✨-01- Telefono Fisso✨

~L'universo è tutto ciò che nello spazio-tempo connesso può interagire con noi e viceversa. Secondo la teoria della Relatività generale, alcune regioni dello spazio non interagiranno mai con noi in tutta la durata dell'universo.~
Quanto è strano che quando due anime si incontrano e si legano, erano già legate da qualcosa fuori il loro rapporto, anime che si pensava
si sarebbero incontrate in un altro tempo, in un altro contesto, in un altro luogo, anime che non si sarebbero dovute incontrare che si vengono a conoscere.
Sorprendere il destino è qualcosa che può tranquillamente essere punito dal Karma,il destino potrà tornare e farsi sentire. Cosa fare dopo? Semplice, devi sorprendere il destino, ancora e ancora, fino alla fine.


🪐💜JOLE💜🪐

Sono arrivata nel nuovo universo. Osservo il familiare e enorme edificio di mattoni grigi circondato dagli scuri salici piangenti. I fili d'erba sono bagnati dalla rugiada e scossi da un filo di vento. Il profilo degli alberi è illuminato da una lieve luce aranciata.

Sembrano secoli da quando sono uscita di qui circa tre mesi fa.
Alcuni volti ci sono, altri hanno assunto tratti più adulti, qualcuno se ne andato e le matricole si guardano intorno spaventate, quando l'unica cosa che hanno cambiato è il cortile d'arrivo.
Penso a quanto sia stata sconvolta loro la vita. Ognuno ha la propria, intrappolata in un ambiente non scelto e stretta in questo loop infinito e veloce del tempo. Quanto lo odio. Mi viene il panico al solo pensiero.

Sotto i salici e sulle panchine sono raggruppati gruppi di studenti, le loro risate giungono a me e Melissa, che trasciniamo i nostri trolley sul vialetto principale.
Vanessa sarà da qualche parte qui in giro e noi tentiamo di trovarla con lo sguardo. Alcuni studenti ci fissano e ci indicano. Siamo abbastanza chiaccherati a scuola.
Dei ragazzi vestiti tutti uguali con tutte nere firmate seduti su una panchina mi fissano. Uno fa scivolare lo sguardo viscido sul mio corpo, sorride e mi fa l'occhiolino.
Sorrido in falso modo genuino anch'io, per poi fargli un meritato medio. Continuo a sorridere e riporto l'attenzione su Mel.

«Mamma mia, dove si è andata a cacciare Vanessa?»

«Già, non l'ho ancora vista.»

«So che Dax è già su nella stanza e Bernard arriva tra poco-»

Gli aggiornamenti vengono interrotti da una figura che ci prende tra le braccia facendoci quasi cadere sugli scalini che riportano al piano rialzato della scuola.
In profumo familiare e dei ricci biondi familiari, Vanessa.

Porta la felpa nera.

«Ragazze non possiamo aspettare nessuno, ho dei gossip incredibili da raccontarvi!»

«Riguardano Matematica

Matematica è un nostro compagno di classe -nonchè cotta segreta ed estiva di Vanessa-. Ci sono stati alcuni scoop interessanti su di lui.
Si chiama Finnian, e 'Matematica' è il nome in codice scelto per lui.
Quanto amo i nomi in codice.

«No, Jole, non riguardano Matematica, piuttosto Telefono Fisso! Oppure Scienze, se non l'abbiamo ancora usato come nome.»

«Che voui dire? A chi ti riferisci?»

«Al nome in codice del nuovo soggetto, è lui il gossip.»

«Chi è?»

«Se andiamo nella nostra stanza del dormitorio posso dirvelo anche a squarciagola.»

Percorriamo la scalinata e nell'atrio principale ci troviamo davanti ad un altra grande salita a gradini, che porta ad altri corridoi. In quello a destra ci sono le camere del primo piano, tra cui proprio la nostra, quello di Bernard e Dax e anche di qualche compagno di classe. Di solito siamo raggruppati a tre a tre.

Una volta arrivata alla stanza, Vanessa stacca il post-it fluo dalla porta con su scritto i nostri nomi. Con nostalgia noto il dormitorio accanto al nostro, prima occupato da ragazze dell'ultimo anno, ora, come segnato dal biglietto, occupato da altre persone perosne. Altre vite stravolte.

