~If it's Real Love, It will last for ever.~
È un caldo pomeriggio di primavera a Busan, in Korea, e i nostri due innamorati giocano tranquillamente nel parco, circondato dal verde e da vari bambini e animali che, come loro, giocano e si divertono al meglio.
Più precisamente stanno giocando con il freesbee, gioco che al povero Jimin, non riesce proprio.
Che lo voglia o no, non riesce a tirare dritto verso il suo ragazzo quel maledetto cerchio in plastica, a detta sua, mentre Jungkook se la ride dall'altra parte del prato.
I due giovani sono sempre stati molto energici, in tutti i sensi (if u know what i mean🌚), Quel giorno però, Jimin sembrava avvertire una strana stanchezza perenne, nonostante avesse dormito molto quella notte.
Infatti, dopo neanche una decina di tiri, già rimaneva senza fiato, chiedendo quasi supplicante all'altro ragazzo di lasciarlo riposare per un po'...
-Kookie... Ti prego... Time Out un attimo... Sono senza fiato, fammi riposare un po'....-
-Jiminie che succede? Stai bene? Vuoi una mano? Di solito sei tu quello che dice di voler continuare a giocare.... Posso fare qualcosa?-
-Grazie Amore... ma sto bene, devo solo riposare un attimo...-
Detto ciò si sedette sulla panchina più vicina riprendendo fiato sotto il clima soleggiato.
Jungkook, di suo canto, era abbastanza preoccupato per il ragazzo, ma gli credette e lo lasciò riposare sedendosi vicino a lui e non spiccicando parola fin quando non fu lui stesso a rompere "il ghiaccio".
-Mi spiace Kookie, dai ora sto bene, continuiamo a giocare..!-
Sul volto del "coniglietto" si espanse un sorriso a 32 denti e subito si alzò con un balzo prendendo di nuovo il freesbee pronto a lanciarlo al suo amato.
E continuarono così, per tutto il pomeriggio, tra tiri sbagliati, riposini, e risate. Arrivò poi la sera.
Il cielo cominciava a scurirsi e le persone cominciavano ad a dare via dal parco, fino a poco tempo prima affollato.
I due ragazzi così, decisero anche loro di tornare sulla strada di casa, dato che cominciava ad avvicinarsi anche l'ora di cena.
Tornarono nel loro appartamentino al centro di Busan, e appena toccarono il suolo casalingo, il ragazzo dai capelli tinti di Grigio si fiondò sul divano a corpo morto, apparentemente esausto.
-Jiminie che vuoi mangiare per cena?-
-Non ho fame grazie Kookie- sorrise mettendosi a sedere sul divano su cui si era letteralmente fiondato poco prima.
-Devi mangiare, stai diventando troppo magro.- parlò il più piccolo in un tono abbastanza serio.
-Uff va bene... Allora cucina quel che vuoi, mangerò ciò che vuoi tu-
Si arrese il più grande davanti al tono preoccupato del compagno.
Era felice quando si preoccupava in questo modo per lui. Significava che ci teneva veramente.
Lo amava tanto, era tutto per lui e lo stesso per l'altro.
Si amavano a vicenda come mai nessuno aveva fatto.
Immerso nei suoi pensieri, Jimin rimaneva a fissare un punto indefinito del salone fin quando una mano, molto più grande della sua, non cominciò a sventolargli davanti.
-Heylaaa! Terra chiama Mochi! Ci sei?-
-E-eh? Ah sì, ci sono, ci sono-
Ripeté il ragazzo con un espressione divertita in volto.
Jungkook decise di fare un po' di pasta, semplice, anche perché non era proprio un mago ai fornelli e non ci teneva a bruciare la cucina da poco rifatta.
La casa non era molto grande, quel che bastava per due persone innamorate in cerca della loro privacy.
All'entrata si mostrava un saloncino, dalle pareti violette, con un divano bianco all'angolo Delle due pareti più esterne e una finestra sopra, davanti un tavolino basso in vetro con un centro tavola e un vaso di fiori, anch'essi violetti, e finti, all'interno di esso.
