008, la scelta migliore

LOVE STORY / GILMORE GIRLS
written by jo . . . @rosepetalscore
━━ capitolo otto ━━

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⠀⠀ ⠀⠀𝑸uella mattina, Juliet si svegliò con più fatica del solito e con un mal di testa tremendo dovuto dall'alcol della sera prima.

Non era affatto abituata a bere, essendo stata la sua prima volta, e se n'era subito pentita. Era tutt'altro che il tipo di ragazza che affrontava i problemi in quel modo, per un momento non si era più riconosciuta. Non riusciva a credere di aver fatto tutto quello solo per via di un ragazzo.

Lei e Dean non avevano neanche instaurato un legame profondo, eppure in così poco tempo si era sentita in sintonia con lui come con nessun altro e non riusciva a smettere di pensarci.

Non vedeva l'ora di superarla e di poter guardare il ragazzo senza provare nulla. Per il momento ci stava ancora male, certo, ma quella mattina si presentò lo stesso alla fiera dei college insieme a Rory, per passare del tempo insieme alla sua amica e per uscire di casa a prendere una boccata d'aria prima dell'inizio di una nuova settimana.

«Io vado a prendere il nuovo opuscolo di Harvard, ci vediamo dopo?», la Gilmore informò la sua amica fermandosi a guardarla sorridendo, emozionata all'idea di leggere qualcosa sul suo collage dei sogni.

«Ma avrai mille opuscoli su Harvard!», le fece notare schiudendo le labbra.

«Voglio vedere se hanno cambiato le fotografie», rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo alzando le spalle, prima di allontanarsi da Juliet che ridacchiò e prese invece la strada opposta, andando verso il bancone di Yale.

Diede un'occhiata a tutto quello che avevano: cappellini, felpe, magliette e persino tazze con il logo del collage, ma alla fine optò anche lei per prendere l'opuscolo, dato che, a differenza di Rory, non ne possedeva nemmeno uno.

Rimase ferma davanti allo stand sfogliando velocemente ciò che aveva appena preso, guardando solamente le immagini, giusto per farsi un'idea generale, mentre tutto il resto l'avrebbe letto una volta arrivata a casa.

Alzò lo sguardo dal libretto solamente quando vide una figura avvicinarsi al bancone di Yale, pronta per fargli spazio spostandosi leggermente di lato, però si bloccò appena incrociò gli occhi della persona che si era ritrovata davanti.

Chi se non Tristan Dugray? Il ragazzo sembrava perseguitarla da quando lei aveva iniziato a frequentare la Chilton.

«Che ci fai qui?», chiese la Mariano corrugando le sopracciglia in un'espressione confusa.

«Quello che stai facendo tu», affermò con convinzione facendo un passo avanti.

«Sul serio, Tristan», pronunciò guardandolo sbieco. Non avrebbe mai pensato di trovarlo lì.

«Non è colpa mia se anche a me interessa Yale», disse con il suo solito tono provocatorio.

Juliet sgranò gli occhi. Anche lui voleva fare domanda a quel collage dopo la Chilton?

Le vennero i brividi al solo pensiero di doverlo sopportare anche dopo il liceo, così scosse la testa e le spalle, come per liberarsi di quell'idea, per poi riportare lo sguardo su di lui. Non sapeva più che dire, perciò si limitò ad aspettare che fosse lui a parlare, e così fu.

«Ieri sera che fine hai fatto? Non ti ho più vista», domandò realmente interessato, osservando una delle felpe appoggiate sul bancone, passando le dita sul simbolo di Yale.

«Sono tornata a casa poco dopo. Ero stanca», mentì, senza specificare quello che era successo veramente dopo che l'aveva lasciato da solo.

Lui la guardò annuendo con poca convinzione e poi esitò qualche secondo prima di farle un'altra domanda, ma alla fine cedette a causa della sua curiosità. «E chi era invece il ragazzo che stava ballando con Rory?»

Juliet rimase turbata da quello che le aveva chiesto e schiuse le labbra, mentre rifletteva attentamente a cosa rispondere. «Perché ti interessa?», disse infine, scossa, senza sapere come comportarsi.

Il biondo alzò le spalle disinvolto. «Così»

«Non è nessuno di tanto importante», si guardò intorno, cercando di evitare il contatto visivo con il ragazzo.

Improvvisamente notò Rory discutere con Paris davanti allo stand di Harvard. Stranamente, in quel preciso istante, sperava di trovarsi al suo posto, ma trovò quell'avvenimento un'ottima scusa per evitare la conversazione con Tristan.

«Dove vai adesso?», parlò quest'ultimo sconsolato lasciando cadere le braccia ai lati del corpo quando vide Juliet superarlo e allontanarsi nuovamente da lui per raggiungere la Gilmore.

