Lacrime al tramonto
Fino a quel momento, da quando aveva ottenuto i suoi poteri di guerriero, non aveva mai nuotato così veloce; sentiva l'acqua scivolargli attorno, mentre muoveva la pinna caudale il più velocemente possibile per contrastare l'attrito della corrente. Doveva arrivare in tempo, non poteva perderli, non se lo sarebbe perdonato mai. Era l'unico del gruppo che aveva una famiglia, se non si considerava Demen che aveva da poco annunciato l'inizio della gestazione della moglie. I suoi figli però erano già nati da tempo, la sua amata Shila badava a loro da sempre, anche quando lui era stato costretto ad andarsene perché non poteva più vivere in casa con loro. Lui, dal canto suo, aveva contrattato col capo villaggio per farli trasferire vicino al fiume, in modo che almeno una volta ogni fine settimana sarebbe potuto andare a trovarli.
Quel giorno però, non era né un sabato né una domenica. Quel giorno la notizia che Ackrak aveva intenzione di attaccare il villaggio di Lamuna era arrivata persino ai cinque guerrieri leggendari e Wiha sapeva perfettamente quali erano le intenzioni dell'uomo; lui e i suoi quattro compagni stavano diventando una minaccia e quale modo migliore per debellare una minaccia se non attaccando i suoi affetti.
Era quasi arrivato a destinazione, quando da sotto l'acqua cominciò a notare dei riflessi arancioni colorare il mondo soprastante. Pregò con ogni cellula del suo nuovo corpo da tritone che fossero solo i riflessi del crepuscolo, ma quando salì in superficie gli si mozzò il fiato. Quella che era diventata la casa delle persone più importanti per lui era completamente in fiamme, le lingue di fuoco erano talmente alte e fitte che nemmeno un suo incantesimo d'acqua sarebbe riuscito a spegnerlo in tempo.
Un urlo disperato e agghiacciante si levò dalla sua gola, incontrollato, mentre lacrime salate cominciarono a rigargli il viso, confondendosi con l'acqua che ancora gli gocciolava dai capelli bagnati.
Quel grido attirò anche i suoi compagni che l'avevano subito seguito a ruota, con tutte le intenzioni di salvare la sua famiglia; ma non c'era più nulla da fare, erano arrivati troppo tardi, lui era arrivato troppo tardi. I primi a raggiungerlo furono Demen e Alet, il primo volando e il secondo cavalcando erano sicuramente tra i più veloci dei cinque guerrieri. Demen si accostò al suo capitano, in religioso silenzio, chinandosi su di lui e poggiandogli una mano sulla spalla, in un inutile tentativo di conforto. Solo quando arrivò Isati, unica femmina del gruppo, questa si fiondò dentro la casa in fiamme alla ricerca di superstiti. Lei era l'unica che poteva farlo, i suoi poteri del fuoco l'avrebbero protetta da qualsiasi ustione.
Wiha rimase a fissare l'ingresso della casa, attendendo che la guerriera uscisse di nuovo, sperando ancora una volta in un miracolo di Diantha. Furono minuti interminabili, eppure la casa non doveva essere così grande, forse era l'angoscia che gli dava l'impressione dello scorrere troppo lento del tempo.
Isati uscì, tra le braccia aveva un corpo coi vestiti quasi completamente bruciati, braccia e gambe ustionate e il viso nero di fuliggine da un lato e pieno di abrasioni dall'altro. Andò verso il fiume e quando posò il corpo davanti a Wiha, questi riconobbe in quel volto sua moglie.
«Shila...» sussurrò, con le lacrime agli occhi e il dolore nel cuore, sollevando una mano ed accarezzandole i capelli mezzi bruciati.
«Talika è rimasta sotto le macerie del camino, Shila mi ha detto che è morta sul colpo...» spiegò la guerriera coi capelli di fuoco. A quelle parole, la donna cercò di aprire gli occhi, per vedere il suo amato.
«Wiha...»
«Sono qui Shila, sono qui.» disse lui continuandola ad accarezzare.
«Wiha... Ackrak... Ackrak ha preso Alec...» sussurrò, con le ultime forze che le rimanevano.
Il cuore del tritone sembrò fermarsi. Sua figlia era morta sotto le macerie, sua moglie se ne stava andando tra le sue braccia e suo figlio, il suo Alec era stato rapito da Ackrak. Cercò di darsi un contegno, sebbene non controllasse più le sue lacrime, in modo da rivolgersi alla sua adorata Shila nel modo migliore possibile. Non voleva prometterle che l'avrebbe salvato, perché il terrore di fallire di nuovo e perdere anche lui lo tormentava e non avrebbe sopportato di non mantenere quell'ultima promessa; ma cercò comunque di rassicurarla in quelli che ormai sapeva erano i loro ultimi momenti assieme.
«Va tutto bene Shila... Si sistemerà tutto, vedrai. Ora riposa.» le disse e lei, come cullata da quelle parole, spirò tra le sue braccia, strappandogli l'ennesimo singhiozzo.
Angolo dell'autrice:
"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"
Prompt: Crepuscolo
Original Story: I 5 Guerrieri Leggendari
N° parole: 736
Rating: Verde
Lo so che con questa one-shot vi avrò fatto piangere tutte le lacrime che avevate in corpo, ma oggi è andata così, avevo voglia di un momento di tristezza e questo missing moment de "I 5 guerrieri leggendari" mi sembrava perfetto. Non solo perché comunque riguarda un'evento passato della storia (e quindi una scena che non avrei mai raccontato se non così), ma anche e soprattutto perché Wiha è il mio personaggio preferito in assoluto ed ogni "bravo" scrittore sa che i propri personaggi preferiti vanno fatti soffrire XD
A parte gli scherzi, per chi ancora non conoscesse "I 5 guerrieri leggendari", trovate la storia (attualmente in corso) qui sul mio account Wattpad, quindi se vi ha incuriosito, andante pure a leggerla.
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