011, vacanze invernali

LOVE STORY / GILMORE GIRLS
written by jo . . . @rosepetalscore
━━ capitolo undici ━━

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⠀⠀ ⠀⠀𝑰l sole invernale filtrava dalle finestre della stanza di Juliet, illuminando debolmente le pareti. Si svegliò lentamente, stiracchiandosi sotto le coperte calde, mentre fuori il mondo era silenzioso, ricoperto da uno strato di neve fresca.

Natale era la sua festività preferita, e anche se quest'anno lo stava trascorrendo lontana da casa, la sua nuova realtà a Stars Hollow non le dispiaceva neanche un po'.

Aveva programmato una giornata tranquilla: aprire i regali con Rory, Elise e Lane, mangiare pancakes al locale di Luke e magari fare una passeggiata sotto le luci della piazza.

Dopo essersi sistemata e aver infilato un paio di stivali, scese le scale con un sorriso che cresceva al pensiero della magia del giorno, ma appena raggiunse il piano terra, il sorriso si congelò sul suo volto.

Sua madre, Liz, era lì. Seduta a uno dei tavoli, intenta a parlare con Luke, con una tazza fumante tra le mani. Juliet si fermò sulla soglia, il cuore le batteva più forte. Non la vedeva da quando era partita, si erano date soltanto un addio frettoloso e pieno di tensioni che ancora faticava a elaborare. Da allora, le loro conversazioni erano state rare, solo qualche telefonata che sembrava più un obbligo che un reale desiderio di sentirsi.

E ora era lì, davanti a lei, come se nulla fosse.

Liz alzò lo sguardo, incrociando gli occhi di sua figlia. Il suo sorriso era lieve, quasi colpevole, ma c'era anche una scintilla di affetto. «Buon Natale, tesoro», disse con un tono che voleva sembrare leggero.

Juliet rimase ferma per un momento, combattuta. Aveva sempre immaginato che rivederla sarebbe stato strano, ma non si era preparata al misto di emozioni che provava ora. Non riusciva a capire se fosse felice di vederla o se avesse preferito che fosse rimasta dov'era.

«Buon Natale anche a te», rispose infine, cercando di mantenere un tono neutro, mentre si spostava verso il bancone, evitando di fissarla troppo a lungo.

Luke, che stava in piedi accanto a loro, sembrava altrettanto a disagio. Si strofinò il collo con una mano e lanciò uno sguardo a sua nipote, come per assicurarsi che fosse tutto sotto controllo. «Vado a prepararti del caffè», cercò una scusa per allontanarsi e lasciarle da sole.

Prima che Juliet potesse dire qualcosa, i passi di Jess che scendeva le scale interruppero l'atmosfera già tesa. Il ragazzo si fermò, guardando la scena davanti a lui con lo stesso sguardo sorpreso di sua sorella. Lui, a differenza sua, aveva sempre ignorato le chiamate della donna, non aveva intenzione di ascoltarla o darle l'opportunità di spiegarsi dopo quello che era successo, perché, anche se non lo dava a vedere, ci stava molto più male di quanto avrebbe mai ammesso.

«Mamma?», disse con tono incredulo.

Liz si girò verso di lui, con un sorriso incerto, alzando la mano in un saluto quasi timido. «Ciao, Jess. Buon Natale»

Senza dire nulla, come a cercare un appoggio, lanciò un'occhiata a Juliet, che scrollò leggermente le spalle, un gesto quasi impercettibile, poi abbassò lo sguardo sulla tazza che Luke aveva appena posto davanti a lei.

«Pensavo che fosse il momento di farmi vedere. È Natale, dopo tutto», cercò di alleviare la tensione, alternando lo sguardo tra i suoi due ragazzi.

Il maggiore emise un breve sospiro sarcastico, scuotendo la testa. «Fantastico. Che spirito Natalizio»

Luke, osservando la tensione crescere, intervenne con un tono fermo e calmo. «Non è il momento giusto per litigare. È un giorno di festa, cerchiamo di mantenere la pace almeno per oggi», provò a calmare gli animi.

