Capitolo 4


Il mattino dopo trovai accanto a me una grossa foglia avvolta su se stessa, la scrutai bene, sembrava imbottita di un intruglio alle erbe e aveva un odore tremendo.
-Mettitela sul naso.- la voce di Xhon mi fece sobbalzare.
-Non ci penso nemmeno.- obiettai. Lo tastai un secondo tremando per in dolore, era molto gonfio.
Xhon si accavacciò di fronte a me, guardo il mio viso, dovevo essere orribile pensai.

-Non sembra rotto ma ti consiglio di metterci su quella foglia. Aprila e tienila sul naso per tutto il tempo che puoi.- disse.
-Ha un odore orribile.- protestai. Lui la prese sbuffando e me la ficcò sul naso. Urlai.
-Non fare la bambina. Fra un' ora starai già meglio.-

Lo guardai torvo.
-Muoviamoci - disse poi- Se saremo veloci arriveremo alla Residenza dei Gimbo prima che faccia buio.-
-Chi sono i Gimbo?- chiesi.
-Cugini di mia madre.-
Quando arrivammo, il sole era già tramontano, l' aria era umida e sapeva di pioggia.
La casa dei Gimbo non era molto diversa da quella di Ron, a parte per l'arredamento, molto anni '50. Mi piacque subito.

Athea quando ci vide per poco non scoppiò a piangere. Abbracciò prima suo figlio e poi me come se fossi da sempre una di famiglia. Si fermò a fissare il mio volto tumefatto.
-Cosa ti è successo bambina?- chiese.
Xhon si affrettò a rispondere, dando la colpa agli uomini verdi che avevano sparato il dardo la prima sera.

Una ragazza minuta e magra con gli occhi verdi e i capelli rossi mi si avvicinò.
- Ciao Luce, finalmente ti conosco, sono la cugina di Xhon, Greta.-
Sembrava avere una decina d' anni più di me, un volto allegro e vivace, un sorriso contagioso.
-Vieni con me ,ho un unguento perfetto per questo brutto naso.-

Dopo un pasto abbondante mi congedai dalla tavola, lasciando che Xhon finisse di raccontare da solo i nostri giorni da girovaghi. Era ansioso di avere notizie dei suoi fratelli e del padre.
Io invece mi sentivo stremata, feci una doccia bollente e sprofondai nel letto comodo della stanza degli ospiti.

Era piccola, ben arredata, mi sembrò calda e protettiva. In pochi minuti caddi in un sonno profondo. Fu la pioggia battente che si scagliava sulla finestra a svegliarmi.
Mi alzai, scostai la tenda, era notte fonda ma dei lampi illuminavano il cielo buio. Tremai sentendo la temperatura che si era abbassata. Presi il plaid che Greta mi aveva lasciato e lo misi in spalla e feci uno chignon ai miei capelli.

Volevo scendere in cucina e bere qualcosa di caldo, mi mancavano le notti col nonno che mi portava la camomilla per farmi dormire serena dopo la morte di mamma. Speravo ne avessero in quella casa.

Scesi le scale al buio cercando di non fare rumore e aiutandomi con le mani per non cadere. In casa regnava il silenzio.

In cucina rischiusi la porta alle mie spalle prima di accendere la luce, non volevo svegliare nessuno e aprii la dispensa. C'era di tutto, thè, infusi, tisane, e camomilla.
Gioii tra me e me a quella splendida vista, quindi decisi di prepararne una.
Versai l'acqua bollente nella tazza e tornai in camera.

Sobbalzai facendo quasi cadere la tazza notando un' ombra sull'uscio.
-Xhon! Vuoi farmi venire un colpo?- chiesi.
-Non dovresti girare al buio per casa, qualcuno potrebbe scambiarti per un fantasma.- disse, con un sorrisetto.

Lo superai entrando in camera.- Va a letto Xhon.- cercai di tenere un tono fermo.
-Come va il naso?- chiese.
Lo guardai perplessa, non lo avevo mai visto mostrare interesse per la mia salute.
-Se mi guardo allo specchio va male, ma se lo tocco va meglio.- dissi.
-Non ti sta male comunque. -rise.
Lo guardai torva.

Fece un passo verso di me. -Stanotte ho compiuto 20 anni. -
- Oh, davvero? - ero sorpresa -Auguri!- cercai di mostrarmi allegra.
Si sedette sul letto e sbuffò.- Per una cazzo di volta avrei voluto poterlo festeggiare come si deve un compleanno.- sembrava davvero giù, si guardò le mani, perso nei suoi pensieri.