Davanti al tavolino c'era un mobile, anch'esso in vetro, con sopra una TV a schermo piatto e nei vari scaffali console, Joystick e videogiochi di tutti i tipi. Solo una libreria, che fungeva da simil muro, separava la zona "relax" dall'angolo cottura posto, appunto, all'angolo opposto di dove si trovava il divano. Davanti ad esso un tavolo da pranzo in legno, anch'esso con un centro tavola nel mezzo ma nessun vaso di fiori.
Poi da lì si poteva accedere alle stanze rimanenti, ovvero una camera da letto e un bagno.
La camera da letto aveva le pareti dipinte di un Celestino molto chiaro, e aveva un semplice letto matrimoniale con la testiera in legno dipinto di nero, due comodini ognuno ad un lato del letto, con sopra vari oggetti appartenenti ai proprietari di quella parte di letto, è un armadio bianco a 4 ante. Una finestra invece, era posta nell'unica parete rimasta bene o male libera, rispetto alle altre 3.
Il bagno invece era piccolo, con mattonelle blu notte a ricoprire le 4 pareti, una vasca da bagno, un water e un lavandino, rigorosamente bianchi, erano posti nella piccola stanza ordinatamente, e sotto la finestrella c'era una lavatrice e una cesta con quelli che erano probabilmente panni sporchi.
I due vivevano insieme da ormai 4 anni, iniziando come semplici coinquilini e finendo come la coppia in bianco e nero del Busan.
In bianco e nero perché, come se fossero sincronizzati, ogni volta che uscivano uno dei due si vestiva di nero e l'altro in bianco, sempre.
Ma tornando alla storia....
Dopo aver aspettato che il pasto fosse pronto, il più piccolo apparecchiò e portò in tavola la loro cena, chiamando poi il fidanzato.
-Jiminieeeeeeee~ la cena è prontaaaa~-
-Arrivo!-
Neanche una frazione di secondo che il ragazzo, fino a pochi momenti fa esausto, arrivò in cucina come un razzo.
Mangiarono tranquillamente tra chiacchiere e scherzi vari e si fece un poco tempo l'ora di andare a dormire.
Mentre il più basso camminava per raggiungere la camera da letto, sentì una stretta sui suoi fianchi da dietro, è una voce sussurrargli all'orecchio....
-Facciamo in bagno insieme... Che ne dici... Jiminie?- domandò con fare sensuale il compagno mentre era ancora abbracciato all'altro.
Il più grande subito prese un colorito rosato sulle guancie, e si limitò ad annuire.
I due poco dopo erano già nella vasca, completamente nudi, che si scambiavano effusioni d'amore.
Passaronole ore e i due finalmente finirono, sperando di non aver disturbato troppo i vicini, e decisero che era veramente l'ora di andare a dormire.
Si rivestirono e si misero a letto, abbracciati, e si sddormentarono in poco tempo.
Così passarono i giorni, tra giornate all'aperto, film, lavori part time, e altri divertimenti e non.
Durante questo tempo però, Jimin si sentiva sempre più debole e stanco ogni volta, non solo gli mancava spesso l'appetito, ma anche se mangiava aveva cominciato a perdere molto peso.
Il compagno infatti, aveva cominciato a preoccuparsi e cercava in tutti i modi di aiutare il suo ragazzo.
Jimin anche certamente non rimaneva indifferente alla situazione, così qualche mese dopo, decise di andare a fare una visita medica.
La mattina presto, mentre l'altro era a lavoro, si diresse verso l'ospedale più vicino a casa loro.
Dopo aver aspettato tempo indefinito per il suo turno, finalmente entrò nello studio del dottor Kim, Kim Seokjin.
-Salve dottore, scusi il disturbo...-
-nessun disturbo, si accomodi pure-
Il dottore Parlò con una voce gentile ma rimanendo formale.
-Mi dica, qual'è il problema?-
-Il problema, dottore, è che in questi mesi mi sento molto debole, sto dimagrendo molto, da come può vedere anche lei, anche se continuo a mangiare regolarmente. Inoltre spesso mi sale la febbre e soffro anche di vari mal di testa...-
Alla descrizione del ragazzo, il dottore si allarmò subito, cominciando a fare varie ipotesi, che vennero però smentite dal ragazzo stesso.
