L'anno dopo il nostro rincontro in treno  partii per l'erasmus a Dresda, tornata in Italia, mi laureai due anni dopo quel furtivo incontro con Ean e fu un grande successo. Finii l'università con il massimo dei voti e fui molto orgogliosa di me. 

Poco dopo mi trasferii a Perugia per la magistrale. Ean scomparve subito dai miei pensieri e non sentii la sua mancanza. 

Mai. Non ne ero attratta, non provavo nulla per lui, se non una piacevole simpatia, ma avevo percepito che da parte sua qualcosa nel cuore aveva fatto "clic".Non ci rivedemmo più per molti, lunghissimi anni, quasi eterni. A Perugia non andò come previsto, non mi trovai bene, lo studio non mi convinceva e la cosa peggiore: non avevo trovato molti amici a parte il mio coinquilino e il suo gruppo al quale mi ero aggregata. Nell'aprile successivo mi trasferii a Londra dal mio ragazzo dell'epoca, Jannis, ci rimasi per sette anni, durante i quali studiai per la magistrale in pedagogia montessioriana poi una volta essere stata lasciata dal mio ragazzo, me ne tornai in Italia, , la mia patria e fu lì che avvenne un incidente stradale, uno scontro frontale, guidava un mio amico, lui morì, mentre io e l'altra ragazza presenti in macchina, ce la cavammo con qualche costola rotta lei, io un trauma cranico di primo grado. Fu un duro lutto per tutti, ci mettemmo tempo, anni, per riprenderci. E fu in quell'arco di tempo, durante la mia disabilità che durò moltissimi anni, che Ean si rifece vivo, scrivendomi un semplice messaggio di scuse per non essersi mai fatto vivo in quegli anni:

- Ciao, non so se ti ricordi di me, ci incontrammo un giorno per caso in treno e ci siamo visti un pomeriggio a Roma grazie a un libro lasciato sul vialetto diretto al mare, e mi scuso se durante la tua degenza non mi sia mai fatto vivo, non me la sentivo, e forse non ne avevo nemmeno il coraggio, in realtà - nel leggerlo il cuore mi sorrise, raggiante. Per quanto non fossi interessata a lui per una relazione e non ne fossi attratta, quel riavvicinamento mi fece molto piacere e mi permise un respiro di sollievo, che attendevo da tanto tempo. Mi sentii come abbracciata da una persona del passato, come tornata per un breve istante quella ragazza di prima, precedente alla catastrofe.

Iniziammo a chattare per un po', poi lui mi chiese di vederci per una birra e io accettai volentieri, anzi, non ne vedevo l'ora. Uscivo poco di casa per via della mia disabilità, mi metteva a disagio essere osservata con occhi ricolmi di commiserazione. C'è una grande differenza tra l'essere disabili e non esserne coscienti ed esserlo con coscienza, perché vedi come gli altri ti guardano o quei lievi scrolli di testa che dicevano tutto e niente, ma il cui messaggio era sempre lo stesso: "poverina". È vero, ero viva, mentre il mio amico era morto, tuttavia la vita mi aveva tolto talmente tanto da avere difficoltà a prendere aria e respirare regolarmente. Tutto era cambiato.

Tutto.

Niente sarebbe stato più come prima.

Con gli anni persi anche i contatti con l'amica con cui ero in macchina, so solo che si riprese in fretta al contrario di me, che ci misi anni. Dall'incidente non era l'affetto delle persone che mi mancava, piuttosto l'amore di un partner. Ormai avevo trent'anni ed era ora che trovassi il mio posto nel mondo. Cominciai a redigere la tesi a rilento, avevo perso interesse perché sapevo che con molta probabilità non avrei mai lavorato.

Triste realtà.

In quel momento accettarlo fu impossibile. Come fai ad acconsentire a una vita tanto diversa dalla precedente? Non puoi. Approvare un cambiamento richiede un processo di consenso non indifferente. C'è bisogno di tanta pazienza e tanto coraggio. Qualcuno mi disse che amare la vita ti rende un eroe, in realtà lo lessi in quel romanzo, che a ventisei anni lasciai sotto un'acacia al mare ed è esattamente così. Tutti possiamo esserlo perché provare affetto, stima, adorazione, benevolenza, devozione è molto semplice. L'uomo è per natura un essere sociale e può dimostrare questi sentimenti, perché a differenza degli animali, è capace di distaccarsi dall'istinto ed essere più razionale ed emotivo.