Aghi Sotto La Pelle


Capitolo Dodicesimo

La braccia del ragazzo si mossero precipitosamente per afferrarle i fianchi aiutandola a reggersi in piedi. Il ragazzo dai capelli neri ammirò la ragazza che teneva stretta tra le braccia e capì che quello doveva essere stato un colpo troppo duro da assimilare.
Il ragazzo che le era stato vicino in quegli anni passati e dalla quale si era allontanata adesso era a nemmeno due centimetri da lei.
La guardava fissa negli occhi e lei faceva altrettanto seppur con incredulità, non riusciva a capacitarsi del fatto che lui le fosse davvero davanti. Però dovette ricredersi; la stretta delle mani sui suoi fianchi era la prova della sua presenza.
Quando lui vide che la ragazza riusciva a mantenere una posizione stabile ed eretta la lasciò andare e fece un passo indietro.
Sapeva bene che non le piaceva essere toccata.
《Hai il quaderno?》le chiese gentilmente il ragazzo, e lei capì subito a cosa si riferisse, allungò la mano verso lo zaino che lui aveva prontamente afferrato prima che si scontrasse col suolo lo aprì e ne estrasse un piccolo quaderno verde scuro e lo aprì. Prese una piuma e iniziò velocemente a scrivere.
Dopodiché diede il quaderno al ragazzo che lesse la domanda.
《"Perché sei qua?" Già piccola Rose, come mai sono venuto in questa magnifica scuola secondo te?》di certo questa non era la risposta che si aspettava di ricevere, ma d'altronde doveva aspettarselo, lui non le rispondeva mai in maniera concreta. Preferiva girarci intorno e lei si spazientiva ogni volta che faceva quel giochetto. Riprese fulminea il quaderno e ci scarabocchió sopra per poi ripassarglielo.
《"Non chiamarmi piccola Rose. E se ti ho chiesto il motivo della tua presenza in questo luogo, forse è perché voglio una risposta, non perché tu possa rigirare la frittata a tuo piacimento"》lesse ad alta voce lui e fece qualche sbuffo era evidente che stesse provando a mascherare una risata. Rose riprese nuovamente il quaderno e scrisse dell'altro per darglielo in seguito.
《"Adesso puoi andartene eh!"》questa volta non riuscì a trattenersi ed il ragazzo dagli occhi color terra scoppiò in una fragorosa risata.
《Piccola Rose ma io sono venuto qua per rimanerci, e poi cos'è tutta questa tua scontrosità? Non ti sono mancato neanche un po'》fece una pausa e si portò drammaticamente una mano al cuore.《Tutto quel tempo passato inseme, i pomeriggi nella tua camera, le mattinate all'aperto. Le passeggiate nel bosco. Non mi sono dimenticato di noi sai, piccola Rose.》
Lei intanto aveva abbassato lo sguardo sulle scarpe mentre il labbro inferiore era stretto tra i denti. Non doveva lasciar trapelare alcuna emozione, ma come aveva letto in un libro "Ogni nostro gesto è comunicazione, qualunque cosa noi facciamo comunica qualcosa, che si provi a fare i duri, che si pianga, che si sorrida, che non si faccia nulla. Il modo in cui stiamo seduti oppure come scriviamo comunica qualcosa di noi, che lo vogliamo o no, comunichiamo sempre e comunque" pertanto qualunque cosa lei avesse fatto in quel momento avrebbe mandato un impulso a quel ragazzo che la conosceva così bene, poi sarebbe stato compito suo elaborarlo e trarne qualcosa.
Rialzò lo sguardo e lo poggiò su qualcosa di indefinito pur di non badare a ciò che diceva.
Era ovvio che si ricordasse del tempo speso con lui. Sarebbe stato strano il contrario. Però il pensiero di averlo lasciato le faceva male, era stato il suo primo amico al di fuori della famiglia e per lei era significato molto.
Riprese in mano il quaderno e la piuma per scrivere ancora una volta qualcosa, poi lo passò al ragazzo.
《"In che senso rimarrai qua?" Piccola Rose, ti aspettavi forse che fossi venuto qua per salutarti? Beh anche, ma adesso sono qua e non intendo andarmene via》si spostò per andare a posizionarsi davanti a Rose e ghignò guardandola negli occhi. Quegli occhi verde opaco di Rose che andavano a farsi via via più scuri avevano qualcosa che faceva sì che lui le si avvicinasse. Era stato così che in passato, già prima che fossero amici lo aveva incuriosito e poco a poco aveva provato a farsi amica quella ragazza chiusa in sé stessa.
La cosa più particolare che aveva visto in quegli occhi era che nonostante fossero di colore verde; scuro, opaco, spento avevano dei piccoli fili dorati al loro interno che sembravano brillare quando era felice e spegnersi quando era triste.
E lui cercava sempre di farli brillare perché se si faceva del male lei, lui voleva aiutarla a stare nuovamente bene.
Rose aveva ripreso coraggio e la sua posizione era fiera, eretta. Lo guardò per bene sapeva che non l'avrebbe lasciata in pace perciò gli fece segno di seguirla. Lui le andò velocemente al fianco e con lo stesso incantesimo di prima si rese invisibile così da poter seguire la piccola Rose Weasley nelle lezioni successive.
Quando entrò nell'aula di pozioni il professor Lumacorno la guardò come se volesse lanciarle un avadakedavra ma la lasciò perdere e riprese a spiegare come aveva fatto fino a quando era entrata in aula.
Lei si sedette nella bancata che era rimasta vuota, ed il suo invisibile compagno nel posto accanto al suo.
