Il demone del suo cuore

DISCLAIMER: Questa one-shot contiene livelli di sdolcinatezza oltre le quantità consigliate dall'Unione europea.

L'esposizione prolungata a tali livelli di zuccherosaggine può causare un drastico innalzamento dei livelli di colesterolo nel sangue, perciò, se deciderete di continuare con la lettura, lo farete a vostro rischio e pericolo.

(Davvero non so perché o per come mi sia "venuta fuori" così smielata, ma tant'è).

Non ci sarebbe stato bisogno di sforzarsi, né di essere osservatori particolarmente attenti, per rendersi conto che le visite alla centrale da parte di Mazikeen Smith, da due mesi a quella parte, erano quasi raddoppiate.
E sembrava proprio che quell'aumento così improvviso dipendesse dalla presenza di Scarlett Doss, criminologa, il nuovo acquisto del Los Angeles Police Department.
Una teoria alla quale veniva dato molto credito, soprattutto da parte della signorina Lopez e di Lucifer, il quale non perdeva occasione per prendere in giro il demone per la sua presunta cotta.
Che tale teoria fosse vera o meno non cen'era la certezza, ciò che invece tutti consideravano un dato di fatto, era il legame che quelle due avevano stretto e l'indiscutibile affetto che la cacciatrice di taglie nutriva per la criminologa. Ed un altro dato di fatto era che affezionarsi non era da Mazikeen Smith, nella maniera più assoluta.
Lei stessa ne era dolorosamente consapevole, e non era sicura di saper dare un senso al forte desiderio di vedere ancora ed ancora la sua nuova "amica".
<<Ma certo, cara>> Lucifer tornò all'attacco <<Maze è soltanto un'anima, mmh?>> provava un certo qual piacere nello stuzzicare la novellina, soprattutto se quella stava tentando di portare a termine il proprio lavoro.
<<Esatto>> ripetè lei per l'ennesima volta, guardandolo appena <<Siamo amiche, amiche e basta>>
La verità era che non sapeva cosa esattamente fossero lei e Maze, a quel punto. Aveva paura anche a porsela, quella fatidica domanda.
Il diavolo fece un veloce gesto con la mano, come a dire che lui, di certo, non se la sarebbe bevuta così facilmente.
<<Ora che hai finito di comportarti come tuo solito, possiamo per favore concentrarci sul caso?>> intervenne la detective Decker, con la sua solita professionalità.
<<Dopo di te>> borbottò Lucifer, chiudendo la bocca e lasciando che Chloe e la biondissima criminologa studiassero i cadaveri in santa pace.
Le vittime erano due, un uomo e una donna, ai quali era stato strappato il cuore dal petto, e i cui cadaveri erano poi stati trascinati sul letto di quella camera di motel e sistemati mano nella mano.
Dirigendosi verso la scena del crimine la Detective le aveva spiegato la situazione: solo poche settimane prima i giornali avevano annunciato la morte in prigione di un assassino, noto come il Killer dei Cuori Infranti, che negli anni cinquanta del novecento aveva ucciso dodici coppie, servendosi del medesimo modus operandi di fronte al quale si sarebbero trovati di lì a poco.
Secondo la polizia era evidente che avessero a che fare con un emulatore, e perciò Chloe aveva chiesto la consulenza della criminologa, nella speranza di ottenere informazioni utili alla cattura del o della colpevole.
Scarlett si piegò sul letto matrimoniale nel quale giacevano le due vittime, togliendosi momentaneamente gli occhiali dalle lenti tonde, per vedere meglio da vicino. I suoi intelligenti occhi color del miele scandagliarono con perizia la scena del crimine, più volte, alla ricerca di qualcosa che Lucifer e Chloe non sarebbero riusciti ad indovinare.
Infine ella si rimise dritta, infilandosi di nuovo gli occhiali da vista, con aria decisamente concentrata.
<<Quindi?>> le domandò la Detective, mentre faceva scorrere lo sguardo sulla felpa color nocciola dalla fantasia a quadri che la criminologa indossava.
