L'Eclissi

Ormai la gente era completamente fuori controllo. Jenny si guardava in giro disperata nella speranza di poter fare qualcosa, prima che il suo partner venisse a salvarla o prima che uno solo di quei poveri innocenti senza più un briciolo di lucidità, uccidesse anche lei.

Era la prima eclissi solare che affrontava da agente, fino all'anno prima il suo unico obbiettivo quando l'ombra della luna copriva il sole, era stato quello di rinchiudersi nella sua stanza, con le provviste e non uscire finché non fosse tornata la luce e la follia generale non sarebbe finita.

Ricordava che da bambina sua madre le ripeteva alcune parole attraverso la porta, come un mantra, per tranquillizzarla dai cattivi pensieri. Decise di provare, d'altronde cosa aveva da perdere?

«Buio! - urlò all'improvviso e quasi le sembrò di fermare il tempo - So bene cosa vedete ora, solo buio. Provate ad aprire gli occhi, provate a cercare la luce dentro di voi, sono sicura che è lì da qualche parte!»

Incredibilmente queste parole, quasi come fossero un contro incantesimo per contrastare il soggiogamento dell'eclissi solare, risvegliò pian piano tutti.

Tutti quei disperati cominciarono a piangere a sentirsi in colpa per gli scempi che avevano fatto.

Si avvicinò a un gruppetto più folto, cercando di tranquillizzarli, di dir loro che non avevano colpe e che presto sarebbe tornato tutto normale.

«Jenny!» sentì gridare all'improvviso, avrebbe riconosciuto quella voce ovunque e quasi ebbe un brivido nel sentire quel tono così preoccupato e disperato.

Lei però era dietro al gruppetto di gente, dal lato opposto di cui era lui e qualcosa la spingeva a non muoversi, a lasciarlo soffrire ancora un po', forse per punirlo della poca fiducia che aveva avuto in lei.

«Dov'è lei?» chiese, la voce era così vicina che era sicura che fosse solamente dal lato opposto del gruppo, che quasi le faceva da scudo.

«Parli dell'altra poliziotta? - disse uno di loro - Siamo riusciti a liberarcene...» aggiunse, strappandole un sorriso, era evidente che volessero giocare col povero Nick.

«Siete pessimi... » sussurrò appena, in modo che la sentissero solo loro.

«Che le avete fatto?» ringhiò invece lui, puntando loro la pistola.

«Beh... Dopo aver visto di non avere speranze, ha accettato la nostra offerta ed è scappata.» rispose allora una donna, mentre alcuni di loro alzavano le mani.

«Che offerta? Di che parlate?» ora sembrava confuso, quanto avrebbe voluto vedere la sua faccia. Solo che, se avesse cercato di farlo, sicuramente l'avrebbe scorta e lo scherzo sarebbe finito. No, voleva farlo soffrire ancora un po'.

«Le abbiamo dato una delle collane rubate, minacciandola di farla fuori se non avesse accettato.»

«No... - lo sentì sussurrare - No, non è da lei... Non lo farebbe mai...»

«Eppure l'ha fatto. Forse si è accorta di non potercela fare da sola, e lei, caro detective, non arrivava più.»

Scosse la testa decidendo che era l'ora di uscire allo scoperto, ma fu ancora più furba di lui e fece il giro.

Era talmente concentrato sul gruppo e sulla sua disperazione da non accorgersi di lei, che comunque camminava zoppicando per quella maledetta ferita alla gamba che ora cominciava a spossarla. Il tutto mentre lui ancora cercava di capacitarsi del fatto che l'avesse tradito così, che avesse tradito così il suo lavoro.

«Hai così tanta fiducia in me?» disse allora, vedendolo girarsi di scatto.

Per un attimo incrociò i suoi occhi di un azzurro intenso e sentì il cuore balzarle in petto.

Poi lui abbassò lo sguardo, col fiato grosso di chi si è preso un grosso spavento. Rimase così per quello che sembrò un tempo infinito, mentre le persone dietro di lui, coloro che aveva aiutato poco prima, sorridevano alla situazione risolta.

«Nick, tutto okay?» chiese, ma all'improvviso la vista cominciò ad annebbiarsi.

Conosceva bene quella sensazione, eccessiva perdita di sangue. Nonostante la ferita fosse solo superficiale, iniziava a farsi sentire.

Iniziarono a tremarle le ginocchia e poi, tutt'a un tratto, la gamba non resse più il peso, facendola crollare.

«Jenny!» esclamò lui, prendendola al volo.

«Credo... Credo di essere arrivata al capolinea... Sono stravolta.» disse in un soffio.

«Resisti Jenny, ora ti porto in ospedale!» la rassicurò, per poi dirigersi verso la sua auto, con la collega ancora tra le braccia.

Angolo dell'autrice:
"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"
Prompt: Eclissi solare
Original Story: Nei vicoli bui di Misdie
N° parole: 679
Rating: Verde

Posso dire che, questa volta, solo per oggi (forse) ho barato. Sì perché questo piccolo pezzo di "Nei vicoli bui di Misdie", che per la cronaca sarà un Urban-Fantasy della raccolta de "Le isole fluttuanti", l'avevo già scritto tempo fa. 

Però insomma, il prompt era eclissi solare, tutta la storia di Misdie e della sua macabra magia si basa sulle eclissi, non potevo non approfittarne. In ogni caso spero vi sia piaciuta perché è proprio grazie a questo piccolo stralcio (che per la cronaca ho sognato) che è nata l'idea della storia.

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