Vanessa pesca dallo zainetto il cartellino cartonato iconico che riporta l'elegante scritta ingiallita e sciupata fatta da noi diversi anni fa:

Vietato l'ingresso agli scemi!

Così recupera la chiave assegnata a noi la prima volta che abbiamo varcato la soglia qui.
Diversi oggetti rubacchiati dal ripostiglio richiamano la mia attenzione. Tutto è come è stato lasciato e le mensole bianco latte stanno per essere riempite di nuovo.

Sposto la valigia ai piedi del letto e le ragazze si affrettano a imitarmi.

«Va bene, ora posso dirlo»

Abbiamo come sempre uniti i tre letti e spostato i piccoli comodini a due cassetti. Sedute in cerchio con un livello di pazienza uguale a 0, aspettiamo che Vanessa sputi il rospo

«Bernard e Dax sono sempre stati in camera da soli.
A due. Quest'anno c'è uno nuovo.»

«Non può esserci uno nuovo. »

«In camera di Bernard ci sono talmente tante cose proibite che se le vede e va a spifferare tutto...finiamo nei guai fino al collo. Dovrebbe per forza fare parte del gruppo.»

«Bernard ha detto a Dax di cammuffare tutto prima dell'arrivo. »

Io e Mel ci guardiamo. Non avevamo mai allargato la cerchia.

Ci perdiamo in fiumi di parole e racconti su questi tre mesi mentre spostiamo tutto nelle mensole e nel piccolo armadio sul fondo della stanza. Facciamo scivolare tutti i quaderni e la cancelleria sulle tre scrivanie.
Tutto grida normalità. Una semplice stanza di tre adolescenti.

Mel ha fascicoli, quaderni degli appunti e formulari ovunque e ha appeso qualche promemoria e l'orario scolastico.
Io ho attaccato i testi delle mie canzoni preferite con il piano.
Non aspiro a diventare pianista, ma credo vivamente che la musica può aprire interi stadi mentali. Delle canzoni hanno le chiavi per accederci e nessuno, nemmeno tu puoi sapere cosa ti hanno fatto quelle note.
Vanessa sta continuando a parlare seduta sul letto e l'unica cosa fuori dalla sua valigia è naturalmente il computer.

«Andiamo a vedere come se la cava Bree?»

Bree è la sorella gemella di Dax l'impassibile. Non sono proprio degli opposti loro, loro sono Gli Opposti.

Bree è la personificazione della calma e dei consigli, obbligata a vivere con le due malate di gossip per eccellenza che gestiscono anche un blog su questo e fanno feste clandestine e notturne tutte le settimane.

«Andiamo a vedere come se la cava Bree e a dire quel gossip a Noelle e Whitney. So che si chiama Caleb Wilson ma non lo trovo da nessuna parte sui social.»

Vanessa alza lo sguardo delusa. Se non lo trova sui social, allora non è sui social.

Arriviamo alla porta della camera di Bree e Vanessa la spalanca con totale nonchalance.

Whitney e Noelle si guardano e sorridono.
La stanza è già piena di lucine ed edera finta come loro solito.

«Oh, ragazze!»

Corrono ad abbracciarci. Mi sento sempre a casa qui. Loro sono una casa. Ho paura per quando tutto questo finirà.

Vanessa si siede su una delle sedie girevoli.

«Whitney, Noelle, portatile alla mano. Ho un gossip. Il diretto interessato si chiamerà telefono fisso

I nomi in codice fanno parte della cerchia ristretta di noi cinque, Whitney Bree e Noelle. Con l'unica differenza che loro tre conoscono solo questa faccia della diga, e non hanno mai vista il mare di cose che facciamo e che si infrange sul muro di cinta ogni giorno.

Noelle sistema i boccoli color miele e prende il PC impaziente.
Mi siedo sul letto e da dietro osservo lei siduta davanti a me che velocemente apre un nuovo articolo del blog di gossip, aggiunge decorazioni alla pagina alla velocità di un fulmine che squarcia il cielo. Prende fulminea un immagine a sfondo trasparente di un telefono fisso nero e la incolla. Nessuno capirà mai la connessione tra i nomi in codice e le immagini che Noelle inserisce nel Blog. Pensano tutti siano cose a caso.

Non facciamo e non lasciamo mai nulla al caso. Mai.

«Spara!»

Stravariccata sulla sedia Vanessa si sistema i ricci biondi e dà le informazioni su cui ora pendono Whitney e Noelle.

