Capitolo Dieci

La vigilia di natale era arrivata in fretta. Stiles nemmeno si ricordava l'ultima volta che si era sentito così agitato per una cena. JJ continuava a correre da una parte all'altra della casa e Stiles sapeva che se continuava così non sarebbe riuscito ad aspettare la mezzanotte. Si era calmato solo quando erano arrivati Derek e Cora. Anche se Derek era più simile a babbo natale con la busta che aveva in mano.  

La cena era stata per lo più un monologo di JJ e un interrogatorio di John a Derek.
Stiles lo sapeva che era solo preoccupato e che lo faceva per quello, forse doveva organizzare un cena prima di natale, ma ormai era fatta e dopo il primo momento di tensione, la serata era andata al meglio. JJ era stato bene e si era divertito. Stiles aveva anche pensato che, a vederli da fuori, sembravano davvero una famiglia felice. Avevano svegliato JJ alla mezzanotte, per aprire i regali.  

Sì, alla fine si era addormentato sul divano. 

Era ancora un po' frastornato quando aveva visto tutti i regali sotto l'albero. Stiles si era chiesto perché Derek avesse portato tutti quei regali, ma non l'aveva chiesto ad alta voce. Soprattutto non era il momento adatto per fargli qualche appunto.

JJ era seduto in braccio a Stiles quando aveva chiesto rivolto a Derek <<Perché sono otto i tuoi?>> A volte era impressionante come i loro pensieri coincidessero. Stiles l'aveva ringraziato mentalmente, almeno non doveva essere lui a farlo.

<<Uno per ogni anno in cui non ci sono stato>> La risposta di Derek era stata precisa e Stiles aveva sentito una stretta allo stomaco che non voleva saperne di andarsene. 

JJ aveva risposto tranquillamente <<Non li voglio tutti ora, me li darai uno ogni anno futuro. Così sono sicuro che ci sarai>> E quello, per Stiles, era stato il colpo di grazia.
Si era commosso. 

<<Puoi aprirli tutti ora, non andrò da nessuna parte. Te lo prometto>> Aveva ribattuto il moro.

JJ si era fidato e aveva iniziato a scartarli.  

Un vecchio sonaglio, un libro di favole, un carillon e un metronomo, erano cose di sua madre che erano passate a Derek e che lui stava regalando a JJ.
Alcune cose, invece, erano nuove come una macchinina, degli spartiti nuovi nella speranza che riprendesse a suonare, un pentagramma per comporre lui la musica e una foto di loro tre assieme.  

L'unica che avevano.  

Ricorda il giorno in cui l'avevano fatta. Era il giorno in cui erano andati allo zoo tutti e tre assieme e in cui, per la prima volta, non sembravano divisi.

JJ si era subito messo quella foto sul comodino.

Aprire tutti i regali, mettere la foto sul comodino, erano tutti segnali del fatto che stava iniziando a fidarsi di Derek e Stiles, quella sera, aveva assistito al loro primo abbraccio. Quando aveva finito di scartare si era avvicinato a lui e dicendo <<Grazie p-Derek>> l'aveva abbracciato per un secondo. Non era riuscito a chiamarlo papà anche se ci aveva provato, per quello, aveva ancora bisogno di tempo. 

*

Il nuovo anno era iniziato al meglio. Stiles sentiva che quello sarebbe stato l'anno di svolta e ci sperava davvero. 

Era febbraio e quel giorno toccava a Derek andare a prendere JJ e portarlo a casa. Il loro rapporto era migliorato a vista d'occhio e JJ sembrava anche essere più sicuro del suo essere alpha nonostante la crisi dovuta alla scoperta dell'abbandono. 

Il problema era che alla sua porta, quel giorno, non si era presentato Derek insieme a JJ, ma Cora. 

<<Ehi, Derek?>> aveva chiesto mentre salutava JJ.  

<<Non sta bene>> Cora aveva risposto titubante, come se non sapesse cosa dire.

<<Strano, non mi ha scritto nulla>> Di solito lo avvertiva prima in modo che lui si organizzasse, ma non quella volta.

<<Perché non te lo direbbe mai. Ha paura che tu pensi che se ne voglia fregare, ma non è così. È davvero una brutta giornata per lui. Quindi, ti prego, non farglielo pesare>> Era una supplica.

E Stiles, a quelle parole, si stava davvero preoccupando. A lui non faceva differenza se per una volta era andata Cora a prenderlo. Aveva creato più agitazione di quanto pensasse e forse voleva anche significare che ci teneva davvero. Era una dimostrazione del fatto che qualcosa era cambiato.

JJ aveva chiesto a Stiles se potevano chiamarlo e ci avevano provato ma non aveva risposto. Stiles gli aveva detto di non preoccuparsi che li avrebbe richiamati non appena sarebbe stato meglio.  

Alla fine Derek si era presentato direttamente a casa, qualche giorno dopo, mentre JJ era a scuola. Era stato in quel momento che Derek gli aveva parlato di quello che era successo. Stiles non sapeva cosa dovesse dirgli e quando aveva iniziato aveva capito che non era una cosa semplice.  

<<Quando hai scoperto chi ero, hai detto che il mio odore era cambiato e che per quello non mi avevi riconosciuto fin da subito. Ho avuto una trasfusione di sangue. Laura, mia sorella più grande, mi ha donato il suo>> Derek aveva preso una pausa e a Stiles avevano iniziato a ritornare le cose. 

<<Perché?>> il minore l'aveva chiesto cercando di aiutare Derek nel raccontare.

