010, regalo di natale

LOVE STORY / GILMORE GIRLS
written by jo . . . @rosepetalscore
━━ capitolo dieci ━━

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⠀⠀ ⠀⠀𝑰l freddo di dicembre avvolgeva Stars Hallow, mentre la cittadina si preparava a festeggiare il Natale.

Le strade erano piene di decorazioni festive, tra fili di luci multicolore pendenti dai lampioni, alberi di Natale splendidamente addobbati davanti alle case e ghirlande colorate. Un'atmosfera calda e festosa sembrava avvolgere ogni angolo della città, mentre i residenti si affaccendavano per gli ultimi preparativi.

Juliet camminava lentamente godendosi l'aria natalizia che aveva preso il sopravvento quel giorno, persino tutti i negozi avevano un vischio appeso sopra la porta e dei fiocchi di neve finti appiccicati sui vetri.

Davanti a lei, il gazebo bianco emergeva tra gli alberi, era lì che avrebbe incontrato Rory, uno dei loro luoghi preferiti per sedersi a parlare del più e del meno.

Si avvicinò sentendo il suono delle sue scarpe che scricchiolavano lievemente sul marciapiede coperto di foglie secche, un sorriso involontario le sfiorò le labbra mentre vedeva la figura familiare della sua amica che l'aspettava seduta sulla panchina con due tazze di caffè in mano e, non appena notò Juliet, gliene porse una che accettò subito.

«Grazie», si sedette accanto a lei, stringendo la tazza calda tra le mani per riscaldarsi.

«Non c'è di che», annuì, prendendone un sorso prima di parlare. «Sono felice che tu sia qui, non sai che atmosfera pesante c'è a casa mia»

«Tutta colpa della notte passata fuori casa con Dean, vero?», tirò a indovinare.

La Gilmore aveva lasciato il ballo della scuola con il suo ragazzo molto prima degli altri, ma non aveva più fatto ritorno a casa, poiché si era addormentata con lui mentre leggevano un libro, e Lorelai non l'aveva presa molto bene. Juliet non voleva entrare nei dettagli, né rimanere troppo a lungo su quell'argomento, sapeva però che Rory aveva bisogno di sfogarsi, perciò l'avrebbe ascoltata in ogni caso.

«È incredibile, filava tutto liscio, ora praticamente non parlo con mia madre, mia madre non parla con mia nonna e Dean sembra l'unico responsabile», descrisse la sua situazione.

«Lui come l'ha presa?», chiese l'amica curiosa.

«Non lo so, non gli parlo da quella volta», ammise abbassando lo sguardo.

«Cioè da quattro giorni?», Juliet la guardò incredula, non riusciva a credere che lo stesse evitando da così tanto tempo.

Lei si limitò ad annuire, per poi cercare di distogliere l'attenzione dal suo dispiacere, era evidente che non volesse più pensarci. «Adesso, se non ti dispiace, parliamo d'altro. Non ti ho più chiesto com'è andata la tua serata con Tristan»

Juliet la guardò per un momento, un po' sorpresa dal cambio di argomento, ma poi prese a parlare. «Tristan...», guardò altrove, cercando di capire cosa dire. «Al ballo è stato diverso, però continuo a non capire se posso fidarmi di lui o no»

Rory l'ascoltava attentamente, con lo sguardo curioso ma anche un po' preoccupato. «Pensi che stia cercando di impressionarti?»

Rifletté un istante. «Forse. O forse è solo che non so più cosa pensare. Lui è davvero complicato. A volte sembra sincero, altre volte sembra solo fare il gioco del ragazzo affascinante, non riesco a capirlo», rispose sinceramente.

«Lascia che le cose si rivelino da sole, non sempre bisogna avere tutte le risposte subito», la guardò con un sorriso sincero.

«Già, hai ragione», sospirò, rilassando le spalle.

