Il diavolo non è geloso

Lucifer stava seduto al bancone del proprio nightclub, il Lux, ed era già arrivato al suo diciassettesimo shottino di non sapeva neanche quale alcolico.
Maze, accanto a lui, con una bottiglia mezza vuota di vodka in una mano, aveva appena finito di raccontargli una spassosa barzelletta riguardante lo squartamento di un certo Max.
Il demone, nonché sua migliore amica, l'aveva praticamente obbligato a bere: era convinta che, così facendo, lui avrebbe fatto una pausa dal pensiero costante di Olivia, la sua fidanzata.
Una settimana prima avevano avuto un litigio piuttosto violento, e da allora non si erano più scritti nemmeno un messaggino, entrambi troppo orgogliosi per fare la prima mossa.
Lucifer ingoiò l'ennesimo shot, pregando con tutte le proprie forze che, per effetto di una qualche magia, il suo metabolismo angelico gli permettesse di prendersi una bella sbronza.
<<Su, prova questa>> lo incitò Mazikeen, porgendogli la vodka <<Scommetto che ti piacerà da impazzire!>>
Il diavolo la afferrò e ne scolò il contenuto in un singolo sorso, senza fare una piega. Aveva voglia di mettersi a piangere, ma invece esclamò un:<<È davvero buonissima!>> per far felice la sua amica.
Se il demone si fosse accorta quanto stesse male l'avrebbe obbligato a riprendere le sedute con Linda Martin, la sua ormai ex psicologa. Ma lui non se la sentiva più di parlare dei suoi problemi.
Non era abbastanza forte, né in grado di trovare le parole adatte per spiegare che aveva molto probabilmente perso l'unica persona che l'avesse mai amato davvero, e soprattutto l'unica persona che lui avesse mai amato davvero.
<<Senti che bella questa musica!>> esclamò Maze, sempre nel tentativo di attirare la sua attenzione <<Scommetto che ti stai già dimenticando di Olivia...Dopotutto è solo un'umana, Luci, niente di che! Sai quante e quanti puoi trovarne, migliori di lei?!>>
Lucifer fece una smorfia, limitandosi ad abbassare il capo e a bere non uno, ma ben tre shots di fila, per poi accorgersi con disappunto che aveva già finito la sua terza bottiglia.
La cacciatrice di taglie sospirò, congiunendo le mani e avvicinandosi a lui:<<Senti, io lo so che lei ti manca: ti conosco bene>> gli disse <<Posso solo immaginare cosa tu stia passando in questo momento, e mi dispiace molto per te...Sai, a questo punto mi chiedo se non sia il caso che tu almeno tenti di fare pace con lei, piuttosto che rimanere a pezzi come sei ora>>
Il diavolo le rivolse un mezzo sorriso, apprezzando quel supporto morale, ma consapevole che non sarebbe accaduto:<<Non servirebbe a nulla tentare, ho paura>>
Mazikeen incorciò le braccia sul petto, incuriosita. Sapeva che lui e Olivia stavano insieme da ben otto mesi - un'eternità, per gli standards del diavolo - e che non le aveva voluto dire perché avessero litigato, né in che circostanze fosse accaduto.
<<Non puoi saperlo, amico mio, se non ci provi nemmeno>> gli rispose, afferrando e stappando con i denti una bottiglia di Gin.
Lucifer rise, udendo il demone pronunciare un consiglio così profondo, ed immaginò che probabilmente si trattasse di qualcosa collegato al sesso.
Per Maze tutto era collegato - o quantomeno collegabile - al sesso.
<<Lascia perdere>> le sussurrò, ed era già sul punto di prendere qualcos'altro da bere, quando vide gli occhi scuri del demone che fissavano brevemente un punto alle sue spalle.
Il diavolo allora aggrottò le sopracciglia, incuriosito, e si girò, guardando anche lui in quella direzione.
