Flash e nuove scoperte

Michele

-Inviami i dati- mi "ordinò" Fabio. Feci come mi aveva chiesto. Il sole di lunedì mattina mi stuzzicava le spalle, ancora per poco, perché poi avrebbe incontrato il palazzo di fronte alla finestra.

Guardai la data: 15 ottobre. Mancavano 3 giorni al compleanno di Carola, e non le avevo ancora preso nulla. Perciò presi il telefono in mano, e dagli account seguiti di Carola trovai la sua migliore amica, Gaia. Le scrissi un messaggio a cui rispose quasi subito.

Ciao Gaia, sono Michele. Potresti darmi uno spoiler di cosa prenderai a Carola per il compleanno? Non vorrei copiarti.

Ciao Michele.

Io, suo fratello e i suoi genitori le compreremo il nuovo iPhone, visto che il suo ormai è andato.
Il mio ragazzo le regalerà un gloss su mio consiglio.

Vedi tu, ma poi voglio sapere cosa le prendi😉.

Grazie mille, ti farò senz'altro sapere.

Mi venne un flash. Aveva detto che desiderava una cover dell'Inter, di quelle originali, ma avrebbe aspettato di comprare il telefono nuovo per farlo. Perciò, perché non cogliere l'occasione. Mi appuntai mentalmente di passare da San Babila più tardi prima di tornare a casa.

Il nostro capo, Leonardo, entrò in quel momento nel nostro ufficio. Sembrava piuttosto elegante quella mattina. Strano. Odiava le giacche e le cravatte. Era più un tipo da magliette e jeans.

-Buongiorno ragazzi- salutò.

-Capo- rispondemmo noi quasi in coro.

-Tra poco arriverà un mio collega della Bocconi con alcuni suoi ragazzi, vorrei che gli faceste un piano molto generale di quel che facciamo. Senza scendere nei dettagli a meno che non vi facciano qualche domanda. Tranquilli, non dovrete recuperare le ore- sputò il rospo.

-Nessun problema- dissi.

-Va bene- mi fece eco Fabio.

-Perfetto. Vi farò poi chiamare per raggiungerci in sala riunioni- concluse prima di uscire dalla stanza.

Mentre continuavo a smanettare sul mio pc, mi arrivò un messaggio.

Abbonati primo rosso
tu, Janluc e Fab

Janluc
Amici miei
Contro la Roma non posso esserci per motivi di lavoro

Fab
Infame
Traditore

Gianluca era il nostro amico abbonato. Il suo posto era quello alla destra di Fabio. Contro la Roma avevamo confermato tutti l'abbonamento. Poi mi venne un altro flash.

Stavo scrivendo a Carola, e le accennai che avevo confermato l'abbonamento per la Roma. Lei mi rispose "anch'io vorrei andare, ma è già sold out". Perciò scrissi a Gianluca.

Tu
J, fai il cambio nominativo o lasci stare?

Janluc
Non conosco nessuno che possa andare, ci vanno già tutti

Mi apprestai a chiamarlo.

-Mic, dimmi- rispose.

-Mi presteresti il tuo abbonamento?- chiesi.

-Per chi? Tu vai già-.

-Una mia amica, come regalo di compleanno- spiegai.

-Allora va bene, fai tutto tu. Le credenziali le hai- mi disse.

-Grazie J, quanto ti devo?- domandai.

-Nulla, l'abbonamento è già pagato, fai pure-. Lo ringraziai ancora e chiusi la chiamata.

-Vuoi regalarlo alla tua amica?- chiese Fabio, che aveva origliato.

-Esatto, voleva venire. Ci divertiremo-.

-Vorrei tanto conoscerla questa Carola di cui parli sempre- disse.

Mi alzai dalla sedia. Mentre cercavo dallo scaffale un fascicolo, notai un gruppo di persone nella sala comune dalla porta-finestra. Quando osservai con più attenzione, mi accorsi di qualcuno di familiare.

-Credo che accadrà presto, Fab- affermai.

-Che intendi?- domandò.

-Che Carola è tra il gruppo di studenti che ha portato il collega di Leonardo- spiegai, mentre continuavo a spiare.

Ne ero sempre più sicuro, quella era Carola. Uscirono dal mio campo visivo mentre entravano in sala riunioni. In quel momento, entrò Jennifer, l'assistente del capo.

-Fabio, Michele, vi aspettano in sala riunioni-.

-Grazie Jennifer, andiamo subito- disse Fabio, affiancandomi. -Allora andiamo a far vedere a questi poveri studenti di...-.

-Lingue- consigliai.

-Mostriamo a questi poveri studenti di lingue cosa facciamo tutto il giorno- concluse, aprendo la porta.

-Non panicare- mi sgridò.

-Non sto panicando- mi difesi.

-Sì invece, perché stiamo per vedere la tua "amica"- mi prese in giro, mimando le virgolette.

Gli diedi un pugno sulla sua spalla più gonfia di una mozzarella di bufala. A mio parere faceva troppa palestra. Aprì la porta della sala riunioni ed entrammo entrambi. Gli studenti erano messi tutti attorno al tavolo dove solitamente sedevamo noi.

Carola dava le spalle alla porta. Si girò, e quando mi riconobbe, vidi prima un'espressione di stupore sulla sua faccia, e poi mi sorrise, notando che io le stavo già sorridendo. Raggiungemmo Leonardo, in piedi di fronte al tavolo, di fronte allo schermo.

-Loro sono i miei migliori dipendenti. Erano miei studenti all'università, ma gli ho fatto una proposta di lavoro e loro hanno deciso di rinunciare agli studi per fare qui i contabili- spiegò il mio capo.

-Hanno la vostra età, di che anno siete voi?- domandò. Una serie di numeri rimbombava nella sala: 2000, 1998, 2001, 1999. -Esatto, siete coetanei-.

Poi Fabio iniziò a spiegare in grandi linee quale fosse il nostro lavoro. Io dissi come lo svolgevamo. E alla fine rispondemmo a diverse domande. In tutto questo, io continuavo a guardare Carola.

Leonardo ci ordinò di tornare in ufficio. Nel mentre, gli studenti erano liberi di vagare tra gli uffici. Fabio però decise di non riprendere a lavorare, e si accomodò su una delle due poltroncine davanti alla mia scrivania.

-É una bella ragazza, capisco perché hai perso la testa- mi stuzzicò.

-Finiscila, non ho perso la testa per lei- mi difesi, di nuovo.

Qualcuno bussò alla porta. Alzai lo sguardo e incrociai gli occhi verdi di Carola. Entrò nella stanza.

-Tu lavori qui?- esclamò.

-Benvenuta nel mio regno- scherzai.

-Nostro regno- mi corresse Fabio. Si alzò è le porse la mano: -piacere, Fabio-.

-Carola- disse lei sorridente.

-Siediti Karl- la invitai ad accomodarsi. -Prendiamo un caffè?- chiesi. Entrambi approvarono.

Chiamai Jennifer dal telefono dell'ufficio: -Jennifer, portaci tre caffè, due come al solito e uno con due cucchiaini di zucchero-. Carola mi sorrise. Mi ero ricordato del suo solito caffè.

Carola fece diverse domande a Fabio, e iniziarono a socializzare. Non ero geloso, non di Fabio, perché amavo guardarla mentre parlava e sorrideva, con tutte le sue infinite smorfie.

Mi piacevano tante cose di lei. Forse troppe per essere solo una mia semplice amica.

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