005, a saperlo prima

LOVE STORY   /   GILMORE GIRLS
written by jo . . . @rosepetalscore
━━  capitolo cinque  ━━

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⠀⠀ ⠀⠀«𝑫iavolo!», imprecò Juliet saltellando su un piede cercando di mantenere l'equilibro per infilarsi la scarpa.

Se non si sarebbe data una mossa sarebbe arrivata in ritardo e non avrebbe potuto svolgere il test per cui aveva studiato tanto, era l'ultima cosa che voleva.

Visto che la fortuna aveva scelto di non stare dalla sua parte, sentì suo fratello mugugnare rigirandosi nel letto.

Cavolo, lo aveva svegliato.

L'avrebbe uccisa non appena recuperati tutti i suoi sensi.

«Juliet, lasciami dormire», la implorò con ancora gli occhi chiusi e la voce impastata dal sonno.

«Anche tu dovresti prepararti per la scuola», gli ricordò mentre si dirigeva a prendere la boccetta del profumo per spruzzarselo addosso.

«Non mi sento bene oggi», disse non convincendo nemmeno sé stesso.

«Devo ammettere che sei pessimo a mentire», ridacchiò la sorella.

Jess si girò dall'altro lato e riprese sonno immediatamente, mentre Juliet afferrò velocemente lo zaino prima di andare verso la porta, quando si ricordò di essersi dimenticata qualcosa.

Gli appunti che le aveva imprestato Tristan.

Rientrò dentro e mise in disordine tutti i fogli sparsi sulla scrivania per poi trovare finalmente quello che stava cercando.

Diede un'occhiata veloce all'orologio appeso alla parete e si accorse di essere più in ritardo del previsto perciò si precipitò fuori e iniziò a correre verso la stazione dell'autobus.

«Ciao Luke!», salutò suo zio al volo.

Non aveva mai corso così veloce in tutta la sua vita, tanto che arrivò davanti all'autobus con il fiatone, ma per fortuna riuscì ad entrare prima che le porte si chiudessero.

«Juliet, pensavo non arrivassi più!», esclamò Rory non appena la vide.

La ragazza, stanca, si accasciò sul sedile vicino a lei e lasciò cadere a terra il suo zaino sbuffando.

«Sembra che tu abbia appena corso una maratona», scherzò l'amica.

«È come se lo avessi fatto», rispose.

Le due durante il tragitto ripassarono tutti gli argomenti facendosi domande a vicenda assicurandosi di non aver saltato nulla, ma entrambe erano molto preparate.

Appena misero piede a scuola, l'ansia cominciò a farsi sentire. Juliet scacciò via quel brutto sentimento e, facendosi coraggio, camminò con sicurezza lungo il corridoio, anche se il suo cuore stava battendo più velocemente del normale.

Andò verso il suo armadietto e Rory la imitò allontanandosi dal lato opposto.

Lo aprì per posarci dei libri all'interno, ma sobbalzò quando, richiudendolo, si ritrovò un ragazzo davanti.

«Buongiorno, Mary»

Tristan era appoggiato sulla parete e stava fissando Juliet dall'alto con un sorriso stampato in faccia.

Lei sospirò rumorosamente per poi alzare lo sguardo su di lui incitandolo a continuare.

«Pronta per il test?», le chiese avvicinandosi.

«Sì. A proposito...», tirò fuori dallo zaino i suoi appunti e glieli porse. «Grazie per questi»

Il ragazzo li afferrò senza interrompere il contatto visivo e ghignò facendo un altro passo in avanti.

«Sono felice che ti siano serviti, ma lo sono un po' meno perché non ho ricevuto nessuna chiamata da parte tua», confessò.

«Cos'avrei dovuto dirti?», chiese incredula. «"Oh, Tristan, grazie mille per gli appunti! Per favore esci con me perché sono follemente innamorata di te!"», scimmiottò gesticolando.

«Una cosa del genere», rise.

Juliet roteò gli occhi e si incamminò verso la classe lasciandosi il biondo alle spalle, che però la seguì facendo una corsetta fino ad arrivare al suo fianco.

«Cosa fai sabato?», le domandò.

«Lasciami in pace», rispose esausta e lui alzò le mani in segno di arresa.

Stava iniziando a pensare che Tristan avesse preso già un po' troppa confidenza e non voleva si prendesse gioco di lei in quel modo.

«Buona fortuna per il test, Mary», le fece l'occhiolino prima di andare a sedersi al suo posto e Juliet fece lo stesso.

Pochi secondi dopo, l'insegnante entrò in classe con i test in mano e li distribuì a tutti.

Le due ragazze risposero con molta velocità e facilità a tutte le domande presenti e furono le prime della classe a consegnare insieme a Paris, che lanciò un'occhiataccia ad entrambe prima di uscire dalla stanza.

Le lezioni successive passarono molto lentamente, Juliet si stava annoiando a morte e a volte faticava persino a tenere i suoi occhi aperti.

Era stata una giornata parecchio intensa, tanto che quando suonò l'ultima campanella finì per essere la persona più felice al mondo.

Le piaceva la Chilton e amava imparare cose nuove, ma a volte aveva proprio bisogno di una pausa e di staccare la mente.

«Mary!», sentì una voce in lontananza.

L'ultima voce che avrebbe voluto sentire in quel momento.

Non si fermò ad aspettarlo, non si girò neanche nella sua direzione, ma per sua sfortuna lui la raggiunse in meno di un secondo.