<<Voi della polizia non avete trovato nulla di rilevante?>> Scarlett le rispose con un'altra domanda.
<<Rilevante come?>>
<<Come un oggetto - probabilmente piccolo - che parrebbe fuori posto, sulla scena di un duplice omicidio>> fece spaziare lo sguardo dalla Detective al suo consulente civile <<Una monetina, magari, un pezzettino di qualche materiale esotico, o un modellino di plastica>>
Lucifer dovette sforzarsi per non scoppiare a ridere:<<Un modellino?! Quale serial killer lascerebbe un modellino sulla scena del crimine?!>>
Chloe alzò una mano, facendogli segno di smettere di parlare:<<No, non abbiamo trovato niente>> rispose alla criminologa <<E con "niente", intendo che il nostro assassino ha ripulito perfettamente ogni traccia del proprio passaggio. Nessun oggetto fuori posto, nemmeno l'ombra di un'impronta da nessuna parte...>>
Scarlett aggrottò maggiormente le sottili sopracciglia, di una tonalità appena più scura rispetto a quella dei capelli:<<Il che è davvero strano>> commentò <<Solitamente gli emulatori sono soggetti caratterizzati da una marcata difficoltà sociale, cosa che li porta ad isolarsi e a crearsi un'immagine idealizzata di loro stessi e delle proprie abilità. Tendono a sviluppare un ego smisurato, che è anche il motivo per il quale emulano altri serial killer famosi: vogliono dimostrare di poter essere migliori rispetto a chi li ha preceduti. Ecco il motivo per il quale spesso lasciano una "firma" sui propri lavori>>
Chloe annuì piano:<<Ordinerò un'ulteriore ispezione della scena del crimine, se credi sia il caso>>
<<Però fai in fretta>> ribattè la criminologa <<È probabile che il nostro emulatore colpirà ancora, e suppongo che lo farà presto, prima che la notizia della morte dell'assassino originale inizi a perdere risonanza mediatica>>
La Detective e Lucifer si scambiarono un'occhiata.
<<Perché lo fa?>> domandò il diavolo <<Che cosa desidera, davvero? Cosa spera di ottenere?>>
Era la prima volta che apriva bocca per dire qualcosa di serio, quel giorno.
Scarlett alzò lo sguardo fino al viso dell'uomo:<<Beh, per ora il profilo del nostro assassino è ancora troppo vago per trarre conclusioni definitive, ma, se dovessi tirare ad indovinare, direi che il nuovo killer stia sfruttando la notizia della morte del suo predecessore per mandare un messaggio e fare in modo che più persone possibili lo recepiscano>>
Lucifer fissava intensamente la criminologa, affascinato dallo sguardo che vedeva negli occhi di quella donna, riflesso nelle lenti dei suoi occhiali.
<<Questo è il terzo omicidio, dalla notizia della morte del killer originale>> commentò Chloe <<Quindi ho pensato che, magari, il nostro assassino conosceva la prima coppia che ha ucciso>>
<<Molti serial killer hanno un evoluzione simile: passano dalle persone che conoscono a quelle che non conoscono, incapaci di fermarsi, per un motivo o per l'altro>> Scarlett diede un'altra occhiata ai due cadaveri <<Tuttavia dubito che sia andata così, questa volta>>
<<Cosa te lo fa dubitare?>> domandò la Detective.
<<Il tempismo, più che altro. Non può essere una coincidenza che il nostro uomo abbia commesso il suo primo omicidio servendosi proprio dello stesso metodo che utilizzava un serial killer appena morto>> la criminologa si passò brevemente una mano sul mento <<Non avrebbe alcun senso uccidere delle persone che si conoscono servendosi di un metodo così esplicito, proprio nel momento in cui un omicidio del genere farebbe più notizia che mai>>
<<Sì, Detective, penso che lei abbia ragione>> commentò Lucifer, dopo diversi secondi. Sapeva per esperienza che, di solito, gli assassini tendevano a fare di tutto per non essere scoperti, e non il contrario.
