🪐-08- I Sei Dei Cristalli🪐

~[Il nucleo delle meteore] Entrando all'interno dell'atmosfera terrestre, viene riscaldato fino all'incandescenza dalla collisione con le molecole d'aria degli strati superiori dell'atmosfera, producendo una scia luminosa.~
Cosa succede quando qualcosa di unico e raro si scontra violentemente con la moda, con la massa,con la società copia e incolla? Le meteore ci danno la risposta, senza incastrarsi in quell' illuso, semplice e rudimentale sistema, ma creando una luce, un peso luminoso e accecante sulle spalle, o una luce.
In fondo la stella più luminosa, nell'ambiente luminoso, non luccica. Se una stella brilla, è perché è trascinata nell'oscurità

È il punto di vista, è il dettaglio, è il diverso. 

🔔💎CALEB💎🔔

«Mi permetta, chi sono i Cacciatori di Stelle?»

Il viso della Sovrana è coperto da un velo semitrasparente e scuro, ma dalla voce traspare tutto il nervosismo e l'accenno del tono preoccupato.

«Come non sapete chi sono i Cacciatori di Stelle?»

Mi sento un calamaro nell'olio: fritto.
Siamo completamente fritti.

Ad abbassare la temperatura dell'olio sono due omini: un maschio, dai capelli bicolore, una meta marrone scuro e l'altra bianca, e una donnina giovane, anche lei con una fisionomia particolare, sembrano quasi dei piccoli elfi, alti un metro e un tappo. Entrano da una porta sul lato della sala, la donnina con la mantellina  a fantasia scozzese sui toni azzurri in modo veloce ed elegante e l'omino cicciottello in modo goffo e agitato, portando uno scatolone di cartone più grande di lui.
La sua mantelline adornata con lapislazzuli ondeggia sulle sue spalle mentre corre con il pacco tra le braccia.

«Nostra Regina Saturno.»

Ripete lei inchinandosi. Lui rischia di far cadere il pacco mentre lo posa a terra e quando ci riesce fa un inchino goffo e si rialza seguendo le mosse della compagna. Non ci hanno notati nemmeno quando si sono piazzati davanti a noi senza un minimo di cura.
Si rialzano e la Regina emette un sonoro sospiro.

«Giapeto, se quel pacco cade, Giove dovrà decorare di nuovo le palline con la porporina celeste e il pacco non arriverebbe in tempo. Ariel, mi fa piacere tu abbia accompagnato Giapeto, quali notizie mi porti?»

«Sua Altezza, sire Urano mi ha dato il compito di riferirle le congratulazioni per la danza alla Terra. Tra pochi giorni in occasione della tradizione dei Diamanti, e per discutere di quello. Quell'argomento, Mia Regina-abbassa la voce nel tentativo di non farsi sentire, anche se non so se ha capito che ci siamo anche noi-. Dobbiamo trovare dei nuovi sperduti.»

Sperduti? Chi sono? Ho paura di non capirci più nulla. Guardo gli altri, Dax sembra come comprendere un pericolo, gli altri sono confusi quanto me, tranne Melissa, che sembra stare ricollegando ogni informazione.

«Sono felice allora di annunciare a Sire Urano che abbiamo dei nuovi sperduti. Ariel, Giapeto, loro saranno...i sei dei Cristalli! Sono dietro di voi, potete presentarvi»

Melissa si fa avanti allargando le labbra in un sorriso di cortesia mentre sembra che abbia capito ogni cosa. Bernard invece sembra un maiale alle terme.

«Ariel, Giapeto, è un onore incontrarvi, la prego Ariel di porgere i miei più sinceri saluti a Sire Urano»

Ariel sembra quasi nutrire simpatia nei confronti di Mel, quando con lo sguardo invece passa a Bernard lui è palesemente in difficoltà.

«Ciao.»

Esclama agitando al mano e sciogliendo qualsiasi aspettativa.

