XVIII

"E' stato un piacere vedervi!" esclamò (T/n), sorridendo ai due amici che stavano lasciando l'abitazione.

Anche se difficilmente era riuscita a convincerli che non ci fosse bisogno di andare all'ospedale per la storta presa alla caviglia e li esortò ad uscire prima che riprendesse a piovere poco dopo finito il pranzo.

La (c/c) osservò dalla finestra l'auto di Fuyumi allontanarsi dal quartiere. Scostò la tenda e la stanza precipitò nel buio. Non era ancora il momento di rivelare loro ciò che aveva scoperto. Come lei non aveva mai superato la 'morte' di Touya, lo stesso valeva anche per i due fratelli.

Non voleva sconvolgere le loro vite, reintroducendo una persona creduta morta per anni.

Si lasciò scivolare a terra, smuovendo le tende. Qualche goccia di pioggia picchiettava sul vetro della finestra alle sue spalle.

Odiava quella casa. Quella casa vuota di cui non conservava alcun ricordo. Odiava la casa dei Todoroki, in cui aveva passato la parte più patetica della sua vita. Odiava il modo in cui Fuyumi la guardava, compatendola per il suo attaccamento nei confronti di Touya. Odiava Endeavor per il modo in  cui aveva disgregato la propria famiglia. Odiava Touya per avere nascosto di essere ancora vivo per anni. Odiava la sua stessa unicità, che non faceva altro che allontanarla dalla realtà.

Erano tante le cose che (T/n) odiava.

Chiuse gli occhi, sperando di vedere ciò che non poteva usando solo gli occhi. Erano molti gli avvenimenti che sfuggivano agli occhi altrui.

Non aveva un potere che potesse rivelarsi utile in combattimento, né per proteggere coloro a cui teneva. Ciò che poteva era invece osservare da lontano dettagli che nessun altro avrebbe potuto notare.

Con gli occhi chiusi, nella sua mente si dipinsero, sfrecciando disordinatamente, le strade che aveva percorso, i volti che aveva visto, sia noti che no, le gocce di pioggia che cadevano al suolo. Tutto assumeva un colore sfocato ed approssimativo, ma che (T/n) non avrebbe faticato a riconoscere.

Era quello il suo modo di interagire con la realtà. Visualizzare il mondo esterno semplicemente chiudendo gli occhi, grazie ad una memoria fotografica, riusciva  a ricreare gli ambienti e le persone con cui aveva interagito.

Una fastidiosa interferenza le fece aprire gli occhi nel momento in cui la sua mente tentò di ricreare la situazione vissuta con Dabi poche ore prima. Il dolore alla caviglia si fece vivo.

Respirò faticosamente. Era estremamente fastidioso quando la sua unicità falliva.

Si alzò in piedi, aggrappandosi saldamente alla tenda, che, sfortunatamente, non resse il peso della (c/c). (T/n) ricadde a terra, con la mano ancorata al tessuto. Imprecò sottovoce. Quella giornata era un alternarsi di alti e bassi.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top