Finché non decise di prendersi una vacanza...

2016 d.C.

Lucifer appoggiò per terra Mazikeen, il suo fidato demone, la quale affondò i piedi nella sabbia fine della spiaggia.
Alle loro spalle l'oceano rumoreggiava appena, nel buio della notte, e, per il resto, nessun rumore poteva essere udito, nemmeno dalle orecchie più che fini dei due amici.
Maze accarezzò con una mano il pugnale a mezza luna che teneva assicurato al fianco, guardandosi intorno con una certa apprensione.
Lucifer, al contrario di lei, era soddisfatto della propria scelta, e rilassato.
<<Spero per il tuo bene che quella di venire qui non si riveli una Llnogroum>>
Parola che, nella lingua dei demoni, significava più o meno "cazzata". Da tradurre tassativamente con un'espressione il più volgare possibile, per mantenerne il valore originale.
<<Stai tranquilla>> il diavolo le battè una mano sulla spalla, che era coperta da una resistente armatura leggera, sotto la quale il demone portava una spessa casacca di cuoio rinforzato <<Vedrai che ci divertiremo un mondo>>
E comunque non poteva essere tanto peggio dall'inferno.
Quello era il tenore dei pensieri di Lucifer quando lui e Maze, risalendo per i gradini di una scaletta di marmo bianco, si ritrovarono finalmente davanti il panorama della Città degli Angeli, benché nessuno dei due sapesse che si chiamasse Los Angeles.
Le luci degli edifici risplendevano nel buio, creando una suggestiva atmosfera, che, soprattutto a loro, che non avevano mai visto nulla del genere, dovette sembrare incredibile.
L'ormai ufficialmente ex Principe delle Tenebre, rimase a bocca aperta. Dopo eoni di inferno, quasi qualunque vista gli sarebbe stata più che gradita, ma quella gli pareva quasi magica.
<<Tu hai mai assistito ad uno spettacolo del genere?>> sussurrò a Mazikeen.
Piuttosto inutile che lo domandasse, perché Maze era nata ed aveva vissuto per tutta la vita all'inferno.
<<No>> lei incrociò le braccia sul petto, più sull'attenti del suo compagno di viaggio.
Dopotutto era suo compito proteggere lui, non il contrario, quindi non poteva abbassare la guardia.
Non avrebbe lasciato che quel luogo la distraesse dal suo dovere, perciò, quando Lucifer fece per fiondarsi ad attraversare la strada, lei lo fermò prontamente.
<<Vado io, tu aspetta qualche secondo, chiaro? Vedo se è sicuro>> il tono di voce del demone era autoritario, e l'alto aveva imparato a non discutere con lei, soprattutto se si trattava della propria protezione.
Mazikeen avanzò cautamente, mentre le macchine che sfrecciavano a tutta velocità a pochi metri da lei le davano più di qualche motivo di apprensione, ed attraversò su una fila di corte righe bianche sul cemento, come stava vedendo fare a due ragazze.
<<Bel costume>> le disse una delle due, con addosso degli alti tacchi a spillo ed un vestito nero.
Maze ricambiò il sorriso che quella le stava rivolgendo, e, tutto d'un tratto, quella vacanza non si profilava più tanto noiosa.
<<Va bene, Luci, vieni!>> esclamò, dall'altra parte della strada <<Ma stai attento a queste...cose sfreccianti>>
Il diavolo obbedì, ma con nonchalance, come faceva qualunque altra cosa, e la raggiunse.
<<Si chiamano automobili, cara>> le sorrise lui, completamente a suo agio. L'ultima volta che era stato sulla terra, quasi cento anni prima, nel millenovecentoquarantasei, le macchine che aveva visto andavano molto meno veloci.
Il demone sbuffò, infastidita dal suo comportamento:<<Cerca di starmi vicino>> si limitò a dire, ed iniziò ad avanzare sul marciapiede, evitando con maestria tutte le persone che camminavano nella direzione opposta.
Lucifer sorrideva a tutti loro, e specialmente alle donne ed agli uomini più carini. Anche loro ricambiavano il sorriso, quasi tutti.
Mazikeen notò invece che parevano molto di fretta, e camminavano a testa bassa, alcuni guardando una specie di piccolo dispositivo di forma rettangolare che tenevano in mano, rischiando di cadere o di andare a sbattere contro qualcuno.
Altri facevano lunghi passi, muovendo i piedi e le gambe a gran velocità, come se fossero in ritardo per un appuntamento importante.
Un uomo di una certa età, vestito di nero dalla testa ai piedi, le passò addirittura accanto correndo, mentre esclamava un "mi scusi tanto" ogni volta che andava ad urtare contro qualcuno.