«Allora? Come ti è sembrato il test?», le chiese curioso. Voleva sapere se i suoi appunti l'avevano aiutata in qualche modo.

«Era piuttosto semplice», rispose lei continuando a camminare.

Avrebbe aspettato la sua amica all'uscita, che intanto stava recuperando le sue cose dall'armadietto.

«Sembri stanca, hai dormito?»

Effettivamente Juliet non aveva dormito parecchio quella notte. Aveva ripassato tutto fino a tarda sera e poi non era riuscita a prendere sonno subito a causa del troppo stress, ecco perché aveva faticato ad alzarsi quella mattina.

«Puoi spiegarmi cosa vuoi?», domandò, ma senza risultare troppo brusca.

Rory le aveva spiegato che lui ci provava con tutte, senza però saltare mai a nessuna conclusione, e a lei, sinceramente, non andava di essere una di quelle ragazze.

«E tu puoi spiegarmi perché non vuoi parlare con me? Forse perché ti rendo nervosa?», la provocò fermandosi di colpo davanti a lei bloccandole la strada.

«O forse perché non hai ancora imparato il mio nome», rispose mostrandogli un falso sorrisetto.

«Ce l'hai un ragazzo?», continuò.

«Sono fatti miei», disse irritata superandolo per andare verso l'uscita, ma lui le venne dietro.

«Significa no?»

La ragazza non fece in tempo a rispondere perché sentì qualcuno chiamarla subito dopo.

«Juliet!», quando si voltò vide Rory venirle incontro e la ringraziò mentalmente fermandosi per aspettarla.

«Chi è Juliet? Io qui vedo solo Mary», affermò Tristan provando a infastidirla, ma ci era riuscito già dal primo giorno in cui le aveva rivolto parola.

«Ti prego andiamocene», disse prima di prendere per mano la sua amica con l'intento di trascinarla fuori dall'edifico.

«Ci vediamo domani, Mary», fu l'ultima cosa che riuscì a dirle.

«Ma speriamo di no!», fece prima di sparire dalla sua vista girando l'angolo.

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⠀⠀ ⠀⠀Juliet venne invitata a passare l'intero pomeriggio a casa di Rory e non potè rifiutare. Avrebbero studiato insieme per il giorno dopo, per poi ordinare cinese e guardare un film.

Aveva rimandato già troppe volte a causa dello studio continuato per il test, ma ora che finalmente se lo era tolta si meritava un po' di risposo.

Non appena arrivò la sera, che tinse il cielo di un blu profondo, le due ragazze finirono i numerosi compiti dei giorni successivi e rimisero tutti i libri al loro posto, pronte per fare altro. Così dalla camera di Rory, si spostarono in salotto e accesero la televisione mettendo su un film.

Non era stato complicato sceglierne uno che piacesse ad entrambe, dato che avevano dei gusti molto simili tra loro.

«Dev'essere arrivato il cinese», intuì la Gilmore dopo aver sentito il suono del citofono.

«Vado io», si offrì Juliet alzandosi dal divano.

Prese i soldi per pagare e si diresse verso l'ingresso di casa, convinta di trovare il fattorino con il loro cibo d'asporto fuori, ma ad aspettarla dietro la porta non era il fattorino, bensì un'altra persona che la ragazza non si sarebbe mai aspettata di vedere lì.

«Dean?», pronunciò confusa alla vista del ragazzo fuori dall'abitazione delle Gilmore.

«Juliet? Che ci fai qui?», chiese.

«No, che ci fai tu qui piuttosto», ma forse non avrebbe voluto saperlo davvero.

«Va tutto bene?», Rory sbucò affiancando la sua amica per assicurarsi che fosse tutto apposto visto che aveva sentito la sua voce sorpresa da lontano, però quando notò il ragazzo presente fuori casa cambiò completamente espressione e nel suo volto si formò un sorriso.

«Dean!», esclamò contenta per salutarlo. «Che ci fai qui a quest'ora?»

«Scusami, non sapevo fossi in compagnia», si giustificò. «Sono venuto a portarti questo», mentre pronunciava quelle parole, iniziò ad estrarre dalla sua borsa un libro, lo stesso libro che aveva comprato il giorno in cui aveva incontrato Juliet alla libreria.

La ragazza si ritrovò ad essere più confusa di prima e guardò quella scena cercando di elaborare quello che stava succedendo, al contrario della sua amica, che sembrava molto contenta.

«Il libro che volevo? Non dovevi, davvero», disse buttandosi tra le braccia del ragazzo.

La Mariano non stava capendo più nulla, ma la goccia che fece traboccare il vaso arrivò subito dopo, quando i due davanti a lei si diedero un bacio a stampo, cosa che le fece schiudere le labbra. Non se lo sarebbe mai aspettato.

Non ci voleva credere. Da poco aveva realizzato di provare un certo interesse per Dean, per scoprire solo più avanti che in realtà stava con la sua amica più stretta?

Quando lui se ne andò e le due tornarono a sedersi sul divano riprendendo il film, Juliet cercò di cacciare indietro le lacrime per non far preoccupare Rory, anche perché non avrebbe potuto dirle nulla. Si sentiva malissimo, nonostante non fosse colpa sua, perché per tutto questo tempo non ne era stata a conoscenza.

Passò il resto della serata con la mente da un'altra parte, voleva solo trovarsi da sola in quel momento. Perché proprio a lei?

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notes
Povera Juliet, ma perché disperarsi quando hai Tristan che ti va dietro?

A presto, Jo

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