«Giapeto, Ariel, avendo io delle commissioni a breve, posso inviarvi l'incarico di scortarli nella sala degli sperduti per rispondere ad alcune domande? Giapeto, posa lì la scatola smistando le stelle, con cura, mi raccomando. Tra poche ore sarò di nuovo qui, quindi Ariel prepara le ultime cose, dovrai ripartire. Sei dei Cristalli, mi affido a voi. »

-☀️💜☀️-

✨MELISSA✨

Una stanza minuscola si apre davanti a noi. C'è solamente un tavolo circolare in vetro, sorretto da un solo pilastro di vetro centrale, per probabili riunioni.
A cricondarlo ci sono delle poltroncine imbottite con cuscinetti marroncino chiaro.

Ariel e Giapeto ci fanno strada e ci accomodiamo in cerchio sulle poltroncine.

«Signorina dai capelli rossi, mi direbbe il suo nome?»

«Miller, Miller Melissa Signorina»

«Ho visto che hai un manuale lì, uno molto bello e di altà qualità per giunta.»

Pesco il manuale dalla borsina di cuoio che Bernard mi ha prestato.

Ariel posa una mano sulla copertina del libro, che si pre ad una pagina tra le ultime.

«Queste sono le storie degli sperduti e dei loro viaggi. Ci siete anche voi: questo è un manuale che si aggiorna instantaneamente. I sei dei Cristalli. Potete trovare tutte le informazioni che possono tornare utili o di cui necessitiate. Ho molto lavoro da sbrigare e Giapeto deve coordinare il lavoro della distribuzione dei pacchi. Se avete bisogno di qualsiasi aiuto invocate il mio nome, arriverò dopo un attimo.»

I due spariscono lasciandosi dietro una scia di porporina blu e bianca.
Guardo gli altri, che naturalmente non hanno capito quello che ho capito io.

«Non avete capito una mazza, corretto?»

Mi fanno uno a uno cenno di no con la testa.

«La Regina Saturno ha da fare con il Re di Urano, il che ha senso, se c'è una regina su Saturno, ce ne sarà una o uno per ogni pianeta, stella e così via. Ariel deve ripartire e porta notizie per conto di Re Urano, e guarda caso Ariel è uno dei satelliti di Urano! Deve essere una specie di funzionario.»

«E Geppetto?»

«Giapeto, Bernard. È anche lui un grosso satellite, però di Saturno. Prima ho visto una parte dedicata ai cacciatori di stelle. La andiamo a vedere, scopriamo cosa dobbiamo fare, la facciamo e torniamo sulla terra.»

«Puoi leggerci tutto ciò che c'è da leggere in un ora?»

«Certo. Partiamo dai Cacciatori.»

Dal Manuale Miltea, rid. e adatt.

'I Figli delle Eclissi e i Cacciatori di Stelle.

I figli delle Eclissi, un ragazzo e una ragazza, erano due ragazzi della luna. Sono cresciuti insieme accompagnati da un reciproco odio per, evidentemente, la Regina Sole. Quando i terrestri approdano sulla luna, i Lunari e le costruzioni di quella facciata vengono spostate e ribaltate nell'altra. I Figli delle Eclissi hanno sedici anni quando questo avvenimento prende il sopravvento nelle vite dei Lunari, e durante un eclissi scapparono dalle famiglie, dichiarando guerra a Regina Sole.

Furono sconfitti nella Grande Battaglia di Plutone, e trasformati in stelle del ricordo, lontani dalle persone a cui avevano strappato i pendenti. I loro seguaci, i cacciatori di Stelle, stanno intraprendendo un viaggio per riportarli in vita, ipnotizzando persone diventate involontariamente seguaci dei Figli: Cacciatori di Stelle. Solo i reali sanno della loro prossima tappa.

I sei dei Cristalli

(Per rispettare al Privacy e le norme imposte da Regina sole, non possiamo elencare i nomi dei sei)

Non si sa da dove provengono i Ragazzi presentati davanti alla regina Saturno verso la fine di quest'anno, a cui è stato affibbiato il nome di 'i Sei dei Cristalli'. La loro missione per tornare sullo sconosciuto pianeta natale attraverso il Labirinto è quella di impedire ai Cacciatori di Stelle di addentrarsi nel Nucleo di Saturno, nel Rovo delle Lune.