Dopo un momento di silenzio carico, Jess si spostò verso il retro del bancone, per servirsi da solo una tazza di caffè prendendo in mano la brocca. «Certo, comportiamoci come se nulla fosse», disse, senza guardare nessuno.

Entrambi non sapevano esattamente come gestire la situazione, ma una cosa era chiara: quelle vacanze sarebbero state molto più complicate del previsto.

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⠀⠀ ⠀⠀«Non ci posso credere!», esclamò frustrata Juliet parlando con Rory ed Elise, mentre cercavano in uno scatolone delle decorazioni.

Stavano aiutando a sistemare il presepe per il teatrino che si sarebbe tenuto a Stars Hollow quella sera per festeggiare. Tutti intorno a loro stavano aggiustando per bene i loro costumi e riprovando le loro scene.

«Non mi aspettavo di vederla qui, non sapevo nemmeno cosa dire, mi sembrava di guardare una sconosciuta», scosse la testa.

Rory non rispose subito, ma si sedette accanto a lei, guardando il piccolo angelo che stavano creando, cercando di leggere ogni sfumatura nelle sue parole. Nel frattempo Elise, che stava preparando una ghirlanda, parlò: «Non dev'essere facile», disse con il suo tono tranquillo. «Ma forse anche per tua madre è complicato»

Lei alzò lo sguardo, un po' sorpresa. Non aveva pensato a Liz sotto quel punto di vista. In effetti, non era sembrata particolarmente a suo agio con il ruolo che aveva assunto nella sua vita, né con la separazione che le aveva allontanate così a lungo.

«Non so», disse, tirando un respiro profondo. «Ha deciso di comparire come se niente fosse mai successo, come se tutto fosse risolto solo perché è Natale», spiegò.

La Gilmore la guardò con occhi comprensivi. «Probabilmente agisce così perché non sa come affrontare davvero la situazione»

Juliet annuì, ma non sembrava del tutto convinta. In quel momento, la sua mente tornò ai giorni precedenti, a quando si era trasferita a Stars Hollow e cercava di ricominciare. Eppure ora, con la presenza di sua madre in città, quelle ferite mai guarite sembravano riemergere più forti che mai, ma decise comunque di smettere di pensarci, era con le sue amiche, poteva staccare la mente per un po'.

Improvvisamente, tirò fuori dallo scatolone un bambolotto di plastica, notando un piccolo dettaglio che la fece fermare. «Taylor, a Gesù Bambino manca il braccio destro», attirò l'attenzione dell'organizzatore del teatrino, informandolo.

«Oh, porca miseriaccia», esclamò scocciato, dopo aver osservato l'oggetto per qualche secondo. «Okay, ascoltatemi, il braccio destro è nuovamente sparito! Ripeto, il braccio destro è sparito!», si rivolse a tutti i presenti della stanza, alzando la statuina in alto in modo tale che tutti potessero vederla, come se fosse un'emergenza nazionale.

Elise si mise a ridere guardandolo, divertita da quella scena. «Non potremmo semplicemente comprare un altro Gesù Bambino? Questo è davvero brutto», affermò senza troppo giri di parole.

Taylor si girò verso di lei, guardandola come se lo avesse colpito in pieno petto. La sua espressione si fece immediatamente seria. «Questo è stato il Gesù Bambino di tutte le rappresentazioni natalizie dal 1965. Tu eri qui nel 1965?», le chiese.

«No, Taylor», rispose. «Non ero ancora nata, ma a questo punto mi sembra che quel bambolotto abbia visto giorni migliori», lo osservò, scettica.

Lui però, non sembrava intenzionato a cedere. Continuò a fissarla, con lo stesso sguardo teatrale di chi sta difendendo un patrimonio storico. «Vedi, Elise, questo Gesù Bambino ha una storia. Non è solo plastica, è una reliquia, e le reliquie non si sostituiscono così facilmente»

«D'accordo, scusa!», cercò di mettere fine a quella conversazione, continuando a mantenere un tono ironico a causa dell'esagerazione dell'uomo. «Cavolo, Taylor, non pensavo che l'avresti presa così sul personale», lo prese in giro, e lui si limitò a lanciarle un'occhiataccia prima di voltarsi.

