13.

A fine canzone Malamente venne praticamente circondata da tutti - le sue compagne furono le prime a congratularsi, la stessa Kubra che stava piangendo fino a poco prima, le elargiva un sorriso meraviglioso, forse proprio per essere riuscita a stemperare il momento di tensione che si era venuto a creare per colpa di Pino e Dobermann. Assieme a lei, Silvia e Gemma applaudivano come non mai e, accanto a loro, Edoardo che non la smetteva di sorridere.

«C' t'avevo detto ij, Bè? Nun è troppo brava?» continuava a ripetere all'educatore.

«Sei stata bravissima, Aiello. Ti va di suonare per il corso di musica?» le propose Beppe.

«Ma Bè, è 'na vita che non suono. E poi nun 'o sacc' si so capace a insegnà all'ate.» rispose la ragazzina.

«Vabbuò ma mica li devi fa diventa' Jimi Hendrix, basta che insegni loro i rudimenti.» chiarì.

«Mh, e po' chi vulesse pija lezioni da me?» chiese, guardandosi intorno.

«Ma qualcuno sempre lo troviamo. Cardio, per esempio.» e con una mano afferrò il ragazzino allampanato che se ne stava ancora vicino a Carmine.

«No, Beppe, ij nun so brav'. Cioè, ess' è stata nu mostro, ij nun voglio fa figure e merd'.» confessò imbarazzato, gettando una rapida occhiata a Malamente che ormai era percepita dal ragazzino come un guru della chitarra.

«'O vir'?» Malamente ne approfittò per tirare acqua al suo mulino.

«Lascialo perde a Cardio, quello è insicuro, ma poi si scioglie.» convenne l'educatore. «Qualcun altro?» domandò speranzoso, scannerizzando gli altri volti.

«Io Bè.» e alzarono le mani contemporaneamente sia Carmine che Edoardo.

Beppe rimase un attimo interdetto, mentre i due si guardavano in cagnesco e Malamente faceva spallucce. Silvia e Gemma si scambiarono un'occhiata d'intesa.

«Bene, vedi, abbiamo già due studenti? Vedrai che a mano a mano se ne aggiungeranno altri.» dichiarò ottimista Beppe. «Cominciamo da una lezione a settimana e poi vediamo come si evolve la cosa, vabbè?» propose alla ragazza e lei prima di accettare, si fece convincere dagli occhi imploranti di Cardiotrap.

«E vabbuò, facimm' comm' vuò tu.» acconsentì in un sospiro.

L'educatore si aprì in un sorriso e cominciò a far scendere i ragazzi.

Malamente rimase a studiare l'ambiente, mentre posava la chitarra e passava in rassegna gli altri strumenti presenti in sala.

Carmine era indeciso se farsi avanti o meno per parlarle, quando poi fu trascinato da Cardio, che non riusciva a contenere la sua gioia per aver trovato una nuova musicista che aveva fatto sì che il corso continuasse ad avere vita, verso l'esterno.

Edoardo, invece, si attardò, facendo finta di interessarsi al pianoforte.

«Viè cummè.» sussurrò nell'orecchio della moretta che sussultò quando lo sentì così vicino.

«Ma sì pazzo, ce n'amma ji.» si guardò intorno.

«Me' e vieni, accà cummann' ij.» la rassicurò, trascinandola dietro le spesse tende di velluto rosso che stavano a sinistra della sala.

«Che buò, Edoà?» chiese scocciata e anche preoccupata che qualcuno avesse potuto vederli.

«Te vulev' ricer' ca sì stata troppo brava. 'O vir' ca me ricurdav' buon'? Pur' a quann' eri na criatura sapiv' sunà benissimo.»

«Edoà, ancora cu sta storia?» sbuffò.

«Pecchè, che stong' a ricer' e strano? Me ricordo ca Don Salvatore te faceva semp' sunà e pure a Ciro piaceva assaje a musica toja.»

«È succiess' 'na vita fa. Mo simm' cagnat'.» sentenziò in un sospiro.

«Tu sì semp' uguale a chella piccerella cu le treccine, nun è 'o vero, Lì?» le domandò, facendola restare senza fiato.