MELISSA✨

«Credo che l'obbiettivo dell'anno non sia nulla in confronto a questo.»

«Dobbiamo raggiungere il nucleo di Saturno.»

Vado all'indice del libro, fino a trovare un capitolo che tratta del Rovo delle Lune. Mi sposto alla pagina indicata.

«Che cosa?!» esclamo.
Come è possibile?

«Mel...?»

«La pagina sul Rovo delle Lune. Ci sono solo due righe: Si trova nel nucleo di Saturno, e lo si raggiunge seguendo i diamanti del cielo...il resto è strappato! Non c'è nulla! »

Leggo lo stupore sui loro volti.

«Naturalmente dobbiamo fare noi ogni cosa.» esclama Bernard mentre applaude sarcastico.

«L'indice non dice niente riguardo questi diamanti del Cielo.»

«Usciamo da palazzo, e chiediamo informazioni in giro, ci sarà qualcuno per le strade.»propone Jole.

🌧️💎🌧️💎

💜☀️JOLE💜☀️

Dopo una probabile ora piena di camminata senza aver incontrato nessuno, ci fermiamo proprio nella campagna in cui siamo arrivati. L'aria è sempre più fresca e il cielo sempre più scuro. Le luci si moltiplicano.

«Basta così.»ordina Bernard.

Siamo in piena campagna e non credo troveremo qualcuno. Colline e colline si estendono immense e verdi davanti a noi. L'erba morbida alta carica una spanna ricopre la superficie della crosta di Saturno.

«Ho delle coperte, ci fermiamo qui a dormire, domani mattina continuiamo e suoniamo ad ogni casa.»

Caleb è finito accanto a me e insieme approvaimo l'idea di Bernard, seguono poi Mel e Vanessa: è decis-

«No.» tuona Dax. È raro sentire la sua voce.

Squadra tutto e si allontana di qualche passo, facendo segno di andare sull'altra collina.

«Dax, con tutto il rispetto per le tue idee, cosa può cambiare spostarci da questa collina a quella là? Siamo comunque lontani dalle case.»

Lui ribadisce il nuo ordine stendendo ancora il braccio in quella direzione e indicando la collina, che inizia a raggiungere.

Lo seguiamo confusi, non capisco perché lo attragga così tanto l'altra collina.

«Ho sempre sognato esplorare posti lontani da casa»

«E questo è bellissimo.»

«Vi staranno cercando. I vostri amici. Le vostre famiglie l'avranno saputo.»

«Tu...-inizio con la pelle d'oca- non hai nessuno al di fuori di noi?»

«No»

«Non ti senti più neanche con qualche vecchio conoscente?»

«Nessuno.»

Si sistema i ciuffi folti davanti agli occhi dietro le orecchie, e riporta lo sguardo su di me. Sciolgo subito il contatto visivo.

Sento un calcetto sulla caviglia e Vanessa e Melissa sorpassano me e Caleb, lasciandoci in fondo al corpo del gruppo. Vanessa fa passare lo sguardo da me a Caleb, a cui fa un cenno con la testa, e si allontana ridacchiando con Melissa.

Ma vi prego.

«Ti piacciono le stelle. C'è qualcuna che preferisci?»

«Mi piace il Sole. È molto bello se guardiamo tutti i sensi metaforici che può comprendere» abbozza un sorriso.

«Regina Sole...dici che la incontreremo mai? Torneremo qui dopo essere stati sulla Terra?»

«Si. Siamo le pedine del gioco. I giocatori scelti. Te l'ho detto. Siamo in questa trappola loop. Ci ricapiterà, se non moriremo prima.»

