✨-05-Catapultati dall'altra parte dell'universo✨

~Sembra che molte delle proprietà dell'Universo abbiano valori speciali: un universo con proprietà solo leggermente differenti non sarebbe in grado di sostenere la vita intelligente. Non tutti gli scienziati concordano sul fatto che l'Universo sia "finemente regolato". In particolare, non si sa in quali condizioni la vita intelligente si potrebbe formare e in quali forme. Un'osservazione rilevante in questa discussione è che per un osservatore che esista, e quindi in grado di osservare una regolazione fine, l'Universo deve essere in grado di sostenere la vita intelligente. Pertanto, la probabilità condizionata di osservare un universo messo a punto per sostenere la vita intelligente è sempre 1. Questa osservazione è nota come principio antropico ed è particolarmente importante se la creazione dell'Universo è probabilistica o se esistono universi multipli con proprietà variabili.~
Ma cosa fa un ingranaggio che ruota da solo?
Si muove e non produce nulla.
Dobbiamo essere in più di uno.
Questo è uguale ovunque, una legge che condividono tutti i pianeti e tutte le stelle.
Scritto nelle stelle, regola dei cieli.
Non puoi condurre ogni cosa senza nessuno, senza contatti.
Ricorda l'ingranaggio solo.
Questo è il principio matematico Monsor (il mio✨)

Imperfezione+ Imperfezione+ Condizioni imperfette= Perfezione

Jole

Ore sette del sette settembre.
Vanessa si strofina gli occhi.

Bernard fa mente locale muovendo l'indice in aria.

Mi chiedo perché continui a portare uno zaino che pesa più di lui.
Tanto non ci serve nulla.
Ne walkie-tolkie, ne mappe, bussole e altre cose totalmente prive di utilità.
Invece lui si ostina a portare tutto.

Si porta l'indice alle labbra e ci fa segno di ammutolirci.
Ho caldissimo nella tuta da porcospino, ma secondo il nostro capo supremo sono necessarie.

Non dovrei lamentarmi.
Caleb li dietro è avvolto in un miscuglio di coperte varie fissate con qualche sacco della spazzatura.

Vuoti, naturalmente.

Non avevamo una sesta tuta.
Ci aggiriamo tra i corridoi familiari della Grinalk.
Dormitori, aule.

Eccoci alla prima scalinata.
Bacheche e avvisi vari riempiono gli spazi tra una porta e un'altra.
Non sembra esserci nessun rumore, tutto secondo il piano, e, se il mio infallibile senso dell'orientamento e nello scovare cose strane e passaggi vari non ha finito la batteria, saremo alla nostra destinazione tra poco.

Giriamo a destra.

Ufficio 2: ci siamo.

Siamo ancora vicino ai dormitori, dobbiamo essere la personificazione del silenzio tombale finché saremo abbastanza lontani.
Sento il tintinnio di qualcosa di appuntito: Bernard deve aver iniziato a forzare la serratura per uno degli uffici dei Professori.
C'è solo una chiave di questa porta, nessuna copia. Se la prendessimo qualcuno si accorgerebbe della sua mancanza, perlustrerebbe i dormitori da cima a fondo per trovarla e non ci conviene. A meno che gradissimo l'idea di essere espulsi per...bhe, per aver infranto anche regole inesistenti.
Menomale che conosciamo questa scorciatoia, o avremmo dovuto aspettare fino alle due di pomeriggio.

Non so nemmeno chi è il proprietario dell'ufficio, non mi soffermo sui dettagli e arriviamo di fronte alla scorciatoia.
La porta si richiude, Dax, impassibile - a differenza di Caleb-, cerca di farla cigolare il meno possibile.

Possiamo procedere.
L'apertura coperta da cartongesso e cammuffata in modo convincente è la nostra scorciatoia per la biblioteca.

Si dice che se una strada accessibile funge da scorciatoia rispetto a un'altra, quella non è una scorciatoia: è la strada giusta.
Noi staremo prendendo la strada giusta, se non consideriamo che in realtà non dovrebbe essere accessibile a noi.

