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Malamente: 48 ore prima dell'omicidio
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Filomena Aiello, detta 'a Signora, era la moglie del boss malavitoso Aiello Giuseppe, detto Pepp' o Riavl', per via della sua fama quasi demoniaca. Si diceva, infatti, che nulla sfuggisse al suo controllo; Peppe sapeva sempre tutto, non ci si poteva nascondere da lui e non si poteva fare a meno di voler entrare nella sua cerchia protettrice. Dopotutto, era sempre meglio essere la mano destra del diavolo che averlo come nemico.
La signora Filomena lo aveva sposato poco più che diciottenne, dopo averlo visto poche volte; il loro era stato un matrimonio combinato, come tutti quelli organizzati dalle associazioni malavitose. Da nubile il suo cognome era Ricci, era la cugina del boss Don Salvatore Ricci, colui che aveva perso il proprio figlio ucciso nel penitenziario minorile di Nisida.
Dal matrimonio, le due famiglie si erano unite, non senza dissapori da entrambe le parti. O almeno così si credeva.
Dalla morte del piccolo Ricci, infatti, o' Riavl, aveva stretto strani accordi con gli 'stranieri', che erano un gruppo nomade che viveva sotto la tangenziale, famosi per il sangue freddo e la poca umanità contro i nemici. Venivano anche chiamati 'e bestie' e questa strana amicizia non era sfuggita a Don Salvatore.
Malamente, era la maggiore della famiglia Aiello, veniva così chiamata anche dai suoi stessi genitori e dal fratellino di dieci anni, per il carattere indomito che aveva sempre mostrato, per la sua insofferenza alle 'regole' del sistema e per le sue rispostine truci ai suoi stessi familiari.
«Je vuless' capì c' agg' fatt' e male cu na figlia comm' a te?!» le ripeteva sempre suo padre.
Lei rideva e abbandonava la conversazione.
Si conosceva, così come conosceva bene anche il suo genitore e non voleva che la discussione assumesse toni infuocati.
Quella sera di inizio maggio, nell'aria c'era uno strano odore salmastro che risaliva dalla costa; era un tempo piuttosto caldo per essere ancora a inizio mese e, purtroppo, era risaputo che quando l'aria diventava troppo calda, il sangue ribolliva nelle vene più del necessario e cattivi presagi si apprestavano all'orizzonte.
La ragazza se ne stava con il balcone spalancato ad ascoltare la musica dal cellulare, mentre cercava di risolvere degli esercizi sulle derivate, senza troppa fatica, disturbata soltanto dall'eccessiva afa serale.
L'appartamento di famiglia era situato nel quartiere Stella, uno dei più antichi e celebri per le avventure malavitose.
O' Riavl, era riuscito a comprare tutto il palazzo – si trattava di un antico maniero dell'800 borbonico, con i tipici archi su ogni piano e un color verdino e giallo ocra a dominare la struttura. Era davvero una meraviglia.
Malamente odiava la sua famiglia, sia da parte di madre che di padre, eppure, amava casa sua. In particolar modo, adorava la sua stanza – l'aveva sempre vista come il suo rifugio, come l'unico luogo in cui sentirsi in pace con sé stessa. Al suo interno si sentiva protetta e al sicuro. Quasi nessuno aveva accesso al suo 'regno' e anche i suoi stessi genitori se ne tenevano debitamente a distanza.
La figlia aveva preso tutto il carattere iracondo dei Ricci e la spavalderia degli Aiello; era un mix letale e il soprannome 'Malamente' le calzava a pennello.
Le urla di sua madre e del suo fratellino si fecero sempre più insistenti, fino a sovrastare la voce di Robert Smith dei The Cure, il suo gruppo preferito e a disturbarla dallo studio.
Gettò le AirPods sul letto accanto a sé, spense la riproduzione su Spotify,e spalancò la porta, infastidita dalla sceneggiata che stava portando avanti la sua famiglia, con ancora la penna bic tra le dita.
«Ma che cazz' sta succerenn??» chiese, uscendo dalla camera.
«Malamè, tornatenn' a int e nun ce romper' o cazz pur' tu!» le urlò di rimando il padre, spingendola per farla rientrare.
«Nun me tuccà!» replicò, osservando spaventata la mamma che si portava una mano sulla guancia, segno che o' Riavl doveva averla colpita, ma soprattutto, notò il rossore attorno all'occhio del piccolo Michelino.
«Che cazz' e fatt?» chiese sconvolta al padre, avvicinandosi al fratellino.
«T'agg itt vattenn, Malamè, o c'abbusc' pur tu!» sputò con rabbia quelle parole.