Bernard cerca con gli occhi Dax per supplicarlo di iniziare a poggiare tutto qui, ma Dax è già seduto a gambe incrociate a metà del pendio sulla collina.
Lo guarda supplichevole e lui annuisce. Queste sono le volte tipo in cui Dax fa conversazioni approfondite, del genere: domanda-risposta.

Ci sediamo sull'erba e di fronte a noi Bernard e Vanessa frugano nello zaino da più di cinque minuti: stanno cercando di non rompere e schiacciare niente tirando fuori le coperte sul fondo.

Alla loro destra si è accumulata una montagna di scatolini e aggeggi vari, che per la prima volta si stanno rivelando utili. È insolito esporre un concetto che spiega che lo zaino delle missioni di Bernard torna in qualche modo utile.

Nella montagnetta si sovrappongono scatoline di vetro, legno o anche cartone, fascicoli di carta in cui nel tempo abbiamo accumulato mappe sulla Grinalk e appunti sulle nostre scoperte e walkie-tolkie.

«Caleb, vuoi vedere le mappe della Grinalk?»

«Passamele.»

Bernard porge a Caleb le mappe e gli appunti sulla struttura della Grinalk. Non mi è mai sembrato strano il numero di passaggi segreti e cose simili: abbiamo iniziato ad avere a che fare con questi dall'alba dei tempi, e scoprire per caso scorciatoie segrete ormai è parte della routine.
Abbiamo iniziato per caso, grazie alla nostra prima e fatidica scoperta.
C'era stato affidato il compito di pulire una saletta delle riunioni, mentre ad altri bambini e ragazzi è spettato il compito in altre aule, avevamo appena iniziato le elementari.

La finestrella della stanza non permetteva di vedere su che stanza affacciava, data la texture del vetro, ma si intuiva che non era un giardino. Vedevamo chiazze grigio scuro e a tratti macchie bianche.
La finestrella era chiusa con un lucchetto e quando Mini-Bernard l'ha visto, ha coordinato un' operazione per la ricerca della chiave nella stanza.

Detto così sembra quasi abbia fatto tutto il lavoro, quando è riuscito a dire solo: "Vanessa, controlla nei cassetti."
Lei la trovò proprio sulla fine di uno di questi senza dare il tempo di cercare a nessun'altro.

Dall'altro lato della finestrella c'era, alla fine, proprio lo sgabuzzino. Ci siamo come legati con una corda invisibile da quel giorno, o chissà, forse eravamo legati da sempre. Vanessa e Bernard hanno stretto un legame particolare, sono loro che ci hanno fatti avvicinare.
Vai clandestinamente nella loro stanza, aiuta Bernard nei compiti mentre fa la mappa della Grinalk per tutti, scopri altre stanze e aule vecchie, la scorciatoia per le cucine e intorno alla corda si sono stretti i nodi.

Lì è partito a Vanessa e Bernard qualcosa come la vena poetica per gli amatori dei versi filosofici su carta. Bernard ha imparato a scassinare le porte, e Vanessa è diventata inspiegabilmente la Sovrana di tutto ciò che contiene chip elettronici.

Abbiamo scoperto il passaggio sotto la biblioteca grazie a Mel. Stava osservando qualche grosso volume la sera tardi, riuscendo ad entrare grazie a qualche chiave rubata e porte lasciate di proposito aperte da Bernard, per darle la possibilità di stare in biblioteca a quell'ora.

Io dormivo beatamente -per una volta in cui sono riuscita ad addormentarmi senza intoppi-, e ho maledetto la suoneria della sveglia, per poi accorgermi che era una chiamata di Mel, in cui diceva di radunare tutti al codice rosso, portando quindi lo zaino delle missioni e le attrezzature necessarie.
Il codice rosso chiede anche di prestare la massima attenzione ai particolari.
Essere finiti su Saturno dovrebbe essere un codice nero.

Oh no

Guardo uno a uno i miei compagni di avventura ultra galattiche: non sono cambiati di una briciola, tali e quali alla partenza.

Mi blocco con due angoli di una coperta a mezz'aria, con Mel che sbuffa davanti a me.
Mi dice qualcosa, ma non sento nulla.