Il demone rimase impressionata ed interdetta dal modo di fare di quegli umani.
Intanto, accanto al diavolo e a lei, sfilavano una serie di vetrine nelle quali si vedevano esposte le più disparate merci.
Costumi ed oggetti da mare, per lo più, ma anche magliette con immagini simbolo di Los Angeles ed altri souvenir per turisti.
Lucifer si fermò davanti ad un bar dall'insegna enorme, sulla quale, stampata a caratteri cubitali, c'era una scritta che recitava Light.
Prese per mano Maze e la trascinò all'interno, dove trovarono un ambiente stretto, quasi asfissiante, ma rischiarato da forti luci che provenivano dal soffitto.
Il bancone era in legno scuro, e, dietro di esso, stava un uomo dai lunghi capelli tinti di bianco, con un grosso tatuaggio sul braccio sinistro.
Il diavolo indicò a Maze un tavolino rotondo, accanto alla parete opposta rispetto a quella dove si trovava la porta d'entrata.
Si sedettero entrambi.
<<Guarda che meraviglia!>> esclamò lui, facendo spaziare lo sguardo verso le diverse mensole dietro il barista, sulle quali erano allineate in modo abbastanza preciso almeno un centinaio di bottiglie di alcolici.
Mazikeen lanciò un veloce sguardo ad uno degli avventori del bar, un uomo dalla pelle sudata, che scolava senza il minimo contegno un cocktail di qualche tipo.
<<Sì, una vera meraviglia>> l'ironia nella sua voce indispettì Lucifer <<Ora possiamo uscire da qui?>>
<<Certo che no, non prima di aver bevuto qualcosa>> il diavolo alzò un braccio per farsi notare dal barman <<Scommetto che ti piacerà l'alcool>>
<<E che cosa sarebbe?>> il demone alzò un sopracciglio nero, scettica.
<<Ora vedrai>>
Lucifer ordinò due drinks di cui Maze non conosceva il nome, e, quando finalmente il barista glieli portò, il diavolo scolò il suo in pochi sorsi.
Il demone lo assaggiò, cautamente, ma si rese quasi subito conto che le piaceva, e molto anche.
<<Non male>> concesse, prima di perdersi in un ragionamento che le frullava in testa da quando erano arrivati dall'inferno.
<<Sai, Lucifer, questo pianeta mi sembra un luogo...alquanto singolare. Tutti questi umani così indaffarati, così di fretta, come se fossero ansiosi di arrivare in ritardo da qualche parte...Non sembrano granché felici>>
Lucifer appoggiò sul tavolino il proprio bicchiere ormai vuotato del contenuto:<<Pensavo che gli unici esseri umani di cui ti importasse fossero quelli che torturavi all'inferno>>
<<Sì, beh, sembra che questi umani si torturino perfettamente anche da sé>> Maze giocherellò brevemente con il suo pugnale <<Non hanno bisogno del mio aiuto per essere infelici. Non che mi importi, sia chiaro. Però è strano, no?>>
Il diavolo l'aveva ascoltata soltanto in parte, intento com'era a guardarsi attorno, ammirando lo stile del locale nel quale erano entrati, mentre un'idea nuova prendeva forma nella sua mente.
<<Molto strano>> rispose, sovrappensiero, per poi cambiare subito argomento <<Che ne dici se aprissi un bar, proprio qui, in questa città?>>
<<Non stai scherzando, vero?>> il demone sperava che si trattasse solo di una battuta di pessimo gusto che non aveva capito.
<<Ma certo che no, cara>> Lucifer le sorrise, entusiasta <<Per quanto riguarda il nome, devo dire che Light mi piace davvero...anche se suppongo che per il locale del diavolo ci serva un pò più di solennità...Che ne pensi di Lux, come luce, ma in latino?>>
<<Quindi sei davvero intenzionato ad aprire un bar?>> Mazikeen sbuffò, passandosi le mani nei lunghi capelli scuri. Quando il diavolo si metteva in testa qualche cosa era quasi impossibile fargli cambiare idea, e lei lo sapeva bene.
<<Hai ragione>> convenne Lucifer <<Forse un bar è un pochino banale...Sì, ecco, un nightclub sarebbe perfetto!>>
Maze sbuffò ancora, rendendosi conto che ormai il dado era tratto, e non poteva più in alcun modo sperare di convincerlo a cambiare idea.
Allora fece segno al barista ed ordinò di nuovo da bere, rassegnata.
<<Su, cara, non fare così: fidati di me, questa sarà una vacanza indimenticabile per tutti e due>>
Il demone gli rivolse una lunga occhiata, con l'impressione che quella volta avesse ragione lui.

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