Capitolo 17
Mi misi a correre come una pazza verso l' ala Nord della Residenza mentre Sorella Sole cercava di starmi dietro urlandomi di fare piano.
-Aspetta Luce, non sai dove si trova.-
Non era vero. Sapevo perfettamente dove si trovasse, lo "percepivo".
Affrettai la mia corsa più che potevo, superato il giardino con la grande fontana mi buttai a capofitto verso l' entrata della Residenza, feci a due a due gli scalini che portavano alla camera dove ero stata ricoverata il primo giorno che ero arrivata lì e spalancai la porta di essa senza bussare.
-Xhon.- gridai felice.
Mi arrestai di colpo quando il sacerdote Lhao mi bloccò il petto.
Xhon era disteso sul letto, all'apparenza incoscente. Udii i passi della Sorella che mi raggiungeva e mi dispiacque che avesse il fiatone per colpa mia.
-Scusa Lhao, io.- si affrettò a dire.
Il Sacerdote la ignorò, concentrandosi su di me.
-E' fuori pericolo, ma fai piano, ha bisogno ancora di cure e riposo.-
Poi invito' la Sorella ad uscire con lui.
Quando udii chiudersi la porta alle mie spalle mi buttai a capofitto sul letto dove giaceva Xhon. Sussurrai il suo nome, mentre i miei occhi focalizzavano meglio le sue condizioni.
La pelle di viso e collo era raggrinzita, come se fosse stata bruciata in certi punti e rosea su altri. Forse, con qualche magia, il Sacerdote stava cercando di farla guarire.
Gli occhi erano chiusi, l'espressione serena mi fece commuovere. Ero contenta che fosse vivo. Ero contenta che fosse lì.
Spostai appena, appena il lenzuolo che gli copriva il corpo alla ricerca di un braccio.
Anche su di esso vi erano ferite simili a quelle del volto.
-Xhon.- sussurrai dolcemente ancora una volta, prendedo la sua mano nella mia.
Era calda, nonostante tutto. Me la portai alle labbra e la baciai, bagnandola di lacrime.
Il suo torace si mosse. -Xhon.- lo chiamai di nuovo, alzando di piu' la voce. Speravo mi sentisse e aprisse i suoi occhi scuri.
E lui li aprì, sospirando debolmente il mio nome. -Luce.-
Nello stesso istante in cui i nostri sguardi si incrociarono, la sua mano intrecciò la mia.
-Mi sei mancata un botto viaggiatrice dei miei stivali.-
Sorrisi, era sempre Xhon, quello che conoscevo.
-E tu mi hai fatta preoccupare un botto, Difensore dalle dubbie abilità.-
Di rimando mi sorrise, amai quella ritrovata spontaneità fra noi.
-So cosa ti è successo Xhon, ho visto tutto. Tuo fratello...- mi buttai a capofitto in quelle parole, ma lui interruppe subito il mio entusiasmo.
-Non azzardarti a chiamarlo così Luce.- E in quella frase colsi tutta la sua rabbia. Poi, forse per lo sforzo, tossì.
-Stai calmo, per favore, non volevo agitarti.- dissi stringendogli più forte la mano.
-Quindi, sai anche che adesso i Verdi hanno la tua capsula, vero?- chiese.
-Oh!- mi scostai da lui, portandomi una mano alla bocca.
Mi resi conto che non avevo attenzionato bene cio' che avevo visto durante la visione con la pietra Gumbia.
Mi ero soffermata soltanto su Xhon e sul fatto che fosse ferito.-
-Io.- dissi.- No, non ci avevo fatto caso, o meglio non credevo fosse la mia capsula.-
Mi giustificai, cercando di fare mente locale.
-L'avevo lasciata alla Residenza Gimbo, a tua madre, prima di ritornare nella casa del nonno.- osservai confusa.
-Mia madre l'ha data a me per custodirla, perchè non si fidava di nessuno. Neanche degli altri suoi due figli.-
Sputò saliva in gesto di stizza nel bicchiere che aveva sul comodino, poi tornò a guardarmi.
-Scusami, devo essere disgustoso ai tuoi occhi, ma i miei fratelli sono aberranti ai miei.- aggiunse.
-Non devi dire così Xhon, fanno sempre parte della tua famiglia. Ron risolverà tutto, so...-balbettai insicura- sono sicura che sarà già riuscito a farli ragionare.-
Mi guardò torvo.
-Mio padre? Non abbiamo neanche idea di dove sia Luce, abbiamo perso le sue tracce da molto tempo ormai.-
Mosse rabbioso la testa, come per cercare di scacciare via un doloroso pensiero.
-Potrebbe anche già essere morto, per quel che ne sappiamo.-
Mi fiondai ad abbracciarlo. -No che non lo è Xhon, non dire così.-
A quella distanza, così ridotta fra noi, non potei fare a meno di sentire un calore diffondersi per tutto il mio corpo.
-Mi chiedo se davvero risulto disgustoso adesso ai tuoi occhi.- disse puntando i suoi dentro i miei.
Indicò poi il suo viso. -Irkrem non è stato benevolo con me.-
-Xhon.- Gli accarezzai la guancia. A quel contatto lui chiuse gli occhi e una lacrima trasparente scese giù da essi.
Di fronte il suo dolore non riuscì a frenare un sentimento che ormai sapevo essersi insinuato in me.
Poggiai le mie labbra sulle sue.
Le trovai carnose e morbide, avvolgenti come il calore del fuoco in una giornata di neve.
Lui mi prese la testa, azzerando ogni distanza fra i nostri corpi e si abbandonò completamente.
* Eccoci cari lettori, spero di non essere risultata troppo mielosa in questo capitolo, ma si sa che quando si ha a che fare con un sentimento come l' amore è difficile farne a meno.
L' amore è bello così. <3
Voi cosa ne pensate? Avevate intuito che qualcosa del genere sarebbe accaduto?
E cosa vi aspettate dai prossimi capitoli?
Lasciate una stellina e un commento se potete e avete piacere.
Spero vi sia piaciuto quello che avete letto finora. Alla prossima! 💞 *
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