Una scala stretta in cui quasi non riusciamo a passare si fa largo davanti a noi.

""Largo""

Ragnatele, ronzii strani per merito di qualche insetto di cui non voglio conoscere la grandezza, polvere intossicante, muffa di ogni tipo di colore che ricopre tutte le pareti e il corrimano che potrebbe trasmettere la peste.
Questi iconici particolari si fanno accentuati soprattutto in questo punto. Questi elementi fanno breccia sui cinque sensi, invogliandoti ad entrare.

La Grinalk, ragazzi, Grinalk.

Oltre a noi negli anni scorsi, gli ultimi umani che hanno varcato la soglia di questo corridoio devono risalire al Paleolitico, questo vale anche per la biblioteca, ma credo che quella sia un po' più conosciuta. Nessuno, ma nessuno, frequenta la biblioteca- ecco il motivo per cui l'abbiamo esplorata da cima a fondo cercando di aprire la porta conficcandoci qualunque oggetto appuntito possibile-, gli scaffali sono pieni zeppi di volumi vecchi, scadenti e rovinati.
Non c'è motivo di entrarci.
O meglio, noi lo abbiamo, ed è proprio nel bauletto marrone che Caleb tiene stretto nelle mani.

Arriviamo alla porta - le tute sono utili in questo passaggio: possiamo evitare maschere antigas e bombole di ossigeno-, Bernard spalanca la porta sfiorandola con il gomito.

Un immenso spazio occupato da scaffali su scaffali e di cui non si riesce a distinguere la fine.
Una volta entrati Bernard chiude la porta a chiave per evitare eventuali intrusi.
Qualche insegnante potrebbe pur sempre entrare, o anche qualche alunno con un permesso speciale.
E gli alunni con permesso speciale potrebbero comportarsi da spie.

Emh, Emh, Fallon Durand, Emh Emh.

Che tosse che ho!

Camminiamo nel corridoio al centro più spediti possibile. Vanessa, all'inizio della fila, tiene una torcia puntata davanti a sé.
Quando, dopo diversi minuti, lei si blocca all'improvviso.

Siamo arrivati alla botola.

Abbiamo capito ci fosse una botola per merito della gigante mappa sulla scuola fatta anni fa.

Le misure non tornavano e, proprio al centro esatto della biblioteca, sembrava esserci uno spazio tale da far passare giusto una scala.
Secondo i calcoli questa finiva in un semintarreto sconosciuto, che abbiamo scoperto essere una nuova parte di biblioteca.

Bernard passa un coltello a Vanessa, e sì, è una delle poche cose che serve.

La lama è incastrata proprio nel punto in cui uno scaffale incontra terra: lì vi è la sporgenza che può alzare il finto pezzo di parchè di legno.

Vanessa

Maneggio il coltello per trovare e smuovere la sporgenza e Bern mi aiuta tenendo la torcia nel punto in cui si trova la mia mano.

Trovata la sporgenza la alzo più che posso, Bernard passa altri oggetti affilati e appuntiti agli altri e quando la lastra è alzata abbastanza, Dax e Caleb la alzano con la mano.

La botola di legno deve essere stata una cosa costruita quando la scuola era ancora un' industria.

La alziamo e una scala a chiocciola si apre sotto di noi.
La bocca di Caleb si apre più del possibile -tra poco è più grande della botola- e se continua così non so come finirà. Magari con lui che ha assunto quella come espressione quotidiana.

Chiudo la tuta fino al naso e gli altri mi imitano.
I gradini di marmo bianco sono scivolosi e pendenti.

Noi e gli insegnati siamo apparentemente gli unici a conoscere questo.

Ad ogni passo aumentiamo il ritmo.
Il ticchettio dei passi è il mio suono preferito al mondo.
Credo simboleggi il ritorno, ripercorri una strada che hai fatto, o che stai scoprendo.

Se hai già vissuto tutto, i ricordi scorreranno nella tua mente a mo'di fotografie; se invece è nuova, goditi il momento e i ricordi che acquisterai man mano.