Passarono così ai controlli più seri, tra Radiografie, controllo cardiaco e altro... E il dottore, dispiaciuto per il ragazzo e i suoi familiari, ebbe il risultato.... Parlò con una voce formale che cercava di nascondere la tristezza di ogni volta che doveva annunciare questo genere di cose.
-Lei.... È in uno stato avanzato, ormai non curabile, di un cancro cerebrale...-
Il ragazzo sgranò gli occhi incredulo, lacrime salate già scendevano dai suoi grandi occhi color caffè...
-C-Come...? N-non è possibile... Come è succ- venne interrotto dal dottore.
-Signore si calmi... Mi dispiace.. cercheremo di fare il possibile, venga regolarmente, ogni settimana, qui in ospedale per dei controlli...-
-V-va bene.... La ringrazio dottore....-
Così il ragazzo tornò a casa in lacrime, disperato sia per se stesso, che per il compagno ancora all'oscuro di tutto... Avrebbe dovuto dirglielo? No... Potrebbe soffrire e ha già troppi problemi di suo, pensò il ragazzo una volta varcata la soglia di casa.
Nel pomeriggio tornò Jungkook, ignaro di tutta la situazione, felice di poter di nuovo abbracciare il suo amato, e nano, Jimin.
-Jiminieeeee~ sono a casaaaaaa~ -
All'inizio non ricevette risposta, ma poco dopo comparse dall'ingresso, quello che sembrava un bimbo appena sveglio, i capelli grigi tutti arruffati, una manina che stropicciava l'occhio destro e con la maglietta enorme che indossava lo faceva sembrare ancora più piccolino... Quella maglia sarà stata di 4 taglie più grande...
A quella vista Kook non poté fare altro se non abbracciare forte il ragazzo davanti a sé, ripetendo quanto fosse carino.
Jimin si lasciò coccolare sorridendo, dimenticando per un attimo del suo problema attuale... Poi se ne ricordo, ma finse comunque con il proprio ragazzo, aveva deciso di non dirglielo... Non voleva farlo preoccupare ulteriormente.
I due passarono una serata tranquilla, cenarono insieme e dopo aver visto un film, rigorosamente Horror, andarono finalmente a letto. Si addormentarono quasi subito.
I giorni passavano, e la malattia di Jimin continuava a peggiorare, ogni volta che andava dal dottore c'era sempre qualche notizia negativa è il povero ragazzo aveva cominciato a pensare persino fosse meglio suicidarsi piuttosto che aspettare una morte lenta e ansiosa....
L'unica cosa, o dovrei dire persona, che riusciva a tirargli su il morale era Jungkook.
Lui gli stava sempre vicino, lo supportava, lo faceva ridere e, soprattutto, lo amava. Lo amava con tutto se stesso, più di ogni altra cosa, ed era questo che bastava a Jimin per essere Veramente felice.
Passarono i mesi, e si fece Natale.
I due avevano deciso di passarlo insieme, anche se il giorno della vigilia, di pomeriggio, Jimin doveva andare a fare i soliti controlli.
Jungkook era un po' già che si era insospettito e aveva chiesto spiegazioni. Jimin aveva risposto semplicemente che dato che ultimamente si sentiva strano ogni tanto andava a fare dei controlli per vedere se era tutto a posto. Una mezza verità.
Il giorno di Natale passò felicemente, tra regali, coccole, film natalizi e... Amore...
La settimana dopo, Il primo dell'anno nuovo, sarebbe dovuto andare a fare un ulteriore controllo.
Per lui arrivare anche solo fino all'ospedale era diventato faticoso, ed era dimagrito al punto che quasi non riusciva ad aprire un barattolo Di marmellata (EHEH LE JAMS)
Senza farsi aiutare da Kook.
Arrivò, con molta fatica, all'ospedale.
