Che occhi!
Carola
Ero sveglia da pochissimi secondi, quando l'uragano Gaia Villa fece il suo ingresso nel mio appartamento. Per fortuna Claudio e Aurora erano fuori quella mattina per degli esami. Io invece avevo dormito più del solito.
-Parla- ordinò Gaia una volta seduta sulla mia penisola.
-Buongiorno- dissi sarcastica, alludendo al fatto che non mi aveva neppure salutata.
-Buongiorno anche a te, ora parlami di questo ragazzo- continuò, imperterrita.
-Si chiama Michele- iniziai, e involontariamente accennai a un sorriso di cui non mi sarei accorta, se Gaia non me l'avesse fatto notare.
-Ha un anno in più di noi, è di Mantova e lavora in un'azienda come contabile- spiegai.
-Bene, lavora- commentò la mia amica. -Dove lo hai conosciuto?- chiese.
-É stato piuttosto strano...- risi, accomodandomi di fronte a lei con la mia tazza di caffè in mano. L'avevo comprata durante una fiera, c'era scritto "interista #1". -La mattina del derby ci siamo ritrovati in fila alle casse dello Store di San Babila, e ci siamo scambiati dei commenti sulle maglie-.
-Quindi è interista? Punto a favore per te-.
-E la sera, quando sono entrata a San Siro, ho scoperto che il suo posto era quello alla mia sinistra-.
-Davvero? Questo è davvero il destino amica mia!- esclamò.
-Già- commentai -poi mi ha contattata su Instagram, e mi ha invitata ieri a vedere la partita con lui-.
-A casa sua?!-.
-No- esclamai -all'Inter Club dov'è iscritto-.
-É bello?- chiese, maliziosa. Delle volte mi chiedo perché non abbia fatto la stessa cosa quando lei si frequentava con Lorenzo... Ormai stanno insieme da tre anni, è inutile recuperare.
-Ti faccio vedere- afferrai il mio telefono e le mostrai il suo profilo Instagram.
-Che occhi, mio Dio- come biasimarla. -Sicura di non essere svenuta la prima volta che l'hai visto?-.
-No- risi -ma credo di esserci andata vicina-.
-Chissà, magari è la tua occasione per trovare il vero amore- scherzò Gaia. Ma mentre si alzava per sfilarsi la giacca e posarla sull'attaccapanni, mi fermai un secondo di troppo a pensare a quello che aveva appena detto.
Credo di non essermi mai innamorata di qualcuno tanto da pensare minimamente che questa persona potesse condividere il mio stesso futuro. Mi ero sempre presa cotte adolescenziali o mi avevo intrapreso una relazione a breve termine, con neppure un accenno di serietà. Spesso infatti mi chiedevo se avrei mai trovato il vero amore, qualcuno accanto con cui pianificare una vita. E talvolta mi dicevo che magari era presto, che a 23 anni avrei dovuto concentrarmi solamente sullo studio e sulla mia carriera. Però poi mi ritrovavo a paragonarmi a Gaia, che si era innamorata di Lorenzo ben cinque anni prima, si era messa con lui dopo due, stavano ancora insieme, e la sua carriera andava a gonfie vele da un anno a questa parte.
Lorenzo era poco più grande di noi, questione di mesi, e lavorava nel corpo dei carabinieri da quando, a 20 anni, aveva superato il concorso ed era entrato in servizio a Milano. Fu così che lui e Gaia si conobbero: lei faceva dei turni serali in un bar in centro, e Lorenzo, dopo la pattuglia giornaliera, si fermava lì per bere qualcosa e rilassarsi.
Mentre facevo questa riflessione, mi ritrovai a pensare al volto sorridente di Michele. Non ero mai stata brava a mentire, la sua presenza non mi era indifferente, ma di certo non mi ero innamorata di lui.
Gaia mi invitò a lavarmi e sbrigarmi, perchè aveva intenzione di fare una passeggiata in centro. Perciò mi affrettai: conoscendo la mia migliore amica, la quale odia i ritardatari, mi avrebbe tirata delle orecchie se non mi fossi preparata in meno di dieci minuti.
Il treno della metro si fermò alla stazione del Duomo, e io e Gaia ci apprestammo a scendere da questo. Stranamente splendeva il sole a Milano, quel giorno. Entrammo in galleria per poi uscire dal lato opposto, in Piazza della Scala. Mi diressi verso il bar sul lato sinistro, sapendo già che Gaia mi avrebbe seguita. Appena entrate, una voce ci accolse.
-Rolly! Jaja!- esclamò una voce maschile, da dietro il bancone principale.
-Giuls!- rispondemmo noi, prendendo posto sugli sgabelli di fronte a lui.
-Il solito?- chiese, prima di ricevere un sì e iniziare a maneggiare bottiglie.
Giulio era stato uno dei nostri primi amici milanesi. Era originario di qui, e lo avevamo conosciuto durante un evento a cui ci eravamo imbucate anni fa. Lui serviva le bevande. Era il proprietario del bar, e spesso andavamo a trovarlo per un bel drink e del buon gossip.
-Sbaglio o oggi le vostre tette sono più gonfie del solito?-.
-Dici?- chiese Gaia, reggendosi il seno.
-Sì, dovreste metterle in mostra con una bella scollatura a V-. Ecco il bello di avere un amico gay con cui hai tanta confidenza. Puoi parlare con lui di qualunque cosa, senza che sembri inappropriato.
-E tu invece? Che ci racconti, conquistador?- scherzai io.
-Mah, la scorsa settimana sono stato con un pittore che ho conosciuto ad una mostra qui vicino, ma non si è più fatto sentire- disse, porgendoci due bicchieri.
-Peggio per lui- commentò Gaia, prima di sorseggiare il suo drink. Non è il massimo di mattina, ma Giulio ha sempre un drink per ogni ora del giorno.
Qualche decina di minuti dopo, Giulio serviva un cliente e Gaia messaggiava con Lorenzo.
-Un caffè da portar via- una voce alla mia sinistra che mi suonava familiare parlò. Mi voltai, e riconobbi il profilo dell'uomo dai capelli scuri e gli occhi azzurri come il mare.
-Michele?- esclamai, quasi sorpresa. Gaia alzò lo sguardo dal cellulare e squadrò lui. Poi si voltò verso di me e mi guardò con una faccia stupita.
Lui si girò in mia direzione e mi rispose sorridendo: -Ciao Karl- sorrisi, all'udire quel soprannome. Stavo per chiedergli cosa ci facesse lì, quando Giulio tornò da noi.
-Serve qualcosa?- domandò al mio "amico".
-Ho già chiesto- rispose lui.
-Rolly, ho dimenticato di dirti che l'altra sera eri una favola con quel vestito- mi disse Giulio.
-Grazie, detto da te è un complimento-.
Notai che Michele aveva ricevuto il suo ordine. Si girò verso di me e disse: -acqua naturale o frizzante?- la sua domanda del giorno.
-Frizzante, e tu?- domandai in risposta.
-Frizzante anch'io- mi sorrise, e poi mi salutò, prima di lasciare il locale. Lo osservai finchè non voltò a sinistra e scomparì dal mio campo visivo.
-Confermo, che occhi!- esclamò Gaia.
Spazio autrice
Salve, volevo avvisarvi che, come avete notato, c'è stato un cambiamento di punto di vista.
I primi quattro capitoli avevano un narratore esterno onnisciente.
Da questo avremo dei punti di vista mischiati tra i protagonisti.
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