v; what's stopping you?
Era passato qualche giorno dall'arrivo di (T/n) alla Villa delle Farfalle. Shinobu aveva notato con piacere quanto la sua ospite si stesse riprendendo velocemente.
Non avevano più parlato di ciò che avvenne la notte in cui Obanai l'aveva salvata. (T/n) non fece domande sul come Shinobu stessa fosse arrivata lì.
(T/n) non si era ancora completamente ristabilita, quindi in quei giorni si era per lo più limitata ad aiutare per quanto riguardava le faccende domestiche. Niente che fosse troppo impegnativo, le aveva ordinato Shinobu.
"Non capisco perché dovresti volerti unire al Corpo Ammazza-demoni!" esclamò Aoi Kanzaki, a cui (T/n) era stata affidata, con aria infastidita e confusa.
Gli occhi azzurri di Aoi fissavano con sguardo inquisitore (T/n). Aveva superato l'esame finale senza fare assolutamente nulla, troppo intimorita per continuare il percorso e... quella ragazza non sembrava capire quanto gravoso potesse essere quel compito.
"Ad eccezione dei Pilastri, i più forti tra i cacciatori di demoni, sono in pochi quelli che riescono a sopravvivere dopo aver affrontato uno di quei mostri! Come pensi di potercela fare?" pronunciate quelle parole, Aoi le lanciò addosso uno dei lenzuoli che aveva appena ritirato.
(T/n) si tolse il telo dal viso. "Cosa ci rende diverse dai Pilastri, Kanzaki-san? Se sono così forti è perché si sono allenati molto, no? Significa che allenandoci allo stesso modo, potremo eguagliarli!"
"Sei proprio un'idiota!" commentò Aoi, portandosi una mano sulla fronte e scuotendo leggermente la testa "Ora pensa a piegare quel lenzuolo. Quando avremo finito, mi faresti il piacere di andare ad acquistare delle erbe? Kochou-san aveva scritto su un foglio ciò che le serviva, ne avrebbe bisogno prima del ritorno di sua sorella." spiegò Aoi, con un tono più calmo rispetto a quello usato poco prima.
"Va bene, anche se non conosco molto bene questa zona..."
"Non dovresti fare troppa fatica a trovare il negozio, è poco distante da cui, comunque ti darò tutte le indicazioni necessarie affinché tu non ti perda."
(T/n) annuì, per poi poggiare all'interno di una cesta il lenzuolo che le aveva gettato addosso poco prima Aoi.
Aoi era rigida. Severa. Eppure agli occhi di (T/n) era evidente quanto in realtà tenesse a coloro che la circondavano. Riconosceva nel suo sguardo un sentimento a lei famigliare.
Non erano forti. Non erano speciali come lo erano i Pilastri. Anonime. Non avevano altro se non un desiderio di sopravvivere. Volevano essere forti, ma qualcosa le fermava.
"Potresti ripetermi ancora una volta dove si trova il negozio?" domandò (T/n). Aoi guardò la (c/c) con aria perplessa. Dopo aver terminato di piegare i var abiti e coperte, la corvina si era dedicata ad illustrarle quale fosse la strada più veloce per raggiungere il locale in cui Shinobu era solita acquistare erbe medicinali. Glielo aveva ripetuto ormai tre volte, ma (T/n) non sembrava realmente ricordarsi le indicazioni.
"Mi chiedo se sia realmente una buona idea mandarti da sola..." commentò Aoi, preoccupata riguardo quale sarebbe stato l'esito del viaggio di (T/n), sempre se fosse stata in grado di raggiungere il negozio.
"Questa volta ho capito! Te lo posso assicurare!"
Aoi annuì, poco convinta.
Kaburamaru sibilò con insistenza. Obanai dovette fermarsi nel momento in cui la presa del serpente intorno al suo collo iniziò a farsi troppo stretta.
"Cosa succede?" sussurrò il cacciatore di demoni, nonostante sapesse che il suo amico non avrebbe potuto fornirgli una risposta a parole.
Il serpente allentò la presa. Si era mosso leggermente. Con la testa cercava di indicare al suo proprietario una figura poco distante da loro.
Obanai si chiese per quale motivo, benché fossero passati soltanto pochi giorni, Shinobu avesse lasciato alla (c/c) la libertà di lasciare la Villa delle Farfalle. Considerava quasi allarmante la disattenzione della sorella minore del Pilastro dei Fiori.
Il corvino era indeciso sul da farsi. Avrebbe voluto negarlo, ma il reale motivo per cui si trovava così vicino all'abitazione delle sorelle Kochou era accertarsi della salute della ragazza che aveva soccorso poco tempo prima. Sembrava stare bene. Ora che aveva visto, poteva fare ritorno a casa?
Obanai si era voltato, prima che la (c/c) potesse riconoscerlo, eppure non era passato inosservato. Non che si aspettasse il contrario. Non erano in molti a circolare con un serpente intorno al collo.
"Iguro-san!" (T/n) chiamò il giovane senza riflettere. Era stato istintivo. Non aveva alcun motivo per fermarlo, se non per il piacere di intrattenere una conversazione con lui.
Obanai si era fermato al rumore dei passi frettolosi della ragazza che lo raggiungevano.
"Buongiorno, Iguro-san, sono felice di vederla!" esclamò la (c/c), sinceramente.
Obanai mascherò a fatica la sua sorpresa. Non riusciva a capacitarsi dell'accoglienza con cui la (c/c) gli aveva rivolto la parola.
"Tu sei...?"
(T/n) spalancò gli occhi, sorpresa. Non gli aveva detto il proprio nome.
"Sono (T/n)! (T/n) (T/c), ma va bene anche solo (T/n)." specificò velocemente la (c/c), a disagio. Obanai Iguro non lasciava trasparire nessuna emozione se non un evidente fastidio. (T/n) si trovava in difficoltà di fronte al suo sguardo.
"Ecco, io... volevo ringraziarla, di nuovo, per avermi salvata. Se c'è qualcosa che posso fare per sdebitarmi..."
"Non è necessario nulla. Tornatene a casa."
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