Da quel momento, entrambe rimasero in silenzio, ognuna persa nei propri pensieri. Contemplavano alcune persone passare per strada con dei regali tra le mani e altre intente ad aggiungere ancora più decorazioni di vario tipo, mentre la prima neve dell'anno cominciò a scendere lenta e silenziosa, coprendo ogni cosa con un manto bianco.

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⠀⠀ ⠀⠀«Emily Dickinson scriveva in maniera convincente della passione e del mondo nonostante vivesse praticamente come una reclusa», queste furono le ultime parole del professor Medina prima del suono della campanella, che segnò la fine della lezione.

Juliet non riusciva più a guardarlo nello stesso modo da quando aveva scoperto grazie a Rory che lui e Lorelai stavano uscendo insieme. Non che fosse una cattiva persona, ma le faceva strano tutto ciò, non voleva neanche immaginare come si sentisse la sua amica in quella situazione.

Sospirando, raccolse i suoi libri alzandosi dalla sedia, quando una voce familiare la fece voltare.

«Mary», la richiamò Tristan, con il suo solito sorriso smagliante mentre si avvicinava al suo banco. «Che ne dici di fare una pausa e uscire da questo posto?», propose.

Lei lo guardò con un'espressione mista tra diffidenza e curiosità. Non avevano ancora avuto modo di parlarsi dopo il ballo.

«Seriamente, tu e io, insieme?», rispose cercando di mantenere un tono di sarcasmo, ma senza troppo impegno.

Il biondo si appoggiò sul banco, avvicinandosi al suo volto. «Certo, perché no? Mi sembra che tu abbia bisogno di una pausa, e io sono piuttosto bravo a trovare ottimi motivi per allontanarsi dalle lezioni»

«Passo, grazie», prese in mano le ultime cose in fretta prima di allontanarsi dalla classe. «Non salterò scuola con te»

«Non essere così noiosa», disse, con un tono quasi divertito. «Non puoi dirmi che non ti piacerebbe un po' di tempo lontano da tutto questo. Fammelo come regalo di Natale in anticipo», la guardò prosperoso.

«Scordatelo», rispose secca, facendosi strada verso il suo armadietto.

Lui la seguì, mantenendo una distanza di qualche passo. «Se cambi idea io sono qua»

Juliet si fermò, lanciandogli uno sguardo di sfida. «Non succederà, ma apprezzo il pensiero», disse ironicamente, per poi far scivolare il lucchetto con una mossa fluida. Non aveva intenzione di cedere, non con lui.

Tristan si appoggiò con le spalle al muro, senza distogliere lo sguardo da lei, e sollevò le mani in segno di resa. «Mai dire mai»

Chiuse l'armadietto con un colpo deciso, prima di girarsi a guardarlo. «Forse la prossima volta sarai più convincente», disse, allontanandosi verso Rory, lasciandosi il ragazzo dietro.

Preferiva affrontare la noia delle lezioni o il silenzio di Stars Hollow che rischiare di rimanere ferita. Tristan Dugray era tutto ciò che lei odiava in un ragazzo: arrogante, troppo sicuro di sé e con un ego che avrebbe potuto occupare un'intera stanza. Eppure, c'era qualcosa in lui che la spiazzava ogni volta, ma non sarebbe stata l'ennesima ragazza a cedere al suo fascino solo per poi essere dimenticata il giorno dopo.

«Allora, che voleva Tristan questa volta?», chiese Rory, che la stava aspettando con un libro tra le mani, ma non appena vide la sua amica alzò lo sguardo con curiosità.

«Niente di nuovo», rispose sospirando, appoggiandosi con la spalla sinistra al muro. «Solite battutine, soliti tentativi di convincermi a fare qualcosa di stupido. Vuole che salti lezione con lui», arricciò il naso.

Rory sollevò un sopracciglio e chiuse il libro. «E tu cos'hai risposto?»