Mazikeen tentò di pensare in fretta, per trovare una scusa che l'avrebbe distolto dal vedere ciò che stava per vedere, ma non fu abbastanza veloce per impedirlo.
Una donna avvolta in un elegante blazar grigio, che indossava dei pantaloni lunghi dello stesso colore e delle alte calzature nere, era appena entrata nel locale.
Il suo fisico snello e la sua bassa statura gli erano molto familiari, così come la cascata di capelli biondo scuro, tendenti al castano, che portava sciolti sulle spalle.
Lucifer sapeva che le piacevano la pioggia e le canzoni anni novanta, sapeva che a volte condiva per errore l'insalata con la salsa di soia, e che spesso indossava i tacchi alti per compensare il suo metro e cinquantotto d'altezza.
Il diavolo era già sul punto di sorridere, vedendo Olivia fare la sua comparsa, ma poi notò l'uomo che le teneva un braccio intorno alle spalle, camminando al suo fianco.
Incrociò lentamente le braccia, segendoli con lo sguardo fino a che i due non si furono seduti in un tavolino al lato della pista da ballo, con estremo disappunto nel vedere la sua fidanzata insieme ad un'altra persona.
<<Chi credi che sia quello?>> domandò a Mazikeen, senza staccare un secondo lo sguardo dal tipo in jeans e camicia che rideva insieme alla sua ragazza.
<<Ad essere onesta, il ragazzo è davvero niente male>> commentò lei <<Spero per lei che Olivia se lo porti a letto>>
Lucifer le rivolse un'occhiataccia, ed il demone si complimentò mentalmente con sé stessa per essere riuscita ad infastidirlo.
<<In questo momento hai una faccia! Dovresti vederti!>> esclamò, mentre tirava fuori dalla tasca il cellulare per fargli una fofografia.
Ma poi desistette, notando gli sguardi di fuoco che il diavolo lanciava in direzione di Olivia e del suo presunto amante.
<<Sono sicura che non serva chiamare la Detective per avere la conferma che l'omicidio non è legale>>
Il diavolo si alzò in piedi, pronto a scattare:<<Molto divertente>> sibilò, prima di dirigersi a tutta velocità verso quei due, per fermare qualunque cosa stesse accadendo tra loro.
<<Sì, dei fiori sarebbero davvero ideali. Ottima idea>> stava dicendo Olivia, quando Lucifer si accomodò sul divanetto, al fianco della ragazza, che gli rivolse uno sguardo sorpreso.
<<E ci aggiunga un mazzo di rose rosse, prego>> affermò beffardamente, in direzione del tizio seduto davanti a lei.
Il ragazzo lanciò un veloce sguardo alla sua amica, per poi volgere nuovamente la propria attenzione verso il nuovo arrivato:<<Mi scusi, lei è...?>>
<<Lucifer Morningstar, proprietario di questo locale>> gli rispose il diavolo, col massimo della freddezza <<E tu, invece, chi saresti? Il fioraio?>>
Olivia sbuffò forte, trattenendosi a malapena dal rifilare al diavolo una gomitata in piene costole.
<<Lui è Jonathan Smith, assicuratore, nonché mio amico>> spiegò <<E, Jonathan, lui è Lucifer Moringstar->>
<<Diavolo>> aggiunse prontamente lui, rivolgendo uno sguardo di velata sfida a Jonathan, il quale, dei tre, era di certo il più confuso.
<<È un piacere conoscerla>> in ogni caso allungò una mano verso quel Lucifer, con gentilezza.
L'altro, da parte sua, fece finta di non notare quel gesto, e continuo a concentrarsi su Olivia, finché Jonathan non fu così imbarazzato che nascose il palmo in una delle tasche dei jeans.
<<Ciao, Lucifer>> si limitò a commentare Olivia, piuttosto infastidita, incrociando le braccia <<Che c'è?>>
<<Oh, quindi lei è quel Luicifer?!>> gli domandò Jonathan, sporgendosi sul tavolo.