Bevvi un sorso di camomilla,
che nel frattempo si era raffreddata.
Non sapevo bene come affrontare quella conversazione, Xhon a volte mi spiazzava, un giorno mi aveva quasi spaccato il naso e insultata e il giorno dopo sembrava quasi volesse essere consolato.

-Io avrei festeggiato il mio diciottesimo, nel mio mondo fra tre anni.- risi- Peccato che abbia saputo qui di averli già compiuti.-
Xhon mi guardò un attimo con l'espressione di un bambino a cui avevano appena tolto il suo giocattolo preferito, poi il volto riprese la sua tipica fierezza.
-Vado dai miei fratelli, da mio padre, devo restare con loro. Partirò domani.- disse.

Mi resi conto che non poteva essere un ragazzo felice, non lo era di certo, come non lo ero io. La sua gioventù passata a combattere e difendere la sua vita e quella dei cari.
-Sta attento. - Mi uscì con una sincerità disarmante, ero davvero preoccupata che gli succedesse qualcosa?
Xhon mi squadrò per un secondo che parve infinito, gli occhi scuri come la notte, poi si alzo'. - Sei al sicuro qui con mia madre e Greta.-
Annuii.

Fece per andare verso la porta ma poi come se avesse dimenticato qualcosa d' importante tornò indietro e allungò il braccio verso di me.
Aprendo la mano scoprì una piccola pietra nera, come quella che avevo visto dare dal benzinaio a Ron il giorno che mi aveva portata in questo mondo.

-Che cos'è ?- chiesi.
-E' come la tua spilla, solo meno potente, ti permette il teletrasporto in giro o fra i mondi,-spiegò- noi Difensori possiamo averne sei ogni anno, le usiamo in casi estremi per spostarci e scacciare i nemici.-
-Che dovrei farci?- non capivo, possedevo già la capsula ancestrale, anche se non sapevo ancora usarla.
-Basta tenerla in mano, esprimere chiaramente il posto dove si vuole andare e dove si é già stati almeno una volta e ti ci ritrovi. Usala se vuoi tornare nel tuo mondo, si insomma se qui le cose dovessero mettersi male.-

Me la passò, al tocco della sua mano avvertii una piccola scossa. Lui mi lanciò una strana occhiata poi si affrettò a staccarsi.
- E' valida per due soli viaggi, usala bene.-
Scappò via dalla stanza, lasciandomi più confusa che mai.

La lettera di Ron che ci avvisava che Xhon era con loro e stava bene non tardò ad arrivare.
Dopo aver scacciato alcuni verdi dal mondo 11, i Difensori erano ritornati al Bunker 1. Chiesi ad Athea come fosse riuscito Xhon a trovarli e unirsi a loro così velocemente, mi disse che era bravo a seguire le tracce e che grazie al suo legame col marito era riuscita a dargli qualche dritta.

Mi spiegò che i Difensori erano in grado di creare un legame con la loro donna, qualcosa al di la dell' amore. Succedeva solo se trovavi la persona giusta e non a tutti. Si chiamava Percezione. Lei e Rhon si percepivano anche a distanza di km.

Questa notizia mi lasciò incredula, per noi del mondo 12 credere a poteri simili non era per nulla facile.
Le chiesi poi come mai la sorella non fosse con noi dai Gibbo. Disse che ne aveva perso le tracce dopo l'invasione alla Residenza.
Sta sicuramente bene, disse anche, Ghaia sa il fatto suo, abbiamo bunker sparsi per tutto il territorio, noi in quanto  Famiglia di Difensori sappiamo come proteggerci, concluse.

Ammiravo il loro legame così forte. Quello che a me era sempre mancato, dopo la morte prematura di mamma, era una famiglia normale. Sarebbe stato meglio nascere qui pensai.
La mia mente tornò alla mia terra, al mio paese, alla mia vita quotidiana fatta di lezioni, uscite con le amiche, gite col nonno. Il nonno. Strinsi le mani al petto. Quanto mi mancava.

Un' idea mi balenò in testa. Potevo tornare a casa, vedere se esisteva ancora, controllare l'ora e in che mese o addirittura anno ero piombata. Avevo perso quanti anni? Se qui ne avevo già diciannove, tornata la ne avrei avuto ancora 15?
Tastai la tasca dei miei jeans, strinsi la pietra.