Chloe sorrise appena:<<Quindi la tuo teoria è che l'assassino non conosca le vittime, ma che la sua sia una punizione dettata da qualche motivazione personale?>>
Il diavolo alzò un sopracciglio: se c'era uno che si intendeva di punizioni, quello era di certo lui.
<<Non saprei>> Scarlett strinse le labbra <<Il killer originale ha mai specificato quale fosse la motivazione che lo spingeva ad uccidere?>>
<<Purtroppo no, si è sempre rifiutato di parlare>>
<<Comunque sia, credo che la pista della motivazione personale sia la più plausibile, fino ad ora. Oppure potreste provare ad indagare su chi è entrato a contatto con il killer originale, negli ultimi anni>>
Chloe Decker tirò fuori il suo taccuino e si appuntò qualcosa, trovandola una pista interessante. Poteva venirne fuori qualcosa.
<<Interrogate le guardie che lo sorvegliavano in carcere, i giornalisti che l'hanno intervistato più spesso... Un serial killer sa essere molto convincente, e non è improbabile che qualcuna di queste persone si sia fatta convincere delle sue idee, ed abbia deciso di perpetuare il suo operato>>
<<Va bene>> la Detective le sorrise, appoggiandole una mano su una spalla <<Grazie mille>>
<<Un ottimo lavoro, signorina Doss>> si complimentò Lucifer, mentre la accompagnava fuori dall'area delimitata dal nastro giallo che interdiceva al pubblico la scena del crimine.
Scarlett scrollò le spalle:<<Spero solo che lo prendiate in fretta>> mormorò.
Non era una persona facilmente impressionabile, ma vedere le vittime degli omicidi con i propri occhi le faceva sempre un certo effetto, oltre a metterle addosso una grande tristezza.
<<Non temere, la Detective ed io ce la faremo>> le assicurò lui, sicuro delle loro abilità come squadra investigativa.
La donna gli rivolse un dolce sorriso, che le accese di una luce gioiosa i grandi occhi scuri, illuminati dalla luce rossastra del sole che tramontava.
I due camminarono ancora per circa venticinque metri insieme, l'uno accanto all'altra.
<<Sai, signorina Doss, tu mi piaci>> confessò lui <<Devo ammettere che sei simpatica, anche se il tuo lavoro è terribilmente noioso>>
Lei sollevò brevemente lo sguardo sul volto dell'uomo che le stava accanto, supponendo che quella fosse una dichiarazione d'amicizia, più o meno.
<<Anche tu sei simpatico>> ribattè lei <<A parte per tutta la storia del diavolo, dell'inferno e dell'eterna dannazione>>
Era da quando lei era arrivata che Lucifer Moringstar ripeteva di essere davvero il diavolo, ed il solo pensiero la faceva morire dalle risate ogni volta.
<<Cara, che ne dici di un passaggio fino a casa?>> le propose allora lui.
Scarlett stava per accettare, anche perché era venuta lì con la macchina della detective Decker, e non poteva certo tornare a casa a piedi, quando la sua attenzione venne attirata dal rombo di un'automobile.
La lucidissima Tesla nera a due posti, una delle più belle automobili sportive che la criminologa avesse mai visto, si fermò a pochi metri da loro, sgommando, con una manovra a dir poco ardita.
<<La solita esibizionista!>> esclamò il diavolo, scuotendo la testa.
Scarlett rimase invece a bocca aperta, senza parole, quando dalla splendida macchina scese una ancora più splendida donna dalla carnagione scura che conosceva bene.
Mazikeen indossava dei semplici jeans attillati ed una maglietta nera di pelle, niente di speciale, eppure era magnifica e splendente come il sole che era ormai quasi sparito dietro l'orizzonte, in un tripudio di nuvole rosse, blu e viola.
<<Ciao, Scar>> la salutò con un bellissimo sorriso, che fece battere il cuore della criminologa fin nel cervello <<E ciao anche a te>> aggiunse, rivolta a Lucifer.
<<Ciao>> riuscì a balbettare Scarlett, che solitamente, e cioè quando Maze non era nei dintorni, era la calma fatta a persona.
