Qualcuno Mi Osserva


Capitolo Undicesimo

La lezione era già iniziata da dieci minuti e Rose non aveva prestato la minima attenzione a ciò che il professore stava spiegando. Non che questo potesse crearle dei problemi dato che aveva già studiato l'intero programma insieme alla madre durante l'estate. Non di certo per suo volere, ma la madre era così ossessionata dal fatto che lei potesse andare male durante l'anno per il semplice motivo che non era mai andata a scuola che l'aveva guidata lei stessa nello studio.
Stava ancora riflettendo su ciò che il biondo le aveva detto durante la mattina di qualche settimana prima. Non riusciva a trovare una risposta valida da dare al ragazzo perché alla fin fine lei cercava sempre di allontanare Albus ma era lui che la rincorreva perché non voleva lasciarla sola.
Forse quell'attaccamento era dovuto all'episodio avvenuto più di 5 anni prima, un episodio che aveva quasi distrutto l'intera famiglia. Però era quasi felice che quel giorno lui si fosse separato da lei, perché non riusciva ad immaginare cosa sarebbe potuto succedere se li avessero presi entrambi.
Ma cosa poteva fare per allontanare il cugino anche se di poco da lei? Parlare non gli parlava, o meglio non aveva ancora spiccato parola con nessuno all'interno di quel castello se non col cappello parlante, ma quella non era neanche definibile "parlare" dato che le era entrato nella testa e aveva frugato tra i suoi ricordi per poter scegliere la sua casata.
Che diamine poteva fare allora? COSA?
Non ne aveva la più pallida idea, ed era questo a spaventarla. Se questo attaccamento si fosse prolungato ancora sarebbe diventato un problema sia per lui che lentamente si era allontanato dai suoi amici, ma sarebbe stato un problema anche per lei che non voleva più avere un incontro come quello già avuto col biondo ossigenato. 
In un attimo sentì un brivido percuoterle la schiena. Si girò cercando chi potesse averle fatto un simile effetto ma non riuscì a scorgere nessuno all'interno dell'aula. Da quando era avvenuto quell'episodio in biblioteca, quello dello sconosciuto che era riuscito a starle vicino senza che lei se ne accorgesse aveva sempre mantenuto la sua attenzione costantemente attiva o quasi. A volte si perdeva nei turbini di pensieri che l'avvolgevano. C'erano volte in cui questi pensieri erano un sollievo ed altri in cui erano così dolorosi che avrebbe preferito morire pur di non doverli più ascoltare.
Fatto stava che lei non aveva la minima idea di chi potesse essere quel qualcuno.
Controllò rigorosamente tutta la classe in cerca di qualche piccolo dettaglio che potesse smascherare quell'individuo ma nulla.
《Rose, stai bene?》le chiese gentilmente Neville, un amico molto stretto dei suoi genitori.
Lei girò la testa guardando dritto negli occhi il professore e poi annuì come suo solito.
Albus intanto era seduto vicino al suo migliore amico si drizzó sulla sedia e guardò la cugina in cerca di anomalie nel suo comportamento, quando la vide annuire non si rilassò comunque, dato che lei era solita a dire di star bene anche se così non fosse stato, perciò dopo quel richiamo da parte di Neville non riuscì più a rilassarsi per il resto della lezione.
E Scorpius che gli era accanto alternava lo sguardo dal suo migliore amico a quella ragazza che lo infastidita costantemente solo grazie alla sua presenza, ed eppure si ritrovava sempre a cercarla con lo sguardo.
Intanto il professore convinto da quel gesto della ragazza continuò indisturbato a parlare del pus della pianta che stava analizzando e di come si potesse utilizzare per fare delle pozioni stupefacenti, inoltre era una sostanza considerata molto preziosa.
Rose intanto tornò a concentrarsi sulla parete di fronte lei.
Durante quella lezione di erbologia il professore aveva deciso di non andare nelle serre ma di portare una singola pianta in classe perché quel giorno si sarebbero dedicati alla teoria e non pratica com'erano soliti fare.
Non appena la campanella suonò una miriade di studenti si fiondarono alla porta per uscire ed andare alla prossima lezione.
Rose con i suoi modi pacati rimise l'oggettistica che aveva tirato fuori per quell'ora nella borsa e si diresse pure lei verso l'uscio della stanza ma quando stava per uscire si rigirò per scrutare un'ultima volta dietro di sé per accertarsi che non ci fosse davvero nessuno. Ed infatti fu proprio così. Non vi era assolutamente nessuno, ed eppure lei percepiva uno sguardo che la seguiva, sentiva i brividi percorrerle la schiena, ma là non c'era nessuno ed era questo a metterla a disagio a far vacillare la sua compostezza. Il fatto che non riuscisse a trovare nessuno.
Tornò a guardare l'uscita della stanza quando proprio in quel momento le venne in mente un incantesimo che aveva sentito dal padre mentre le stava raccontando di come lui e lo zio Harry avevano trovato il nemico che si era nascosto per sfuggire alle loro grinfie.
Fece l'incantesimo "Homenum Rivelo" e tutto d'un tratto dall'angolo della stanza qualcosa da invisibile si fece sempre più vedere. Una figura dai capelli color ebano con un sorriso furbo in viso e due occhi scuri come il terreno bagnato dalla pioggia la stavano fissando intensamente.
Si portò le braccia dai fianchi alla nuca e con un passo estremamente lento le si avvicinò.
《Lo sapevo! Con te non posso nemmeno giocare un po' a nascondino che mi trovi sempre!》rise il ragazzo che adesso le stava davanti. Rose che aveva in mano la borsa la fece cadere a terra per lo sgomento e per poco non cadde anche lei se non fosse stato per il ragazzo dagli occhi color terra.

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