«Oh, no.» mi escono di bocca quelle due fatidiche parole.
Sulla schiena sento la pacchetta del palmo di Vanessa.

«Jole, Jole! Che hai?»

Crollo in ginocchio portando le dita sulla cute e stringendo i capelli. Come delle lavagne di schemi mentali che passano posto alle successive si trascinano nei miei castelli di pensieri.
Immagini e pagine scorrono come delle pellicole creando un effetto eco nella mia testa.

«Melissa, come si chiamava quella missione che doveva fare arrivare una navicella su Saturno?»

«Missione Cassini, perché?»

«Quanto tempo avrebbe dovuto impiegarci?»

Il respiro si trasforma in affanno.

«Circa sei anni e nove mesi.»

Deglutisce rumorosamente, anche lei ha compreso i miei pensieri, ha capito dove voglio arrivare. Crolla la barriera dei miei castelli mentali, si schianta a terra creando un frastuono, l'eco continua, irritante e fastidioso.

«Chi ci dice che noi per arrivare qui non ci abbiamo messo un secondo, ma anche più di sei o sette anni? Se fosse stato una cosa simile al coma? Dove in un secondo passano quarant'anni!»

Sento un tremolio interiore propagarsi fino a infrangersi nell'aria.

«Non è detto. Qui su Saturno non dovremmo riuscire a reggerci in piedi, né altro.»

«Domani chiederemo la data a qualcuno. Se ci va bene non è passato nemmeno un giorno ed è stato un secondo sul serio. Credo che sia abbastanza per oggi.»Bernard ferma tutto il flusso delle preoccupazioni,  moltiplicandolo e facendone venire a galla circa un centinaio.
È nervoso, si intuisce palesemente dal tono di voce.

Non so chi sia più preoccupato, sicuramente tutti per ragioni diverse. Gli unici più calmi sono Caleb e Dax, che non è indifferente come al solito, ma come Caleb pare quasi a suo agio. Calmo e padrone di questo ambiente sconosciuto e inesistente per noi fino a poche ore fa.

Una volta seduti in cerchio, Bernard recupera i sassi nelle scatoline e qualche bastoncino sempre da lì e da bravo campeggiatore posiziona tutto per accogliere una fiamma ardente a cui da vita con l'accendino.

Melissa lo aiuta nel compito e io sono ogni giorno più confusa su dove abbaino imparato certe cose come se le facessero ogni giorno. Non mi riferisco a questo in particolare, soprattutto ad altro, contando quanto Melissa e Bernard si siano in qualche modo affezionati alle missioni.

«Sinceri Complimenti, Ragazzi dei Cristalli. È una mappa incredibile; quanto tempo avete impiegato a calcolare i metri tra uno spazio e l'altro?» le prime parole di Caleb sono attraversate da una scia ironica. Il resto è una lingua sconosciuta che non capisco.

«Ci sono scritti i metri tra gli spazi?»

«Sí»

«Non l'abbiamo mai fatto. Dammi un attimo quel foglio.»

Caleb porge il foglio a Bernard come richiesto con tanto di punto interrogativo rosso accesso sulla faccia.

«Non abbiamo mai fatto questa mappa. Non è nostra. Ragazzi qualcuno ha fatto mai questa mappa senza dirlo agli altri? No agli scherzi, qualcuno potrebbe sapere...-da un occhiata al foglio prima di continuare- ogni cosa sulla Grinalk, comprese le postazioni delle chiavi di riserva e il passaggio sotto la biblioteca. Potremo averla presa o rubata da qualche parte, ma non mi pare di ricordare nulla di simile.»

Bernard ruota il foglio verso di noi, dandoci la visione di una mappa con ogni dettaglio possibile.
Piano dopo piano, ufficio dopo stanza, aula dopo sala, ogni piano e passaggio, scorciatoia, vicolo e segreto è messo su carta. Se questo fosse fatto da noi sarebbe la norma, il contrario -e il fatto che sia arrivata a noi- è preoccupante. Se qualcuno è entrato nella stanza dei ragazzi...potrebbe metterci in casini grandi, davvero grandi.

