organizzazione - ma questo non faceva che aumentare i suoi già alti livelli di agitazione.
Negli ultimi giorni era persino arrivata a chiedersi se avesse preso la decisione giusta. Non riguardo a lei e Lucifer, ovviamente, ma riguardo a tutta quella follia del matrimonio...In fondo, con o senza anello al dito, cosa sarebbe cambiato, tra di loro?
<<Buongiorno, tesoro>> sentì una voce provenire dalla sua destra, e qualcuno le passò un braccio intorno alla vita, lasciandole un leggero bacio tra i capelli.
Alzò la testa per guardarlo negli occhi, ricambiando il bellissimo sorriso del diavolo, che ora la guardava dolcemente, quasi in adorazione.
Parli del diavolo...
<<Buongiorno>> gli rispose, appoggiando la testa sulla sua giacca nera ed inspirando il suo profumo a pieni polmoni. Aveva un profumo talmente buono che per un attimo, solo per un attimo, Destiny dimenticò tutta l'ansia che la pervadeva.
Non era difficile ricordarsi come mai avesse deciso di sposarlo, non appena se lo ritrovava accanto.
<<La Detective è andata a prendere Trixie da scuola, perciò, visto che avevo una ventina di minuti di pausa, ho pensato di venire a vedere come stessi>> le disse, accarezzandole la schiena e il retro del collo.
<<Ti amo>> mormorò lei, prima di afferrargli il colletto con entrambe le mani perché si abbassasse un po', e si trovasse all'altezza giusta perché potesse baciarlo.
Il diavolo le sistemò i capelli biondi dietro le orecchie, con affetto, mentre il suo sguardo cadeva sull'anello di fidanzamento che la ragazza portava all'anulare. Erano andati a sceglierlo insieme, quello, e Lucifer non poteva ancora credere che lei volesse diventare sua moglie. Che insomma volesse rendere ufficiale la cosa.
<<Quanto manca al matrimonio?>> le sussurrò contro la pelle del collo, facendole venire un lungo brivido sulla schiena.
<<Due mesi e mezzo>> rispose lei, attenta a non fare trapelare nulla riguardo le considerazioni mentali che aveva fatto fino a poco prima.
<<Così tanto?>> mugugnò Lucifer <<Non so se riuscirò ad essere così paziente...>>
<<Colpa tua>> gli ricordò lei, dopo averlo baciato di nuovo <<Sei tu che hai voluto fare le cose in grande>>
Il diavolo scrollò le spalle, senza però lasciarla andare:<<Voglio che sia tutto perfetto>> puntualizzò <<E se questo vuol dire che dovrò aspettare qualche settimana in più, allora me ne farò una ragione>>
<<Sì, ecco, riguardo al matrimonio...>> Destiny esitò, rispecchiandosi nei profondi occhi scuri del suo futuro marito. Quello che forse sarebbe diventato il suo futuro marito.
Luci aggrottò appena le sopracciglia:<<Cosa, riguardo al matrimonio?>> le domandò, invitandola a terminare la frase.
Il suo volto perfetto era ancora incorniciato da quell'espressione di tranquilla soddisfazione che ormai lo occupava da settimane, da quando era cioè sicuro che si sarebbe sposato con la donna dei suoi sogni. Non si avvedeva dei dubbi contro i quali lei stava combattendo, o forse sceglieva deliberatamente di ignorarne l'esistenza.
A Destiny mancò il coraggio necessario a dire ciò che in principio aveva in mente di dire:<<I-Io- No, niente, solo che siamo un po' indietro con i preparativi, perciò ora è molto meglio- Insomma, è il caso che torni dentro a pianificare con Ella>>
<<Non stressarti troppo, tesoro>> le disse lui, scoccandole l'ennesimo bacio, stavolta in fronte <<Ci vediamo tra qualche ora, per confermare la lista degli invitati>>
<<Giusto, la lista degli invitati...Chi è che deve ancora confermare se verrà o no?>>
<<Mio fratello Zadkiel, ovviamente, ma cercherò di strappargli una risposta definitiva entro questo pomeriggio>>
<<Ottimo, allora a dopo>>
<<A dopo>> Lucifer lanciò un'ultima occhiata all'anello di fidanzamento di Destiny, prima di andare, come per assicurarsi che fosse ancora lì.
