006, pensieri

LOVE STORY   /   GILMORE GIRLS
written by jo . . . @rosepetalscore
━━  capitolo sei  ━━

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⠀⠀ ⠀⠀𝑫a quando Juliet scoprì che Dean e Rory stavano insieme, non se la passò per niente bene.

Avrebbe voluto saperlo prima di perdere la testa per quel ragazzo. Cercava in tutti i modi di farsi passare il sentimento per lui, ma tutti i suoi sforzi erano inutili, perché anche quando si convinceva di esserci riuscita, non appena incrociava i suoi occhi tornava tutto come prima.

Passava notti insonne, divorata dai sensi di colpa e si sentiva in difetto anche solo a stare al fianco della sua amica, soprattutto quando lei le parlava del suo ragazzo e Juliet non riusciva a mostrarsi felice. A volte avrebbe voluto dirglielo, ma non ne aveva il coraggio e sapeva che non sarebbe stata l'opzione migliore, perciò si teneva tutto dentro.

L'unica persona con la quale ne aveva parlato era suo fratello. Lui poteva capirla, perché anche se non lo voleva ammettere, era chiaramente preso da Rory, e da quando aveva scoperto di Dean grazie alla sorella, iniziò a frequentarsi con un'altra ragazza della sua scuola, con cui usciva spesso quando la Gilmore era nei paraggi, come se si volesse far notare apposta da quest'ultima.

Ad entrambi stava andando parecchio male in amore, si vede che era una cosa di famiglia.

Quel giorno Juliet arrivò a scuola stanca come non mai, era da giorni che dormiva poco o niente, si sentiva distrutta e per nulla in forma, ma non le andava di stare a casa sola con i suoi pensieri, perciò si presentò comunque.

Si preparò a posare i libri che le sarebbero serviti nel corso della giornata, le sue palpebre erano mezze chiuse, ma non abbastanza chiuse da non permetterle di notare un pezzetto di carta all'interno del suo armadietto.

Lo prese in mano e non appena ne vide il contenuto pensò di essersi sbagliata a leggere e lo rilesse una seconda volta sgranando gli occhi.

Camminò velocemente verso l'armadietto di Rory e senza dirle nulla le mostrò il biglietto, ottenendo in risposta un'espressione sconvolta da parte della sua amica.

«Chi altro l'avrà ricevuto?», chiese nel panico sperando in una risposta precisa.

«Non ne ho idea!», rispose la Mariano ancora più stupefatta di lei.

Il biglietto era un invito al compleanno di Rory da parte dei suoi nonni, Emily e Richard, ma la diretta interessata non era a conoscenza di nulla.

«Vedo che anche tu sei stata invitata alla festa», sentirono una voce alle loro spalle farsi sempre più vicina.

Tristan si piazzò davanti a Juliet spostando lo sguardo dal suo volto al foglio di carta, mostrandone uno identico a sua volta, tirandolo fuori dalla tasca posteriore del pantalone.

«Anche tu hai ricevuto l'invito?», chiese sempre più sbalordita la Gilmore.

«Certo. L'avranno ricevuto tutti i nostri compagni di classe, credo», affermò prima di tornare con lo sguardo sull'altra ragazza, che stava cercando di non disperarsi per la situazione.

«Ci vedremo anche sabato allora, Mary», disse avvicinandosi al suo viso sottolineando come sempre il nomignolo, prima di allontanarsi camminando verso la classe.

Juliet, non appena lo vide sparire dietro l'angolo, sbatté la testa contro l'armadietto di proposito e chiuse gli occhi. Voleva morire.

«Non posso credere che i miei nonni l'abbiano fatto davvero, è terribile», si lamentò Rory, scossa da quella notizia.

La ragazza ascoltò tutte le sue lamentele in silenzio lasciando la fronte appiccicata al muro fino al suono della campanella, così dopo furono costrette a entrare in classe e a sopportare le lezioni.

