8 Un ragazzo senza niente

1 settembre 1939: Scoppio Seconda Guerra Mondiale

L'estate stava ormai tramontando; il sole cominciava ad andarsene prima del solito e l'aria si faceva più fredda e gelida. Newt era seduto in cima ai scalini del municipio, a finire di leggere Zweites Buch; ormai mancavano poche pagine e di questo ne era contento. La pace di quella mattinata venne spezzata da un qualcosa che cadeva sul marmo, ai suoi piedi; sussultando dal colpo che aveva preso, Newt chiuse il libro e guardò sotto di sé. Era un giornale, con in prima pagina una scritta a caratteri cubitali che recitava:

England erklärt Deutschland den Krieg!

(L' Inghilterra dichiara guerra alla Germania!).

Non c'era però solo il giornale; davanti ai suoi occhi c'erano anche Minho, Alby e Teresa.
"Peggio di così non potrebbe andare", disse Newt sbuffando.
"Certo!" urlò il ragazzo di colore "potrebbe scoppiare una guerra mondiale!".
"È già una guerra mondiale" commentò acidamente Teresa "imbecille".
Newt e Minho si scambiarono delle occhiate, come a dire:
E poi dice che siamo noi i bambini
"Dové Thomas?" chiese il biondino "l'ha saputo?".
"Sì" rispose Alby "ma è ridotto peggio uno straccio. Non ha ancora superato la perdita di suo padre".
Newt lo poteva capire; da quella notte di novembre dell'anno scorso, non si era mai ripreso del tutto; aveva perso la casa, il padre...era un ragazzo senza niente ormai.
"Dové adesso?", domandò.
"Al cimitero" rispose Minho "ma Thomas ci ha espressamente detto di-".
Non fece in tempo a finire che Newt se ne era già andato.

Quando arrivò in cimitero, trovò Thomas inginocchiato di fronte a tre lapidi, uguali tra loro; la schiena era incurvata e la testa bassa, con le mani poggiate sulle ginocchia.
"Hai bisogno di stare solo?", chiese Newt.
Sentì l'ebreo sospirare prima di mormorare:
"No, per favore", supplicò.
Il biondino lo raggiunse e s'inginocchiò di fianco, contemplando le lapidi; su tutte loro c'erano incise delle frasi in ebraico, cose che Newt non riuscì a tradurre. Thomas rilassò le braccia e si rimise dritto con la schiena, raggiungendo l'altezza dell'amico.
"Chi sono?", domandò quest'ultimo, pentendosi troppo tardi per la domanda.
Il moro gli rispose senza mai distogliere lo sguardo dalle lapidi.
"Sono le tombe della mia famiglia. Sono di mia madre" indicò quella di sinistra "quella di mia sorella minore" indicò quella centrale "e per ultimo, mio padre "indicò quella di destra".
Newt era confuso; sapeva che Thomas aveva avuto un padre, ma in effetti si era chiesto se non avesse avuto una madre o qualche altro parente.
"Mia madre si chiamava Samala Devish" continuò l'ebreo "conobbe mio padre a Gerusalemme. Vennero in Germania sperando di trovare un futuro per noi. E invece...".
"E invece?".
Solo allora Thomas lo guardò negli occhi.
"Mia sorella minore, Lahmdall, è nata morta. Nostra madre invece, venne picchiata a sangue e fucilata dai soldati tedeschi, in pubblico, come fosse uno spettacolo teatrale. Io dovetti assistere a quello scempio a soli quattro anni".
Le lacrime cominciarono a solcargli le guance, ma la sua voce non si era incrinata; rimase dura e fredda, con uno sguardo a dir poco terrificante.
"Mi era rimasto soltanto mio padre" continuò sciogliendosi dalla durezza di sé stesso "era un grand'uomo, un ottimo padre...".
Si coprì il volto con le mani e pianse, ma si vedeva che cercava di non sfogarsi del tutto, forse perché non era solo. D'altro canto, Newt gli faceva tenerezza, anche se stava soffrendo contemporaneamente; se la sua vita faceva schifo, cosa poteva dire di Thomas? Lui praticamente aveva perso tutto: la casa, la famiglia, la speranza...il biondino decise di fare una cosa che però, si pentì subito di averla fatta. Alzò la testa a Thomas - potendolo guardare negli occhi - e si avvicinò al suo viso, con i nasi a un soffio tra loro; fece per baciarlo sulle labbra, ma l'ebreo gli mise entrambe le mani sul petto, bloccando Newt.
"No" disse con dolore "non possiamo".
"Perché no?".
"Perché no".
Thomas gli diede un bacio veloce sulla guancia e si asciugò gli occhi con il dorso della mano, poi si dileguò.

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