Juliet scoppiò a ridere, incapace di trattenersi. «Elise, credo che ti odierà a vita, non dovevi toccargli il suo Gesù Bambino del 1965», scherzò.

«Che dici! È evidente che mi trova simpatica», replicò sarcastica. «Come dargli torto»

Poi entrambe si ricomposero, tornando a rovistare nello scatolone, avevano ancora molto lavoro da fare, però non rinunciarono a parlare tra di loro nel frattempo.

«Avete già visto chi interpreterà Maria e Giuseppe quest'anno?», domandò Rory, cambiando argomento.

Juliet scosse la testa, ma le sue labbra si incurvarono in un sorriso di complicità. «Non ancora. Chi sono?»

Si sporse verso le altre due ragazze, come per confidare un segreto. «Kirk e Lulu», annunciò.

La Mariano ed Elise si guardarono per un istante, scoppiando a ridere all'unisono una seconda volta. «Povera Lulu», sospirò quest'ultima. «Riuscite a immaginare quanto sarà eccentrico il suo Giuseppe?»

«Scommetto che farà un'interpretazione da Oscar», aggiunse l'altra, mentre avvolgeva un ultimo pezzo della ghirlanda, mettendosi comoda sul pavimento.

«Scusate ragazze, torno subito», disse la Gilmore da un momento all'altro, alzandosi da terra quando vide qualcuno fare la sua entrata dalla porta del teatro.

Le altre due si girarono nella sua direzione, seguendola con lo sguardo, e Juliet si irrigidì all'istante osservando Dean. Non poteva fare a meno di sentirsi a disagio ogni volta che lui era nei paraggi.

Notandolo, la Robertson assunse un espressione confusa, alzando un sopracciglio. «Va tutto bene?», si preoccupò.

Distolse lo sguardo dal ragazzo, cercando di mascherare la tristezza con un sorriso forzato. «Sì, perché non dovrebbe?», rispose rapidamente, tornando a lavorare.

La sua amica, però, non convinta, incrociò le braccia osservandola agitare le mani tra decorazioni e nastri, chiaramente troppo concentrata per essere naturale. «Se lo chiedi a me, non sembri proprio rilassata. Ogni volta che quel ragazzo entra in una stanza, sembri improvvisamente un riccio che si chiude nel suo guscio. Sai, se i ricci avessero i gusci»

Juliet si voltò, stringendo gli occhi. «È un porcospino quello che intendi», la corresse.

«Non ha importanza», scrollò le spalle. «Il punto è che ti comporti in modo strano ogni volta che lui è nei paraggi. Ammettilo, ti piace»

«Assolutamente no!», mentì, con un tono meno convincente di quanto avrebbe voluto. «Non è così, e poi è il ragazzo di Rory»

Elise si piegò leggermente verso di lei. «Il cuore non si comanda, Juliet»

Dopo aver ascoltato quelle parole, la ragazza in questione spostò la sua attenzione su qualcun altro, perché, con sua grande sorpresa, vide l'ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere quel giorno oltre a sua madre: Tristan Dugray, con il suo solito atteggiamento spavaldo, e accanto a lui c'erano i suoi nonni, impeccabili nei loro cappotti invernali.

«Oh no», mormorò, quasi senza volerlo.

L'altra ragazza seguì il suo sguardo e lasciò scivolare un sorriso malizioso. «E guarda chi c'è. Il tuo principe azzurro»

«Non iniziare», ribatté, ma il battito accelerato del suo cuore le fece capire che la situazione stava per peggiorare. Tristan si era già accorto di lei.

Con una disinvoltura che le dava sui nervi, lui si congedò rapidamente dai suoi parenti e attraversò la stanza come se fosse padrone del luogo. Quando raggiunse la ragazza, il suo sorriso si allargò.

«Ciao, Mary», la salutò con quel tono casuale che sembrava fatto apposta per provocarla. «Non pensavo che ti interessassero le attività natalizie di gruppo»

«E io non pensavo avessero aggiunto un ruolo per interpretare il Grinch, quest'anno», ribatté, cercando di non mostrare quanto fosse stupita dalla sua presenza.