Avrei potuto lasciarla a loro, la capsula ancestrale, visto che non sapevo neppure come usarla. Di sicuro Athea avrebbe trovato qualcuno a cui affidarla e forse perfino qualcuno per azionarla.

Ripensai a Thao che non vedevo dai giorni in cui ci nascondevamo nel Bunker1. Era stato l' unico a sostenermi, non volevo lasciare il Mondo 11 senza salutarlo.
Magari avrei potuto usare la pietra per andare a trovarlo e usare il viaggio di ritorno anziché per tornare qui, per andare nel mio mondo, il 12. Si avrei di sicuro fatto così, forse alla fine era questo che Xhon voleva propormi inconsciamente.

Mi precipitai in camera, misi le mie Nike bianche, una maglia nera e il mio giubbino di pelle. Presi alcuni dei vestiti e li ficcai nello zaino. Scesi in cucina e rovistai in dispensa alla ricerca di alcuni biscotti.
Non sapevo quanto veloce fosse il viaggio con la pietra, ma in caso ne avessi avuto bisogno avrei avuto qualcosa da mangiare.
Scrissi un biglietto per Athea dicendole di non preoccuparsi che sarei stata bene, li ringraziavo tutti per l'aiuto dato, ma dovevo tornare nella mia vera casa. Baciai la spilla di mamma e la poggiai assieme al biglietto e al diario ancestrale nel cassetto del mio comodino, lasciandolo semichiuso.

Infine presi i miei vecchi telefono e caricabatterie e facendo piano mi fiondai in bagno, mi pareva il posto più sicuro per fare quel viaggio. Tirai fuori la pietra, focalizzai il bagno del Bunker 1, chiusi gli occhi e quando li aprii mi ritrovai li.

-Fantastico! -esclamai soddisfatta. -Non ho sentito niente.-
Cercai di fare attenzione a dove mettevo i piedi, i Difensori erano come segugi soprattutto di notte e non volevo rischiare di incappare in Ron o peggio ancora in Xhon. Non mi avrebbero più lasciata andare.

Bussai alla porta della camera di Thao ma non rispose nessuno. -Thao.- chiamai a bassa voce ma nulla.
Quindi ebbi un' idea. Mi fiondai alla finestrella del bunker.
Lui era li, il sorriso mi si aprì sulle labbra mentre lo raggiungevo.
-Che ci fai qui?- la voce alle mie spalle mi fece tremare.

Era stato Xhon a parlare, attirando l'attenzione di Thao.
-Shh!- lo zittii.
-Luce?- Thao non riuscì a nascondere la sua sorpresa, parlò a bassa voce interpretando la supplica del mio sguardo.
Mi raddrizzai sulla schiena per sembrare sicura di me.

-Beh, visto che ci siete entrambi meglio ancora. -sussurrai.
Thao mi si fece più vicino.- Come hai fatto ad arrivare qui, Luce?-
Aprii la mia mano mostrando la pietra.

Xhon sembrò voler dare di matto.- Ti avevo detto di usarla per le emergenze! E' successo qualcosa a mamma e Greta?- chiese preoccupato.
-No, no.- vidi il suo viso rassicurarsi. - Sono solo venuta a salutarvi- mi girai verso Thao- si insomma, principalmente te.- dissi.
Thao sembrò confuso- Salutarmi?-
-Torno nel Mondo 12, stanotte.- tagliai corto.
-Sei impazzita?- infierì Xhon.
Lo ignorai tenendo i miei occhi su Thao. Speravo che almeno lui sarebbe riuscito a capire il perché del mio gesto. -Thao.- dissi sorridendogli- Tu sai come mi sento qui.-
Xhon guardò il fratello con aria di rimprovero. -C'entri qualcosa tu?- chiese.
Vidi un guizzo d'ira negli occhi di Thao -Non sono io quello che le ha dato la pietra!-

L'aria intorno si fece pungente.
-Sentite non sono venuta qui per vedervi litigare, ma per salutarvi- dissi- e ringraziarvi per aver rischiato la vostra pelle per me. -
Mi voltai verso Xhon- Ho lasciato la capsula e il diario a tua madre come volevi tu- poi verso Thao- e una lettera in cui spiego il perché vado via.-

Calò il silenzio, insieme all'imbarazzo. Ripresi la pietra che avevo rimesso in tasca e li guardai un' ultima volta.
-Addio ragazzi, ringraziate davvero tanto Ron.- Chiusi gli occhi e mi concentrai sul salone col grande camino, nella casa del nonno.

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