XI
"Immagino che tu non sia venuta in questo quartiere malfamato solo per scambiare quattro chiacchiere... per quale motivo mi hai cercato?" chiese Dabi, non nascondendo il divertimento di quell'improvvisa visita.
"A dire il vero volevo proprio scambiare quattro chiacchiere con il mio vecchio migliore amico..." lo contraddisse la ragazza, sorridendogli. "Non ti dà fastidio, vero? Magari avevi qualche impegno e ti ho disturbato. Però non potevo perdere l'opportunità di vederti, quindi mi scuso per il disturbo, ma ti chiedo di prenderti il pomeriggio libero, qualunque sia l'attività illecita di cui tu debba occuparti, può aspettare." disse la (c/c), parlando più velocemente di quanto il corvino potesse ricordare.
"Sei migliorata con il giapponese." rifletté il villain, dimostrando la sua sorpresa nel constatare quanto non fosse l'unico ad essere cambiato nel corso degli anni.
"Mi sorprenderei del contrario, vivo qui da più di dieci anni, è normale che io ormai conosca la lingua..." commentò (T/n), ripensando a quanto fossero stati difficili i primi mesi, quando arrivò nella terra del Sol Levante. "Sai, è anche grazie a te che io abbia saputo arrangiarmi e non perdere l'anno a causa della mia scarsa conoscenza della lingua. Mi sarebbe veramente dispiaciuto non essere più in classe con te..." confessò lei, con una punta di imbarazzo nella voce.
"Ammetto che quello è stato probabilmente il periodo più felice della mia vita." ammise Dabi, nonostante non gli piacesse rivangare il passato e ricordarsi di come fosse debole da ragazzo.
"Anche il mio. Dico seriamente." concordò la ragazza. "Decisamente il più felice, per quanto possa essere stata dura abituarmi a questo paese."
"Sì, mi ricordo, eri completamente un pesce fuori dall'acqua. Durante la pausa pranzo mi avvicinai a te e da quel momento, non abbiamo fatto altro che passare il tempo assieme. Chissà quanto avrebbe influito sulle nostre vite se non avessi deciso di fare compagnia alla nuova arrivata che non capiva nulla..." si chiese il ragazzo, più parlando con sé stesso che rivolgendosi apertamente a quella che un tempo era stata la persona in cui avesse più riposto le sue fiducie.
"Touya-cioè, Dabi. Dimmelo sinceramente." (T/n) esitò. Lo sguardo di Dabi, poco prima divertito, si era rabbuiato nel sentire il suo vecchio nome. "Cosa è successo quella notte? Perché Fuyumi mi ha detto che eri morto? Sapeva la verità oppure le hanno detto che era così?! E perché non mi hai portata via con te?! Hai idea di come mi sia sentita in tutti questi anni, pensando che tu fossi morto, senza che io sapessi cosa ti stesse succedendo?!"
Dabi sospirò. "Fuyumi ti ha detto la verità, quella notte Touya Todoroki morì. Nulla di più, nulla di meno. Se non ti ho portata con me era per il semplice fatto che Touya fosse morto, quindi nulla mi vincolava più a te. Capisci o è un discorso troppo difficile? Vuoi che parli più lentamente?"
"Non ti permettere di parlarmi in quel modo..." (T/n) strinse i pugni, le nocche sbiancarono. Il fatto che le si stesse rivolgendo con quel totale menefreghismo le faceva ribollire il sangue nelle vene.
"Non vedo perché tu debba prendertela con me, non sono più il tuo caro amico, sciocco e perdutamente innamorato di te. Siamo cresciuti entrambi, dovresti smetterla di vivere nel mondo delle favole. Affronta la realtà, torna a casa e vai a piangere da mia sorella. Sono sicuro che in questo tu non sia cambiata da allora..." commentò Dabi, mostrando nuovamente un ghigno soddisfatto. L'aveva senza ombra di dubbio offesa. Sapeva che la sua vecchia migliore amica si aspettasse di essere accolta a braccia aperte, che sarebbero tornati a casa assieme, come se nulla fosse successo ed avrebbero fatto finta ch nulla fosse cambiato tra di loro.
"Ora, se vuoi scusarmi, ho degli impegni. Sarà per un'altra volta." si congedò Dabi, spostandosi lentamente verso i vicoli di quel quartiere di periferia. La pioggia non era ancora diminuita. (T/n) lo osservò andarsene senza proferire parola, scioccata dalle diverse informazioni dette dal corvino.
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