<<Mi è sembrato di capire che ti serve un passaggio>> disse la cacciatrice di taglie, stando senza problemi in piedi suoi tacchi a spillo, che indossava con la grazia di una supermodella.
<<Sì, le serve. Ne ha un disperato bisogno, se vuoi sentire la mia opinione>> si affrettò a rispondere Lucifer per lei.
Mazikeen incrociò le braccia sul petto, lanciando uno sguardo truce al diavolo, il quale rispose con un gran sorriso e una breve scrollata di spalle.
<<Quindi vieni?>> domandò la cacciatrice di taglie, stavolta rivolta alla donna che ormai da due mesi era diventata il centro di tutto il suo universo. In qualche modo.
<<Sì...sì, arrivo>>
Scarlett - o Scar, come la chiamava Maze - si affrettò a raggiungere il demone, che le teneva aperto uno sportello della propria auto, per poi chiuderlo, una volta che la criminologa fu salita.
<<Allora a domani, Lucifer!>> esclamò la bionda, mentre Mazikeen saliva al posto del guidatore e riaccendeva il motore.
<<A domani, signorina Doss>> si limitò a rispondere lui, piacevolmente sorpreso ed anche piuttosto divertito dalla conferma di ciò che ormai sospettava da settimane, e cioè che tra Scarlett e il suo demone ci fosse qualcosa di più dell'amicizia.
D'altronde, Lucifer non aveva mai visto Maze, la sua Maze, che faceva un favore a qualcuno. A meno che non fosse obbligata.
<<Detective!>> esclamò, tornando quasi di corsa sulla scena del crimine, dove Chloe stava dirigendo una nuova ispezione, quella che la signorina Doss aveva consigliato.
La bionda si girò di colpo:<<Che c'è?>> gli chiese, scoccandogli un'occhiata di biasimo per il tono di voce troppo alto.
<<Tu non hai idea!>>
La detective Decker rimase perplessa, nel vedere il suo partner così su di giri:<<Non ho idea di che cosa?>>
Lucifer si avvicinò all'orecchio di lei, con aria confidenziale:<<Non hai idea di quello che è appena successo>>
Nel frattempo, all'interno della macchina di Mazikeen, era il silenzio a regnare sovrano tra le due donne.
Il nervosismo di entrambe - sia della criminologa sia del demone - era così denso che sarebbe servita una motosega per tagliarlo, invece di un coltello.
Scarlett continuava a torcersi le dita delle mani, incapace di trovare la cosa giusta da dire, ed in ogni caso troppo in ansia per spiccicare parola.
Maze era molto impegnata a fingersi impegnata nel concentrarsi sulla strada davanti a sé, benché la guida non le richiedesse che una minima parte della propria attenzione.
Si era ripromessa che lei e Scar avrebbero chiarito le cose, quella sera. E con le cose, il demone intendeva il rapporto ambiguo che c'era stato tra loro praticamente dal giorno in cui si erano conosciute.
Era stato così che, tra una battutina ammiccante e l'altra, col passare dei giorni e poi delle settimane, Mazikeen Smith aveva iniziato ad avvertire un non so che, nei confronti della donna bionda che ora le sedeva accanto, intenta a tormentarsi i naturali e bellissimi boccoli che aveva in testa.
E non era certa di essere in grado di rendere bene ciò che aveva in mente di dirle, e non era certa nemmeno di volerlo fare.
Santo Padre di Lucifer, per la prima volta nella sua esistenza millenaria, Mazikeen era talmente terrorizzata da non riuscire a muovere un muscolo.
Aveva avuto paura in precedenza - due o tre volte - ma non era mai stata così forte, così paralizzante.
Aveva la sensazione di aver assunto una quantità eccessiva di qualche droga sintetica di nuova generazione, e, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non era affatto una sensazione piacevole.
<<Quindi...Tu vuoi davvero che ti riporti a casa, o l'hai detto solo per->> deglutì a fondo, incapace di continuare la frase, mentre i suoi occhi scuri facevano la spola tra la strada davanti a loro due e i bellissimi occhi castani di Scarlett, le sue labbra molto rosse e sottili, i suoi adorabili capelli boccolosi ed i suoi altrettanto adorabili occhiali da vista.
