Capitolo Uno
JJ non l'aveva presa bene per niente. A Stiles si era stretto il cuore, ma non era riuscito a fare altrimenti. John li aveva riaccolti a braccia aperte ed erano rimasti con lui fino a che non avevano trovato una sistemazione.
Pian piano si erano abituati alla vita di Beacon Hills.
Stiles, ogni mattina, preparava la colazione a JJ, lo portava a scuola, si fermava a prendere il caffè e scappava a lavoro. Aveva trovato un piccolo impiego come informatico in una azienda, niente che gli portasse via del tempo da suo figlio; anche se, ora, poteva chiedere a suo padre di andarlo a prendere se faceva tardi a lavoro.
Si erano sistemati bene o così sembrava, Stiles non poteva chiedere di meglio per il momento. Riusciva di nuovo a tenere via una parte di stipendio per JJ e questo significava che stava andando bene.
Era una cosa che faceva ogni mese.
Più di una volta l'insegnante di musica gli aveva detto che JJ aveva un dono naturale per il piano. Riusciva a suonarlo senza che nessuno gliel'avesse mai insegnato. Stiles si era sempre chiesto com'era possibile ma non aveva mai trovato una risposta. L'insegnate aveva insistito per aiutarlo con l'approfondimento dello studio e per un po' aveva continuato almeno fino a che non erano partiti. Stiles aveva iniziato fin da subito a tenere da parte i soldi per il conservatorio perché JJ glielo aveva chiesto - aveva già le idee chiare in merito - e lui gli aveva risposto che ci avrebbero provato.
***
Erano passati quattro mesi da quando era tornato a Beacon Hills e, non sapeva se per sventura o per coincidenza, Stiles aveva iniziato a parlare con un ragazzo.
Alto, moro, occhi verdi, barba.
Stiles era sicuro fosse il solito bello e dannato, eppure si sentiva bene quando scambiavano quelle parole al mattino, mentre aspettavano il caffè. Erano sempre poche parole, ma erano quelle poche parole che quasi gli miglioravano la giornata.
Non sapeva nemmeno perché ancora non si erano presentati. Sapeva solo che si sentiva in qualche modo completo e che non c'era bisogno di una presentazione. Non voleva innamorarsi di quel ragazzo, ci aveva provato in tutti i modi. Non si era mai lasciato andare ai sentimenti dopo quello che era successo con quel pallone gonfiato. In più aveva un figlio e fare entrare qualcun altro nelle loro vite, senza essere sicuro che restasse, non gli sembrava il caso. Era anche vero che quel brivido che sentiva ogni volta che quel ragazzo parlava, lo faceva allontanare da tutte le sue idee. Il fatto era che, per una volta nella sua vita, voleva viverlo l'amore. Non voleva fermarsi alla semplice cotta. Voleva legarsi a qualcuno che lo amasse davvero, che glielo dimostrasse e che lo proteggesse. Invece era sempre costretto a stare attento e chi gli parlava spesso non sapeva nemmeno che era un omega.
Successe all'improvviso, poi, quel ragazzo gli chiese di uscire il giorno in cui si presentarono.
<<Quindi mi stai dicendo che tutta questa caffeina mi farà male, sul serio?>> A Stiles piaceva insistere su quel fatto perché sapeva che l'altro non sarebbe rimasto zitto. L'aveva capito in quel mese in cui si scambiavano strane conversazioni.
<<Certo che sì! Dovresti ringraziarmi. Mi preoccupo per la tua salute>> Aveva alzato il suo solito decaffeinato che, senza aggiunte, non piaceva nemmeno a lui.
<<Infatti tu prendi solo decaffeinati e non so nemmeno come fai a berla quella brodaglia>> Il moro aveva ribattuto accennando un sorriso.
<<Sono iperattivo, non dormirei. E per il berla ti do ragione, ma si dà il caso che con l'aggiunta di latte e cioccolato sia favoloso>> Che Stiles ci metteva anche qualche quintale di zucchero era un dettaglio e che questo lo rendeva più iperattivo della caffeina, non faceva testo.
<<Di caffè resta poco, non credi?>>
<<Sei solo invidioso del mio caffè, caro... Aspett->> Stiles si era fermato come se avesse avuto un'illuminazione. <<Noi non ci siamo mai presentati>> Bingo.
<<No, un mese e niente nomi>>
<<Cazzo, a cosa pensavamo?>> Aveva chiesto sbalordito Stiles.
<<Al tuo decaffeinato>> Non che parlassero sempre di quello, ma era l'argomento del giorno e il moro non poteva fare a meno di mettere il dito nella piaga.
