007, buon compleanno rory
LOVE STORY / GILMORE GIRLS
written by jo . . . @rosepetalscore
━━ capitolo sette ━━
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⠀⠀ ⠀⠀𝑰l compleanno di Rory non tardò molto ad arrivare, e quel giorno Juliet, con l'intento di fare una cosa carina per l'amica, la passò a prendere a casa il mattino presto per portarla da Luke, dove lei e suo zio avevano preparato una sorpresa per la festeggiata.
Le due per una volta non erano sole, a loro si aggiunse anche Lane Kim, una ragazza coreana della loro stessa età, non che la migliore amica della Gilmore. Juliet non esitò a invitarla a unirsi, poiché anche lei aveva il diritto di passare del tempo con Rory nel giorno del suo compleanno, dato che, a causa della madre restrittiva, non avrebbe potuto partecipare alla festa che si sarebbe tenuta quella sera.
«Ma dove lo trovate il tempo di studiare? Ogni giorno avete un compito in classe», fece notare Lane alle due studentesse della Chilton, le quali avrebbero dovuto svolgere il compito di latino proprio quel pomeriggio, l'ennesima verifica della settimana.
«Semplice: non dormiamo la notte», scherzò la Mariano seguendo le ragazze verso il bancone del bar, anche se da scherzare non c'era nulla, lei, in realtà, non dormiva davvero.
«Comunque siamo al tavolo sbagliato», aggiunse poi quando vide Rory sedersi su uno sgabello, guardando suo zio con un'aria complice, che era intento a lavare una tazza davanti a loro.
«Da quando c'è un tavolo giusto?», chiese la Gilmore aggrottando le sopracciglia confusa.
«Da quando la torta al caffè che ti ho preparato e gli stupidi palloncini che ho gonfiato si trovano a quel tavolo», si aggiunse Luke, indicando il tavolo che aveva allestito apposta la sera prima per il suo compleanno.
La diretta interessata si girò per guardare e i suoi occhi si riempirono di gioia. «Ma allora sei un tenerone», affermò.
«Vai o li faccio scoppiare», il proprietario alzò lo sguardo, usando il suo solito umorismo.
«Grazie», concluse velocemente la festeggiata avviandosi verso il tavolo giusto con la colazione pronta, seguita dalle sue amiche.
Tagliarono la torta in parti uguali, prendendone un pezzo ciascuno, e Juliet passò anche a portare una fetta a suo zio, il quale si era svegliato prima apposta per prepararla.
Lei addentò un morso spensierata, ascoltando le chiacchiere di Lane, quando si accorse del silenzio di Rory, parecchio insolito. «Sei taciturna stamattina», ammise osservandola.
«Ho paura per stasera», sospirò riferendosi alla festa a casa dei suoi nonni. «Non basta che debba vedere quegli stupidi ragazzi della Chilton tutti i giorni, ma anche la sera del mio compleanno», si lamentò. «Insomma, li conosco appena.»
Juliet annuì concordando. Neanche a lei andava di vedere tutti i loro compagni di scuola anche il sabato sera, tantomeno Tristan, che l'avrebbe torturata per tutta la durata dell'evento.
«Penseranno che sono una povera imbranata, che ho bisogno delle nonna per far venire gente alla mia festa», continuò prendendo una forchettata della torta al caffè con lo sguardo fisso sul piatto.
«E tu l'hai detto a tua madre?», domandò Lane guardando comprensiva la ragazza difronte a lei.
«Non ancora», disse giocherellando con la forchetta sulla sua fetta di dolce.
«Perché no?»
Prima che Rory potesse rispondere alla domanda della sua migliore amica, l'attenzione di Juliet si spostò verso la porta d'ingresso, dalla quale entrò Elise, quasi sicuramente da quelle parti per Jess.
Si guardò intorno alla disperata ricerca di qualcuno, quando i suoi occhi incrociarono quelli della Mariano, alla quale mostrò molto velocemente un sorriso, che essa ricambiò.
