vi: you can pretend you don't care

(T/n) osservò con la bocca spalancata il corvino, sorpresa dalla freddezza con cui quest'ultimo si era rivolto a lei. Ridestandosi dallo stupore, riuscì ad assemblare una frase.

"Non vorrei disturbarla ma... saprebbe dirmi dove si trova la farmacia? Dovrebbe essercene una qui vicino e Aoi-san mi aveva chiesto di comprare delle erbe per Kochou-san, però non conosco bene le strade..." cercò di spiegare (T/n), per quanto invece avesse finito con il risultare confusa. 

Obanai sospirò. Nonostante la (c/c) non riuscisse a vedere il suo viso per intero, era sicura che anche al di sotto delle fasciature il volto del ragazzo esprimesse tutto il suo disappunto, lo stesso disappunto che appariva chiaramente nei suoi occhi dai colori differenti.

"Kochou ti sta già facendo lavorare?" chiese il corvino mantenendo la sua facciata composta, per quanto in realtà lo avesse lasciato perplesso il fatto che la ragazza stesse già svolgendo delle mansioni per le sorelle Kochou.

"No, Kochou-san è stata molto gentile, anche se sembra sempre molto arrabbiata!" si lasciò sfuggire (T/n) in merito a Shinobu "Mi dispiaceva non poter ricambiare la sua accoglienza, quindi volevo rendermi utile..." disse poi, senza che lo sguardo del cacciatore di demoni si allontanasse da lei.

"Capisco." replicò seccamente Obanai. Non aggiunse altro, benché (T/n) avrebbe voluto prolungare la conversazione.

"Ecco... quindi, saprebbe dirmi qual è la direzione per il negozio?" domandò incertamente la ragazza, messa in soggezione dallo sguardo costantemente accusatorio del corvino. Aveva quasi il timore che una sua qualsiasi mossa avrebbe potuto farlo innervosire e non era sicura di volerlo avere come nemico.

"Sì, ci sono stato in passato, so dove si trova..." 

(T/n) rimase ad osservalo in silenzio, in attesa che continuasse la frase.

"Posso accompagnarti."

Il tono di Obanai non esprimeva gentilezza eppure (T/n) non poté fare a meno che apprezzare la dimostrazione di interesse di quel ragazzo all'apparenza così inespressivo.

Vide il serpente intorno al collo del corvino contrarsi alle parole del cacciatore di demoni. Sembrava essere entusiasta. (T/n) si domandò come fosse possibile che non avesse notato prima la presenza della serpe, che non era mancata anche quella notte di pochi giorni prima. A causa delle circostanze le era sembrato un dettaglio irrilevante, eppure si era accorta di quanto fosse inusuale.

"E' un serpente quello?" chiese (T/n). Erano ormai in cammino da una ventina di minuti. Una ventina minuti trascorsi nel silenzio, se non per le voci degli abitanti del villaggio. (T/n) si era concentrata su quei suoni così allegri, piuttosto che sul suo taciturno compagno di viaggio.

"Mi sembra abbastanza evidente." rispose il corvino, continuando a camminare senza voltarsi.

"Ha un nome?"

"Kaburamaru."

(T/n) esitò prima porre un'ulteriore domanda. Non sapeva come avrebbe potuto reagire Obanai

"Posso accarezzarlo?"

Obanai si fermò, confuso a causa della richiesta della ragazza. Non gli era mai capitato che qualcuno gli chiedesse di poter accarezzare Kaburamaru. Non era quello che veniva considerato un animale domestico dalla maggior parte delle persone con cui aveva modo di interagire.

"Come, scusa?"

"Vorrei accarezzare Kaburamaru... se non gli dà fastidio." spiegò (T/n) imbarazzata.

Obanai rivolse lo sguardo verso il serpente, che sembrava aver compreso le parole della (c/c). Oltre a lui, Kaburamaru non aveva interagito con molti altri. Il corvino lo avrebbe definito quasi felice, benché non sapesse cosa potesse essere la felicità per un serpente.

"Immagino non sia un problema..." rispose Obanai, lasciando che Kaburamaru fosse libero di muoversi.

Il serpente sporse la testa in direzione della ragazza, facilitandole così il poterlo accarezzare.

(T/n) appoggiò delicatamente una mano sulla testolina bianca di Kaburamaru. La fece scorrere, nonostante il disgusto che in un primo momento le causò un brivido lungo la schiena. Il serpente sembrava gradire le attenzioni rivoltegli, con un sibilo di approvazione, come lo interpretò Obanai. Quest'ultimo osservava silenziosamente la mano della ragazza muoversi lentamente poco distante dal suo viso.

Era sorpreso. Estremamente sorpreso. Non si aspettava di rivederla così in presto, già in piedi, pronta a dare del suo meglio, nonostante tutto ciò che aveva subito nel corso di un'unica catastrofica notte. Lui non era stato in grado, anni prima, di superare l'esistenza dei demoni con così tanta superficialità. Invidiava quelle persone che riuscivano a proseguire.

"Che cosa hai intenzione di fare?" le domandò Obanai, cercando di apparire più cordiale rispetto al tono di voce adoperato fino a quel momento. 

(T/n) non distolse il suo sguardo da Kaburamaru. Non voleva incrociare gli occhi indagatori del cacciatore di demoni.

"A cosa si riferisce?"

"Rimarrai alla Villa delle Farfalle?" chiese Obanai. Sembrava già essersi spazientito, poté giudicare (T/n) dal fastidio presente nella sua voce.

"Penso che rimarrò con Kochou-san, anche se non ho ancora delle idee chiare rispetto a cosa fare... però..." (T/n) si fermò.

Obanai aveva sentito tante volte degli idioti affermare di voler combattere i demoni, benché non ne fossero in grado. Altrettante volte aveva sentito persone più ragionevoli soccombere alla paura causata dall'esistenza di quei mostri.

"Io... vorrei proteggere gli altri, come ha fatto lei con me, Iguro-san!"

Obanai si ritrasse alle parole della ragazza, con grande disappunto di Kaburamaru.

La mano di (T/n) rimase sospesa in aria, senza che lei la spostasse, intimorita dal cambio di umore del corvino.

"Sei stupida? Vuoi davvero morire così? Non avrebbe fatto alcuna differenza dal farti divorare dal quel demone!" 

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