Tristan sorrise, divertito dal suo tono tagliente. «Touché. Almeno sarei la star della serata»

«Peccato che qui nessuno abbia chiesto il tuo spettacolo», incrociò le braccia, inclinando leggermente la testa.

Elise, che osservava la scena con crescente divertimento, non riuscì a trattenersi. «Ragazzi, siete fantastici, potreste fare un duo comico e salvare questo teatro dalla monotonia»

«Juliet ed io siamo già una squadra perfetta, non è così?», rispose, con una strizzata d'occhio.

Lei roteò gli occhi, prima di porgli la domanda di cui aveva bisogno di sapere la risposta. «Davvero, Tristan, perché sei qui?»

«I miei nonni avevano bisogno di parlare con quelli di Rory», rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

«E tu li hai seguiti? Non sapevano arrivarci senza di te?», sollevò un sopracciglio, scettica.

Lui alzò le spalle, appoggiandosi con nonchalance a una delle sedie vicine. «Pensavo che fosse un occasione interessante per fare un giro a Stars Hollow. Sai, vivere un po' il folklore locale»

«Folklore locale», ripeté, con un tono carico di sarcasmo. «Giusto, perché niente è più interessante di un presepe mutilato e decorazioni polverose»

Tristan ridacchiò, scuotendo la testa. «Oh, Mary, ti sottovaluti. Sei tu il vero folklore locale»

Juliet sentì le guance scaldarsi leggermente, ma non era sicura se fosse per l'irritazione o qualcos'altro. «Senti, se sei qui solo per prendermi in giro, ci sono un sacco di altre persone che puoi infastidire»

«Ma io ho scelto te, e ammettilo, un po' ti diverto», si avvicinò al suo volto, mentre entrambi si dimenticarono della presenza di Elise, che stava assistendo alla loro conversazione come se fosse una telenovela.

La ragazza si fermò un istante, stringendo una ghirlanda tra le mani, per poi tornare al lavoro senza rispondere.

Il biondo assunse un sorriso trionfante. «Lo prendo come un sì»

Juliet sbuffò. «Prendilo come vuoi, purché tu smetta di darmi fastidio»

«Mai», rispose lui, allontanandosi di un passo ma senza smettere di guardarla. «È troppo divertente vedere quanto riesci a essere adorabilmente irritata»

Lei lo fulminò con lo sguardo, mentre cercava di tornare a concentrarsi sulle luci, dato che quella conversazione stava iniziando a metterla a disagio, quando una voce autoritaria risuonò dal fondo del teatro. Si girò verso l'entrata e vide i nonni di Tristan che lo aspettavano, con un'espressione che non lasciava spazio a obiezioni.

Sospirò, infilando le mani delle tasche. «Ecco il richiamo della famiglia», commentò, per poi voltarsi verso la ragazza. «Sembra che il mio spettacolo sia finito per sta sera»

«Finalmente un po' di pace», tirò un sospiro di sollievo, mostrandogli un falso sorriso.

Rise piano, scuotendo la testa. «Non ti mancherò nemmeno un po'? Neanche durante le feste? Passeremo un lungo periodo lontani»

Alzò gli occhi al cielo, ma non riuscì a nascondere un accenno di sorriso. «Dubito. Ma ti auguro un buon Natale, così magari ti senti in colpa a infastidirmi tutto l'anno»

Lui si fermò per un attimo e il suo sorriso si fece più sincero. «Buon Natale, Mary. Cerca di non annoiarti troppo senza di me»

Juliet lo fissò, incerta se rispondere o meno, ma prima che potesse dire qualcosa, Tristan si voltò e si diresse verso l'uscita. Mentre lo guardava via, con il suo solito passo rilassato e sicuro di sé, si accorse di avere un leggero nodo allo stomaco.

Tornò a sistemare le luci, ma non riuscì a ignorare il fatto che la sua giornata sembrava stranamente più vuota senza Tristan Dugray nei paraggi.

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notes
E senza neanche accorgermene siamo giunti alla fine di questo primo atto!
Non so con che coincidenza sono riuscita a pubblicare questo capitolo giusto durante le vacanze di Natale.
Buone feste a tutti, ci vediamo per la seconda parte di questa storia.

A presto, Jo

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