L'ennesima porta.
Comprendo che agli occhi di estranei la scuola si potrebbe chiamare: Grinalk Labirinth School, ma sono talmente abituata a tutto questo, che ormai non ci faccio caso.

Bernard mi porge il mazzo di chiavi numero 6.

<<Siamo dentro!>>
Esclamo con moderazione.

Caleb ha la pelle d'oca, sta tremando così tanto che temo stia per svenire.

Dentro di me sento che funzionerà.
È una coincidenza troppo assurda.
Noi che cerchiamo una chiave e ce la ritroviamo davanti.

Credo che ci sia una corte sconosciuta da qualche parte del mondo, che architetta le coincidenze.
Le coincidenze architettate, sono quelle troppo coincidenti da non essere coincidenze, questo perché sono architettate.

Poi, perché non dovrebbe funzionare?
Qui siamo alla Grinalk-Barbie Word- dove tutti possono essere ciò che vogliono e tutto è possibile!

Io, infatti, voglio essere una papera.
Quindi sono vestita da papera.
Vi consiglio di puntare più in alto, quindi di diventare davvero ciò che volete essere.

Non accontentavi mai: guardate quante oche e galline hanno realizzato il proprio sogno di diventare animali!

Magari un prossimo aggiornamento potrebbe addirittura comprendere le piume!

Non vedo l'ora di vedere Fallon Dur- cioè, ragazze- oche/galline, con le piume che strisciano per terra.

Siamo nella terza fila di scaffali: l'ultima in questa parte sotterranea.

Il passaggio al centro è occupato da una grossa porta e Caleb estrae la chiave dal bauletto.

Uno spesso e lungo ago dorato che termina con una pallina arancione-gialla sull' estremità.

Su tutto la lunghezza ci sono otto perline in tutto.
Alla fine invece c'è un unico intreccio di aghi.
Non direi che è una chiave. Non ne ha proprio le sembianze.

Caleb sospira e infila la chiave nella serratura, che scatta immediatamente.
Lui deglutisce e prendendo la chiave per l'estremità, dopo un paio di giri, la spinge in avanti e la porta si apre.

Corte delle Coincidenze, mi inchino.

<<Forza Caleb! Così imbambolato?>>

Prelevo la chiave e gliela passo.
Lui è praticamente paralizzato.
Jole gli passa davanti e gli alza la mascella.

Lui deglutisce di nuovo ed entra, seguito da noi.

<<Che cazzo è...?>>

Al di là delle nostre aspettative che prevedevano regni incantati, ci troviamo davanti a un castello di sabbia.

Un ampio e squallido atrio.

Un modestissimo e umilissimo, ampio e squallido atrio.

<<D'accordo...vediamo cosa c'è qui>>
Ci sarà qualcosa...no?

Mi dirigo verso l'unico arredamento: uno scaffale di ferro, di quelli brutti, con i buchetti dal contorno tagliente.

Tasto tutti i ripiani con la mano, uno ad uno.
Per controllare il sesto, quello più in alto, mi allungo più che posso alzandomi sulle punte.

C'è qualcosa.

<<C'è qualcosa!>>

Pesco così un quaderno senza copertina.

<<Un quaderno!>>

<<Cavoli, devono averlo impregnato con il conservante!>>

<<Non avevo mai assistito a un quaderno imbalsamato. Sembra così vecchio per essere così nuovo!>>

Apro la prima pagina.

Nessun segno.

Nessuna scritta.

Nessuna piega o orecchia.

Nessuna cancellatura.

Nulla

Apro la seconda pagina, e continuo alla fine.

Uno squallido quaderno vuoto in uno squallido atrio.

<<Quindi, nulla. La chiave è bella e il contenuto no.>>
Decreta Dax.

<<No, siamo qui per un motivo, deve esserci qualcosa!>>Jole adora ciò che riguarda la Corte delle Coincidenze.

<<Ho già controllato le pareti mentre sfogliavate il quaderno. Non c'è nulla: ne segni, ne codici, ne scritte.>>
E Melissa è realista.

