Capitolo Sette - Lown's Valley
(Chryseis)
«Potremmo andare insieme », suggerisce il nuovo ragazzo che ho conosciuto, affiancandomi mentre sto uscendo dal bar.
Papà è andato via da qualche minuto, in sella alla sua bicicletta, lasciandomi libera di godere a pieno di questo nuovo giorno di scuola.
Dopo aver visto il mio probabile compagno di classe non mi ha neanche raccomandato di sembrare normale: Dylan, alias Ciottolo, è un ragazzone alto dall'ampio sorriso, i capelli castani ricci e ribelli e l'aura di chi farebbe da scudo a uno sconosciuto con il proprio corpo.
«Potremmo, sì...»
«Ottimo! Puoi lasciare qui la bici, non la prenderà nessuno» dice Dylan, lanciando il suo grambiule ormai non più bianco all'interno del locale.
«Me lo prometti?» chiedo, con l'aria di chi sta chiaramente scherzando.
«Purtroppo sì. Allora Cris, di dove sei?» butta lì dopo che abbiamo attraversato la strada.
Gli edifici, alti e quasi tutti bianchi, si susseguono uno dopo l'altro come fogli fotocopiati e attaccati insieme.
«Chryseis!» lo correggo, fissando il semaforo rosso troppo lento per i miei gusti.
Qualche altro studente, vestito come noi, ci raggiunge quasi correndo e agita la mano verso me e Dylan.
«Non ci fare caso. È troppo presto perché si rendano conto che non ti conoscono o che io non conosco loro».
«E loro conoscono te?»
«Oh, io sono... frequento uno dei corsi alternativi più ambiti della scuola. Perché non posso chiamarti Cris?»
«Quindi sei una specie di super star del liceo?» domando ancora prima di rispondere alla sua domanda «Cris è solo per gli amici».
«E hai molti amici?»
«Moltissimi» mento, cercando di sorridergli.
«Oh... va bene, Chryseis. Comunque sì, possiamo dire che sono uno di quelli inarrivabili della scuola».
«Che lavora in una caffetteria?»
«Solo per aiutare mio nonno e poi non è il mio lavoro a farmi escludere dal club della Valley. Dovresti ringraziarmi, perché sto parlando con te, automaticamente allargherai la tua cerchia di amici».
«Passo. Preferisco cercare da sola i miei amici». dico, fermandomi improvvisamente quando mi accorgo che siamo arrivati.
«Citazione dritta dritta da Harry Potter?» chiede il mio accompagnatore, ma io lo ignoro, tanto sono impegnata a guardare il maestoso edificio che mi si para davanti: marmo bianco, che brilla al sole, colonne greche che sorreggono l'arco che compone l'ingresso è una coltre di nebbia fine, che nasconde la vera natura dell'edificio, simile a quello che vedo, ma di colore nero e meno rassicurante...
Sospiro, cercando di scacciare la mia immaginazione, cercando di ignorare la statua dell'angelo, o forse di Eros, che muove le sue ali lentamente sul tetto della scuola.
«Benvenuta alla Lown's Valley, Chryseis!».
L'ufficio di mia zia è una biblioteca, nel vero senso della parola: le pareti sono completamente ricoperte da scaffali e scaffali di libri provenienti da varie epoche, divisi di tanto in tanto da un mappamondo o una piccola statua, una scrivania di legno pregiato fa bella mostra di sé esattamente al centro della stanza, dietro di lei una poltrona di pelle color rosso rubino dall'aspetto comodo. Il pavimento, di marmo bianco come la facciata esterna, si ripete in maniera simmetrica fino ad arrivare al centro e confluire in una rosa dei venti di colore azzurro, sopra di esso un soffitto decorato con tante stelle dorate e un lampadario a goccia che scende e che colpito dalla luce, rende tutta la stanza quasi magica. Ci sono divanetti messi apparentemente a caso, quasi nascosti e accanto ad ognuno di loro, un tavolino di legno con sopra sontuosi vassoi d'argento.
A bocca aperta guardo tutto con aria estasiata, non ho mai visto qualcosa di così bello in vita mia.
«Stile classico, con un tocco personale» mi informa mia zia entrando nella stanza.
Stamattina è diversa da ieri sera e ancor più da ieri mattina. Indossa un tallieur nero, con sopra lo stemma della scuola, una luna color argento in opposizione a un sole dorato.
«Non potevate iscrivermi in una scuola normale?» chiedo, giocando con un bottone della divisa in maniera distratta.
«Potevamo, ma avevi un posto riservato in questa scuola da quando sei nata, per via del tuo nome».
«Chryseis? Pensavo fosse un misto tra crisi e pianto. Tipo crisi di pianto» blatero, seguendo con gli occhi la sua figura che si muove, un po' troppo nervosamente, per la stanza.
Mia zia alza gli occhi al cielo per poi rivolgerli di nuovo verso di me.
«Ascolta, sei già in ritardo per le lezioni e non ho tempo per spiegare, ma gradirei che tu ti fermassi qui dopo la scuola. Aspettami pure all'ingresso dell'edificio».
«"Gradirei" è un modo carino per dire che sono obbligata?»
«Esattamente! Adesso puoi andare, ho tante cose da sbrigare. Ricordati di avvisare mamma e papà» suggerisce facendomi l'occhiolino.
«Certo, con il mio telefono invisibile!»
«No, con quello che ti ho preso. Lo troverai nel tuo armadietto, il numero "7A". Password: 98073».
«Un telefono? Davvero? E mamma ha detto di sì?»
Mia zia annuisce e io le sorrido per la gratitudine.
«Benvenuta alla Lown's Valley!»
Angolo Autrice
Va bene, sono in ritardo, ma tecnicamente è ancora sabato! Settimana difficile, ma almeno ho scritto e il prossimo capitolo è già pronto! Volete aspettare sabato o lo pubblico quando capita? Cosa ne pensate di tutta la carne messa a cuocere?
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top