Ormai aveva conosciuto è fatto amicizia con il dottor Kim, Che era diventato come un fratello maggiore per lui, dato che avevano pochi anni di differenza.
Quel giorno però... Sarebbe stato diverso.....
Andò lì come ogni settimana per i controlli, ma quello che il dottore gli disse lo fece scoppiare in lacrime....
-ti rimangono 2 giorni di vita....-
Seokjin a stento tratteneva le lacrime, ma quando il più piccolo lo abbracciò piangendo si lasciò andare, stringendolo a sé.
-C-Come è p-p-possibile....? Davvero....?-
-Mi dispiace Jimin... È tutto vero.... E ti consiglio di rimanere qui in ospedale, potremo tenerti costantemente sotto controllo, sarà più facile...-
Jimin annuì, ormai rassegnato...
Chiamò Jungkook avvisandolo che non sarebbe tornato a casa...
-Pronto?- rispose la voce del più piccolo.
-Kookie... Hey... Senti non potrò tornare a casa stasera... E... Non credo neanche domani....-
-Perchè?! È successo qualcosa?!-
-No tranquillo Kook... Solo ho dovuto fare Delle visite e mi hanno consigliato di rimanere qui in ospedale...- altra mezza verità detta dal più basso.
-Va bene... Posso almeno venire a trovarti? Quand'è l'orario Delle visite?-
Jimin chiese velocemente al dottore che intanto aveva assistito alla scena, ancora con le lacrime agli occhi...
-Anche adesso se vuoi, per 3 ore puoi restare-
-Va bene, sto arrivando, ti amo, a tra poco..- detto questo Jungkook attaccò la chiamata.
Jimin venne portato nel frattempo nella sua camera d'ospedale e messo sul lettino, con attaccata la macchina che segnava i battiti cardiaci.
Poco dopo la porta della camera si spalancò, rivelando un ragazzo non poco preoccupato dai capelli castano scuro. Era Jungkook.
-Oh... Hey Jiminie...-
-Ciao Kookie..- sorrise il più grande come meglio sapeva fare.
Si abbracciarono, poi Jungkook diede vita ad un bacio casto, ma passionale, pieno di sentimenti ma il più delicato possibile....
Passarono così le 3 ore, Jungkook se ne andò lasciando il proprio ragazzo, nelle mani del dottor Seokjin.
Dopo vari controlli, il ragazzo fu lasciato a riposare. Tramite il telefono, Chattò fino a tarda sera con il proprio ragazzo, decidendo poi che era ora di dormire.... L'indomani sarebbe stato il suo ultimo giorno di vita....
Quel giorno proibito o a Jungkook di visitare il suo amato, cosa che lo infastidiva parecchio. Mentre Jimin, sempre più debole, cercava di sopravvivere al meglio quell'ultimo giorno...
Il suo aspetto non era dei migliori:
Era ormai magrissimo, zigomi, costole e altre ossa, erano ben visibili sul suo corpo, i capelli arruffati, occhiaie profonde e aria stanca... Le sue labbra carnose, di solito sempre bagnate dalla sua lingua, adesso erano secche e screpolate.. e i suoi occhioni, di solito vispi e attenti, ora erano spenti, socchiusi... Vitrei....
Decise, per non far soffrire Jungkook, di fare un gioco....
Così gli scrisse:
A Kookie 🖤🍪:
Hey amore... Facciamo un gioco?
Da Kookie 🖤🍪:
Siii! Io amo i giochi!
Jimin sorrise tristemente all'innocenza del compagno..
A Kookie 🖤🍪:
Allora ti sfido: dovrai riuscire a non scrivermi, non contattarmi, non chiamarmi e non vedermi per 24h esatte. Dovrai fare come se io non esistessi... Se ci riesci vuol dire che mi ami davvero e lo farai per sempre
Da Kookie 🖤🍪:
Va bene! Accetto!
A Kookie 🖤🍪:
Va bene... Allora, diamo il via alla sfida! A domani... Amore..
Jimin chiuse la chat con le lacrime agli occhi, e scrisse un bigliettino al suo compagno...