<<Chiedo scusa?>> il diavolo lo trovava più irritante ad ogni minuto che passava.
<<Lei è l'ex fidanzato di Olivia, o mi sbaglio?>> Jonathan non aveva cattive intenzioni, ma, come spesso accade, pur senza volerlo, disse la cosa peggiore che potesse dire nel momento peggiore in cui potesse dirla.
Fu in quel momento che l'ex Signore dell'Inferno, sentendo quelle parole, rivalutò la regola sull'omicidio. Dopotutto, un umano in più o un umano in meno, che differenza avrebbe fatto? Il pianeta terra era sovrappopolato, per di più, quindi avrebbe fatto un favore a tutti se l'avesse tolto di mezzo.
<<Sei stata tu a dirgli che ci eravamo lasciati?>> domandò ad Olivia, che aveva tenuto gli occhi fissi sul tavolino, più che imbarazzata dalla situazione.
<<No!>> esclamò lei <<Certo che no. Gli ho solo detto della nostra...discussione>>
<<Sì, è vero. Mi dispiace di aver tratto le conclusioni sbagliate>> Jonathan provò a sorridergli, diplomatico, ma non sortì l'effetto sperato.
<<Oh, ma che dolce che sei, a raccontare della nostra storia al tuo toy boy!>> Lucifer alzò la voce per superare il volume allucinante della musica che usciva dalle casse.
Il diavolo non si era mi sentito in quella maniera...Così infastidito.
Linda avrebbe di sicuro detto che era geloso. Cosa ovviamente impossibile, perché il diavolo non è geloso.
<<Non è il mio t- come puoi anche solo pensare una cosa del genere?!>> Olivia stava iniziando a scaldarsi sul serio, e, come sempre quando si arrabbiava, le sue guance iniziavano a diventare rosse.
<<Non lo so, cara, dimmelo tu!>> esclamò il diavolo, stizzito. Non poteva credere che, dopo solo una settimana di lontananza, lei stesse già facendo sesso con qualcun'altro.
Olivia sospirò, cercando di mantenere la calma:<<Jonathan avrà un appuntamento con mia sorella domani sera, ed io gli sto dando qualche consiglio su come comportarsi>>
<<Sì, beh...I-Io credo che andrò a prendere qualcosa da bere>> balbettò Jonathan, sbrigandosi ad andare al bancone del locale, per sottrarsi da quella situazione imbarazzante.
<<Mi dispiace, ma non ti credo>> disse Lucifer, non appena il tizio si fu allontanato.
<<Come sarebbe a dire che non mi credi?>>
Il diavolo sentiva come un forte bruciore al centro del petto, e gli stava venendo voglia di piangere per il nervoso:<<Cara, vorresti dirmi che, con tutti locali di questa città, sei venuta proprio al Lux per sbaglio?>>
<<No, infatti sono qui per parlare con te, Luci>>
<<E, sentiamo, cos'hai da dire a tua discolpa?>> il diavolo non avrebbe dovuto comportarsi così, se ne rendeva conto. Gli sarebbe bastato chiedere scusa e avrebbe fatto pace con la persona che amava.
Non era facile, però.
Ingoiare l'orgoglio era tutt'altro che facile, soprattutto per lui.
<<Sono venuta qui per parlare come persone civili, non per urlarci addosso. Quindi, se non sei capace di fare altro, forse dovrei andarmene ed accettare che...non siamo fatti per stare insieme>>
Lucifer avvertì una stretta al cuore:<<No, aspetta un secondo: va bene, parliamo>> fece subito marcia indietro.
La ragazza si risedette:<<Andiamo, mi hai vista per mezzo secondo in compagnia di un'altra persona e hai subito pensato che ti stessi tradendo! Ti rendi conto che non è normale, vero?>> Olivia sospirò <<Per non parlare di quanto poca sia la considerazione che hai di me, per arrivare a pensare che mi comporterei così>>
<<Mi dispiace>> il diavolo riuscì finalmente a pronunciare quelle due paroline <<Mi dispiace davvero, cara...A volte per me non è facile comportarmi in maniera...civile>>
Le accarezzò una guancia, sorridendole appena, e si specchiò nei suoi grandi occhi neri.