«Comm' m'e chiammat'?» strinse gli occhi in due fessure.

«Lì.» ripetè. «Nun è accussì ca te chiammava Ciro?»

«Nun te permettere mai cchiù de me chiammà n'ata vota accussì. O nomm' mio è Malamente, 'o vuò capì?» ribadì nervosa.

«'O sacc' ca mo te fai chiammà accussì da tutte quante, ma ricordatillo ca tu nun sì malamente, nun è mai fatto niente e male.» le ricordò.

«Ah sì? E pecchè stong' accà ddint' allora?» sputò fuori con rabbia.

«Pecchè a chillo strunz' e fatt' buono a l'accirer'.» le rivelò fissandola con intensità negli occhi e lei per la prima volta sentì come un peso che, dopo settimane intere, le cadeva via dalle spalle.

Si appoggiò alla parete, sopraffatta da quanto stava provando. Edoardo sapeva e non la stava giudicando. Forse conosceva anche più di quello che lei pensava, molto probabilmente era davvero come un figlio per suo zio e doveva aver preso in un certo qual modo il posto di Ciro non solo lì all'IPM, ma anche nella famiglia Ricci.

«Oh, piccerè, t' apposto?» le si avvicinò premuroso, mettendole una mano sul viso e lei chiuse gli occhi a quel tocco.

Edoardo continuava ad accarezzarle la guancia con il dorso della mano.

«Quant' si bella, Lì.» dichiarò e lei riaprì gli occhi. «Vulev' ricer' Malamente.» si corresse, sorridendo e lei lo ricambiò in automatico.

Il ragazzo le si fece sempre più vicino, fino a sentire il suo fiato sul viso. Il cuore cominciò a tamburellarle nel petto e lei si sentiva in balia di emozioni strane che non riusciva a capire. Il ragazzo la faceva innervosire e allo stesso tempo era l'unico legame che aveva con suo cugino e con il suo passato.

La conosceva, forse fin troppo bene, e non la stava giudicando, ma anzi le aveva detto che aveva fatto bene a uccidere quello stronzo, forse sapeva anche di come lui si comportava a casa Aiello e di ciò che lei e la mamma erano costrette a subire.

Non riuscì a sostenere lo sguardo del ragazzo e quindi chiuse di nuovo gli occhi. Sapeva che non era giusto quello che stava facendo, Edoardo era impegnato e poi lei non pensava di provare qualcosa per lui, ma le sue parole continuavano a cullare la sua coscienza agitata. Aveva avuto davvero bisogno di sentirsele dire.

"A chillo strunz' e fatt' buono a l'accirer'" si era ripetuta in mente quella frase almeno una ventina di volte e mentre lo faceva sembrava come se stesse passando un balsamo sulla sua ferita aperta da mesi.

«Malamè, tu accussì mi provochi.» le disse con una voce impastata, che mostrava tutta la difficoltà che il ragazzo sciupafemmine per eccellenza dell'IPM stava avendo in quel preciso momento.

Lei sorrise e tenne le palpebre serrate.

Lui lo prese come un cenno di incoraggiamento e finalmente coprì la bocca della ragazza con la sua. Non dovette faticare molto, in quanto la ragazza gli concesse con facilità accesso alla sua lingua, e anche in quel caso, sì sentì sopraffatta e allo stesso tempo sollevata. Non veniva baciata dalla fine della sua ultima storia con Leonardo, il suo compagno di scuola. Non era proprio come se lo era aspettata, ma in effetti non aveva mai provato a immaginarsi un bacio di Edoardo Conte. Le era sempre stato indifferente, fin da quando erano bambini, troppo spaccone per i suoi gusti, troppo simile a Ciro e, soprattutto, troppo vicino a un mondo da cui lei voleva solo allontanarsi. Eppure, tante cose erano cambiate da allora. Alla fine, quel mondo era riuscito a fagocitarla e allora era stufa di fare resistenza, se doveva farne parte avrebbe voluto farlo a modo suo.