<<C'è stato un incidente. Cinque anni fa. Ero ancora il pallone gonfiato del liceo e ci eravamo ubriacati quella sera. Eravamo solo io e Paige su quella macchina>> aveva interrotto per prendere fiato e Stiles aveva capito chi era il nome che Derek aveva chiamato mentre lui era privo di sensi. Il moro aveva ripreso poco dopo <<Sai, pensi sempre di essere invincibile da giovane ma poi ti accorgi che non è così. Quando sono morti i miei, bevevo quasi ogni sera per non sentire il dolore e tra gli sbagli che ho commesso c'è anche quello di avervi allontanati. Sono andato avanti così fino a quella notte. Paige aveva detto che si sentiva bene, che avrebbe guidato lei e l'ho lasciata fare. Ho ancora ricordi confusi dell'incidente. Ricordo che... Che abbiamo sbandato e che ci s-siamo messi a ridere perché... Non so perché. So solo che ho visto un furgone arrivarci nella f-fiancata... Io... L'ho v-vista morire. Ero cosciente, lo sono stato per un po' prima di svenire e... E l'ho vista... c-chiudere gli occhi per sempre>>

Derek non era più riuscito a trattenere le lacrime. I ricordi erano ancora fissi nella sua mente. Andava ancora in terapia e l'anniversario era ancora troppo vicino. Stiles gli aveva stretto una mano facendogli delle piccole carezze con il pollice. Non aveva detto nulla, aveva aspettato che fosse Derek a riprendere quando fosse stato pronto.  

<<Non ho più bevuto un goccio. Ho iniziato a dare peso alle cose, sono cambiato o almeno ciò ho provato. Non siamo invincibili e bisogna dare peso a ciò che facciamo. La vita è questa e bisogna godersela. Io ho promesso che l'avrei fatto, per tutto quello che Paige non potrà fare. Bisogna godersi i momenti belli perché non sempre ci sono, perché ci sono cose che fanno soffrire, soffrire parecchio ma ci si può rialzare. Più forti di prima o con più cervello. Quando cresci e capisci di non essere invincibile è già troppo tardi>>

Non ricorda di averlo mai visto così.

Otto anni prima era davvero uno stronzo egocentrico eppure, quello che aveva ora davanti, non sembrava affatto la stessa persona. Si dice che con gli anni si cresca, si cambi, ma alcuni non cambiano mai, alcuni non maturano mai, eppure il Derek che Stiles aveva davanti era cambiato. Forse più profondamente di quanto si aspettasse e gli dispiaceva che era successo con un evento così brutto. Preferiva fosse cambiato per altri motivi, preferiva che si fosse preso le sue responsabilità otto anni prima e che avesse dato più peso a quello che diceva o quello che faceva, ma ci si può avvicinare al perdono se qualcuno fa di tutto per cambiare. E Stiles ne aveva le prove ogni giorno da cinque mesi a quella parte. Lo vedeva nei gesti di Derek, nella premura che aveva nei confronti di JJ, nel non tirarsi indietro mai, anche quando Stiles gli gridava contro per rinfacciargli cose che non sapeva, perché lui, in quegli anni, non c'era stato. Lo aveva visto nella sua agitazione quando JJ aveva avuto la febbre a casa sua e lui non aveva la minima idea sul da farsi. Ma nell'ultimo mese le cose erano decisamente andate meglio. Derek stava imparando cosa significasse essere padre e JJ aveva imparato a non odiarlo, per lo meno il Derek di adesso.
Questo li aveva portati, sempre più spesso, a passare del tempo tutti e tre assieme.  

<<Lo so che sei cambiato. L'avevo capito dal primo giorno che ci siamo incontrati. Forse è anche per quello che non ho capito fossi tu. Sei troppo diverso dal Derek di prima, sei più vicino al Derek bambino. La prima volta che Cora ha visto JJ, mi ha detto che eri un idiota perché era identico a te da piccolo. A volte ha anche atteggiamenti che sono i tuoi e li aveva anche prima di conoscerti. Tipo lo stesso giochetto di sopracciglia>> aveva detto sorridendo per poi riprendere <<Sono contento che tu sia cambiato, ma mi dispiace per il motivo per cui l'hai fatto. Nessuno si merita una cosa del genere>> Stiles non sapeva cosa dirgli non voleva dire qualcosa che lo ferisse su quella storia. Era stato Derek a parlare poco dopo. <<Stiles, c'è una cosa a cui ho pensato e volevo parlartene. Vorrei riconoscere JJ>>

Quello, Stiles, non se lo aspettava proprio. Non voleva mettere in discussione le sue scelte ma di quello doveva esserne più che certo, non poteva tornare indietro. <<Facciamo che ci pensi bene e quando ne sei sicuro, al cento per cento, ne riparliamo>>

<<Ne sono sicuro>> aveva detto il moro convinto.

<<No, Derek. Ora non sei lucido. Il riconoscerlo, comporta un sacco di cose e voglio che tu ne sia convinto>>

Non ne avevano più parlato e Derek aveva promesso che ci avrebbe pensato attentamente.  
La loro strana famiglia aveva iniziato ad avere un senso anche così e Stiles, in quel momento, si sentiva completo anche senza essere davvero legato a Derek. Gli bastava vedere i sorrisi di JJ legati ai momenti in cui erano tutti e tre per capire che loro erano già una famiglia anche se non in modo convenzionale.

Questo gli bastava.



















Note:
Avevo dimenticato una cosa fondamentale: questo è l'ultimo capitolo.
Nonostante questo domani pubblicherò un epilogo che concluderà la storia.
Vi ringrazio per essere arrivati fino a qui, per aver letto, per aver votato e per i vostri pareri. A domani!

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