12.
***spazio autrice: vi consiglio di ascoltare la canzone pubblicata quando vedete l'asterisco, così da entrare meglio nel mood <3***
La sala musica era una delle più grandi di tutto l'IPM: pareti bianche tinteggiate lateralmente di un rosso mattone, con un rosone in vetro opaco trasparente al centro in alto; al suo interno, sul fondo, c'era un pianoforte grande in legno scuro, dalla forma arrotondata.
Quella era la stanza preferita di Cardio, anche se, da quando Filippo e Naditza erano scappati dal penitenziario, si trovava a corto di un buon musicista che lo supportasse nella creazione delle melodie delle sue canzoni.
Cardio era una delle anime più pure di tutto l'IPM, sempre pronto a dare una mano a chi ne aveva bisogno; il suo fisico minuto anche se slanciato, il suo caschetto biondo e gli occhi verdi che si ritrovava gli davano un aspetto angelico, anche se il dolore che si celava nella profondità del suo sguardo rendevano evidente che anche lui stava combattendo con dei demoni che, come a tutti gli altri, gli stavano divorando l'anima.
Lino aveva fatto scendere tutti i ragazzi e Cardio aveva già preso posto dinnanzi al piano, anche se non sapeva suonarlo; era come una piacevole routine da cui non riusciva a separarsi, come se anche il solo stare vicino a quello strumento avrebbe potuto illuminarlo.
In mancanza dei due pianisti per eccellenza, Beppe aveva provato a fare il possibile per trovare un possibile sostituto, ma senza grossi progressi.
Aveva anche arricchito la sala con una chitarra, un piccolo xilofono e stava provvedendo a farsi regalare anche un basso da una vecchia associazione musicale.
Il problema però rimaneva sempre lo stesso: era inutile aumentare il numero degli strumenti se poi non c'era nessuno a saperli suonare.
L'educatore buono si lambiccava il cervello, grattandosi la barba brizzolata e dispiacendosi moltissimo nel vedere Cardio fissare il pianoforte con un'espressione sconsolata.
Si avvicinò al ragazzo e gli diede una pacca comprensiva sulle spalle.
«Dai, non disperare. Intanto pensa a scrivere.» gli suggerì mettendogli davanti dei fogli bianchi e una penna.
Cardio sospirò.
«O' sacc' Bè, teng' nu sacco e canzon' già scritte, ma me ce vo l'ispirazione cu na bella melodia.» dichiarò, scuotendo la testa.
«E vabbuò, ja. Poi ci pensiamo. Mo scrivi.»
«Beppe, ma nun putimm' sentì nu poc' e musica pe' radio?» propose Edoardo, attirando l'attenzione dell'educatore.
«È 'o vero, Bè, ce stamm' a romper 'o cazz'.» concordò Milos.
«Beppe, miett' a Liberato.» suggerì Pino, che intanto si era messo nell'angolo a destra della sala assieme a Carmine, che se ne stava appoggiato di schiena al muro, mentre si rollava un drummino.
L'educatore non riuscì a contenere l'entusiasmo dei ragazzi di ascoltare un po' di musica lì con l'ottima acustica che c'era nella sala e il grande spazio che avevano per scatenarsi nelle danze.
Infatti, anche se con poca voglia, soddisfò le loro richieste e cominciò a mettere il cd di Liberato, che era stato costretto a comprare, visto il grande seguito che aveva il musicista tra i giovani dell'IPM.
Le melodie piacevano anche a lui e non poteva fare a meno di canticchiare tra sé e sé qualche pezzettino di canzone. I ragazzi cominciarono a sorridere, chi a cantare, chi a muovere qualche passo di danza.
Le note di "Me staje appennenn' amò" risuonavano nella grande stanza e a Beppe venne da sorridere, riflettendo nei suoi occhi la stessa felicità che stavano provando i suoi ragazzi, che in quei momenti di relax gli sembravano dei semplici teenager e non dei piccoli uomini già grandi, macchiati di diversi crimini.
Lui vedeva sempre del buono in loro e la musica era uno dei modi per far uscire la loro spensieratezza e il loro lato infantile.
Proprio prima del ritornello fecero il loro ingresso Liz e le ragazze, che non appena entrarono si guardarono intorno stupite.
Liz scosse la testa e Beppe alzò le braccia come a giustificarsi, Silvia si unì subito alle danze assieme a Kubra, Viola guardò la scena dall'alto al basso, come al suo solito, e Malamente venne prontamente sequestrata da Edoardo.
«Weeee, principè. Balla cummè.» le chiese, prendendole le mani.
Malamente lo guardò con gli occhi sgranati per la sua sfacciataggine.
Edoardo non si scoraggiò, anzi, le si avvicinò ancora di più per sussurrarle all'orecchio.