Mazikeen si diede mentalmente della stupida - più volte - per essersi espressa in modo tanto impacciato.
<<L'ho detto solo per non far insospettire Lucifer>> rispose Scar, di getto <<N-Non che ci sia...qualcosa di cui insospettirsi, intendo, perché è chiaro che non c'è- Però, sai, l'ho fatto solo per sicurezza. Lo conosci molto meglio di me, perciò immagino tu sappia quanto possa diventare pettegolo- Sì, insomma, ho solo pensato che sarebbe stato meglio non dargli altri motivi per credere che noi->>
La criminologa chiuse la bocca di colpo, così forte che si udì il rumore prodotto dai suoi denti gli uni contro gli altri, pietrificandosi.
Avrebbe solo voluto trovare il modo di sparire, in quel momento. Avrebbe voluto non avere mai accettato il passaggio di Mazikeen, avrebbe voluto non aver mai accettato di lavorare per l'ALPD...E anche nascere con un maggiore controllo di sé stessa, non le sembrava male.
Le ci vollero parecchi secondi per rendersi conto che la cacciatrice di taglie aveva fermato la macchina sul ciglio della strada sopraelevata che stavano percorrendo. Dalla loro posizione, pochi metri più a sinistra, oltre il guardrail di protezione, diverse decine di metri più in basso, l'Oceano Pacifico infrangeva le sue placide onde sugli scogli.
Il sole era ormai calato oltre l'orizzonte, ma la brezza che spirava dallo specchio d'acqua accanto a loro era piacevolmente tiepida, ed in cielo, quella sera, splendeva una grande luna luminosa, che, se non era piena, di certo ci provava con tutta sé stessa.
Mazikeen si girò leggermente nella sua direzione, con tutto il corpo, e si soffermò ancora su ogni minimo dettaglio del suo volto.
Non tutti lo sapevano, ma il demone, dopo millenni come guardiana all'inferno, era diventata un'ottima osservatrice. Una qualità ineffabile, molto meno evidente della sua ovvia, quasi proverbiale, bravura nel combattimento, ma altrettanto presente nella sua vita.
Era proprio grazie alla capacità di cogliere ogni più piccolo dettaglio, che ella rimaneva estasiata da come il dolcissimo volto di Scar, dai tratti delicati, sembrasse ancora più tenero, illuminato dalla luce della luna.
Le labbra della criminologa erano leggermente dischiuse, e la sua carnagione piuttosto pallida conferiva alla sua pelle un che di brillante, grazie grazie quell'illuminazione naturale.
La verità era che Scarlett si era persa nei profondissimi occhi della cacciatrice di taglie da molto tempo, quando si rese conto che avrebbe dovuto distogliere lo sguardo, o dire qualcosa, almeno.
Il suo volto iniziò a surriscaldarsi in modo patetico, mentre la sua ansia cresceva, e l'incertezza la logorava.
Mazikeen Smith era una delle persone più misteriose, complesse, intriganti ed interessanti che avesse mai conosciuto. Ogni volta che credeva che quella avrebbe fatto qualcosa, o si sarebbe comportata in un certo modo, lei la spiazzava facendo l'esatto opposto.
<<Premetto che non sono sicura di come dovrei comportarmi, proprio ora>> iniziò il demone, tratto l'ennesimo respiro profondo <<La mia psicologa, Linda - un giorno te la presenterò, se vorrai - dice che la cosa migliore che chiunque possa scegliere di fare è essere sé stesso. Un consiglio piuttosto inutile, dal momento che la sottoscritta è un demone, e che quindi essere sé stessa implicherebbe torture, carneficina e altri scenari apocalittici sui quali preferirebbe sorvolare...
Il punto è che- I-Io ho qualcosa che vogl- Oh, al diavolo, giuro che ti avevo preparato un discorso fantastico!>>
Maze si diede nuovamente dell'idiota, per essere così imbranata. Non si capacitava di come fosse possibile per una persona sana di mente inciampare così tanto nelle sue stesse parole.
