009, il ballo della scuola
LOVE STORY / GILMORE GIRLS
written by jo . . . @rosepetalscore
━━ capitolo nove ━━
━━━━━━━━━━━━━━━━━━
⠀⠀ ⠀⠀Juliet si trovava davanti allo specchio del bagno a osservare attentamente il suo riflesso. Teneva saldamente il pennello del blush tra le dita e le sue ciocche di capelli le cadevano morbide sulle spalle scoperte.
Era la sera del ballo della Chilton, e per quanto odiasse l'idea di essere accompagnata da Tristan Dugray, l'adrenalina di partecipare a quell'evento non poteva essere ignorata.
Indossava un abito celeste che adorava, semplice ma elegante e aveva optato per un trucco leggero come piaceva a lei, voleva apparire perfetta ma senza esagerare.
Tristan o no, Juliet sapeva che quella era un'esperienza che non voleva perdersi, avrebbe ballato, riso e passato la serata in compagnia di Rory, e anche se il ragazzo sarebbe stato lì, a fare il suo solito numero da principe viziato, si era promessa di non lasciare che questo le rovinasse l'esperienza.
Fece un respiro profondo, controllandosi per l'ultima volta allo specchio, sistemò velocemente le pieghe del vestito e cominciò a scendere le scale, per ritrovarsi all'interno del locale di Luke.
Jess ed Elise erano lì, a parlare tra di loro, una seduta sullo sgabello e l'altro dietro al bancone. Appena li vide la ragazza li raggiunse senza esitare, dato che il suo accompagnatore non era ancora arrivato.
«Ciao!», li salutò con un sorriso mentre andò a sedersi affianco alla Robertson.
Quest'ultima alzò lo sguardo ricambiando il sorriso. «Eccoti qui! Credevamo fossi già partita con il tuo principe azzurro»
Fece una smorfia, ridendo. «Credo che dovrò aspettare ancora un po'. E di principe non ha proprio niente», commentò.
«Allora, perché vai con lui?», domandò Elise, curiosa, alzando un sopracciglio.
«Perché volevo andare al ballo e Jess non voleva accompagnarmi», sospirò, alzando le spalle.
Jess, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, sollevò lo sguardo con un'espressione annoiata. «Scherzi? Sai che odio queste cose. Nemmeno se mi avessero pagato», disse sincero.
«Ecco, appunto», rispose sua sorella, lanciandogli un'occhiataccia.
«Ma Jess è davvero inutile», lo punzecchiò la sua amica scuotendo la testa.
«Meglio inutile che costretto ad andare a un ballo di scuola», ribatté indifferente.
Il ronzio del motore di un'auto le fece alzare lo sguardo verso la porta e, per un attimo, il suo cuore le martello nel petto. Tristan era arrivato.
Un secondo dopo la sua figura apparve sulla soglia. Con il suo volto sicuro e il completo perfetto, sembrava incarnare il tipico ragazzo dell'alta società, impeccabile in ogni dettaglio. Si fermò a osservarla con un mezzo sorriso che Juliet trovava più irritante che affascinante.
Si alzò lentamente e salutò Elise e Jess, mentre cercava di mettere da parte l'antipatia che provava per quel ragazzo.
Non poteva credere che lo stesse facendo sul serio.
Quando salirono in auto l'atmosfera si fece subito tesa. Juliet guardava fuori dal finestrino osservando le luci della città che sfrecciavano veloci mentre Tristan si concentrava sulla strada.
«Finalmente ti sei decisa a uscire con me», fece notare il ragazzo, dopo vari minuti di silenzio.
«Solo perché non avevo intenzione di andare al ballo da sola», specificò, gelida.