«Cosa credi che gli abbia risposto? Gli ho detto di no, ovviamente»

«Ovviamente», ripeté con un accenno di sorriso. «Sai, non l'ho mai visto insistere così tanto», le rivelò, facendole inclinare la testa di lato.

«Che intendi dire con questo?»

Si strinse nelle spalle prima di continuare. «Solo che... Lui non è esattamente noto per la sua pazienza. Di solito, quando una ragazza lo rifiuta, passa alla prossima senza pensarci due volte, ma con te è diverso», spiegò. «Non hai mai pensato che potrebbe fare sul serio?»

«No?», negò, facendo suonare le sue parole con un tono interrogativo e sgranò leggermente gli occhi, come se la domanda l'avesse colta alla sprovvista. «È Tristan. Non è capace di fare sul serio»

«Sarà», sorrise, non insistendo troppo su quell'argomento, mentre iniziò a camminare verso l'aula dove avrebbero tenuto la loro ultima lezione della giornata.

«D'accordo, basta parlare di lui. Non gli daremo tutta l'attenzione che vuole anche ora», scosse la testa seguendola a ruota.

«Come vuoi tu», Rory rise sottovoce, ma lasciò perdere. «Caffè da Luke dopo scuola?», deviò il discorso.

«Non c'è neanche bisogno di chiederlo», la assecondò, affiancandola.

Le due ragazze si diressero a passo svelto lungo il corridoio della scuola, non vedendo l'ora di tornare a casa per concludere un'altra settimana prima delle vacanze invernali.

«Hai finito il saggio per la lezione di storia?», chiese la Gilmore, rompendo il silenzio.

Juliet alzò gli occhi al cielo. «Non me lo ricordare. Mi mancano ancora due paragrafi, ma ieri Elise mi ha costretta a guardare uno dei suoi film preferiti, quindi... addio concentrazione»

Rory fece un piccolo sorriso, cogliendo l'occasione per fare una domanda che le ronzava in testa. «Lei e Jess stanno ancora assieme?»

«A modo loro», la informò, con un'alzata di spalle. «Come mai me lo chiedi?»

«Per sapere», rispose con indifferenza, cercando di non sembrare troppo coinvolta.

Juliet la guardò con occhi leggermente socchiusi, come se cercasse di decifrare quel tono apparentemente casuale, ma la sua amica accelerò leggermente il passo quando passarono vicino a Paris, Madeline e Louise, che stavano discutendo animatamente davanti alla classe. La Mariano notò il cambio di atteggiamento e alzò un sopracciglio.

«Problemi in paradiso?», chiese, abbassando la voce per non farsi sentire dagli altri studenti.

Sospirò rumorosamente. «È solo che... è dalla prima lezione che continuano a farsi idee sul tipo di donna con cui il professor Medina potrebbe uscire. Non voglio che scoprano di lui e di mia madre, è già abbastanza complicato così»

«Prima di tutto, respira», le mise una mano sulla spalla, provando a tranquillizzarla. «Non c'è motivo di preoccuparsi. Quale sarebbe il loro indizio, esattamente?»

«Paris è Paris», mormorò, mordendosi il labbro cercando di mantenere la calma. «Se anche solo sospetta qualcosa, non si fermerà finché non avrà delle risposte. Non voglio darle un'altra scusa per farmi il terzo grado»

«Non penso proprio che Paris sospetti qualcosa. Più probabilmente starà complottando per diventare presidente degli Stati Uniti entro la fine dell'anno scolastico», cercò di alleggerire la tensione.

Rory scoppiò a ridere, e insieme ripresero a camminare entrando dentro la classe. Anche se i pensieri su Tristan e il professor Medina erano ancora lì, almeno per un momento sembravano meno pesanti.

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notes
Finalmente sono riuscita a farmi venire un'idea per questo capitolo. Ho seguito molto poco la trama dell'episodio perciò mi ha richiesto più tempo.

A presto, Jo

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