«Scusatemi, torno subito», informò le due lasciandole da sole a parlare tra di loro, mentre si diresse verso la rossa per chiederle che cosa l'avesse portata da quelle parti, anche se probabilmente già era a conoscenza della risposta.
«Elise, che ci fai qui?», la salutò sorpresa di vederla arrivando difronte a lei.
«Volevo parlare con Jess», le comunicò continuando a ispezionare il locale sperando di vedere il ragazzo. «È stato invitato al compleanno di una certa Rory stasera, non so se la conosci, e vuole che vada con lui»
«La conosco, è una mia amica, anche io sarò presente alla festa», annunciò. «Di cos'hai bisogno?», le chiese infine.
«Come dovrei vestirmi esattamente? Casual? Elegante? Come?», domandò leggermente scossa gesticolando. «Tuo fratello non mi ha dato nessun dettaglio in più», sbuffò.
«Respira», rise appoggiando le mani sulle sue spalle per fermarla. «Vestiti elegante, un vestitino andrà più che bene»
«Grazie, mi hai salvato la vita. Jess si sarebbe rivelato inutile», disse con tutta la sincerità del mondo. «Allora ci vediamo stasera»
«A stasera», la salutò guardandola uscire velocemente dal locale, per poi tornare finalmente al tavolo dove aveva lasciato le altre due ragazza aggiungendosi nuovamente alla conversazione.
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⠀⠀ ⠀⠀𝑨dulti eleganti e raffinati iniziarono a circondare Juliet ovunque non appena mise piede a casa di Emily e Richard, accompagnata da Luke per il compleanno della sua amica.
Si fece spazio tra le persone con l'intento di trovare Rory il prima possibile, ma il posto era talmente tanto grande che dovette girare tre camere intere per trovare la ragazza che stava cercando guardarsi intorno confusa.
«Voglio andarmene», disse con lo sguardo fisso sul pavimento e la faccia sconcertata, senza neanche girarsi a guardare la Mariano.
«Resisti, finirà presto», cercò di convincerla quest'ultima, ma neanche a lei piaceva quella situazione, avrebbe preferito fingersi malata.
«Lo spero», rispose camminando senza una meta seguita dalla sua amica.
Incontrarono tanti volti familiari visti già alla Chilton, della loro classe e non, Emily non aveva proprio risparmiato nessuno.
Purtroppo, anche Paris era alla festa, obbligata dai genitori, e Rory e Juliet non n'erano molto contente, diciamo che non era una delle persone che avrebbero voluto vedere, ma il vero problema arrivò quando dalla porta d'ingresso fece la sua entrata niente di meno che Tristan.
La festeggiata alzò gli occhi al cielo prima di girare i tacchi per andarsene via velocemente evitando di fermarsi a parlare con il biondo, però la sua amica, a differenza sua, era rimasta ferma a guardarlo rassegnata prima di accorgersene, perciò il ragazzo riuscì a fermarla in tempo.
«Venivi a salutarmi?», chiese lui entrando definitivamente chiudendosi la porta alle spalle.
«Come no», rispose sarcastica sorridendogli falsamente, lasciando cadere rumorosamente le braccia sui fianchi.
«Ti stavi annoiando senza di me?», alzò un angolo delle labbra, facendo un passo in avanti.
«Molto. Prima che arrivassi tu non c'era nessuno a infastidirmi», dovette alzare lo sguardo per guardare il ragazzo negli occhi, essendo che si era avvicinato parecchio, ma non si allontanò da lui.
«Infastidirti? Io invece penso di piacerti, Mary», affermò con convinzione inclinando la testa di lato, cercando di provocarla.
«Pensi male», rispose, mentre il sorriso le scomparve dalle labbra. Odiava essere trattata in quel modo, come se fosse una delle tante altre con cui ci provava.
«Quando la smetterai di negarlo?», domandò soddisfatto. Si divertiva a farla innervosire e ci riusciva ogni singola volta.
