XXXII
Era una tiepida giornata di fine ottobre. L'autunno aveva ormai sostituito l'afosa estate. A breve si sarebbe tenuto uno degli eventi più attesi dell'anno: la classifica degli eroi della top ten. Come ogni anno tutti ne parlavano, discutendo riguardo quali pro-heroes avrebbero mantenuto le loro posizioni, quali invece avrebbero dovuto lasciare il proprio posto. Solitamente erano gli stessi eroi a presentarsi anno dopo anno, irremovibili da quella graduatoria. Quella volta sarebbe stato diverso, lo sapevano tutti. All Might, pilastro di pace e stabilità in Giappone, era crollato e una figura altrettanto carismatica avrebbe dovuto sostituirlo, in un tentativo di mantenere quell'equilibrio.
Sarebbe stato Endeavor a prendere il suo posto. Al solo pensiero, (T/n) rabbrividì. Enji Todoroki era forte ed efficiente, come dimostrava il suo secondo posto, ma la (c/c) non poteva accettare che un uomo del genere potesse diventare il simbolo di pace di cui necessitavano. Non era la figura rassicurante che era stata All Might, eppure nessun altro, oltre ad Endeavor, avrebbe potuto occupare quella posizione. Neanche Hawks, che a breve sarebbe stato promosso a eroe n.2, per quanto fosse popolare e acclamato, sarebbe potuto essere un buon sostituto.
A (T/n) quel ragazzo non piaceva. Troppo sfuggevole, imprevedibile. Aveva guardato alcune sue interviste e si era immediatamente resa conto di come quei sorrisi non raggiungessero mai gli affilati occhi ambrati. Aveva lo sguardo di chi nasconde qualcosa. Non le piaceva. Voleva potersi fidare delle persone che garantivano l'incolumità dei cittadini, ma nessuno dei candidati soddisfaceva le sue aspettative. Era delusa, ma non sorpresa.
Rimase seduta su una panchina, in un piccolo parco non molto distante dal suo appartamento, a riflettere riguardo la situazione in cui imperversava il Giappone. Non aveva avvisato Fuyumi prima di uscire, sarebbe tornata a casa Todoroki prima che l'amica finisse le lezioni di quel giorno. Non poteva continuare ad affidarsi interamente ai suoi amici. Voleva anche evitare Natsuo, parzialmente. Aveva la sensazione di aver trascurato troppo a lungo come si sentisse l'albino, concentrandosi solo ed esclusivamente sulla propria sofferenza. Non si era resa conto di molte cose, tra cui l'aver inutilmente sprecato anni della sua vita non facendo assolutamente nulla. Voleva cambiare. Doveva. Forse lasciare il Giappone sarebbe stata la scelta più appropriata. Touya era vivo e questo le bastava. Fuyumi e Natsuo l'avrebbero sempre sostenuta. Shouto non era più un bambino e non avrebbe avuto bisogno di lei.
Forse andarsene sarebbe stato proprio il cambiamento di cui aveva bisogno. Sarebbe tornata in Europa, luogo natio di cui non conservava memorie, ma dove avrebbe potuto crearne di nuove. Sarebbe partita il prima possibile. Era ciò che le serviva. Osservò i grattaceli che sfioravano il cielo e sentì il proprio cuore sussultare. Esitava. Voleva andarsene ma esitava. Non sapeva cosa fare, come sempre. Si sentiva come una bambola, fragile, sballottata in giro contro la sua volontà e poi abbandonata in un angolo. Voleva essere in grado di decidere, di usufruire di quel libero arbitrio ma non ne era capace. Era terrorizzata dall'ignoto, dal lasciare ciò che conosceva e inoltrarsi verso un futuro incerto.
"Attenzione!"
Si voltò con aria confusa, non comprendendo la provenienza di quell'avvertimento. Il parco era deserto. Guardò a destra. Guardò a sinistra. Non aveva guardato in alto. Impiegò qualche secondo a riconoscere la persona che era piombata improvvisamente di fronte a lei.
Le ali cremisi inconfondibili, i capelli biondi arruffati, la metà superiore del volto coperta da una visiera. Hawks. Quel Hawks. E sembrava cercare proprio lei. Non le piacevano né lui né la situazione in cui si trovava.
"(T/n) (T/c), dico bene?"
"Sì" annuì distrattamente "Tu invece sei Hawks."
"Proprio lui! Non sei una mia fan, vero? Di solito quando incontro i miei fan, hanno delle reazioni un po' più entusiaste."
"Scusa, Team All Might."
"Non preoccuparti, non preoccuparti! Me ne farò una ragione!" Hawks rise, ma (T/n) non capiva esattamente per quale motivo l'eroe si fosse scomodato per cercare lei. Sperava non riguardasse Dabi. Aveva la pessima sensazione che però Dabi sarebbe stato proprio uno degli argomenti della loro conversazione.
"Per farti perdonare però... potresti darmi una mano con un villain che mi preoccupa particolarmente."
Ecco. Di nuovo quello sguardo che la inquietava. Hawks sorrideva eppure quegli occhi da rapace la osservavano con fermezza. Era vulnerabile, come una preda colta di sprovvista. Una mossa sbagliata e sarebbe caduta nelle fauci di quel predatore.
"Non vedo come potrei aiutare, ma continua pure."
"Ho ragione di credere che tu abbia aiutato suddetto villain a nascondersi. Dovrebbe essere avvenuto circa due mesi fa. Ti dice niente?"
(T/n) cercò di nascondere la propria sorpresa. Perché Hawks lo sapeva? Sapeva. In qualche modo lo sapeva.
"Da quanto mi risulta non sembrano esserci stati altri contatti diretti ma Dabi è stato avvistato nei pressi del tuo appartamento in diverse occasioni. Sai cosa potrebbe volere da te?"
Scosse la testa istintivamente. Forse troppo velocemente. Questo avrebbe aumentato i sospetti di Hawks, il cui sorriso era scomparso.
"Forse dovremmo parlarne in un luogo più consono."
"Non ho fatto niente."
"Non ti sto accusando infatti. Non ancora, perlomeno. Te l'ho detto, ho bisogno della tua collaborazione."
(T/n) annuì lentamente. Se fosse riuscita a indurre Hawks a fidarsi di lei, forse avrebbe potuto anche trovare un modo per proteggere Dabi. Stava compiendo di nuovo un errore, se ne rendeva conto. Ma quando riguardava Touya, non ragionava più lucidamente.
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