Lui strinse le labbra in un mezzo sorriso, cercando di non lasciarsi scoraggiare. «Sai, Mary, potresti almeno far finta di essere felice di stare qui. Alla fine sei tu che hai accettato, non ti ho obbligata»
Juliet si voltò lentamente verso di lui, con le sopracciglia alzate in segno di sfida. «Non si tratta di essere felici o meno, è che so come sei fatto, non voglio far parte dei tuoi giochetti»
Non voleva che fraintendesse le cose solo perché aveva accettato di farsi accompagnare da lui, se avesse avuto altre opzioni, non ci avrebbe pensato due volte.
Il ragazzo sospirò, scuotendo la testa mentre girava un angolo. «Giochetti? Non sono qui per giocare. È questo il punto che continui a non capire», spiegò frustrato.
«Davvero?», rispose, con tono sarcastico, facendosi sfuggire una risata. «Perché a me sembra che tu sia esattamente quel tipo», affermò convinta.
Tristan strinse il volante, visibilmente irritato, ma si sforzò di mantenere la calma. «Se la pensi così, allora non hai mai provato a conoscermi per davvero», ribatté, con un tono più duro del previsto.
«E perché avrei dovuto? Mi hai dato parecchie ragioni per non farlo», lo guardò di traverso, sospettosa.
Prima di rispondere, rallentò l'auto e accostò lungo la strada, quando si accorse che erano giunti alla loro destinazione. Poi spense il motore voltandosi verso la ragazza, i suoi occhi erano pieni di frustrazione. «Perché tutto quello che pensi di sapere su di me non è la verità»
«Certo, come vuoi tu», rispose con tono piatto, lasciando intendere di non essere minimamente convinta. Sospirò e si girò a guardare l'ingresso della festa, le luci soffuse e la musica che arrivava ovattata dall'esterno. «Adesso entriamo, divertiamoci. È una festa, no?»
Senza aspettare una risposta, aprì la portiera e scese dall'auto, lasciando Tristan seduto per un attimo, con lo sguardo fisso sul volante, ma non appena si riprese dalla conversazione avuta poco prima la raggiunse a passo svelto.
Entrarono nella grande sala, e Juliet fu subito colpita dall'atmosfera elegante. Le pareti erano rivestite di pannelli in legno scuro e i lampadari di cristallo pendevano dal soffitto alto. Al centro della sala, le persone già si muovevano al ritmo della musica.
Fu proprio lì che li vide: Dean e Rory che ballavano insieme con naturalezza, spensierati. La Mariano sentì un piccolo colpo allo stomaco, incapace di distogliere lo sguardo. Non poteva fare a meno di pensare che Rory, avesse tutto quello che lei non avrebbe mai avuto.
Tristan, notando la sua espressione decise di parlarle, era a conoscenza di cosa turbava tanto Juliet, la osservava da tempo, aveva capito tutto. «Ballare è un ottimo modo per distrarsi», con un gesto teatrale, allungò la mano verso di lei, speranzoso.
Lei in un primo momento fissò la mano indecisa. Non avrebbe voluto accettare, e sapeva che non avrebbe dovuto farlo, ma aveva bisogno di distrarsi dai suoi pensieri, infondo, era solo un ballo.
Afferrò la sua mano e venne trascinata subito dopo nella pista. Iniziarono a ballare a ritmo della musica, una melodia lenta che si diffondeva nell'aria. Lui posizionò una mano sulla sua vita e l'altra sulla schiena e iniziarono a muoversi dolcemente, i passi lenti e fluidi creavano una danza quasi ipnotica.
«Vedi? Non è così male, no?», disse il biondo, divertito.
«Sì, ma non credere che mi sia convinta. Per me sei ancora un donnaiolo», rispose con un sorriso.
«Posso essere un donnaiolo ed essere autentico allo stesso tempo», ribatté, strizzando l'occhio.
Mentre ballavano, il mondo intorno a loro sembrava svanire. La musica li avvolgeva e Juliet si dimenticò delle sue insicurezze, lasciandosi trasportare dal momento.
Quando la canzone finì, entrambi rimasero fermi. La ragazza si sentì più leggera, come se avesse abbandonato il peso delle preoccupazioni.