Lei di solito evitava le risse familiari, anche se sua madre più di una volta era stata colpita dal marito; Malamente da piccolina aveva provato a difenderla, ma Filomena le si era ritorta contro, dicendo che il compito della donna era quello di subire e che lei lo avrebbe capito crescendo.
Eppure, Malamente non ci stava ad accettare quell'atteggiamento di sudditanza della donna nei confronti dell'uomo, e più di una volta si era ribellata al genitore, finendo per buscarle.
L'unico che di solito era escluso dalla rabbia del 'Riavl' era il piccolo di casa, Michelino, ma quella sera qualcosa doveva essere successo, in quanto per la prima volta il capofamiglia aveva osato mettere le mani addosso anche su suo fratello.
La signora Filomena piangeva, mentre o' Riavl' continuava a colpirla, Malamente cercava di consolare Michelino, cercando di farlo allontanare da quella scena pietosa.
«T' agg' itt che te n'ja i!» insistette spingendo entrambi i suoi figli a terra e continuando a prendere a schiaffi la moglie.
«Basta, papà!» urlava il bambino, piangendo.
Malamente spinta dalla rabbia e dalla delusione, con ancora la penna tra le dita, si scagliò sul padre per staccarlo dalla donna e venne a sua volta percossa.
«Lasciala!» gridava il piccolo avvicinandosi, mentre o' Riavol' metteva le mani al collo della figlia.
«Michelì, va...nne..» provò a dire la sorella.
Gli occhi le si annebbiarono e sentiva vagamente le urla della mamma e il pianto disperato del fratellino, la penna le scivolò dalla mano, sapeva che non sarebbe sopravvissuta, stava per mancarle l'aria, quando, all'improvviso, tornò a respirare.
«Che cazz' è fatt?!» urlò la signora Filomena.
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IPM di Nisida – 24 ore dopo l'arresto
Il penitenziario minorile di Nisida, a Napoli, si trovava sotto la discesa di Coroglio che conduceva al Parco Virgiliano e alla baia di Trentaremi. Il golfo di Posillipo faceva da sfondo ad un panorama da mozzare il fiato.
Era proprio in quell'angolo di paradiso che sorgeva l'IPM di Napoli, luogo adibito all'accoglienza dei minori sottoposti a provvedimenti di natura sia penale che amministrativa.
Sull'isola di Nisida, collegata al quartiere in di Posillipo tramite un istmo in cemento, i ragazzi con meno di diciotto anni venivano condotti per scontare la propria pena. Ovviamente, data la loro età, sull'isola venivano sperimentate diverse modalità di intervento a loro favore, con laboratori e diverse attività, atte a reintegrare i minori nella società.
Era proprio lì che anche Malamente era stata condotta dopo quanto successo a casa sua, quella sera del 3 maggio.
L'auto blu che la scortava era guidata da una guardia giurata in borghese, ma con il distintivo appeso al collo, barbuta dai colori chiari.
«Jamm' bell', piccerè, che la direttrice ti sta aspettando.» Lino, uno dei poliziotti dell'IPM, la stava scortando all'interno dell'edificio.
La ragazza si guardò intorno, non appena scese dalla macchina, e subito si accorse di una serie di ragazzi che stavano giocando a calcio nel cortile.
«Wè, wè, pure le principesse mo ci fanno l'onore della loro presenza.»
Un ragazzo dai capelli a caschetto castani, la accolse con uno strano sguardo.
Lei lo riconobbe all'istante, era Edoardo Conte, il migliore amico di suo cugino, Ciro.
«E pur' e sciemi comm' a te tenen' semp' c'cos a ricer'!» le rispose la ragazza, facendolo sorridere.
«Edoà, nun c' fa perd' tiemp!» si intromise la guardia, che la tirò per un braccio per farla entrare nell'edificio.
A Malamente non era sfuggita l'occhiata che le aveva rivolto il ragazzo, così come il capannello di ragazzi che lo avevano attorniato.
Edoardo doveva aver preso il posto di suo cugino come 'guida' del gruppetto e a lei la cosa la faceva sorridere.
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ciao a tutt*,
ve l'avevo detto e mantengo la parola :D eccomi con una nuova storia, che ho sentito proprio di dover scrivere :DDD
credetemi, dopo aver visto la serie ci sono andata in fissa e sogno praticamente ogni notte di loro, quindi, ho deciso di esorcizzare la cosa a modo mio, ovviamente scrivendoci :DDD
ditemi se vi piace e se capite le cose scritte in dialetto, per me è la mia lingua in pratica, ma se ne avete bisogno ve lo traduco :DDD
ps. che pensate sia successo a Malamente per farla finire in carcere? :DDD e soprattutto che succederà dopo? :DDD
attendo i vostri commenti come sempre, e se vi va, e la storia vi sta piacendo, supportatela con una stellina, grazie **
Effy <3
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