«Te sì scurdata ca me dovevi 'nu favore?»
Lei fece scattare la testa.
«Se non sbaglio, mi sei in debito di una bustina di erba.»
«Quant' sì strunz'!» soffiò lei, scocciata e lui la prese come un sotterrare l'ascia di guerra, fraintendendo come sempre.
Lei si lasciò condurre verso il centro, dove c'erano anche le sue amiche scatenate nella danza, assieme agli altri ragazzi.
Conte le prese le braccia e se le mise dietro al collo.
«Mo nun t'allargà.» gli disse Malamente.
Lui scoppiò a ridere, ma non si spostò di una virgola.
«È inutile che fai chella forte, tanto 'o sacc' ca te piace.»
Lei strabuzzò gli occhi.
«Ma vaffanculo, Edoà.» e fece per allontanarsi ma lui la trattenne.
Aiello, ovviamente, odiava ballare e soprattutto odiava dare spettacolo, anche se sapeva che non c'era niente di male; erano solo un gruppo di ragazzi che si stavano divertendo.
Ma era davvero così? Qualcuno non sembrava così felice, in effetti.
Carmine, infatti, se ne stava sempre nella stessa posizione da che era entrato e non si stava perdendo nemmeno un frame di quanto stava succedendo in sala, in particolare la sua attenzione era dedicata alla moretta a cui Edoardo se ne stava sempre più avvinghiato, facendogli ribollire il sangue.
Sapeva che non erano fatti suoi, che avrebbe dovuto abbassare lo sguardo e continuare per la sua strada, ma non ci riusciva. La ragazzina lo teneva ipnotizzato lì ad assistere a una scena di cui avrebbe volentieri fatto a meno.
Quasi come se si sentisse un paio di occhi puntati addosso, Malamente alzò i suoi e li direzionò in quelli scuri e profondi che l'avevano sempre inquietata.
Non sapeva per quale motivo, eppure, la situazione la imbarazzava – mentre se ne stava lì a ballare abbracciata a Edoardo con Carmine che li osservava.
Sentì, suo malgrado, le guance in fiamme e provò a distaccarsi dal suo cavaliere.
Non dovette fare poi molto sforzo, perché successe tutto in un attimo: da che erano tutti impegnati a cantare, ballare e divertirsi, un urlo e rumori di una rissa interruppero la spensieratezza apparente di quel pomeriggio.
Pino 'o pazzo si era avventato su Dobermann riempiendolo di pugni e insulti e viceversa.
Edoardo si staccò bruscamente e intervenne, da buon leader, per cercare di placare le ostilità.
«Guagliù, ma che cazz' state a fa?» gridò per sovrastare le diverse imprecazioni dei due.
Beppe spense subito la musica e si precipitò verso l'angolo occupato dai due rissosi.
I ragazzi erano divisi tra chi faceva il tifo per l'uno, chi per l'altro, chi se ne stava indifferentemente in disparte e chi invece li guardava preoccupato; tra questi ultimi c'erano Kubra, la ragazza contesa tra i due, e le sue amiche, tra cui la stessa Malamente.
A quanto pare Dobermann si era azzardato ad avvicinarsi un po' troppo a Kubra, mentre ballavano tutti insieme.
Aiello guardava atterrita i due che ormai erano distesi a terra – Pino sembrava avere la peggio, anche se aveva cominciato lui lo scontro, a cercare di trattenerlo c'era Carmine che, nonostante il suo corpo muscoloso, faceva fatica a tenere a bada l'irruenza dell'amico, mentre dall'altra parte c'era Edoardo che invece supportava Dobermann. I due sostenitori si guardavano in cagnesco, come a voler prendere il posto dei loro compagni. Entrambi avevano diversi motivi per volersi scontrare, eppure, Carmine adesso aveva impressa nella testa la scena di poco prima in cui Conte se ne stava abbracciato a Malamente, pertanto, stava facendo davvero tanta fatica a trattenersi, stringendo i pugni fino a farsi male.
L'intervento decisivo di Beppe, supportato da Lino e Liz, mise fine alla rissa.
«Siete proprio degli idioti! Invece di divertirvi dovete sempre fare 'ste strunzate!» urlò, mentre le altre due guardie allontanavano Pino e Dobermann.
Malamente stringeva il braccio di Kubra, che intanto piangeva appoggiata alla spalla di Silvia.
«Adesso ve ne tornate tutti nelle celle e mettiamo una bella croce nera sull'attività di musica!» aggiunse l'educatore sempre più in preda all'ira.
«Noooo, ja Bè, ma che c'entrammo nuje?» chiese Cardio disperato.
Carmine gli gettò uno sguardo dispiaciuto e poi fissò la ragazza che gli stava facendo bruciare lo stomaco.