«Grazie», mormorò, le aveva davvero fatto bene distrarsi un attimo, anche se non si sarebbe mai aspettata questo.
«Quando vuoi», alzò le spalle. «Vado a prendere qualcosa da bere», la informò, e quando lei annuì si allontanò dal centro della pista.
Lo osservò allontanarsi, notando la sua figura sicura che si dirigeva verso il bar. Si voltò verso la sala, godendosi l'atmosfera festosa, si sentì attratta dal clima di divertimento che la circondava, ma quel momento di pace non durò a lungo.
All'improvviso i suoi occhi si posarono su Paris e il suo accompagnatore, che si avvicinavano a lei con passo deciso, o meglio, Paris trascinava il suo accompagnatore con passo deciso. Aveva un espressione arrabbiata in volto, come sempre del resto, e Juliet non potè fare a meno di sperare che non si fermasse per parlarle, ma fu proprio quello che successe.
«Juliet, vedo che sei venuta», disse con poco entusiasmo.
«Già, immagino che sia un colpo al cuore per te vedermi», rispose ironicamente.
«Io sono Jacob», si aggiunse il suo accompagnatore, presentandosi da un momento all'altro.
«Ciao, io sono Juliet», ricambiò per non risultare scortese, ma probabilmente preferiva trovarsi con Tristan in quel momento.
Paris alzò gli occhi al cielo, infastidita, e girò i tacchi per andarsene, però, l'altro ragazzo non sembrava intenzionato a fare lo stesso.
«Ti stai divertendo?», le chiese, guardandosi intorno attentamente.
«Sì, dai, e tu?», domandò a sua volta, cercando di mantenere un tono leggero.
«Abbastanza», sospirò. «Quindi, quello con cui ballavi prima è il tuo ragazzo?»
«Assolutamente no», rispose frettolosamente.
«Allora ti andrebbe di ballare?», le propose, facendo un passo avanti.
Lei rimase confusa e aggrottò le sopracciglia, inclinando la testa da un lato. «No? Non sei venuto qui con Paris? Non è carino che tu mi chieda di ballare, vai da lei»
«Perché? Paris è mia cugina», affermò come se fosse ovvio. «Lei è ossessionata dal ragazzo che ti ha accompagnata, mi ha invitato per farlo ingelosire»
La Mariano, colta di sorpresa, indietreggiò, pensando a una scusa da trovare per scappare da quella situazione imbarazzante. «Io...», balbettò cercando di raccogliere i pensieri, ma non fu necessario, perché proprio in quel momento, Tristan tornò dal bar.
«Cosa sta succedendo qui?», chiese, con uno sguardo determinato.
«Stavo solo chiedendo a Juliet di ballare», rispose Jacob con nonchalance, ma Tristan non sembrava impressionato.
«Non ballerà con te, lei è qui con me», affermò, posando una mano sulla spalla di Juliet.
Quest'ultima si sentì colta di sorpresa dalla sua reazione, ma allo stesso tempo una parte di lei era lusingata, perché voleva davvero liberarsi di quel ragazzo.
«Ma non siete una coppia», disse con un tono fermo.
«Non è questo il punto», ribatté il ragazzo, con uno sguardo intensificato. «Ma non puoi semplicemente ignorare il fatto che siamo qui insieme, torna da Paris»
Jacob sollevò le mani in segno di arresa, mentre un sorriso sarcastico gli si stampò in volto, ma si allontanò senza aggiungere nulla, e Juliet sospirò di sollievo.
«Mi hai salvata, questo te lo devo», disse rivolgendosi a Tristan. «Però non farlo mai più, so cavarmela da sola», sorrise cercando di alleggerire l'atmosfera.
«Fidati, lo so», replicò.
━━━━━━━━━━━━━━━━━━
notes ౨ৎ
Grandi progressi (al prossimo Juliet tornerà a odiarlo❤️)
A presto, Jo
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top