Anche Bree sembra abbastanza curiosa mentre punta un occhio su di loro, fermandosi dal sistemare la sua organizzatissima scrivania.

«Un nuovo ragazzo, Caleb Wilson, sarà il compagno di dormitorio di Dax e Bernard. È tutto provato. Si sa che ha la nostra età ed ha cambiato molte scuole. Non ha i social, o almeno io non riesco a trovarlo.»

Le dita di Noelle scorrono sulla tastiera digitando un buon testo accattivante.

«Quando arriva?» chiede Bree.

«Dovrebbe arrivare verso le dieci. Passerà nella nostra stanza per conoscerci. Vi teniamo a aggiornate.»risponde Mel.

«Sono le nove e cinquantacinque.»

«Oh. Mi sa che dobbiamo andare allora.»

«Ciao ragazze!» le saluto mentre chiudo piano la porta.

«Vi avvisiamo per la prima festa!» riesce a farsi sfuggire Whitney. Le feste notturne sono state inventate da loro.


--🪐🪐🪐--

Mentre continuano a sistemare le cose che poco fa stavamo nelle valigie,la porta si spalanca e Dax fa il suo ingresso senza salutare, come al solito.
Si siede sul poof colorato e ci lascia alla conoscenza di Caleb.
Non pare molto spaesato, quasi contento dalla situazione in cui rientra.
Gli occhi bruni sono circondati da folte ciglia scure e le labbra schiuse in sorriso. I capelli corti e mossi color cioccolato gli scivolano davanti agli occhi. Ci rivolge un occhiata per poi continuare ad avanzare nella sua camminata pacata e sicura. Sembra che voglia padroneggiare sulla situazione. Mi sta innervosendo.

«Melissa,Vanessa,Jole.»

Dax ci indica con l'indice mentre elenca i nostri nomi.

Con la mano gli indicò la sedia. Tiro fuori la miriade di piadine e tramezzini farciti che mia madre è solita preparare...in ogni occasione. Chissà dove trova il tempo di cucinare così tanto. Me lo chiedo spesso.

«Li prepara mia mamma.»

Distribuisco i panini avvolti nella stagnola metallica e Vanessa si affretta nel tirar fuori il grosso cartellone delle Sei Leggi, che riesce a suscitare in Caleb un briciolo di cuoriosità.

Le sei leggi:
1. Si mangia nel dormitorio tutti i giorni INSIEME.
2.Ai balli degli anelli si va INSIEME.
3.Non si esce di notte se da soli.
4.Vietato raccontare cose del gruppo a estranei.
5.Si ci copre a vicenda.
6.Realizzare l'obiettivo dell'anno.


Mentre lui si cimenta nel leggere le regole della nostra piccola cerchia, Bernard fa ingresso nella stanza. Si sistema i riccioli biondi e ci saluta tutti.

«Caleb, giusto?»

«Esatto.»

Bernard nota Caleb guardare il cartello.

«Che significa il punto 6?»

«Noi realizziamo l'obbiettivo dell'anno entro la fine della scuola. È una sfida per noi che decidiamo il primo giorno. Ti tocca.»

«Vediamo che cosa proponete.»

«Un fuga notturna!» schiamazza Bernard mentre imita il verso di un gufo.

«Bernard, non dirai sul serio!»

«Ti devo ricordare le due settimane di punizione dell'anno scorso?» sbotto.

«Dai? Che è successo?»

«Avevamo già deciso l'anno scorso di fare una fuga notturna. Il cancello era chiuso e lui ha provato a scavalcarlo.»

«Quella cancellata alto tre metri?» chiede Caleb.

«Esatto.»

Caleb batte il cinque a Bernard. Io e Mel ci guardiamo.

«Eh poi nulla, lui è caduto dall'altra parte e si è rotto un braccio. Vanessa ci ha salvato la faccia, è stata lei a svegliare la direttrice avvisandola di tutto. Nel cuore della notte.»

«Allaghiamo di nuovo il corridoio dei professori!»

«"Di nuovo". Ci sapete fare insomma.»Caleb sembra approvare qualsiasi proposta di Bernard.

«Vuoi vedere il video?» chiede Mel.

«Mi piacerebbe.»