Parole che aveva studiato a memoria e ripetuto per giorni e giorni, fino alla nausea.
<<Io credo che dovresti dire ciò che vuoi dire, Maze, e il resto verrà da sé...Cioè, è solo un suggerimento, ovvio, non sei obbligata a fare così, se non vuoi>> Scarlett si fece coraggio e le prese una mano dala pelle color nocciola nelle proprie, con affetto.
Poi, alzando di nuovo lo sguardo in quello di Mazikeen, le sorrise con cautela.
<<Sì, hai ragione, anche se ripeto che non sono brava, in queste cose>> ribadì il demone, avvertendo il proprio fiato corto come poche volte prima di allora <<Il punto è che->> Maze puntò gli occhi dritti in quelli della ragazza che le sedeva di fronte, tentando di parlare con l'anima, benché non ne avesse una <<Il punto, Scar, è che io voglio stare con te>>
Il cuore della criminologa fece un rumore strano, poi impazzì di gioia, aumentando la propria corsa e rimbalzandole in tutto il petto.
<<E non intendo che voglio stare con te nel senso che voglio scoparti- L-lo specifico perché, sai, di solito era solo questo ciò che mi interessava di ottenere dagli umani.
Quando ho detto che voglio stare con te, ciò che intendevo era che- non c'è alcun bisogno che facciamo sesso per tutto il tempo>>
Scarlett aggrottò le sopracciglia, cercando di seguire il filo del discorso meglio che potesse, per non perdersi nemmeno una mezza parola.
<<Oh, cazzo, sono un vero disastro!>> esclamò Maze, facendo per allargare le braccia.
La criminologa abbassò lo sguardo, sorridendo a quella scena così dolce, poi si portò la mano di Mazikeen alle labbra, e la baciò con gentilezza.
Il demone aggrottò appena le sopracciglia scure, mentre un brivido le correva su per il polso e per il braccio.
<<Tu mi piaci>> disse, decidendo di tentare il tutto per tutto.
La cacciatrice di taglie strabuzzò appena gli occhi, non solo per ciò che si era appena sentita dire, ma soprattutto per la vicinanza tra i loro due volti.
<<Tu mi piaci davvero, Mazikeen>> ripetè Scarlett <<E non solo perché sei bellissima...e perfetta, c-cosa che immagino ti dicano in tanti, ma anche perché sei coraggiosa, e sai quello che vuoi, e perché adoro il tuo dark humour, e perché mi sento stranamente in pace quando sono con te...E ti assicuro che potrei contin- ma forse è meglio di no, anche perché mi sto rendendo davvero ridicola>>
<<Beh, grazie>> stavolta fu il turno del demone, di rassicurarla <<Suppongo che ora potrò smetterla di fingere di essere alla ricerca di nuove taglie da cacciare, solo per avere una scusa per venire alla centrale di polizia, sperando di vederti>>
<<Suppongo di sì>>
E, senza più pensare a niente, prese il volto di Mazikeen tra le mani, avvicinandolo con lentezza al proprio.
Appoggiò appena le labbra sulle sue, morbide e calde, con un leggero retrogusto di alcol.
Quando si staccarono, le due donne si guardarono negli occhi per diverse decine di secondi, desiderando di poter rimanere sospese in quel preciso istante di tempo.
Poi il demone la attirò a sé - come avrebbe voluto fare da settimane - e la baciò con passione, infilandole le mani nei morbidi capelli biondi.
Le labbra di Scarlett, invece, sapevano di burrocacao alla vaniglia, un sapore buonissimo, il più buono che Maze avesse mai assaggiato. Inutile dire che ne voleva ancora, e subito.
Alla fine fu la criminologa ad interrompere il bacio ridacchiando, un po' perché iniziava a mancarle l'aria ed un pò perché le si erano appannati gli occhiali.
Il demone la guardò con affetto per un lungo istante, senza riuscire a capacitarsi della propria fortuna.
<<Anche tu mi piaci>> le disse, appena prima di baciarla ancora.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top