Il brutto voto

Una ormai quindicenne Trixie fece il suo ingresso nell'attico di Lucifer, che era arrivata a considerare, se non come un padre, di certo come una figura molto simile.
Erano passati quasi tre anni dalla morte di Dan, ma la ragazzina faticava, com'è comprensibile, a passare oltre.
Beatrix mollò la sua cartella sul divano di pelle, sbuffando per la fatica, ed andò a sedersi al bancone degli alcolici, sconsolata e piena d'angoscia.
Il diavolo sorrise affettuosamente guardando la ragazzina, con la quale aveva stretto un rapporto molto profondo, da quando lui e sua madre stavano insieme, ed andò ad accomodarsi accanto a lei.
<<Ciao>> lei lo guardò appena, spostandosi un ciuffo di scuri capelli mossi dal volto, e Lucifer comprese subito che qualcosa non andava. Da quando Daniel era venuto a mancare sentiva il dovere di assicurarsi che lei stesse bene, almeno tanto quanto lo sentiva Chloe.
Il diavolo faticava a togliersi dalla testa l'idea che la morte di Daniel fosse in buona parte colpa sua, anche se indirettamente.
<<Ciao>> rispose lui, accarezzandole piano la schiena <<Tutto a posto?>>
<<Tu non dovresti essere con mia madre a catturare i criminali, Lucifer?>> Trixie tentò di cambiare argomento, ma senza troppo successo.
<<La Detective sta aspettando il permesso del tribunale per accedere a delle informazioni private, e finché non lo ottiene non c'è nulla che possiamo fare>> il diavolo si versò un bicchiere di Martini, sperando che la ragazzina avrebbe scelto da sola di aprirsi con lui.
Gli occhi castani di lei guardarono Lucifer e il licquido che si era versato imploranti, ed il Portatore di Luce scosse piano la testa, ridacchiando.
<<Non pensarci nemmeno!>> si scolò iĺ suo alcool, per non dare speranze alla figlia della Detective <<Niente di personale, tesoro, ma Chloe ci ucciderebbe, se scoprisse che ti ho dato da bere>>
Trixie incrociò le braccia sul petto, increspando la stoffa della sua maglietta nera:<<Oh, mia madre mi ucciderà in ogni caso>>
Il diavolo si compiacque di averla spinta più vicina alla rivelazione del problema:<<Suvvia, che cosa avrai fatto di tanto male?>> scherzò, per tirarla su d'animo <<La Detective è una donna comprensiva, sono sicuro che sarà clemente con te>>
<<Mia mamma tende ad essere molto comprensiva con tutti, ma non con sua figlia, di solito>> commentò lei, sarcastica, facendo sfoggio del suo vasto vocabolario.
Tuttavia, gli occhi della ragazzina si riempirono lentamente di lacrime, secondo dopo secondo, mentre lei si strofinava il naso con una mano.
A quel punto sì che Lucifer iniziò a preoccuparsi, visto che, da tre anni a quella parte, era raro veder Trixie piangere.
<<Ehy>> sussurrò, alzandosi dal suo sgabello per starle più vicino <<Mi dici cosa c'è che non va?>>
La ragazzina scosse veementemente la testa, agitando i capelli castani, mentre si asciugava i grossi lucciconi che le solcavano le guance.
Lucifer la guardò tristemente, piegandosi un pò, avvolgendole le braccia intorno al corpo e baciandola sulla testa.
Trixie si affrettò a ricambiare l'abbraccio, premendo il volto sulla giacca blu del diavolo e singhiozzando ancora più forte.
Ci vollero diversi minuti perché smettesse di piangere, e, dopo circa un quarto d'ora, si era calmata del tutto, anche grazie alla montagna di fazzoletti che Lucifer le aveva prontamente messo a disposizione.
<<Non voglio che mia madre pensi- Non voglio che- Io voglio che sia fiera di me>> confessò infine.
Il diavolo capiva molto bene quel tipo di sentimento, e tutto il dolore che conseguiva dalla convinzione di non essere apprezzati dalla persona più vicina a te.
<<Tua madre è fiera di te, Trixie, lo sai anche tu>> si affrettò a consolarla.
<<Non è vero!>> la ragazzina stava ricominciando a piangere <<L'unica cosa che le importi è che io vada bene a scuola, e non->> un forte singhiozzo la obbligò ad interrompersi <<Non riesco a prendere buoni voti, proprio non ci riesco...per quanto io ci provi>>
<<Andiamo, una E non sarà la fine del mondo!>>
<<Una F>> lo corresse la ragazzina, ancora più sconsolata rispetto a prima.
<<Nel test di matematica?>>
Trixie annuì ancora, tristemente.
<<Sono certo che il prossimo andrà molto meglio, tesoro. Non è il caso di farsi venire una crisi del genere>> 
Lei sospirò, tentando di calmarsi, ma, nonostante avesse smesso di piangere, di tanto in tanto era scossa da qualche singhiozzo:<<Giusto, hai ragione. Forse dovrei conservare le lacrime per quando mia madre lo verrà a sapere>>
<<Fidati: non hai niente di cui preoccuparti>> Lucifer le allungò un bicchiere pieno di un licquido trasparente.
Quel gesto accese le speranze della ragazzina, che se lo portò velocemente alle labbra, solo per poi scoprire con disappunto che si trattava di acqua.
<<Simpatico>> bofonchiò, alzando gli occhi scuri al cielo.
Lucifer sorrise, perché quando faceva così era identica a Chloe.
<<Comunque la Detective dovrebbe essere qui tra circa dieci minuti, stando al messaggio che mi ha mandato poco fa>> aggiunse.
