001, nuovo inizio

LOVE STORY   /   GILMORE GIRLS
written by jo . . . @rosepetalscore
━━ capitolo uno ━━

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⠀⠀ ⠀⠀Juliet Mariano per tutta la sua vita si è
chiesta come sarebbe stato avere una famiglia unita e stabile, fantasticava su quest'idea giorno e notte. La presenza e l'affetto di due genitori a volte, erano tutto ciò che desiderava.

Ma non sempre le cose vanno come vogliamo, giusto?

Come se non bastasse, Juliet e Jess Mariano, erano stati costretti ad abbandonare la loro città dalla madre: Liz, per andare ad alloggiare dallo zio Luke.

Aveva preso questa decisione dopo la rottura con il suo ennesimo compagno, perché si era resa finalmente conto che, da sola, non sarebbe mai riuscita a gestire i suoi due figli. Era una brava donna certo, ma non una buona madre.

Non aveva chiesto il loro consenso, né aveva pensato a come si sarebbero sentiti, li spedì via sul primo mezzo disponibile per Stars Hallow.

Lì Juliet, seduta con le gambe accavallate e con la testa appoggiata al finestrino, guardava il panorama scorrerle davanti pensierosa, e Jess qualche volta alzava lo sguardo per controllare che stesse bene.

Si colpevolizzava da solo perché in parte pensava fosse stata anche colpa sua: aveva creato un sacco di guai nell'ultimo periodo, le classiche cose da adolescente, e la madre non riusciva più a controllarlo.

«Tra cinque minuti arriviamo», spezzò il silenzio un po' a disagio, alzando lo sguardo dall'orologio da polso.

La sorellina non si girò verso di lui, rimase ferma a fissare un punto non preciso. Si stava ponendo tante di quelle domande in quel momento, era completamente immersa nei suoi pensieri.

Di solito non la spaventavano i cambiamenti, ci era abituata fin da bambina, però era diverso quella volta. Era terrorizzata all'idea di dover iniziare una nuova vita, in un'altra città, con persone diverse e senza sua madre accanto.

Come ci sarebbe riuscita?

Dal telefono neanche Luke sembrava felice di ospitarli, era parso scontroso e arrogante, ma non lo aveva mai visto in vita sua, perciò sperò solo di sbagliarsi.

Arrivati a destinazione i due recuperarono i loro bagagli e scesero, ritrovandosi faccia a faccia con un uomo.

«Jess, Juliet», elencò un po' impacciato alternando lo sguardo.

«Luke». Solo grazie a suo fratello la più piccola capì che si trattava proprio di loro zio e si fermò a fissarlo, analizzandolo per bene. Finalmente poteva dargli un volto.

«Bene, allora andiamo», parlò dopo qualche secondo di silenzio, non sapendo che altro aggiungere.

Fece strada ai due ragazzi che si scambiarono delle occhiate incerte prima di seguirlo cercando di stargli al passo.

Loro si guardarono intorno invaghiti, non erano mai stati in quel posto prima d'ora. Stars Hollow parve molto bella agli occhi di Juliet soprattutto, che se ne innamorò istantaneamente.

«Questo è il mio locale», disse lo zio tenendo la porta per farli entrare. «Era di vostro nonno»

Li portò di sopra dove si trovava il suo appartamento, era uno spazio molto piccolo e chiuso, che non gli aveva mai creato problemi visto che alloggiava da solo.

Aveva aggiunto due materassi per terra temporanei, ma loro non osarono lamentarsi, perché con lo scarso preavviso di Liz lui era già riuscito a sistemarsi il meglio possibile.

«Io devo tornare giù al locale, stasera chiudo alle dieci perciò-», Jess lo interruppe.

«D'accordo, alle dieci», tirò fuori un libro dallo zaino, prese la sua giacca e uscì dalla porta senza dare spiegazioni.

Juliet, che intanto stava sistemando la sua roba, alzò lo sguardo titubante verso lo zio, che a sua volta si girò nella sua direzione. Lei non aveva ancora mai aperto bocca, tanto che quasi si era dimenticato della sua presenza.

«Fa sempre così?», in risposta la ragazza fece cenno di sì con la testa mentre si alzò dal pavimento freddo, scuotendo i vestiti dalla polvere.

«Grandioso», borbottò lui. «Ti serve aiuto?», continuò, riferendosi ai bagagli.

«No, non ce n'è bisogno, faccio da sola», rispose accennando un sorriso.

«Certo, va bene, allora io scendo, se hai bisogno sai dove trovarmi»

Appena se ne andò, Juliet iniziò a girovagare per la casa studiandone ogni mobile e oggetto. Il fratello di sua madre non le sembrava così male come pensava inizialmente, al telefono non aveva fatto una bella prima impressione, ma a lui non dava fastidio ospitare due adolescenti, erano pur sempre i suoi nipoti, era solo arrabbiato perché sua sorella li aveva abbandonati in questo modo, usandolo per mantenerli senza neanche parlargliene prima. Infondo, i due non si sentivano da anni, chiamarlo dopo tutto questo tempo, solamente per chiedere un favore era stato maleducato da parte sua.

Finito di ispezionare l'appartamento, sentendo freddo prese dalla sua valigia un maglione comodo che indossò prima di uscire per andare a visitare meglio la zona.

Si piazzò davanti al bancone dove, dopo qualche secondo, lo zio la notò. Stava discutendo con una giovane donna sul fatto che non potesse telefonare all'interno del locale.