I no accompagnati dai leggeri movimenti del capo da una parte all'altra si susseguono.

«Dammela Bernard. Anzi, già che ci sei passami anche il mio fascicolo con gli appunti.»

Quando il listino e la mappa sono nelle mani di Melissa lei indica la lente di ingrandimento ancora sull'erba, rimproverandolo con gli occhi per averla trattata con così poca cura.
Arriva a una parte del listino circa a metà, in cui sono inseriti fogli e scritte fatte da lei, che piano piano confronta con la mappa, o meglio le scritte sulla mappa.

Nessuno sa cosa si tenga Mel lì dentro, ma sappiamo che è molto utile.

«Cos'é quella sezione?»

«É la calligrafia delle persone. Tutte le volte in cui abbiamo avuto nelle mani delle letterine o fogliettini, comprese eventuali comunicazioni scritte, ho ricopiato la calligrafia della persona lettera per lettera creando come una sorta di font. Mi sembra di aver già visto questa calligrafia. Infatti...-passa per le ultime volte il dito da una parte all'altra e rilegge un foglio spostando le buste dei listini- questa è della Rail.»

«Signorina Miller, mi congratulo per l'invidiabile e ottima intuizione.» ironizza Vanessa con finto fare formale.

Ho qualche sospetto su Bernard.
«Hai preso tu quella mappa? Cioè, come è arrivata lì?»

«Mistero, della fede» recita lui, cercando di imitare l'affermazione fatta prima dell'Eucarestia durante la Messa.

Bernard fa scappare una risata a tutti, evidentemente non è lui il ladro, si capisce dall'atteggiamento.

«La Rail però non ha disegnato l'atrio. Non ha la chiave. »conclude Caleb

«Bernard, tante volte ti sono stati fogli che non ti sei minimamente preso la briga di guardare. Dico anche a te, Vanessa.»

«Oh» è la reazione profonda e che conferma i miei sospetti.

«Potrebbe essere. Mistero della fede risolto»

-✨🪐✨-

🔔💎CALEB💎🔔

Jole e io siamo gli unici non personificati in ghiri.
L'unica cosa è che lei non sa che io so che lei non sta dormendo. È un po' confusa come come cosa.

Non ho voglia di parlarle, ma vado comunque accanto a lei. Sta scrivendo qualcosa su un notebook e voglio sapere cosa. A tratti guarda il cielo, per poi posare di nuovo occhi e penna su carta. La curiosità non si comanda.

«Che disegni?»

Lei sussulta e io le scuoto il braccio.

«Si, si, "Terrà chiama Jole"» cerca di precedermi.

«Sarebbe meglio dire "Saturno chiama Jole". È quel puntino pungente sulla I. I dettagli sono tutto.»

Il suo foglio di carta è pieno di punti viola. Lei si gira per notare che è come guardare la gabbia dei bradipi allo zoo. Bernard russa rumorosamente e Jole soffoca una risata nel palmo della mano quando si accorge delle posizioni buffe in cui si sono addormentate le sue amiche. Sembrano proprio una famiglia.
Mi porge il blocco e indica in alto. Delle stelle di diverse dimensioni, quasi tutte più grosse e luminose delle terrestri, lune avvolte da aloni di luce chiara, strisce di meteore che lasciano scie di polvere dorata dietro di loro. Sul foglio a quadri sono impressi tutti gli attimi di questa magia. Dei punti per tutte le stelle, calcati bene se sono quelle che percepiamo come più grandi. Le lune chiare e di sfumatura celeste con i tratti più leggeri di penna. Le scie di luce evidenziate con linee che partono decise incidendo la carta liscia e finiscono nel campo bianco.

«Riesco di rado ad addormentarmi. Essere qui allo scoperto, senza sicurezze su nulla e con qualcuno che potrebbe rapirci qui su Saturno, dall'altra parte della galassia dove non siamo conosciuti da anima viva e i demoni assassini a piede libero, non aiutano di certo.»

