XXV

Dabi si svegliò durante la notte. Cercò di alzarsi ma non fu necessario l'intervento della (c/c) affinché si ridistendesse, avvertendo una fitta di dolore pervadergli il corpo, convenne che fosse meglio non muoversi.

Si sforzò di parlare, solo per rendersi di non riuscirci. Stese un braccio verso il bicchiere di acqua appoggiato precariamente sul bracciolo del divano. Appena la sua mano toccò il contenitore, troppo distante, l'unico risultato fu quello di causarne la caduta.

Al rumore causato dal bicchiere con il pavimento, (T/n) alzò la testa dal tavolo su cui si era addormentata qualche ora prima. Spaesata dall'improvviso suono, rivolse immediatamente la sua attenzione verso l'unico altro essere vivente all'interno della stanza. Colto in flagrante, Dabi non si mosse ulteriormente, lasciando il braccio scomodamente appoggiato sul bracciolo del divano, osservando i cocci di vetro sul pavimento.

I suoi occhi azzurri si spostarono sulla figura della ragazza, che si era alzata. La (c/c) si lasciò scappare uno sbadiglio, mentre si dirigeva verso la credenza posizionata al di sopra del lavandino. Aperto lo scomparto, prese un bicchiere identico a quello che il corvino aveva appena rotto.

Una volta riempito il bicchiere di acqua, (T/n) si diresse verso il corvino. Si sedette sul poco spazio lasciato libero sul divano per poi porgere il bicchiere al ragazzo.

Dabi fissò incertamente i movimenti della (c/c), indeciso se accettare o meno il suo aiuto. Nonostante l'esitazione, afferrò con entrambe le mani il bicchiere, venendo sostenuto da quelle di (T/n), che gli garantirono una maggiore presa sulla superficie lisca del contenitore, in modo che non cadesse.

"Perché lo stai facendo?" domandò il corvino, una volta svuotato il bicchiere.

(T/n) scosse la testa, evitando lo sguardo tagliente di Dabi. 

"Io non lo so."

"Cosa significa che non lo sai?!" il tono di Dabi era aspro, duro, diverso da quello che (T/n) ricordava. 

"Non lo so! Deve esserci un motivo?!" 

(T/n) si ritrasse. Una volta alzatasi, si allontanò dal divano. Si voltò velocemente, per evitare che Dabi potesse vedere la smorfia di dolore dipingersi sul suo volto, a causa del contatto dei suoi piedi nudi con i cocci di vetro lasciati sul pavimento, oltre che un rinnovato dolore causato da quella storta alla caviglia che avrebbe dovuto far vedere ad un medico piuttosto che camminare incurantemente. 

Si lasciò scappare un mugolio, che non sfuggì a Dabi, prima di spostarsi ulteriormente, sperando che questo impedisse al corvino di notare i frammenti di vetro trasparenti sporcarsi di sangue. 

"Non puoi semplicemente ringraziarmi?" gli chiese (T/n), una volta sedutasi al tavolo fino a cui poco prima aveva dormito senza preoccuparsi della presenza del corvino.

Questa volta fu Dabi a evitare il suo sguardo. Aveva diretto la sua attenzione a ciò che la luce dei lampioni illuminava all'interno dell'appartamento. Le gocce di sangue brillavano sotto quella luce fredda, una lunga traccia si estendeva fino alla sedia della ragazza. Se Dabi le avesse concesso di farsi guardare in volto, (T/n) avrebbe potuto scorgere chiaramente il senso di colpa presente negli occhi chiari del ragazzo.

"Avresti dovuto chiamare la polizia invece che aiutarmi."

"Invece ti ho aiutato. Cosa vuoi fare adesso?" domandò (T/n), senza trattenersi dall'utilizzare un tono provocatorio.

"Non si tratta di cosa io voglia fare, ma di ciò che sono o non sono in grado di fare. E non sono in grado di muovermi. Sei ancora in tempo per denunciare il villain che si è introdotto nella tua casa, uno dei temibili idioti che hanno attaccato i piccoli mocciosi della U.A.."

"Non posso."

"Immagino che non mi spiegherai il perché nemmeno questa volta, sempre se c'è un perché dietro ciò che fai."

"Ho promesso a Fuyumi che ti avrei trovato." 

"Cosa c'entra ora mia sorella?"

"Tu non capisci proprio, vero?"

"Cosa dovrei capire? Io sono morto, perché dovresti voler trovare un morto?"

"Eppure ti ho trovato."

"Per loro sono morto."

"Non è vero. Continuano a sperare che tu sia ancora vivo, quindi-"

"Quindi cosa?!" la interruppe bruscamente Dabi "Costituisci e passa il resto della tua vita in una cella. Verremo sicuramente tutti a trovarti. E' questo ciò che vuoi, (T/n)?" 

(T/n) rimase in silenzio. Dabi aveva ragione. Era esattamente ciò che sarebbe accaduto nel caso avesse deciso di fare ritorno alla sua precedente identità.

"Non ci sarebbe nessuno ad accogliermi se vedessero chi sono io adesso, ma questo lo sai anche tu. Non puoi fingere che non sia successo nulla, non sono diverso da quei villains che gli heroes si occupano di estirpare."

(T/n) osservava Dabi parlare, senza trovare un appiglio a proprio favore, qualcosa che potesse graziare il corvino, qualcosa, qualunque cosa. Non trovava niente.

"Arrenditi, (T/n), lo dico per te. Dimenticati di Touya, posso assicurarti che lui è morto, da molto molto tempo."

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top