XX
(T/n) si era raddrizzata. La schiena appoggiata al vetro freddo della finestra. I suoi non perdevano di vista le gocce di sangue che scendevano sporadicamente dal braccio ferito del ragazzo.
"Come sei entrato?" chiese la (c/c), obbligandosi a spostare la sua attenzione su qualunque cosa che non fosse lui. Cercava di ricordare se avesse chiuso a chiave la porta. Ne era sicura, ma al contempo se Dabi si trovava lì, significava che forse non lo avesse fatto.
Se qualcuno si fosse introdotto in casa sua, era sicura che i vicini se ne sarebbero accorti. In quel palazzo, i condomini odiavano coloro che curiosavano troppo ma erano sempre i primi ad interessarsi nel caso accadesse qualcosa di interessante all'interno dell'edificio. Anche in quel momento, (T/n) era convinta che uno dei suoi vicini si trovasse piegato di fronte alla serratura della propria porta, in attesa che l'inquietante individuo introdottosi nell'appartamento della ragazza uscisse.
"La serratura era rotta. Dovresti cambiarla." rispose Dabi "E' una fortuna che sia stato io ad accorgermene e non qualche malintenzionato..."
(T/n) rimase in silenzio. Si congratulò con sé stessa per aver chiuso la porta, benché ciò non avesse impedito al corvino di introdursi comunque nel suo appartamento. Avrebbe dovuto cambiare assolutamente la serratura, prima che situazioni del genere si ripetessero.
"Questo luogo cade a pezzi." si lamentò il ragazzo. Aveva ragione, ma (T/n) non poté fare a meno che sentirsi irritata dalla sua affermazione. Nessuno lo obbligava a rimanere in quella casa. Avrebbe voluto essere felice di rivederlo in un contesto quasi normale dopo anni, ma, sentendosi minacciata dalla presenza di quello che un tempo era stato il suo migliore amico, sentiva la rabbia ribollirle nelle vene ad ogni suo gesto.
Non capiva per quale motivo fosse così arrabbiata. Il fatto che non fosse mai morto ma nonostante ciò non l'avesse mai cercato? Oppure che fosse diventato un villain?
Qualunque fosse il motivo, (T/n) era estremamente innervosita dalla sua presenza. Dopo essersi impegnata tanto a cercarlo, a desiderare di rivederlo vivo, non voleva altro se non che se ne andasse. Era vivo. Fine. Non aveva bisogno di altro.
"Non si può avere tutto. Ed io non ho soldi." rispose infastidita (T/n). Si guardò intorno. Il temporale aveva riportato più danni di quanto si aspettasse. L'intonaco alle pareti non presentava le macchia causate dall'acqua ed avvicinarsi al frigorifero sarebbe stato pericoloso, a causa della pozzanghera che si era formata sul pavimento proprio accanto ad esso. Dabi non aveva torto.
"Non pensavo che qui ci vivesse qualcuno, negli ultimi mesi non credo di aver mai visto le luci accese." rifletté il corvino.
(T/n) rimase in silenzio. Non voleva ammettere di aver vissuto in quella che in passato era stata la casa di Touya. Si trattava di un luogo che non voleva nominare di fronte a lui.
"Sei peggiorata."
"Peggiorata, io? Piuttosto, si può sapere cosa è successo a te?!"
Dabi sorrise.
(T/n) sentì un brivido scorrerle lungo la schiena. Aveva paura di sapere cosa fosse realmente successo a Touya Todoroki. Aveva paura di scoprire il perché fosse morto ed al suo posto fosse nato Dabi.
"E' una bella storia, posso raccontartela, se vuoi..."
La (c/c) deglutì. Il vetro alle sue spalle sembrava essersi gelato ulteriormente. Fece un lieve cenno di assenso con la testa.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top