Jole sposta piano lo sguardo nel vuoto. Un fruscio insolito, come delle scheggie di vetro che vengono mosse insieme, interrompe il silenzio cullato dalla brezza gelida. Una scia di cristalli, che parono illusioni e materia non reale, scivolano nell'aria intorno a noi creando una scia luminosa che si dissolve ad ogni curva compiuta dal  cristallo blu e quello rossastro, circondati da aloni dello stesso colore in toni più chiari. Prima accarezzano le stelle divenendo più piccole ma facendosi riconoscere per le scie di luce spigolate a tratti.
Tra le stelle spiccano a mani basse.
Si muovono come se fossero coordinati e si potessero parlare. Si tuffano in picchiata sul prato accarezzando i fili d'erba e compiendo giri intorno a me e lei.
Jole ha un espressione talmente ebete sul viso, che serrò le labbra quando mi accorgo che la mia è tale e quale alla sua.
Le scie che toccano terra e smuovono l'aria continuano a muoversi intorno a noi diminuendo la velocità.

A mano a mano i cristalli si deformano: si allungano, si scompongono fino a che si trasformano in due sagome umane. Due ragazzi in giacca e cravatta con un grosso cappello cilindrico nero sulla testa; le giacche e i pantaloni che cadono ritti sulle gambe, rispettivamente blu e rossi. Si tolgono il cappello portandolo sotto la pancia mentre si piegano davanti a noi nel loro inchino coordinato.

Si scambiano una breve e impercettibile occhiata confusa.

«Quindi...loro...?» chiede perplesso il ragazzo dal naso dritto che avrà giusto un paio d'anni più di noi e vestito di rosso.

«Già proprio loro.» il ragazzo vestito di celeste pesca dalla borsa di cuoio nera una piccola agenda e mostra un foglio al compagno. Questo sembra quasi triste mentre ci squadra e soprattutto quando punta un occhio sugli altri, proprio dietro di noi.

«Siamo le stelle cadenti-inizia il ragazzo arancione-, purtroppo non posso fare molto e non posso controllare come andranno le cose, ma devo limitarmi nel svolgere il mio compito. Non potete sapere la data o la situazione nel vostro pianeta, perciò nessuna domanda o "ma..." mentre dobbiamo andare. Vi è concesso sapere che oggi, qui, è il sedici Plutone del duemilaventiquattro. Plutone, comunemente chiamato da voi "Dicembre". Un piacere conoscervi per la prima volta, ci rivedremo.»

Come sono arrivati nelle scie dei cristalli, così se ne vanno, lasciandoci con le domande sulla punta delle lingua, immersi nel dubbio.

 

--☀️🔔❄️💍💎🛸⭐🪐✨💜✨🪐⭐🛸💎💍❄️🔔☀️--


Cari Terrestri,✨💜
Questo è proprio un capitolo nato man mano, pensavo infatti di raggiungere massimo le 1500 parole, poiché non avevo idee. Poi ho deciso di aggiungere qualcosina di routine nella vita di Jole, come trovarsi davanti a una mappa precisissima della scuola fatta dalla preside, colta in flagrante grazie alla calligrafia. In più, questi due esseri mutanti alla fine del capitolo, le Stelle Cadenti, non avrebbero dovuto apparire così presto. Per farvi affezionare prima gli ho dato un piccolo posto qui, una comparsa. Sarebbero una specie di personificazione dei Telegrammi, ma pian piano avrete una visione più ampia di tutto. Alla fine sono arrivata alle 4000 parole. 

Quelle stelle cadenti, tra un po', vi faranno davvero penare.😁😀🌝
Spero che il capitolo con il POV multiplo vi sia piaciuto, e anche di non aver sbagliato nel riportare le informazioni tecniche🛸🛸

Fatemi sapere che ne pensate di Ariel e Giapeto!✨⭐💜
Saluti da Saturno...🪐

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top