<<Ho notato>> commentò Olivia, che era ancora piuttosto indispettita per il loro litigio della settimana prima.
<<Mi perdoni, per essere stato così terribilmente maleducato?>> le sussurrò.
Era davvero pentito di averle gridato tanto addosso, una settimana prima, e di essere così geloso nei suoi confronti. L'ultima cosa che desiderasse era farla soffrire, ma per lui quella storia dei sentimenti umani era ancora nuova, e non gli era facile gestire la situazione.
<<La prossima volta ti comporterai diversamente?>> ribattè Olivia, guardandolo dritto negli occhi.
Lucifer esitò, mordendosi la lingua. Desideroso di risponderle di sì, ma consapevole di non poterle mentire.
La ragazza sospirò, con gli occhi lucidi, e si alzò:<<Come immaginavo>> mormorò tristemente <<Non ha senso che ti scusi, se non hai la minima intenzione di cambiare atteggiamento>>
Il diavolo la imitò, afferrandole una mano nelle sue.
Olivia alzò lo sguardo sul suo volto, cercando di non fare caso all'enorme differenza d'altezza esistente tra loro, nonostante i suoi tacchi.
<<Lo sai che ti amo>> mormorò Lucifer, avvertendo quello che stava per accadere, e disposto a fare di tutto per non lasciare che accadesse.
Ci aveva messo mesi interi a rendersi conto di ciò che provava per lei, ed ancora di più per confessarglielo, e non avrebbe mandato tutto all'aria. Non così.
<<Ti amo anch'io>> rispose Olivia, liberandosi dalle sue mani <<Ma lo sai anche tu che non è abbastanza. Ci stiamo distruggendo a vicenda, Lucifer...Letteralmente>>
<<Non è vero!>> esclamò l'altro.
<<No?>> lei si asciugò le lacrime dalle guance <<Quanti litri di superalcolici ti sei già scolato stasera?>>
Il diavolo esitò ancora, prima di risponderle:<<Qualcuno>>
<<Ecco, appunto!>>
La ragazza fece per dirigersi verso il bar e raggiungere Jonathan, ma Lucifer la seguì:<<Non so se l'hai notato, ma io bevo sempre tanto, cara>>
Olivia sbuffò, scuotendo la testa, e nella frustrazione del momento si distrasse ed appoggiò male un piede, a causa del tacco alto.
<<Cazzo!>> esclamò, appoggiando un ginocchio sul pavimento e avvolgendosi la caviglia con le mani.
<<Stai bene?>> Lucifer si chinò su di lei, per aiutarla a rialzarsi, ma lei lo ignorò del tutto, lamentandosi sottovoce per il dolore.
Si sedette per terra, incurante di sporcarsi i pantaloni, e si tolse entrambe le scarpe, per avere un minimo di sollievo sia dal dolore della storta appena presa sia da quello provocatole dai tacchi stessi.
Dopodiché si alzò in piedi: il male al piede si era molto attenuato, perciò non aveva grossi problemi.
<<Stai bene?>> ripetè Lucifer, appoggiandole una mano sulla schiena.
<<Sì, tutto a posto, grazie>>
<<È un piacere, cara>>
Il diavolo osservò le leggere sfumature dorate nei capelli della ragazza, create dalle luci sul soffitto del nightclub, e poi ci passò una mano in mezzo.
<<Io forse so come potremmo risolvere i nostri problemi>> saltò su, pochi secondi dopo.
<<Sentiamo>> Olivia lo amava davvero, e, se avesse in qualche modo potuto salvare la loro relazione, l'avrebbe fatto.
<<Hai mai partecipato ad una seduta di terapia di coppia? Perché io conosco una certa psicologa che potrebbe fare al caso nostro>>

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