Il video che sta guardando Caleb sul cellulare di Melissa è nitidissimo nella mia testa, posso sentire le nostre risate soffocate contro il palmo nella notte in cui abbiamo fatto una delle cose più divertenti mai fatte.
Ricordo quando abbiamo riempito i secchi delle pulizie azzurri, per poi correre al giardino sul retro della scuola e riempirli con la melma verde dello stagno.
Diciamo che era una piccola vendetta per delle ingiustizie in quel periodo. Non rifatelo mai a casa, mi raccomando.

Bernard ha usato i suoi aghi magici per forzare la serratura della porta del dormitorio degli insegnanti.
Da lì si accedeva a un corridoio che dava visione delle porte di ogni camera singola.

È lì che abbiamo velocemente versato i nostri secchi pieni di melma verde.
Melissa filmava il tutto ed era l'ultima componente del gruppo. Siamo stati cauti e veloci nel chiudere la porta del corridoio e tappare la piccola fessura a contatto con il pavimento, il compito di Vanessa.

Mentre mettevamo i secchi sporchi di nuovo nell'armadio, ricordo il sorriso malizioso di Bernard mentre affermava di aver messo la telecamera su un piccolo mobiletto di legno nel corridoio, così da filmare la reazione mitica ed indimenticabile.

Vedo un briciolo di ammirazione farsi largo sul viso di Caleb. Anche un briciolo di qualcosa che non riesco a capire. Forse confusione, il video sarà offuscato e non è nitido per nulla.
Bree l'avrebbe capito, lei e la passione per lo studio della mimica facciale a volte aiuta.

Quando Caleb ridà il cellulare a Mel, posso mettere in pratica il codice mai usato.

«Caleb, sei appena diventato il soggetto del codice bianco.»

Le ragazze ricordano, Bernard palesemente no e Dax è indifferente a tutto ciò che lo circonda.

«Jole, se sapessi il significato di ciò che hai detto potrei valutare la situazione.» ribatte fissandomi negli occhi.

«Non siamo soliti fare cose del tutto legali. Prova a riportare qualcosa a qualcuno, e faremo sparire le prove dagli occhi di tutti e te dalla Grinalk.»

---💜🪐💜---

💎🔔CALEB🔔💎

Che minaccia.

L'anno prossimo non ci sarò comunque più.

«Non dirò nulla a nessuno se non ci sarà un motivo preciso.»

La ragazza di nome Jole mi porge un foglio già compilato con cinque firme, due righe scritte e uno spazio per la sesta.

"Codice Bianco: le informazioni palesemente da non dire non vanno dette a estranei. Siamo i re di queste cose e saremo più veloci nel caso qualcuno facesse la spia. Faremo sparire le prove dagli occhi di tutti e la persona dalla faccia della scuola. Assicuriamo che ciò che facciamo non procura danni gravi o ingiusti a nessuno. Firma:"

Sono capitato in una bella combriccola.
Prendo la penna che mi porgono e calco le mie iniziali sulla carta.

CW

Jole mi rivolge un sorriso forzato mentre ritira il foglio.
Sono capitato in una banda di criminali.

«Ora, possiamo dirti che tra i vari passaggi e scorciatoie clandestine che abbiamo beccato, c'è una botola proprio sotto la biblioteca. La scalinata conduce a una porta di cui non abbiamo la chiave. Non ce l'hanno nemmeno gli insegnanti e Bernard non è riuscito a scassinare la serratura e a forzarla in alcun modo. Come obbiettivo dell'anno propongo di aprire quella porta.»

«Primo: qualcun'altro oltre voi e gli insegnanti sa di questa botola?»

«No, però circolano voci e leggende che dicono che uno studente e una studentessa andandoci non hanno fatto ritorno.Dicono che la biblioteca è maledetta. Naturalmente non ci crede nessuno e noi sappiamo la verità.»

«Secondo: gli insegnati sanno che sapete?»

«Non sanno nulla.»

«Terzl: é davvero una cosa grave e strana che Bernard non sia riuscito a scassinare una serratura?»

«Oh, sì, molto.»

«Credetemi-prende la parola Bernard- ho provato a forzarla con tutte le tecniche possibili. È...stregata! Davvero, non si è aperta quando avrebbe dovuto aprirsi. È programmata per non aprirsi mai. Se le ore passate lì avessero dato frutti saremmo gli unici audaci che conoscono la verità su cosa si cela dietro la porta blindata. Se nemmeno gli insegnanti hanno la chiave, allora c'è davvero dello strano.»