<<Vanessa, sicura che non ti siano caduti fogli quando hai preso il quaderno?>>

Bernard ci fa notare un foglio proprio sotto lo scaffale.

Corte delle Coincidenze, onore a voi.

Jole

Mi chino per cogliere un segreto gigante, a quanto pare, visto cosa bisogna attraversare per arrivarci.

<<Forse le ultime persone che sono state qui hanno lasciato questo.>> suppongo.

<<E Caleb, a quanto pare, ha ereditato chissà come la chiave. Devi per forza avere un legame con questo, Caleb.>> decreta Melissa.

Nel foglio che tengo in mano è raffigurata un'illustrazione di Saturno in bianco e nero.
Sembra quasi reale, è fatta molto bene, ma...tutto qui?

Botola, biblioteca, scale, porta blindata... per un disegnino a matita/penna?

<<Come fate a non essere scossi?! Io mi sento scoppiare la testa!>>

Caleb non ci conosce, meglio così.

<<Abbiamo fatto cose più grandi. Peggiori, più pericolose, più intriganti, più strane...>>
Concludo la mia risposta con un sospiro.
Tengo ancora il foglio per gli angoli e tutti sono accalcati vicino a me mentre lo osservano straniti.

<<Esatto Caleb- Bernard ridacchia- i casi di coinvolgimento in parte nel True Cri->>

<<Idiota! Non è il momento!>> Vanessa sbotta e gli dà il quaderno in faccia.

Melissa invece sta ragionando e sento il succo delle sue meningi spremute sulla spalla.

<<Ragazzi, parlando di cose serie, non è che sul disegno c'è un linguaggio, un codice 'inciso'?
Un po' come il braile!>>
Melissa ha detto una cosa intelligente.

Ho il fiato sul collo di cinque persone che aspettano che io tocchi l'illustrazione.

<<Vado!>>

Con il pollice sfioro un punto al centro della figura rotonda, vicino agli anelli.

🪐


Mi sembra di avere il viso schiacciato su qualcosa di ruvido e caldo.
Le palpebre sembrano pesare più dello zaino di Bernard-una volta l'ho tenuto io e, sì,il peso è quello-
Alzo di poco la testa e vedo il grigio.


È... l'asfalto...

Sembra proprio così.
Mi sono appena accorta che i piccoli sassolini mi stanno facendo male al viso.
E alle braccia.
E alle gambe.

Vorrei alzarmi.
Non eravamo nell'atrio sotto la biblioteca?
Eravamo...dove sono gli altri?
Dove sono io?
Alzo del tutto il capo.
Una casa...
Delle case...

Dove siamo?

Ciaoooo🪐🛸⭐
Spero che la storia vi stia iniziando a prendere.
Tra l'altro non ho mai detto chele premesse delimitate con "~" sono prese e leggermente modificate da Wikipedia.

🍭

Comunque sì: Bernard voleva dire : "True Crime"
Già, non trovavo parola più adatta.

😊Quindicenni innocenti🤗

Oggi non è il momento per sapere nulla sulle cose illegali del nostro gruppetto.
Spero mi facciate sapere che ne pensate di questa Scuola-Labirinto:
Dovrei approfondire questo fatto? Dargli più importanza? È tutto troppo affrettato?

Vi piace l'idea dell'illustrazione? (credo sia ovvio il luogo in cui sono arrivati i nostri giovani criminali-vedrete quante cose hanno fatto e faranno-)

Lo dico qui anche se ho messo il messaggio in bacheca: riscriverò da capo il capitolo "Valle" e modificherò di gran lunga "Stella".
Scusate ma li ho riletto poco tempo fa e sono davvero cringe💀
Spero di essere migliorata e che questo mio tardato accorgimento non varrà per i prossimi capitoli e gli ultimi che ho scritto.
Ho capito anche come inserire il trailer e lo vedrete a breve...🪐✨💜💗💥
Grazie per continuare a leggere💜
Al prossimo capitolo...✨🍭

P.S.: Lo ziano con massa superiore a quella della terra, usato da Bernard, servirà eccome...🪐💗🌟

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