«E tu quando la smetterai di comportarti come se fossi una delle di quelle ragazze che cadono ai tuoi piedi non appena respiri?», controbatté serrando gli occhi e incrociando le braccia al petto.
«Semplice: mai», disse scrollando le spalle divertito, ma la ragazza davanti a lui era tutt'altro che divertita.
Juliet sbuffò camminando via alla ricerca della sua amica, non voleva ascoltare le parole di Tristan un minuto di più, ma il biondo non perse tempo a seguirla per tutto il salotto.
La Mariano cercò di allungare il passo, provando a mimetizzarsi in mezzo a tutta la gente che stava chiacchierando tranquilla, eppure non riuscì a sfuggire dalla vista del ragazzo.
«Dai, andiamo, stavo scherzando», ridacchiò provando a farsi sentire.
Lei lo ignorò completamente, continuando a camminare a passo deciso. Tuttavia si bloccò all'improvviso quando, per sua sfortuna, il suo sguardo si posò su Rory e Dean che stavano ballando insieme. Quel momento inaspettato la fece vacillare, come se il mondo intero avesse smesso di muoversi per un istante.
«Ti sei incantata, Mary?», chiese Tristan confuso, fermandosi a guardare la ragazza immobile, mentre le passava una mano davanti agli occhi per cercare di riportarla alla realtà.
Dato che non ricevette nessuna risposta, seguì il suo sguardo assente, con l'intento di capire cosa avesse catturato la sua attenzione, e quando lo vide ci mise un po' a realizzare, ma poi riportò gli occhi su Juliet.
«Per caso lui è il protagonista dei pensieri che non ti lasciano dormire la notte?», azzardò, quasi convinto al cento per cento della sua ipotesi.
Sperava tanto che la ragazza negasse senza esitare, ma invece i suoi occhi le divennero improvvisamente lucidi, e si allontanò senza rispondere alla domanda del biondo, ma così facendo, era come se l'avesse fatto.
Lui la guardò andare via, senza però seguirla quella volta, per poi girarsi invece verso la coppia che stava ballando, analizzando in particolare Dean. Lei dal canto suo, sperava di trovare un bagno al più presto in cui potersi chiudere e stare un po' da sola. Tuttavia, la cosa le sembrava impossibile in quella casa enorme, inoltre, essendo che teneva lo sguardo basso per non far notare gli occhi che si riempivano di lacrime, finì per scontrarsi con qualcuno.
«Juliet, ma che succede?», Elise appoggiò le mani sulle spalle dell'amica, costringendola a fermarsi, e si preoccupò nel vederla triste.
La Mariano si limitò ad agitare la testa, tenendo ancora lo sguardo basso, fisso sul pavimento, mentre gli occhi iniziavano a farsi ancora più lucidi. Ormai era a conoscenza da un bel pezzo della storia che avevano Dean e Rory, ma vederli assieme le faceva ancora un certo effetto. Avrebbe voluto esserci lei a ballare con lui, a volte si chiedeva come sarebbero andate le cose se solo non fosse stato con la Gilmore.
La rossa, notando la ragazza davanti a lei in difficoltà, parlò di nuovo: «Dai, andiamo a prenderci qualcosa da bere», propose infine prendendola per mano facendole strada verso il bancone degli alcolici.
«Io non bevo», ammise lasciandosi trascinare tra la folla di persone.
«Oh, Juliet, metti da parte la ragazza innocente che c'è in te per stasera. C'è sempre una prima volta», sorrise guardandola, prendendo in mano una bottiglia per versarla abbondantemente in due bicchieri di vetro.
Così la ragazza, presa dalla tristezza, si lasciò trasportare con il desiderio di non pensare più a Dean almeno per quella sera.
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notes ౨ৎ
Ecco qui il settimo capitolo, se vi è piaciuto vi ricordo di lasciare una stellina❤️
A presto, Jo
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