«Ho io una chiave. Strana, non brutta, ma strana. Non so a quale serratura appartiene. Ho sempre provato ad aprire ogni porta, ma è una chiave senza serratura.»

«Chi te l'ha data?»

«Mia madre.»

«Allora ti va di unire due piccioni con una fava dopo il Ballo di inizio anno?» mi propone Bernard.

«Uniamoli»


-🪐💜-

Dax si alza dalla sua sedia bianca, apre la porta veloce e la sbatte mentre corre via. La porta cigola e rimane socchiusa. Nessuno fa caso alla situazione, che quasi sembra solita per loro. Mentre le ragazze sono distratte nell'aiutare quella mora a prendere qualcosa, Bernard mi guarda e mi lancia uno sguardo implorante che grida "Non farci caso e reggi il gioco, ti prego".

Osservo in silenzio la penna che viaggia spedita sul foglio di carta. Jole molla la penna e volge lo sguardo verso di me.

«Stiamo scrivendo l'obbiettivo dell'anno.»

Lo dice come se in chissà quale modo l'avessi guardata male. Melissa pesca dalle mensole colme di libri impilati grossi quanto mattoni un insieme di fogli rilegati e protetti da una copertina improvvisata fai-da-te con il cartone.

«Ti prego Mel, che vi ho fatto di male!?»

Le ragazze ridacchiano sotto i baffi e gradirei mi venisse spiegato qualcosa.

«Quello sarebbe?»

«La raccolta delle cose che hanno fatto in tutti questi anni Bernard e Vanessa. Scritte e illustrate. Mi piace leggerle quando non so ha più nulla da discutere. Capitolo uno, salice piangente, quindi deve piangere.
Così affermavano i nostri audaci protagonisti...»

--✨💜✨🪐✨--

Io e Bernard torniamo nella stanza solo un paio di ore dopo. Dax non è ancora tornato. Mi accorgo essere leggermente diversa da quella delle ragazze. Molto diversa. Tre caloriferi, miriadi di bacheche di sughero vuote e materassi che non combaciano con la struttura del letto. Sono più rialzati, come ci fosse qualcosa di informe ammassato sotto.
Osservo poi i cunicoli per far passare l'aria, che non credo servano a qualcosa e che nella stanza delle ragazze erano totalmente assenti.

«Benvenuto nel quartier generale autentico della banda. Ti avviso che sarà anche la tua stanza per i prossimi mesi.»

Bernard mette sul tavolo pezzi di scotch con delle specie di impronte, foto su foto e un grosso rotolo di filo rosso.
Figo.
Inizia ad appiccicare tutto alle bacheche. Queste si aprono e rivelano come uno scavo nel muro. Hanno scavato nel muro per infilarci...una cassaforte.

Vado ai caloriferi, che hanno come qualcosa di strano, e infatti quando li smuovo appena mi resta in mano una copia di un calorifero in polistirolo. Un altro nascondiglio nel muro mi si rivela.

Raccolgo le foto che sono infilate nello scavo nascosto dal termosifone. Diverse foto in bianco e nero delle ragazze, Bernard e Dax. Poi alcune ragazze e gruppetti di ragazzini piuttosto ridicoli.

«Oh, le cercavo. Non ricordavo dove le avessi messe.»

Le appende tutte su una lavagna di sughero e collega le foto con freccette a matita.

«Sono molte persone con cui abbiamo avuto a che fare.»

«A che vi serve tutto questo?»

«A nulla. Però è divertente.»

«...eh, Dax?»

«Non fare mai domande a Dax su quell'argomento. È orfano ed è entrato in molte situazioni...toccanti. Questo resta nel gruppo. Nessuno al di fuori di qui sa o deve sapere che Dax non ha mai avuto i genitori.»

«Lo sappiamo solo noi?»

«Anche le compagne di dormitorio di sua sorella Bree.»

Mi volto verso di lui dopo aver trovato due scatoloni dietro agli altri termosifoni e lo vedo sistemare delle provette e un microscopio sulla scrivania. Prende la polaroid e la ripone sulla mensola bianca. La bacheca di sughero con le facce del gruppo ha in alto le foto di sei persone. C'è anche la mia.

Cari terrestri, finalmente un primo capitolo decente!
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