Una Giornata Strana


Capitolo Quindicesimo

Rose era come al solito da sola nella biblioteca a leggere un thriller, il genere che preferiva in assoluto, soprattutto se era un thriller psicologico, che si inoltra nei pensieri, nella dimensione psicologica. Ne aveva appena iniziato a sfogliare uno di Wolf Dorn intitolato "La Psichiatra" quando  Scorpius entrò nella biblioteca. Aveva il passo veloce, ed eppure nonostante quella velocità sembrava insicuro, percorse gli scaffali guardando nei corridoi che li dividevano come se fosse stato alla ricerca di qualcuno. Nel momento in cui i suoi occhi si posarono su Rose rallentò, anche se adesso l'aveva trovata non aveva la minima idea di come iniziare una conversazione. Per prima cosa le si avvicinò gradualmente per poi sedere a fianco. Rimase in silenzio continuando a giocare con le proprie mani e a guardarle come se avessero qualcosa di sbagliato. Ed eppure prima di entrare in biblioteca aveva pensato almeno ad un milione di modi per chiederle scusa. Allora perché in quel momento si trovava senza parole e senza nemmeno la forza di pensare a qualcosa di sensato?

Le idee più stravaganti si fecero spazio tra i suoi pensieri senza lasciare spazio alla razionalità. Non riuscendo a pensare fece la prima cosa che gli venne in mente, si sporse verso di lei e le toccò la spalla facendola girare verso di sé. Lo guardò dritto negli occhi aspettando che facesse qualcosa, ma lui era troppo concentrato a studiarla per poter dire anche solo una parola. Non l'aveva mai guardata bene, soprattutto mai così da vicino. Come aveva fatto a non notare la quantità di lentiggini che le coprivano la faccia, in maggioranza nelle vicinanze del naso e sopra di quello. Gli occhi poi, verdi, ma un verde che sembra essere spento, opaco, come se un velo li stesse ricoprendo per oscurarne il colore. Le labbra poi, erano così rosee, così piene da fargli perdere il senno per alcuni secondi. Era solo perché l'aveva presa di mira come sua nemica che non aveva mai fatto caso alla sua figura? Probabile, e adesso si stava dando dello scemo.

Doveva smettere di pensare al suo viso e concentrarsi su ciò che era venuto a fare. 

Rose che non amava particolarmente il contatto fisico si scostò leggermente da lui. Il biondo alzò le braccia in segno di resa. 

《Scusa... volevo solo parlarti di una cosa.》 tornò ad abbassare le braccia. Voleva provare a chiederle scusa per come si era comportato in precedenza, ma senza rivelarle il piano che le sue cugine avevano ideato. 

《Io... volevo scusarmi》di solito era un ragazzo sicuro di sé, che gli altri rispettavano e che alcuni temevano, non era mai successo che qualcuno lo avesse messo in difficoltà. 

《Il mio comportamento verso di te è stato scorretto, non ti conosco, non ti dovevo dire quelle cose》 non sapeva nemmeno come andare avanti e dopo aver detto quelle parole, per fortuna lei Lo fermò e tiro fuori il suo quaderno.

Dopo averci scritto sopra glielo passò. 

"Non importa, stai tranquillo" questa era quello che aveva scritto ma la realtà era che non si fidava del Ragazzo Bambola, e se quella fosse stata solo una tattica per prenderla in giro di nuovo? Era meglio far finta di nulla e lasciar perdere.

Bastava guardarla per capire non aveva un minimo di fiducia nei confronti del biondo, infatti se ne accorse anche lui.

《Ti posso provare che non sto mentendo?》Lei lo guardò incerta 《Facciamo così, da adesso in poi saremo amici, ricominciamo da capo ok?》

Era ancora più indeciso di prima, cosa doveva fare in una situazione come quella? 

Lui la guardò dritto negli occhi, la saluto e se ne andò esattamente come era entrato.

"Che giornata strana" questo era ciò che pensò la rossa dopo aver realizzato ciò che era appena successo, ed inspiegabilmente si ritrovò ad accennare un sorriso. 

Torno a leggere il suo Tender, Ma il pensiero di quel Biondo che ne va tornava a farsi vivo nei suoi pensieri ogni volta che provava a concentrarsi. Come mai si era sposato proprio adesso? Questa domanda continuava ad emergere spontaneo. Cos'era successo a quel ragazzo chiuso imperioso che si era preso gioco di lei? Probabilmente solo lui conosceva la risposta a quelle domande. Capendo di non essere in grado di concentrarsi e mobilità per andare verso la sala grande, dato che ormai era ora di pranzo, sicuramente anche gli altri studenti si stavano dirigendo verso la sua stessa meta, per poter mangiare il delizioso banchetto preparato dagli Elfi domestici.