Le spiegazioni di quel giorno erano talmente noiose che Juliet dovette sforzarsi a tenere gli occhi aperti, già aveva poche ore di sonno, in più gli argomenti monotoni non aiutavano per niente la sua concentrazione, e dopo circa due ore e mezza la ragazza crollò in un sonno profondo, appoggiando la testa sul banco ed esternandosi da tutto quello che le stava succedendo attorno.

Si svegliò riprendendo coscienza solo quando sentì qualcuno picchiettare con le dita sulla sua schiena. «Juliet», la chiamò una voce calma.

A quel punto alzò lentamente la testa tirandola fuori dalle sue braccia incrociate e si guardò intorno stordita cercando di capire dove si trovasse. L'aula era completamente vuota, il che stava a significare che aveva dormito fino all'ultima ora senza prendere nessun appunto.

Girò la testa di lato per guardare chi era stato a svegliarla e si ritrovò faccia a faccia con Tristan.

«Buongiorno», sorrise lui nel vedere la faccia assonnata della ragazza davanti a lei, che ancora sembrava dormire in piedi.

«Per caso stavo ancora sognando quando mi hai chiamata Juliet?», scherzò.

«Non farci l'abitudine, Mary.»

Lei roteò gli occhi al cielo e si alzò dalla sedia ritirando velocemente gli ultimi libri dentro la cartella, posizionandoli come capitava, per poi uscire dall'aula seguita dal ragazzo.

«Rory mi ha detto di dirti che ti aspetta in macchina con sua madre», la informò.

«Perché non è stata lei a svegliarmi?», chiese confusa aspettandosi delle spiegazioni.

«L'ho accertata che sarei stato io a farlo»

«E si è fidata di te?», domandò sarcastica inarcando un sopracciglio, provocando una risata da parte del biondo.

«Che vuoi dire? Sono più affidabile di quanto tu creda», fece il finto offeso.

Percorsero il corridoio insieme, ormai erano pochi gli studenti ancora dentro l'edifico, intenti a raccogliere i loro libri dagli armadietti prima di fare il loro ritorno a casa.

«Non hai dormito per caso?», chiese Tristan rompendo il silenzio che si era creato, voltandosi verso la ragazza al suo fianco, ricevendo un cenno di negazione con la testa. «Come mai?»

«Pensieri», alzò le spalle senza aggiungere altro.

Fortunatamente lui non pretese informazioni in più come faceva di solito e lasciò alla ragazza il suo spazio, cosa di cui lei gliene era grata in quel momento, perché non aveva né la voglia né la forza di parlarne.

«Vuoi che ti prenda un caffè al distributore? Non è il massimo, ma è meglio di niente», propose, lanciando uno sguardo alla macchinetta di bevande davanti a loro.

«Passo, grazie. Devo raggiungere Rory», disse dato che ormai erano arrivati all'uscita di scuola e non voleva far aspettare la sua amica, sapendo benissimo che avrebbe preso più di un caffè al negozio dello zio una volta tornata a casa.

«Va bene», l'assecondò. «A domani, Mary. E cerca di dormire questa notte», la prese in giro puntandole un dito contro prima di allontanarsi.

«A domani, Tristan», lo salutò inclinando la testa di lato per la sua battuta, e si diresse verso la macchina di Lorelai.

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⠀⠀ ⠀⠀«𝑪affè, caffè e ancora caffè», elencò Juliet sedendosi e poggiando i gomiti sul bancone una volta arrivata al bar dello zio, il quale afferrando al volo il concetto iniziò a versare il liquido nella tazza che porse successivamente alla ragazza.

«Qualcuno non ha dormito?», chiese Luke alzando lo sguardo.

«Ma cosa te lo fa pensare?», rispose sarcastica sua nipote bevendo un sorso.