Malamente deglutì, sentendo tutta la pressione che quell'occhiata gli stava infondendo.
Qualcuno, a testa bassa, si stava già allontanando dalla sala, lamentandosi per il fatto che dovessero pagarla tutti per le cazzate fatte da altri; il riccio continuava a guardare la ragazza, come a volerle suggerire mentalmente quello a cui stava pensando. Alla fine, la ragazza capì.
Scannerizzò la stanza fino a che non trovò ciò di cui aveva bisogno, riempì in pochi passi la distanza che la separava dall'oggetto della sua attenzione, l'agguantò e si sedette, poggiandoselo sulle gambe, lasciate scoperte dal pantaloncino della tuta che indossava.
«Mh, mh.» borbottò, poi cominciò ad accordare la chitarra color beige che aveva trovato poggiata alla parete a destra.
Carmine la incoraggiò con un cenno della testa, anche se lei non lo stava osservando, mentre Edoardo sorrise.
Tutti si fermarono, perfino Beppe smise di urlare e si bloccò ad ascoltare le note che uscivano da quella vecchia chitarra.
*Quando la moretta capì che lo strumento era a posto cominciò con un si minore, un la, un sol e un mi minore, ripetuti più volte.
«We are proud individuals living on the city
But the flames couldn't go much higher
We find gods and religions to
To paint us with salvation
But no one
No nobody
Can give you the power»
Mentre cantava ci metteva tutta la sofferenza che stava provando e tutti in sala si erano ammutoliti nell'ascoltare questo canto disperato eppure ammaliante, nonostante la maggior parte di loro non capisse una parola di inglese.
La sua voce era sporca e graffiata, non era una vocina tenera e dolce, ma mostrava tutto il suo vissuto, la sua rabbia, la sua frustrazione. Quelle parole erano come coltelli che venivano resi ancora più taglienti dal timbro e dal tono della ragazzina.
Carmine se ne stava inchiodato di fronte a lei, senza riuscire a toglierle gli occhi di dosso, ciò che stava vivendo era ancora di più la conferma di quello che aveva sempre pensato: lei e lui condividevano gli stessi identici demoni, che adesso stavano ballando tra di loro una danza stregata, maledetta. Riusciva a vederli benissimo, avvolti nei loro contorni fiammeggianti, lo sbeffeggiavano, si prendevano gioco di lui che se ne stava impotente lì. Bloccato nei suoi pensieri.
«To rise over love
And over hate
Through this iron sky
That's fast becoming our minds
Over fear and into freedom»
Quando aveva pronunciato le parole "love" e "hate" si era sbagliato, oppure, lei aveva alzato gli occhi proprio su di lui, sottolineando la disperazione della sua voce?
Aveva mille interrogativi per la mente e starsene lì ad ascoltare il canto disperato di quella sirena non lo stava di certo aiutando. Per la prima volta aveva preso coscienza di quanto volesse esserle vicino, proprio adesso, infatti, in quell'istante avrebbe voluto strapparle quella chitarra dalle mani e baciarla proprio lì, incurante di avere tutti gli sguardi puntati addosso.
Con gli ultimi accordi finali Malamente terminò la canzone, gettando la stanza in uno strano silenzio quasi reverenziale.
Dopo qualche momento, i ragazzi cominciarono ad applaudire, Beppe incluso, che aveva un sorriso che gli andava da un lato all'altro della faccia e che rivelava tutta la sua soddisfazione. Carmine percepì a malapena la presenza di Cardio che gli si era avvicinato.
«Wa, tropp' bello.» gli disse ammirato continuando ad applaudire mentre guardava la ragazza, che intanto era diventata rossa come un peperone per tutte le attenzioni che stava ricevendo.
«Cardio...» sussurrò il riccio in un sospiro.
«C' re?»
«So fottut', Cardio.» rivelò a bassa voce, continuando a fissare la chitarrista che aveva di fronte.
L'amico seguì la direzione del suo sguardo e sorrise comprensivo.
«Me sa e sì, guagliò. Me sa e sì.» e gli diede una pacca comprensiva sulla spalla.
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ciao a tutt*,
che mi dite di questo capitolo? vi piace? **
Io ce l'avevo in mente da un po' e non vedevo l'ora di farvelo leggere **
fatemi avere le vostre impressioni, perché adoro leggerle <3
inoltre, se vi va, supportate la storia con una stellina **
grazie, effy **
ps. la canzone suonata da Malamente è Iron Sky di Paolo Nutini, io la adoro <3 ve l'ho messa in alto, se potete ascoltatela, soprattutto mentre leggete la scena, perché vi aiuterà a capire la disperazione di Malamente e quella di Carmine, mentre gliela sente cantare **
fatemi sapere se vi piace <3
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