Era davanti alla porta della sala grande quando te le ragazzine poco dietro di lei iniziarono a fare dei gridolini striduli, si girò per vedere il motivo di quell'orribile rumore, la risposta era balenante davanti ai suoi occhi, suo cugino Albus ed il biondo camminavano verso di lei fianco a fianco. Lei sconsolata si girò ed entrò nella sala, centro cerca un posto libero nella tavolata dei Serpeverde ma video che Albus dopo essersi sentito lei stava facendo cenno di avvicinarsi il rosa sapendo di non poter competere con la testardaggine di suo cugino si arrese e si sedette dove le vende indicato.

Scorpione fece un cenno di saluto con la testa che sorpresa sia la virgola che la rossa, che a sua volta fece un piccolo cenno nella sua direzione.

Potter sorrise vedendo i due interagire, capì di aver fatto bene ad aprirsi con suo amico, adesso era anche lui nel suo alleato per proteggere la cugina. Benché Scorpius se visto da fuori poteva sembrare solo una serpe, in realtà se lo si conquistava diventava l'amico migliore e se potesse desiderare. Per i suoi amici avrebbe fatto qualunque cosa, anche se significava prendersi una pallottola al posto loro. 

Anche se solo un cenno di saluto per ricordare una grande cosa Siccome non era popolata dei pennarelli le sue emozioni in modo sincero aperto. Proprio questo stava facendo sorridere Albus, se aveva iniziato a trattarla in questo modo, significava che stava iniziando a tenere a lei.

Nonostante stesse sorridendo come al solito, Albus sembrava preoccupato, mentre mangiava non faceva altro che guardare il tavolo Grifondoro alla ricerca di qualcuno. Ad un certo punto i suoi occhi si spalancarono spaventati, tirò una gomitata dritta in pancia al suo amico che gli lanciò un'occhiataccia. Nel momento in cui Albus indicò qualcosa sopra Rose, anche Scorpius spalancò gli occhi, 

ma ormai era troppo tardi per fare qualunque cosa. 

Rose si ritrovò con una pentola in testa, ed il corpo bagnato dalla minestra che doveva essere il pranzo. Senza pensarci i due si alzarono per andare ad aiutare la rossa. Quando toccarono la pentola sentirono che era bollente, perciò con un incantesimo la alzarono il più in fretta possibile per controllare che stesse bene, per fortuna non si era scottata, anzi era stata fulminea, nel momento stesso in cui aveva sentito uno spostamento anomalo dell'area sopra la sua testa aveva lanciato un incantesimo di protezione su sé stessa.

L'incantesimo aveva invitato che si procurasse delle scottature sul viso, ma non che si sporcasse infatti i capelli erano ricoperti dal minestrone ed erano diventati viscidi e sporchi. Inoltre la camicia bianca e sento sbagliata si era appiccicato al corpo della ragazza mostrando al pubblico curioso e aveva assistito alla scena punto si levarono fischi urla di provocazione però era rimasta inchiodata al suo posto, con le maestre dei pugni, cosiddetti che le unghie erano conficcate i palmi delle mani facendole del male.

La camicia bianca intendo sbagliata era appiccicata al corpo della ragazza comprandolo al pubblico curioso che aveva assistito alla scena. Si levarono urla di approvazione, fischi, era rimasta inchiodata sul posto con le mani strette in pugni, così stretti che le unghie si erano conficcate di palmi delle mani facendole male.

Scorpius agì fulmineo mettendosi davanti a lei per evitare che la guardassero, mentre con la bacchetta pronunciò "accio" ed una coperta Serpeverde gli arrivò tra le mani. Con questa coprì il corpo della ragazza e gentilmente la invitò ad andare nel suo dormitorio.

Albus si avvicinò a lei e la prese per mano portandola fuori da là. 

《Noi volevamo goderci lo spettacolo!》gridò un ragazzo Grifondoro, ed un'altro lo seguì facendo un fischio. Anche altri imitarono il suo gesto e la Sala Grande cadde un'altra volta nel caos. I professori gridavano invano tentando di calmare gli studenti, ma come si sa, sono stupidi. 

In un attimo cadde nuovamente il silenzio. 

Scorpius aveva la bacchetta alzata. Attorno a lui era come se si fosse creata un'aura, la sprigiona a con tale prepotenza che nessuno osava far uscire l'aria che avevano respirato. 

Finalmente abbassò la bacchetta ed uscì dalla Sala Grande, ma anche in quel momento nessuno osava proferire parola. 

Avevano paura che potesse sentirli e tornare indietro. Avevano paura di quegli occhi feroci, che sembravano brillare della stessa luce che un predatore ha quando adocchia la sua preda. 

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