Le campanelle della porta suonarono attirando la loro attenzione, e anche Lorelai e Rory fecero la loro entrata nel negozio, avvicinandosi ai due.

«Ecco le altre due maniache di caffè», commentò il proprietario alla loro vista, iniziando a riempire altre due tazze in automatico.

«Ci conosci troppo bene, Luke», sorrise la Gilmore e sua figlia concordò.

Parlarono tra di loro per una buona mezz'ora, accennando anche il discorso della festa di compleanno di Rory, che si sarebbe tenuta quel sabato a casa dei suoi nonni senza il consenso dalla parte della festeggiata. Ormai era tutto organizzato, si sarebbe dovuta presentare, come Juliet, che anche se avrebbe voluto fare altro quel giorno, non poteva lasciare la sua amica da sola in quella situazione, perciò sarebbe andata con lei.

I quattro smisero di prestare attenzione alla conversazione solo quando entrò una ragazza dai capelli rossi insieme a Jess che, senza salutare, lanciò uno sguardo a Rory e andò a sedersi al bancone il più lontano possibile da loro.

Juliet li guardò incuriosita, sapeva che suo fratello aveva iniziato a uscire spesso con un'altra ragazza ma non l'aveva mai vista prima.

In ogni caso era certa che non fosse una cosa seria e che non li avrebbe visti assieme per molto tempo, sapeva com'era fatto lui, eppure aveva desiderio di conoscerla, difatti, non appena rimase da sola nel momento in cui le Gilmore tornarono a casa loro, richiamò l'attenzione di Jess che, sbuffando, si alzò raggiungendola.

«Allora?», fece lei spronandolo a parlare.

«Allora cosa?», chiese guardandola torvo.

«Non mi presenti la tua nuova ragazza?», mise su un'espressione offesa, posizionando entrambe le mani sui fianchi.

Jess si girò per un attimo verso la diretta interessata, seduta ad aspettarlo mentre dava un'occhiata al menù del bar per far passare il tempo.

«Non è proprio "la mia ragazza"», concluse riportando lo sguardo su Juliet.

«E allora cos'è?», corrugò le sopracciglia.

«Ci siamo conosciuti per caso. Diciamo che io l'aiuto a far ingelosire un ragazzo della nostra scuola e lei...», partì convinto, ma si fermò vergognandosi di continuare, anche se non ce n'era bisogno perché sua sorella afferrò subito il concetto.

«Ti aiuta a far ingelosire Rory», finì la frase al suo posto. «Sul serio, Jess?», inclinò la testa in disaccordo, senza ottenere nessuna risposta dal ragazzo che abbassò lo sguardo.

«Voglio conoscerla lo stesso», affermò decisa dopo qualche attimo di silenzio.

Jess sbuffò voltandosi, ma senza esitare iniziò a incamminarsi seguito da Juliet, avvicinandosi alla ragazza che alla loro vista si alzò in piedi.

«Elise, vorrei presentarti mia sorella», annunciò un po' seccato facendosi da parte.

«Piacere, Juliet», le sorrise, soddisfatta perché suo fratello non le aveva detto di no.

«Elise Robertson, piacere», accennò un sorriso a sua volta.

La ragazza dallo stile e dal modo di fare ricordava talmente tanto Jess, che Juliet si stupì del fatto che lui non avesse iniziato a uscirci effettivamente insieme.

«Bene, il momento delle presentazioni è finito, andiamocene», disse Jess insofferente, prima di prendere la rossa per mano con l'intento di trascinarla fuori dal locale.

Lei si girò un'ultima volta verso la Mariano, alzando gli occhi al cielo ironicamente per prendere in giro il comportamento di Jess, prima di sparire dietro l'angolo con quest'ultimo.

Juliet non sapeva ancora quanto sarebbe diventata inaspettatamente importante per lei quella ragazza, anche più di Rory.

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notes

new character

Lindsay Lohan, ELISE ROBERTSON

A presto, Jo

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