Tirò fuori dalla borsa tutto il necessario per la lezione più il quaderno verde.
Lo aprì e lo mise al lato dov'era seduto il suo vecchio amico.
Durante la lezione si sentivano sempre più spesso dei chiacchiericci indesiderati, provenienti dai due serpeverde.
Il professore ovviamente non voleva riprendere i due studenti che gli davano maggiore gratificazione, perciò chiese al Signor Malfoy di mettersi vicino a Rose solo perché così sarebbe stato più vicino e si sarebbe goduto la lezione.
Ottimo stratagemma per non doverlo sgridare, se non fosse per il fatto che gli aveva detto di mettersi proprio nel posto occupato dall'amico di Rose che in quel momento era invisibile.
Nel momento stesso in cui il biondo si sedette e appoggiò le sue cose, il ragazzo invisibile fece spostare un po' Rose dalla panca dov'era seduta per potersi sedere anche lui.
Sapeva di star dando fastidio alla ragazza, ma sapeva anche che lei non si sarebbe arrabbiata per così poco.
Il platinato, iniziò a parlare a Rose senza ricevere alcuna risposta ovviamente.
L' invisibile appoggiò la testa sul banco per seguire la vicenda al meglio.
《Vedo che non stai più girando intorno ad Albus》ghignó 《che brava ragazza che sei, esegui bene gli ordini che ti vengono dati》disse compiaciuto il biondo ossigenato.
Rose avrebbe tanto voluto zittirlo, ma siccome sapeva che i tipi come lui anche alle richieste di silenzio reagivano facendo il contrario, quinsi si limitó a stare in silenzio e provare a seguire la lezione.
Il Ragazzo Bambola non era contento del fatto che lei lo stesse tranquillamente ignorando perciò pensò che doveva calcare per ottenere una sua reazione.
《Sai Weasley, non capisco perché tuo cugino tenga a te in modo particolare, insomma sembri per lo più una con qualche tipo di demenza》appoggiò il compito sul bancone per poggiare la testa sul pugno chiuso come se stesse pensando a qualcosa《insomma, non parli con nessuno, non stai con nessuno, non ho visto una sola volta in cui tu abbia sorriso》alzò le mani per sbuffare poi.
《Sei sicura di essere una persona e non un essere senza cuore
Rose continuò ad ignorarlo, tanto lui cosa ne poteva sapere di lei?
Che diritto aveva lui di giudicarla?
Malfoy era decisamente di cattivo umore adesso, che diavolo aveva quella stupida ragazzina di tanto speciale?
Perché non riusciva a farla arrabbiare in nessun modo? Forse doveva alzare il tiro ancora un po'.
《Siccome sei così gentile da eseguire ciò che ti dico, mi chiedo se eseguiresti anche qualche lavoretto, come dire... 》si bloccò per pensare una parola adatta《intimo》concluse la frase e si girò a guardare la rossa.
Rose stava impugnando la piuma con una forza tale che sembrava sul punto di rompersi, la mano stava tremando dalla forza che stava utilizzando.
La testa iniziò a dolerle e tutto ciò che le stava attorno girava vertiginosamente. Con una mano si dovette reggere al bancone per evitare di cadere. Il respiro si fece sconnesso, affannoso. Nelle orecchie risuonò un suono acuto, come se fosse un fischio.
La persona che era seduta sulla sua stessa sedia ed in quel momento era invisibile si alzò di scatto e la mantenne in equilibrio afferrandole la vita. Quando gli sembrò che la ragazza avesse ripreso i sensi la lasciò andare e poi scoccò un'occhiata talmente torva al vicino, che doveva ritenersi fortunato a non poterlo vedere, perché altrimenti sarebbe potuto morire d'infarto seduta stante.
Ovviamente quel ragazzo biondo non aveva notato per nulla il cambiamento della Weasley, cosa avrebbe potuto vedere quel piccolo verme, che senza neanche conoscerla si era messo a sparare sentenze sul suo conto.
Era là che cercava di farle uscire dalla bocca anche il più piccolo dei lamenti, senza successo.
La campanella suonò, Malfoy si alzò facendo un ghigno verso la Weasley per poi girarsi e dirigersi verso l'uscita.
Intanto Albus che aveva visto la mano della cugina tremare, ed il suo corpo sbilanciarsi, era preoccupato perciò si diresse verso di lei a passi svelti e lasciando Scorpius imbambolato davanti alla porta.
Non appena si trovò faccia a faccia con la cugina la guardò intensamente negli occhi, erano verde opaco, senza alcun filo d'oro al loro interno.
"È successo qualcosa a Rose" pensò subito, ma non chiese spiegazioni. Sapeva bene che anche se avesse domandato qualcosa, non avrebbe ottenuto alcuna risposta. Così si limitò a sorridere per poi prenderle il polso leggermente e condurla con lui verso la Sala Grande.
Lei si lasciò condurre, mentre i suoi occhi guardavano dritto davanti a sè e ripensando alle parole dette dal ragazzo.
Malfoy non sapeva che quella ragazza rossa nonostante si fingesse sorda, nonostante non parlasse, tutto ciò che lui diceva, lei lo sentiva. Ogni parola le faceva ritorcere lo stomaco, ma era ovvio che lui non potesse capirla. 
Non gliene faceva una colpa come avrebbe mai potuto sapere che le sue parole erano come aghi, e che quegli stessi aghi si stavano infilando sotto la sua pelle cucendola, facendole del male.

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