La ragazza trascinò via la sua amica, salvandola dalla discussione che stava avendo con Paris e salvando se stessa da ciò di cui stava parlando con il Dugray qualche istante prima.

Nessuna delle due si era immaginata di incontrarli, e di certo non era nella loro lista dei desideri, ma almeno tornarono entrambe a casa con i loro opuscoli da leggere.

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⠀⠀ ⠀⠀𝑼n'altra settimana ebbe inizio: studio, compiti in classe, interrogazioni e poche ore di sonno, ma quella volta c'era anche il ballo della scuola di mezzo, e tutti gli studenti della Chilton ne erano parecchio emozionati, eccetto Juliet.

Le sarebbe davvero piaciuto andarci però non aveva nessuno con cui farlo e, senz'ombra di dubbio, fare la terza in comodo tra Rory e Dean non era l'opzione migliore, piuttosto preferiva restarsene a casa per ovvi motivi.

Guardò pensierosa la coda per i biglietti che si era creata lungo tutto il corridoio della scuola, ormai l'argomento principale era diventato quel tanto atteso evento.

Mentre aspettava Rory che, anche lei come la maggior parte dei ragazzi, stava attendendo il suo turno per comprare i biglietti, Tristan da dietro le si avvicinò sbucando di punto in bianco per parlarle, facendola spaventare.

«Ciao, Mary», mostrò un sorrisetto posizionandosi davanti a lei. «Cosa ci fai qui?»

«Forse studio in questa scuola?», rispose sarcastica arricciando le sopracciglia e alzando la testa per guardarlo in faccia.

Il biondo soffocò una risata prima di ricominciare a parlare per spiegarsi meglio: «No, intendevo, perché stai ferma a fissare la fila?»

«Aspetto Rory», ammise spostando gli occhi nuovamente dov'erano prima, controllando a che punto fosse la sua amica, e lui fece la stessa cosa.

«Andrai al ballo?», chiese curioso rompendo il silenzio che si era creato tra loro, voltandosi nuovamente verso di lei.

«No, non penso», sospirò appoggiandosi con la schiena contro il muro.

«Io verrò da solo, pensavo che ti sarebbe piaciuto venire con me», disse, ma Juliet non sapeva se prenderla come una presa in giro o come un invito sincero. Conoscendolo, optava per la prima opzione, la più probabile tra le due.

«E cosa te lo fa pensare esattamente? Ma che ragionamenti fai per giungere a queste conclusioni?» rise alzando gli occhi al cielo, ma il ragazzo affianco a lei al contrario non ne sembrava molto divertito.

«Andiamo, Juliet, è triste presentarsi da soli al ballo, non puoi farlo e tantomeno non puoi perdertelo, non capita tutti i giorni», cercò di convincerla tirando fuori dalla sua tasca due biglietti mostrandoglieli.

«Perché dovrei andarci con te?», si staccò dal muro facendo un passo avanti, aspettando una motivazione per accettare.

«Hai qualcun altro con cui andarci?», chiese sapendo già la risposta e lei si limitò a guardarlo, pensando bene a che scelta prendere. «È solo una festa, ci andranno tutti»

Juliet distolse lo sguardo e ci mise un po' a elaborare, non sapeva che fare.

«Se la mia unica opzione è quella di andarci con te, preferisco starmene a casa», concluse, ma se ne pentì subito dopo, notando la delusione negli occhi di Tristan.

«Va bene, ho capito. Ci porto Cissy», annunciò con un filo di rabbia nel tono della sua voce per coprire la sua tristezza dell'essere stato rifiutato, e si allontanò verso gli armadietti.

La Mariano si morse il labbro inferiore guardandolo andarsene via e ripensò a quello che gli aveva detto. Effettivamente, perché doveva starsene a casa mentre tutti gli altri ragazzi della sua età andavano a divertirsi al ballo?

Certo, avrebbe preferito di gran lunga andarci con un'altra persona, ma tutto sommato Tristan era stato gentile a invitarla offrendole un biglietto, si sentiva una stupida per non aver accettato.

«Tristan, aspetta!», richiamò la sua attenzione provando a raggiungerlo a passo svelto, ma lui si fermò subito voltandosi verso di lei aspettandola sul posto.

«Ci ho ripensato, forse non hai tutti i torti», ammise, sperando che lui non avesse cambiato idea dopo come l'ha trattato prima, ma fortunatamente un sorriso si formò sul suo volto e prese nuovamente i biglietti in mano.

«Sapevo che in realtà vuoi andarci con me», disse porgendogliene uno.

«Adesso non montarti la testa», lo fissò male, prendendo in mano ciò che le stava dando, per poi raggiungere la loro classe superandolo.

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notes
Scusate per l'attesa di questo capitolo, ma non aggiornerò più spesso come prima, ora che è iniziata la scuola non ho neanche il tempo di respirare. Spero vi sia piaciuto comunque❤️

A presto, Jo

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