Capitolo 5
Nora si svegliò con un mal di testa allucinante. Appena si alzò dal letto, andò in cucina e prese una boccetta con su scritto "Gocce Imperiali" dalla dispensa. Non era altro che un liquore all'anice. Versò tre gocce di liquore in mezzo bicchiere d'acqua e mandò giù tutto. Nonostante l'abbondante quantità d'acqua, la gradazione alcolica del liquore prossima al cento percento si fece sentire, facendo anche passare il mal di testa a Nora. Quelle Gocce Imperiali facevano miracoli. Appena le mandavi giù ti passava tutto. La ragazza tornò in camera.e vide un biglietto sul suo comodino. Lo prese e lo aprì. Dentro era scritto con caratteri eleganti e curati:
"Non dovresti bere così tanto, sai? E non dovresti nemmeno infilarti in vicoli ciechi dopo mezzanotte. Comunque sia, sei invitata a pranzo a casa mia. Non fraintendere, sono i miei che ti hanno invitato, non io. Per me potevi anche tornartene a casa. Mio padre ha detto che non puoi rifiutare l'invito. Ci vediamo a scuola
-Blake"
Quanto gli dava sui nervi quel cavolo di ragazzo. Ora ci mancava anche che lei fosse obbligata ad andare a casa sua. Era una cosa di cui non aveva bisogno per farsi ammazzare. Per quello già bastava Blake con la sua ossessione per il suo sangue. Si portò istintivamente una mano al collo, e tirò un sospiro di sollievo quando non sentì nessun segno di un morso.
"Strano. Pensavo mi avrebbe morso." si ritrovò a pensare. Guardò l'orologio. Erano le otto! In meno di mezz'ora doveva essere all'Università! Prese velocemente dei vestiti dall'armadio e si cambiò, per poi correre in cucina, bere una tazza di latte con una tale foga che rischiò anche di strozzarsi e uscire di casa, chiudendo la porta a chiave, prima di scattare ad una velocità sovrumana verso la scuola. Arrivò alle otto e venticinque, con un fiatone che non avrebbe avuto nemmeno un asmatico dopo una giornata di corsa senza fermarsi.
-Ora capisco l'effetto serra...- commentò Blake guardandola con un sorriso.
-Mortacci tuoi... Non puoi... nemmeno immaginare... quanto... ho corso.- replicò Nora, tentando di riprendersi.
-Oh, tre chilometri di corsa li faccio senza accorgermene nemmeno.-
-Si, ma secondo me stai male.-
-In che senso, scusa? Io sto benissimo.-
-Ah, si? E allora ieri quando sei venuto a casa mia perché non hai tentato di bere il mio sangue?-
-Su ieri sera ho tre cose da dire. Uno: ho rimesso a paro per la faccenda del bacio, dato che ti ho salvata da uno stupro. Due: non c'è lo stesso gusto nel morderti se rimani ferma o sei debole. Tre: non berrei mai il sangue di qualcuno ubriaco, mi fa schifo.-
Nora rimase per un po' in silenzio, guardando il moro tra il sorpreso e il perplesso, poi disse:
-Tu stai male.-
Detto ciò, la ragazza andò via.
Nora era appena arrivata a casa di Blake sulla moto del moro. Durante il tragitto si era tenuta a lui, e sentiva ancora gli addominali contro le mani. Più che una casa, però, quella del ragazzo era una villa. La bionda entrò, seguendo il vampiro, e si ritrovò in una vasta sala con un tavolo al centro. Davanti a loro erano un uomo e una donna. L'uomo aveva occhi turchese chiaro e capelli neri, accompagnati da lineamenti duri, mentre la donna aveva lineamenti dolci, occhi tra il biondo e l'albicocca e occhi marroni.
-Benvenuta, Nora. Io sono Alice, la madre di Blake.- disse la donna cordialmente.
-Io invece sono Adrian, padre di Blake ed attuale re dei vampiri.- si presentò l'uomo, freddamente
-Me ne vado.- rispose Nora, girandosi.
-Stai tranquilla, nessuno berrà il tuo sangue. Nemmeno Blake. Nessuno beve sangue senza il mio permesso quando sono presente.- replicò Adrian, facendo fermare la bionda, che tornò a voltarsi.
-Allora sbrighiamoci a pranzare così me ne vado.- disse la ragazza, prima che tutti si sedessero a tavola. Solo Alice si allontanò, per tornare poco dopo con quattro grandi vassoi coperti che pose sulla tavola apparecchiata. Alzò il coperchio di uno dei vassoi e videro la prima portata: pasta al tartufo. Nora la adorava, ma non aveva mai il tempo di prepararla da quando faceva l'Università. In breve il vassoio venne svuotato, e ne venne scoperto un secondo. Sotto al coperchio trovarono costine di maiale, cosce di pollo e castrato. Ogni morso alla carne era come un assaggio di Paradiso. Anche il terzo vassoio venne scoperto, rivelando spiedini di frutta. C'erano ananas, mango, cocomero, melone, mela, pera, banana e pesca. La frutta scomparve dagli spiedini prima che se ne potessero rendere conto. L'ultimo vassoio venne scoperto, rivelando un tiramisù. Il dolce venne finito in pochi minuti e Nora, che si sentiva scoppiare, disse:
-Vi prego, adottatemi, si mangia troppo bene qui.-
-Sei sicura che vuoi starmi vicina ogni giorno tutto il giorno?- chiese Blake con un sorriso malvagio.
-Ovviamente dovrete tenermi lontano quel coso.- precisò Nora.
-Sentite, io e Adrian abbiamo da fare, quindi perché non fate il giro della casa?- propose Alice, poco prima che Nora si fiondasse in un corridoio a velocità record.
-La recupero io...- disse Blake, alzandosi e seguendo Nora.
La cercò a lungo, per poi trovarla in una stanza che sinceramente non aveva nulla di speciale per lui. In quella stanza, su un muro, c'era il suo albero genealogico vampirico. Nora stava fissando la parete con l'albero genealogico, precisamente nel punto in cui era il ritratto del suo bisnonno.
-Credevo che fosse molto più spaventoso e minaccioso.- disse la bionda, continuando a fissare la parete.
-Il mio bisnonno è stato ritratto in molti modi, ma sempre mostruosi a livelli incredibili. Nel ritratto di quest'albero c'è il modo in cui si presentava ai vampiri, ma non è la sua vera forma.-
-Cosa?-
-Vuoi vedere il mio bisnonno nella sua forma reale?-
-Tu mi stai chiedendo se voglio vedere il leggendario vampiro Janos Audron nella sua vera forma? Ovvio che la risposta è si!-
-Allora seguimi.- concluse Blake, uscendo dalla stanza seguito da Nora che gongolava.
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SPAZIO AUTORE
La "J" di "Janos" va letta come una "Y" o una "I", mentre "Au" di "Audron" va letta "Ou" con la "u" chiusa. Detto ciò, vi lascio e ringrazio per eventuali commenti e voti ;)
ShinAsaga
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