Trixie scattò, terrorizzata e rigida come un pezzo di legno:<<Forse è meglio che vada>> si alzo dallo sgabello, guadagnando velocemente l'ascensore dell'attico <<Sì, ci vediamo, Lucifer>>
Premette il bottone del piano terra, ma il diavolo fu più veloce di lei, fermando le porte automatiche prima che si chiedessero del tutto.
<<Oh no, non provarci nemmeno>>  la ammonì con dolcezza <<Devi parlare con tua madre, o finirete per litigare in continuazione, sprofondando in una spirale di odio e negazione che vi farà allontanare in modo definitivo, distruggendo le vostre vite...Eventi piuttosto spiacevoli. Parlo per esperienza personale>>
La ragazzina sbuffò, ma, senza molte altre alternative, si rassegnò ed andò a stravaccharsi sul divano di pelle, pronta al massacro che si sarebbe consumato di lì a poco.
Guardò Lucifer con occhi imploranti, una seconda volta, giocando l'ultima carta che avesse a disposizione, con la speranza che funzionasse e lui la lasciasse andar via prima dell'arrivo di sua mamma.
Il diavolo non si lasciò intenerire ed, anzi, si apprestò a lasciare la stanza.
<<Dove vai?!>> lo fermò Beatrix.
<<Mi faccio una doccia>> lui si tolse la giacca, rimanendo in camicia bianca, e appoggiò il raffinato indumento blu sulla maniglia della porta del bagno <<Lascio a te e a Chloe qualche minuto di privacy>>
Trixie venne nuovamente congelata da quelle parole, e le mani iniziarono a sudarle, mentre sentiva già l'arrivo dei brividi d'ansia che di lì a pochi minuti l'avrebbero scossa come una foglia secca.
<<Per favore>> mormorò soltanto, ed aprì le braccia, sperando che Lucifer cogliesse il senso di quel gesto.
Il diavolo si affrettò sul divano e la abbracciò di nuovo, stretta, accarezzandole la schiena per rassicurarla.
Le labbra di Trixie tremarono, e la ragazzina si dovette sforzare per non scoppiare di nuovo in lacrime.
<<Andrà tutto bene>> affermò lui, dandole un buffetto sulla guancia.
Lei afferrò una mano tra le sue, stringendola forte, ed appoggiandosi alla sua spalla.
<<Resti qui?>> gli domandò.
<<Certo>>
<<Grazie>> la ragazzina alzò per qualche secondo la testa e gli sorrise, riconoscente.
L'ex Signore dell'Inferno si sentì scaldare il cuore, e si asciugò velocemente un paio di lacrime.
<<In ogni caso potresti sempre usare il vecchio trucco del contrasto negativo>>
<<E che cos'è?>> Trixie non ne aveva mai sentito parlare.
<<Il vecchio trucco del "Mamma, sono incinta...No, scherzo, ho solo preso un brutto voto">> spiegò il diavolo.
Lei fece una smorfia di disgusto:<<Davvero?!>> esclamò, non potendo fare a meno di ridere <<Mia mamma mi disintegrerebbe, altroché uccidermi, se provassi a dirle una cosa del genere>>
Lucifer rise a sua volta, figurandosi che faccia avrebbe fatto la sua Detective, e trovando quell'immagine mentale oltremodo divertente.
<<Sì, meglio di no>> convenne.
Trixie non fece in tempo nemmeno a pronunciare un veloce "avevo ragione", che le porte dell'ascensore si spalancarono, rivelando Chloe Decker.
La Detective era vestita con abiti semplici ma eleganti, come suo solito, e sorrideva tranquillamente.
Ma sua figlia non si lasciò ingannare, sapendo che quella tranquillità non sarebbe durata molto, dopo che le avrebbe detto del voto che aveva preso.
Una specie di calma prima della tempesta, più che il contrario.
Lucifer si alzò in piedi ed andò a darle un veloce bacio sulle labbra, non potendo fare a meno di sorriderle, mentre Trixie tremava come se il suo corpo stesse andando in ipotermia.
<<Ciao>> sussurrò la Detective.
<<Ciao, Chloe>> Lucifer la baciò ancora.
La ragazzina distolse lo sguardo, insofferente.
Fu allora che il diavolo si riscosse dalla sua adorazione nei confronti della donna che era appena arrivata:<<Credo che Trixie abbia qualcosa da dirti>> le comunicò.
Sua madre concentrò la propria attenzione su di lei:<<Dimmi pure>>
Sua figlia esitò un attimo, ma poi ebbe un'illuminazione:<<Lucifer mi ha fatto guidare la sua macchina e abbiamo per sbaglio fatto un incidente. Ma tranquilla, mamma: non è morto nessuno>>
La Detective era incredula:<<Cos'hai fatto?!>> esclamò, girandosi verso il diavolo.
Trixie l'aveva raramente vista così adirata con lui.
Lucifer era, da parte sua, incredulo. Dire che non se lo aspettasse sarebbe un eufemismo.
<<No, Chloe...Non è->>
<<Non è cosa, Lucifer?! Pensavo ne avessimo già parlato: non devi far guidare la tua auto a Trixie!>> la Detective era rossissima in volto <<Non solo è illegale, ma anche incredibilmente pericoloso!>>
Il diavolo incrociò le braccia, sbuffando, e lanciò uno sguardo di traverso alla ragazzina, che se la rideva sotto i baffi, parzialmente rincuorata da quella scena divertente.
Sua mamma si sarebbe arrabbiata il doppio con lei, certamente, ma ne sarebbe valsa la pena.
Altroché, se ne sarebbe valsa la pena.

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