La bionda ebbe modo di disperarsi apertamente soltanto quando fu di nuovo lasciata da sola, senza più bisogno di nascondere i propri sentimenti. Ferire l'uomo che amava, deludendo le sue grandi speranze, non era quello che voleva. Affatto.
La luce che aveva visto nei suoi occhi, quando le aveva confidato, pochi minuti prima, di non sapere se sarebbe stato in grado di aspettare altri due mesi e mezzo per sposarla, la faceva sentire una persona orribile per il fatto di starci ripensando.
Non si rese conto di essere sul punto di scoppiare a piangere, almeno fino a quando non si accorse che Daniel si stava avvicinando, guardandola con ancora più preoccupazione rispetto a prima.
Si asciugò in fretta le lacrime, tirando su col naso, ma questo ovviamente non bastò per ingannare il suo amico detective.
E fu così che, appena pochi minuti dopo, i due si trovavano nella stanza degli interrogatori, seduti al tavolino di metallo, uno davanti all'altra.
<<Allora, adesso sei pronta a parlarne?>> Dan incrociò le braccia, mettendo in mostra la sua migliore espressione alla "sono-il-poliziotto-cattivo".
<<Ho scelta?>> rilanciò lei, sarcastica, alludendo al luogo nel quale si trovavano.
<<Non esattamente, no: è venuto il momento di dirmi la verità, tutta la verità e nient'altro che la verità, riguardo a questa storia>>
Destiny sbattè i palmi delle mani sul tavolo:<<Si tratta di me e Lucifer, se proprio ci tieni a farti gli affari degli altri!>> sbottò.
Il detective Espinoza annuì, dal momento che si aspettava di udire qualcosa del genere:<<Non si comporta come dovrebbe?>>
<<Oh, no: l'esatto contrario, in realtà! È così carino, e dolce, e premuroso, e mi ripete in continuazione quanto non veda l'ora che io diventi ufficialmente sua moglie...>>
<<Davvero non capisco dove stia il problema>> puntualizzò Daniel, che a quel punto era piuttosto confuso.
La bionda si passò entrambi le mani sul volto:<<Il problema, Dan, è tutta questa questione del matrimonio...Sai, tutti i preparativi...Nelle ultime settimane ho l'impressione di trovarmi ventiquattrore su ventiquattro rinchiusa in una lavatrice in funzione>> e non avrebbe saputo come spiegare meglio di così ciò che provava in quel momento.
Il Detective si rilassò visibilmente, appurato che nulla di grave stesse accadendo alla sua amica:<<Non devi preoccuparti troppo, di questo>> le assicurò <<Un po' di ansia prima di sposarsi è normale: ci siamo passati tutti quanti>>
<<È che- Io non credo di volerlo fare>> confessò lei, fatto l'ennesimo respiro prondo. E dirlo ad alta voce era una liberazione, in un certo qual senso. La fece sentire immediatamente più leggera e libera.
<<Oh>> fece Daniel.
<<Non è che io non lo ami>> chiarì subito Destiny <<Il punto è che non credo di essere pronta per questo, ma nello stesso tempo non voglio ferirlo, sapendo quanto ci tenga che questo matrimonio si faccia>>
Il Detective alzò le spalle:<<Sai che non sono un grande fan di Lucifer Morningstar, ma ecco qui il mio consiglio: credo che dovresti parlare con lui. Digli la verità. Lo capirà, se davvero ti ama come dice>>
<<Lo so, ma non è facile>>
<<Ovvio che non è facile>> Dan le sorrise, incoraggiante <<E quando mai lo è stato?>>
La bionda annuì piano, stringendo i grandi occhi grigi, mentre pensava a quelle parole che racchiudevano in sé una verità più grande di quanto potesse immaginare persino chi le aveva pronunciate. Nonostante Daniel si stesse riferendo al caratteraccio - l'unico lato della personalità di Lucifer che conoscesse - ciò che aveva detto non era sbagliato: la loro storia d'amore era sempre stata tutt'altro che facile. Avevano superato tanti ostacoli apparentemente insormontabili, per stare insieme. Primo tra tutti il fatto che lui fosse il diavolo, il signore dell'inferno, e che suo padre fosse Dio.
Avrebbero superato anche quella.
O almeno sperava, che l'avrebbero superata.
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