XXVII

(T/n) non fece caso al rumore della porta cigolante, chiusa con cautela, in compenso sentì il calore disperdersi, quando vi appoggiò involontariamente sopra la mano, dal punto del materasso in cui il corvino era stato sdraiato.

"Touya?" domandò, spalancò faticosamente gli occhi. Li richiuse e spostò la sua mano dal materasso al suo volto, per evitare che i raggi di sole le colpissero il viso. Impiegò qualche secondo prima di abituarsi alla luce, si mosse barcollando, ancora assonata, verso la tenda, tirandola con uno strattone, cosicché potesse oscurare quell'illuminazione fastidiosa, lasciandola scostata quel tanto che le avrebbe permesso di osservare chiaramente l'interno della stanza senza dover accendere le luci.

Sospirò, priva di fiducia, constatando l'assenza del giovane. Scosse la testa. Non era stato un  sogno. Il suo dubbio era lecito. Quante volte aveva sognato quell'incontro, per poi svegliarsi e scoprire che non fosse altro che finzione?

Quella volta era stato reale, eppure, al suo risveglio, lui non era più lì.

Quando appoggiò i piedi sul pavimento, si ricordò di aver trascurato un aspetto a cui avrebbe dovuto prestare più attenzione il giorno precedente. A causa dell'emozione causata dal suo incontro con Dabi, aveva completamente ignorato il dolore causato dalla storta presa alla caviglia e a cui avrebbe fatto meglio a porre rimedio.

Serrò le mani, sentendo sprofondare le unghie nella pelle, chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi sul corvino, come aveva fatto pochi giorni prima. Doveva riuscire a visualizzarlo ed assicurarsi che stesse bene, considerando le condizioni in cui si trovava Dabi il giorno precedente.

"Perché te ne sei andato così?" domandò, ripercorrendo quelle strade di cui non aveva memoria, ma che il giovane attraversava senza alcuna difficoltà. Seguiva i passi compiuti dal corvino, ma senza riuscire a trovarlo.

"Dove sei?" chiese, spazientendosi. Odiava il non riuscire ad utilizzare la sua unicità come avrebbe voluto, eppure continuava a sperare di riuscire a trovarlo.

Eccolo. Le poche porzioni di pelle visibili, non coperte dalle ustioni, mantenevano quel colorito cadaverico che aveva tanto spaventato la ragazza. Anche quegli occhi azzurri conservavano la loro aura glaciale, incutendo timore alla (c/c). Si sentì osservata, pur avendo la certezza che Dabi fosse ormai lontano da lei. Che fosse in grado di percepirla? Non si era mai domandata quanto le sue indagini compiute attraverso l'utilizzo del suo quirk si ripercuotessero sulla realtà, né se le persone che vedeva potessero scoprire la presenza di qualcuno intento a osservarli.

"Sta bene?" si rese conto solo in quel momento di star sudando. Si passò una mano sulla fronte per liberarsi dal fastidio causato dalle goccioline d'acqua.

Al suono dello squillare del suo telefono, la sua attenzione venne momentaneamente distolta dal pensiero del corvino. Si gettò verso il comodino, benché non ricordasse di avervi appoggiato sopra il dispositivo la sera precedente.

Rispose dopo qualche squillo, leggendo attentamente i numeri che lampeggiavano sullo schermo. Sospirò prima di rispondere.

"Stai bene?!" chiese allarmata la voce di Fuyumi dall'altro capo del telefono. (T/n) allontanò di scatto la testa, a causa del volume elevato usato dall'albina.

"Hai idea di quanti fossi preoccupata? Ho cercato di contattarti per delle ore, ma tu non rispondevi!" 

(T/n) non ricordava di aver mai udito Fuyumi alzare la voce. Le faceva uno strano effetto pensare che anche una persona così calma fosse in grado di perdere la propria compostezza.

"E' successo qualcosa?" cercò di domandare la (c/c) in un momento di silenzio dell'amica, la quale impiegò qualche secondo prima di formulare la frase seguente.

"Non leggi mai le notizie?!" 

"Non ho avuto tempo, ieri sono stata un po' impegnata, sai, è sempre complicato trasferirsi e-"

"A proposito di trasferirsi, torni immediatamente a casa mia."

(T/n) si lasciò scappare un 'eh?', sorpresa dall'affermazione dell'amica.

"Sì... è troppo pericoloso rimanere in quella zona... sembra che dei membri dell'Unione dei Villains abbiano ingaggiato degli scontri con le forze armate! Ho sempre pensato che quella non fosse un buon quartiere in cui vivere, (T/n), capisci che è pericolo rimanere lì, vero?"

Questa volta fu il turno della (c/c) di rimanere in silenzio. La sua bocca rimase parzialmente spalancata in seguito alle informazioni dell'albina. Sapeva perfettamente chi fosse il criminale di cui parlava.

"Dovrei arrivare a casa tua tra circa trenta minuti, preparati nel frattempo. Non ho intenzione di lasciarti in un luogo del genere, ti aiuterò a cercare un altro appartamento."

"Va bene." rispose infine (T/n), prima che Fuyumi terminasse la chiamata.

"Devo trovare Touya prima che lo faccia qualcun altro...?" si chiese (T/n), lasciando la sua frase sospesa. Non avrebbe saputo trovare una risposta razionale.

"Devo."

Avrebbe prevalso la risposta irrazionale.

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