<<Idiota. Sono Mieczyslaw, piacere>> Aveva perso l'abitudine di farsi chiamare Stiles, era cresciuto e in più all'epoca dei fatti tutti sapevano il suo soprannome ed era restio ad usarlo ancora. Specialmente a Beacon Hills.
<<Ora ho capito perché non l'abbiamo mai fatto. Derek, piacere>> Derek aveva fatto una pausa abbastanza lunga prima di presentarsi. Era rimasto come perplesso.
<<Sì, fa sempre effetto il mio nome. Ma non ci posso fare nulla>> Aveva riso perché conosceva perfettamente la reazione di tutti.
<<Okay, Miec... ti va di uscire una sera di queste?>>
<<Sapevo che avresti abbreviato>>
E Stiles aveva accettato.
Così, tranquillamente, senza pensarci troppo. Forse poteva essere davvero un inizio. Avrebbe chiesto a suo padre se gli teneva JJ e per la prima volta avrebbe fatto qualcosa per se stesso.
Qualcosa di concreto.
Aveva realizzato solo dopo che la prima cosa che doveva fare era dirgli che aveva un figlio. Insomma, indipendentemente da come sarebbe andata, era una cosa che andava detta. Non poteva tenerlo nascosto. Doveva accettare entrambi.
<<Okay pà, io vado. Mi raccomando, non farlo stare alzato troppo e non farti fregare>> Aveva detto tirando su il cappotto.
<<Figliolo, vorrei ricordarti che non sono nato ieri>> No, nato ieri no, ma se c'era da viziare JJ, il padre, era in prima fila. Stiles aveva sorriso perché sapeva già come sarebbe andata a finire. Si era avvicinato a JJ e gli aveva scompigliato i capelli. <<Ciao, peste. Non far arrabbiare il nonno>> Aveva alzato le sopracciglia dicendo <<Papà, vai. Sono un angelo>> Stiles non aveva potuto fare a meno di ridere. <<Sì, quando dormi forse>> Dopo quella risposta era uscito, o sapeva che non ce l'avrebbe fatta.
Che poi, il karma, doveva essersi divertito davvero un sacco con lui visto che il ragazzo con cui stava uscendo aveva lo stesso nome di quel pallone gonfiato. Fortuna che era totalmente diverso nei modi di fare, e sperava tanto che non sarebbe cambiato quando gli avrebbe detto di JJ.
Era stata una bella serata, nonostante non tutto fosse andato come previsto. Alla fine di JJ era uscito comunque, senza che Stiles ne parlasse.
<<Perché hai quella faccia?>> Stiles iniziava a preoccuparsi. L'altro sembrava come pensieroso. <<Sei legato a qualcuno?>> Era rimasto perplesso da quella domanda. Insomma, cosa glielo faceva credere? <<No, perché?>>
<<Hai addosso l'odore di un altro alpha>> Okay, Stiles non si aspettava una riflessione del genere e si era ritrovato in contropiede su cosa rispondere, quindi gli era uscito spontaneo. <<Oh, no. È di mio fi... figlio>> L'aveva detto. Senza pensarci. Capendo dopo, solo vedendo la faccia di Derek. No, non era quello il modo in cui voleva farglielo sapere. <<Merda…>> assolutamente no.
<<Hai un figlio?>> Forse era rimasto molto più sconvolto di quanto si aspettasse. <<Di quattordici anni? Quanti anni hai?>> Ora era Stiles che non stava capendo più nulla. Quattordici anni? Perché JJ avrebbe dovuto avere quattordici anni? <<Ne ha otto e io venticinque. Perché quattordici?>>
<<Come fa a sapere di essere un alpha se ha otto anni?>>
<<Ah, per quello>> per Stiles ormai era una cosa normale, così aveva ripreso poco dopo <<In realtà è una situazione particolare. Quando ha iniziato a stare male, solo dopo abbiamo capito che era per quello. Mi hanno spiegato che, essendo io un omega non legato, la sua natura da alpha è venuta fuori prima per cercare di proteggermi>> Stiles non si aspettava di dirgli così tante cose subito, ma era stato improvviso.
<<Non ha un padre?>> No, di questo non gli avrebbe parlato. Assolutamente no. <<Siamo solo io e lui>> aveva detto secco.
<<Scusa, sono stato inopportuno>> Derek sembrava dispiaciuto, ma mica era colpa sua. <<Ci stiamo conoscendo. È giusto così>> Nonostante fosse un po' spiazzato lo pensava davvero. Fosse stato qualcun altro, in un'altra occasione, non sarebbe stato così clemente. C'erano un milione di domande che gli stavano passando per la testa. Non capiva perché Derek gli facesse quell'effetto, nemmeno lo conosceva più di tanto.
Sinceramente dopo le rivelazioni della serata non sapeva nemmeno se l'avrebbe rivisto.
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