Ricambiò con trasporto il bacio del ragazzo, per lo più sentiva un mix di tabacco, unito a quello della gomma da masticare al gusto menta.

Edoardo era irruente e così lo erano anche i suoi baci: non c'erano mezze misure con lui – o era bianco oppure nero, o era una carezza o un bacio alla francese.

«Me faje ascì pazzo.» le sussurrò tra un bacio e l'altro e lei in quel momento, quando aprì gli occhi, si rese conto di dove fosse e con chi fosse e, per un attimo, si sentì gli occhi addosso di Carmine Di Salvo, come quando prima se ne stavano abbracciati a ballare e le salì un calore alle guance e un senso di strano fastidio misto a pudore. Era sconvolta dalla sua strana visione e anche da tutto quello che stava sentendo.

Allontanò il ragazzo che aveva praticamente incollato al viso.

«C' re?» le chiese stranito.

«Niente, è che è mejo ca ce ne jamm' 'ca se sta a fa tardi.» si giustificò, scansandolo.

Conte la guardò sorpreso, non riuscendo a nascondere un po' di delusione.

«Ja, muovet'. Jammuncenne.» lo esortò di nuovo.

Lui scosse la testa e la seguì.

Uscirono all'aperto e subito vennero raggiunti da Liz che era su tutte le furie, con i capelli che di solito portava in un'acconciatura laterale un po' elettrizzati.

«Ma addo cazzo stavate, vuje doje? Né sciem'.» li rimproverò, scuotendogli le braccia.

«Aja, Liz.» protestò la moretta.

«Ja Liz, mi stavo a complimenta' cu Malamente pe comm' ha suonato, l'hai sentita tu? Wa è troppo brava.» cercò di intenerirla con i suoi soliti modi.

«Edoà nun fa 'u strunz' e vattene dint' a cella. E tu, signorì, vieni cummè.» e trascinò la moretta verso il braccio femminile.

La ragazza non protestò, anzi accolse con gioia il diversivo della guardia.

Conte, invece, la salutò sempre a suo modo.

«Ci vediamo principè.» e le mandò un bacio con la mano.

Stavolta non lo ricambiò con il solito dito medio, ma lo guardò stranita. Non si spiegava ancora quanto fosse stata azzardata e il perché ora si sentisse terribilmente in colpa. Si lasciò condurre su da Liz senza obiettare.

Aveva bisogno di pensare e sentiva di aver fatto una cazzata. Dannata coscienza!

Mentre Edoardo saliva le scale incrociò Carmine che stava appena entrando con il comandante. Evidentemente doveva aver assistito alla scena, in quanto aveva un volto scurissimo, che cozzava con quanto aveva invece provato durante l'ascolto della canzone di Malamente.

La ragazza aveva salutato Edoardo in modo diverso e quest'ultimo era troppo felice, se ne andava canticchiando per i corridoi, dando pacche amichevoli a tutti, con un sorriso a trentadue denti. Sembrava fluttuare su di una nuvola e Carmine sapeva che l'unica cosa che poteva far stare bene così tanto Edoardo Conte erano le ragazze. Doveva essere successo qualcosa tra lui e Malamente. Ne era sicuro, se lo sentiva. Tirò un pugno di frustrazione all'armadietto di metallo che aveva in camera.

«Oh, ma che staje facenn'?» gli chiese preoccupato il suo compagno di cella, scendendo dal letto a castello, allarmato dal fracasso.

«Lassame sta, Cardio.» lo scansò e si chiuse in bagno, con le dita della mano che gli dolevano e che sembravano mostrare all'esterno ciò che stava davvero provando dentro di sé.


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ciao a tutt*,
so che non vi aspettavate un aggiornamento così presto, ma mi sono troppo sentita ispirata per questo nuovo capitolo ** :D
So che potrebbe far storcere un pochino il naso a qualcun* di voi, ma sapete anche che a me le cose troppo semplici non mi piacciono :DDD
anyway, che mi dite di questo capitolo? Odiate Malamente o la capite?
aspetto di conoscere le vostre opinioni che adoro e se la storia vi sta piacendo vi chiedo di supportarla con una stellina **
Grazie **
Effy 

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