XII
(T/n) si sedette silenziosamente contro la parete dove poco prima si era appoggiato Dabi. Il sangue che il ragazzo aveva versato poco prima era ormai scomparso, lavato via dall'acqua che cadeva ininterrottamente dal cielo, senza dare a (T/n) alcuna possibilità di ripararsi.
Nel momento in cui prese il suo cellulare dalla tasca, lo schermo, rotto in alcuni punti, venne immediatamente coperto da delle gocce di pioggia. Si disse che fosse il caso di sbrigarsi e chiedere a Natsuo, il terzo figlio di Endeavor, di venire a prenderla il prima possibile, sperando che non fosse a lezione. Gli mandò un messaggio, pregando che lo leggesse il prima possibile, e nel frattempo, in attesa di una risposta, preferì avvertire anche Fuyumi, nonostante sapesse che in quel momento si trovasse al lavoro. Come ultima frontiera, scrisse anche a Shouto, ringraziandolo per il pessimo tempismo che aveva dimostrato poco prima, benché fosse impossibile che le rispondesse, a meno che non decidesse di scriverle durante la lezione.
Fortunatamente, Natsuo le rispose poco dopo, affermando che sarebbe passato a prenderla il prima possibile e chiedendole di mandarle la posizione precisa di dove si trovasse. Dicendogli di trovarsi nel suo vecchio appartamento e mandandogli l'indirizzo, (T/n) si alzò faticosamente, appoggiandosi alla parete, come poco prima aveva fatto Dabi, e muovendosi lentamente in direzione della casa, in modo da essere lì prima che Natsuo arrivasse.
Impiegò quasi trenta minuti per raggiungere il vecchio condominio e in quell'arco di tempo, Natsuo non era ancora arrivato. (T/n) si rifugiò nell'ingresso dell'edificio, aspettando l'arrivo del fratello di due dei suoi migliori amici. Diede un'occhiata all'immagine riflessa nelle porte a vetri, opache e macchiate dalla pioggia, distorcevano ciò che vedeva. Sicuramente avrebbe dovuto chiedere scusa a Natsuo per l'abnorme quantità d'acqua che si sarebbe portata dietro.
Dopo altri dieci minuti passati sospirando ed osservando l'ora sul cellulare, la figura pallida di Natsuo Todoroki apparve, correndo, in direzione del vecchio condominio. Usava uno dei suoi libri di testo per coprirsi la testa dall'acquazzone. Avvicinatosi alla porta, busso sul vetro, dopo aver fatto un cenno di saluto a (T/n) dall'altra parte.
La ragazza si tolse le chiavi dalla tasca dei pantaloni, per poi usarla per aprire la porta, in modo da permettere a Natsuo di entrare. "C'è proprio un tempaccio..." commentò il ragazzo, scuotendo la testa, cosicché l'acqua che avevano assorbito i suoi capelli ricadesse al suolo. "Non sapevo avessi un appartamento in questa zona della città... immagino tu abbia anche altri segreti!"
"Meno di quanti tu possa credere, ma facciamo finta che io sia una ragazza misteriosa con un passato intrigante..." scherzò (T/n). "Scusa per il disturbo, Natsuo... non eri a lezione?"
Natsuo sorrise, senza rispondere alla domanda della ragazza.
"Non avrai saltato scuola per venire a prendermi!" lo rimproverò la (c/c).
"Tranquilla, oggi ho corsi solo il pomeriggio, ho tutto il tempo che voglio per discutere con la mia cara amica del perché si trovi in questo quartiere, con una caviglia slogata e completamente fradicia. Posso sapere cosa stai combinando?" chiese, assumendo un'aria vagamente più seria, preoccupato da cosa avesse portato quella che considerava una ragazza 'per bene' in una zona dove la criminalità passava inosservata nonostante fosse all'ordine del giorno. " E no, non rimanderemo. Me lo dirai adesso, (T/n)."
"Che ne dici di salire? Dovrei avere qualche bustina di tè da parte, posso prepararne un po'. Resteremo qui finché non finirà di piovere..." propose (T/n), arrendendosi all'insistenza dell'albino.
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