«Luke ti dispiace se esco per fare un giro del posto?», chiese impaziente.

«No, ma certo, vai pure, almeno tu hai avuto la decenza di chiedermelo»

Sorrise, sapendo a chi si stesse riferendo, lo ringraziò e uscì, sotto lo sguardo attento della donna con cui stava parlando.

L'aria fresca e pulita l'avvolse subito. Era così abituata alle grandi città stracolme di persone e piene di inquinamento che quella le sembrava un piccolo paradiso in confronto.

Iniziò a camminare verso una meta non precisa, incrociò persino Jess, che non si era allontanato molto dal locale. Era seduto su una panchina a leggere un romanzo, non curandosi delle persone che lo circondavano, fino a quando dei bambini non si misero a fare chiasso giocando vicino a lui, allora sì che si spostò infastidito.

Sua sorella rise alla scena e continuò per la sua strada, ma ecco che proprio mentre si era persa a guardare una vetrina, un ragazzo che stava camminando guardando invece il lato opposto le andò accidentalmente addosso facendole cadere la borsa.

«Cavolo, guarda dove metti i piedi!», disse bruscamente, infastidita.

Si chinò per raccogliere velocemente tutte le sue cose e quando si alzò, incrociando due occhi color nocciola che la guardavano, socchiuse le labbra istintivamente.

«Mi dispiace, non volevo», il ragazzo cercò di scusarsi, ma lei non stava minimamente prestando attenzione alle sue parole.

Alto, moro, bello... Juliet rimase incantata.

«Sei nuova qui? Non ti ho mai vista nei paraggi, eppure questa è una piccola città», continuò.

«Beh, ecco, sarà perché sono arrivata solo mezz'ora fa», lo informò.

«Oh, e per quanto tempo ti fermerai?», domandò interessato.

«Per un tempo indefinito?», nemmeno lei sapeva cosa sarebbe successo più avanti: sarebbe rimasta lì per il resto della sua vita oppure sua madre si sarebbe decisa a ritornare?

Il silenzio iniziò a calare, lei si grattò un braccio imbarazzata, evitando il contatto visivo con il ragazzo, che finalmente parlò per concludere la conversazione: «Allora ci incontreremo in giro immagino»

«Sì, credo di sì»

Le fece un cenno di saluto con la testa prima di voltarsi e lei lo guardò allontanarsi perdendo la concezione del tempo.

«Aspetta! Non mi hai neanche detto il tuo nome!», urlò ricordandosi di quel dettaglio quando era già fin troppo lontano per sentirla.

Lasciò cadere rumorosamente le braccia lungo il corpo e decise di tornare indietro, aveva visto abbastanza per farsi una vaga idea della città.

Appena rientrò nel locale, facendo suonare la campanella appesa alla porta, vide che suo fratello era già lì e stava parlando con la stessa donna con cui lo zio aveva discusso poco tempo fa. Tutti e tre si girarono nella sua direzione.

«Juliet, tempismo perfetto. Vorrei farvi conoscere una persona», disse Luke rivolgendosi ai due nipoti.

«Ciao! Sono Lorelai. Volevo conoscervi prima che Luke vi riempisse la testa con tante bugie sul mio conto», si presentò sorridente, scherzando.

«Ciao», rispose Jess con un tono freddo.
«Tanto piacere», ricambiò la sorella dolcemente.

«Sapete, dovreste conoscere mia figlia, ha più o meno la vostra età, può dirvi dove ci si diverte qui», consigliò.

Jess annuì semplicemente, sembrava volesse solo andarsene di sopra, non gli interessava particolarmente quello che gli stava dicendo Lorelai, che lo guardò un po' confusa.

«Sembra un'ottima idea», intervenne Juliet sorridendole.

«Allora piacere di conoscervi, spero vi troviate bene», concluse.

Il ragazzo, impaziente, salì al piano superiore e sua sorella per distogliere l'attenzione dal suo strano comportamento chiese: «Quando potrò incontrare sua figlia?»

Quella domanda sembrò far piacere a Lorelai, che lascio perdere Jess e si organizzò subito. «Se domani sera non avete programmi, potreste venire a cena da noi»

«Va bene, sembra carino», acconsentì Luke.

Così Juliet, dopo aver salutato, si diresse verso l'appartamento, sperando che il tempo passasse velocemente fino al giorno successivo.

Non vedeva l'ora di conoscere la sua coetanea, avere una nuova amica in una nuova città le avrebbe fatto comodo.

Realizzò che forse non si sarebbe trovata poi così male lì. Anche se sarebbe stata senza sua madre, aveva pur sempre suo fratello, no? Erano entrambi sulla stessa barca, le bastava lui al suo fianco.

E un'altra cosa positiva c'era in effetti: aveva finalmente la sua opportunità di andare alla Chilton High School.

Aveva fatto domanda un po' di tempo fa, l'avevano persino accettata, ma a causa della lontananza purtroppo non era riuscita ad organizzarsi, ed è stata costretta a continuare a frequentare una scuola qualunque.

Il suo sogno era quello di andare all'università di Yale da quando aveva solo undici anni, e la Chilton le apriva tutte le porte.

Doveva solo chiedere il consenso a Luke, ed era pronta per iniziare la sua nuova vita.

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notes
Ecco finalmente il primo capitolo, spero che vi sia piaciuto. Anche se Tristan non è ancora arrivato, abbiamo già un altro ragazzo a fargli da concorrenza.

A presto, Jo

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