Purtroppo non superò la notte... E morì lì, nell'ospedale, con il bigliettino perfettamente ripiegato sul grembo...
Aveva precedentemente chiesto di aspettare a portare via il suo corpo in caso, appunto, non ce l'avesse fatta...
Dopo 24 ore precise, il giorno dopo, Jungkook contento si avviò verso l'ospedale per dare la notizia a Jimin... Ignaro di tutto...
Entrò nell'ospedale, e subito chiese al dottor Jin dove si trovasse il paziente Park Jimin.
Il dottore, sotto richiesta dell'ormai defunto ragazzo, gli disse semplicemente la stanza, non proferì altra singola parola.
Quando Jungkook arrivò davanti la porta, prima di entrare disse con la sua voce alta e sempre felice:
-Amoreeee~ ce l'ho fatta! Visto-
Le parole, così come il sorriso, gli morirono in gola nel momento in cui vide il suo amato steso sul lettino, senza vita, cosa che si poteva capire dall'apparecchio cardiaco che segnava una linea retta... Un orribile linea retta....
Le lacrime cominciarono a scendere dagli occhi da coniglietto di Jungkook, poi vide il bigliettino... Lo aprì e lesse...:
Hey Kookie...
Ciao amore... Se stai leggendo questo biglietto probabilmente io non ci sarò più...
Congratulazioni amore... Ce l'hai fatta... Ora ho la prova che mi ami veramente...
Promettimi di continuare a farlo per sempre...
Promettimi che non piangerai tanto,
Promettimi che sarai forte, andrai avanti con la vita e anche se ti dovessi dimenticare di me...
Promettimi di essere felice...
Ti amo.
-Il tuo Jiminie
Jungkook continuava a piangere ad ogni parola scritta con la calligrafia disordinata che aveva sempre amato del compagno... Non poteva promettergli niente di tutto quel che aveva scritto e chiesto nella lettera... Ma poteva almeno provarci...
Arrivò il giorno del funerale, amici, parenti e genitori di entrambi erano lì a supportare Jungkook e onorare l'ormai defunto Jimin...
Jungkook provava a non piangere, ci provava con tutto se stesso, ma un forte dolore al petto ogni volta che pensava al suo amato e che non avrebbe mai più potuto abbracciarlo... Sentire la sua voce... Baciare le sue labbra... Tutto questo gli causava un inevitabile pianto incontrollato...
Anche dopo il funerale, Jungkook continuava a piangere ogni notte...
Ripensava a lui e Jimin dormire nello stesso letto... La loro prima volta... Il loro primo bacio... Il primo appuntamento... Tutto...
E più ci pensava... Più si distruggeva....
Dopo un mese neanche, già non ce la faceva più... Ed era determinato a raggiungere il suo compagno... Ovunque esso si trovava in quel momento....
Gli bastò prendere una corda, uno sgabello, e il gioco sarebbe fatto...
Dopo aver sistemato tutto, salì sullo sgabello, si mise la corda attorno al collo, e con la lettera di Jimin ancora nelle mani, prese il suo ultimo respiro e fece scendere la sua ultima lacrima...
Poi calciò via lo sgabello...
E le ultime sue parole prima di raggiungere l'aldilà furono queste:
"Sto arrivando... Aspettami... Amore mio..."
SPAZIO AUTRICE~
HEYLA GUYYYYSSSS~
Scusate l'orario e il ritardo nell'altro libro, ma veramente non ho nessuna idea per continuarlo...
Comunque... OGGI VI HO SFORNATO UNA BELLA ONE SHOT STRAPPALACRIME.
CHE NE PENSATE?
Ditemelo giù nei commenti, possibilmente evitando bestemmie e minacce di morte... :D
Lo so che in fondo mi volete bene :D
Vabbè, come sempre commentino e stellina, e ci vediamo in una prossima storia!
BYEEE~
Instagram: DelilahAckerman
Twitter: DelilaAckerman
Amino Apps: Delilah_Woods
Queste sono le immagini da cui ho preso ispirazione per questa storia
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Ok ora ho finito...
BYEEE~~~~
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