5. Congratulations, now I hate you

- Ahi!- mi esce un lamento quando la mia lingua viene a contatto con il caffè bollente.

Maledetto Starbucks. Cosa gli costa fare sto caffè ad una temperatura più umana???

- Vedi di non imbrattarti!- mi sgrida mi madre mentre siamo in macchina.

Sì e poi si spara una mega frenata quando arriviamo davanti a scuola.
- Mamma!!!!!!- la rimprovero.

Uso tutte le mie doti nascoste per  tenere il bicchierone di carta in perfetto equilibrio.
Miracolosamente intatto.

Saluto mia madre, che con quella frenata ha appena attentato alla mia vita, ed esco dalla macchina.

Perciò dopo aver rischiato di morire ustionata con il caffè più bollente della storia, metto su un bel sorriso e varco il cancello di scuola.

Forse la parola "sorriso" non è la parola più adatta considerando che sono le 8 del mattino, non ho ancora bevuto il caffè e sono di indole perennemente acida. Diciamo che a differenza del solito, oggi non ho il broncio.

- Dici che qualche lezione insieme ce l'avremo mai?-

La vellutata voce di Blaze mi arriva alle orecchie come una dolce melodia.

- Buongiorno Blaze.-

- Se ti avessi prestato la mia felpa ora avrei una scusa migliore per parlarti...- dice lui camminando a fianco a me. Raramente mi guarda negli occhi.

Blaze non ha il fisico muscoloso di Brian, ma è indubbiamente un bel ragazzo. Caratterialmente però sembra decisamente timido.

- Ma non l'hai fatto.-lo rimprovero ridendo.

- Già! Tutta colpa di Brian!- esclama dando una pacca sulle spalle all'amico quando giungiamo nei corridoi.

Brian e Amelia sono sempre perfetti alle otto del mattino.
Niente occhiaie, niente capelli fuori posto, niente nervosismo.

Brian sembra aver sotterrato l'ascia di guerra del giorno precedente e si comporta come se nulla fosse.

Al suono della campanella ci salutiamo, ognuno ha una lezione diversa alla prima ora.

Okay, a noi caffè satanico. Provo a dargli una sorsata ma è ancora tremendamente bollente.
Mi dirigo verso il mio armadietto a prendere un libro che ho dimenticato.
Guardo l'armadietto a fianco al mio.
È inevitabile ripensare a quel ragazzo, William.

C'era qualcosa di particolare in lui... ancora non ho capito cosa. Sono leggermente sovrappensiero quando chiudo l'armadietto con un tonfo deciso e mi volto di scatto.

Oh, no.

Vedo il mio bicchiere volare in aria lanciando caffè bollente ovunque.

- Cazzo! Porca puttana!!! Ma che cazzo...-

Mi spavento dinnanzi a quella imprecazione.

Ma quando mi rendo conto di essermi scontrata con James Hunter e avergli versato il caffè bollente addosso...beh, lì comincio a tremare sul serio.

-Scusa!! Scusa!- gli urlo contro nella speranza che gli arrivino forti e chiare le mie scuse e che per miracolo scappi via.

Lui solleva lo sguardo lentamente, così lentamente che penso voglia incenerirmi da un momento all'altro.

- Stupida troia, l'hai fatto apposta vero???-

Rabbrividisco.

-Cooosa?? No! Mi sono girata e tu eri dietro di me-

-Stai dicendo che è colpa mia perché quelle manine del cazzo che ti ritrovi non sanno neanche tenere un bicchiere in mano? eh?-

-Ora ti calmi, per favore- bisbiglio indietreggiando davanti alla sua statura.

-Non darmi ordini, bambinetta del cazzo.-

Lo sento imprecare in maniera volgare un'altra volta: prima si guarda la camicia macchiata di caffè, poi il cavallo dei pantaloni che gocciola sul pavimento.

Mi scappa un sorrisetto.

Sono stupida? Sarò anche stupida ma vederlo in quello stato mi fa gongolare. Ben gli sta.

-Stai ridendo,White?—

ops.

No,ora non sto piu ridendo.

Un tonfo assordante si libera per il corridoio deserto, quando James Hunter mi sbatte contro gli armadietti.

-Ti faccio passare la voglia di ridere, Biancaneve.—ringhia tenendomi stretta dalle spalle.

-Ahia. Mi fai male.— un verso soffocato emerge dalle mie labbra tremanti, ma poi finalmente mi lascia andare.

-Adesso vieni con me.-

-Scordatelo, James.-

-James?— chiede sollevando un sopracciglio. -Chi cazzo ti credi di essere, eh? Solo Hunter per te.-

Corruccia lo sguardo, poi me lo ripete. - Muovi quel culo e vieni con me.-

-Io con te non ci vengo neanche se mi pagassero un milione di dollari!- sputo lanciandomi dietro alle spalle una ciocca bionda che mi era finita davanti agli occhi durante l'impatto.

La sua faccia arrabbiata si trasforma all'improvviso.

-Milione di dollari?— scoppia a ridere.
-Non so come sei abituata tu, ma io non le pago le ragazze che mi scopo. Ti sei appena data della puttana, Biancaneve?-

Che schifo.

-Ti ho detto che non mi devi....!!-

Hunter non mi sta più ascoltando, mi trascina per il corriodio mantenendo una presa ferrea sul mio braccio.

-Lasciami!- urlo con tutto il fiato che ho in gola.

Fa una breve sosta in un armadietto per prendere dei vestiti sportivi.

-Urla quanto cazzo vuoi, tanto adesso vieni con me.-

Oddio e ora? Vedo tutta la mia breve vita scorrermi davanti.

Morirò senza aver confessato a mia madre che sono stata io a far fuori la confezione intera di Kinder Bueno, non mia cugina May che avevo ingiustamente incolpato.

-Dove... No, no no!!- esclamo quando vedo che stiamo entrando nei bagni dei maschi.

-Oh sì, sì invece.—dice chiudendo la porta alle nostre spalle.

-Cosa stai...—

Il fiato mi muore in gola quando lo vedo sbottonarsi la camicia davanti a me.
I suoi occhi blu sono cupi e restano impassibili a fissarmi.
Mi volto di scatto. Non ho mai visto un ragazzo nudo in vita mia e non ho intenzione di cominciare ora, con il bullo della scuola.

No grazie.

-Biancaneve è troppo vergine per guardare due addominali, o ha paura di innamorarsi a prima vista?-

-Neanche fossi l'ultimo ragazzo sulla faccia della terra, Hunter.-

Mi sto irrigidendo. È più stronzo di quanto avevano detto.

- Ti ho visto e mi fai schifo.—sputo con un impeto di coraggio.
Sarò che non lo sto guardando negli occhi...

Ma anche le porte dei bagni qui sono in legno?!

-Non hai visto un cazzo, bambinetta.—dice facendomi voltare verso di lui.

-Lasciami andare via, per favore.- lo supplico pietrificata per la paura.

Getto lo sguardo a terra e vedo la camicia macchiata di caffè, non ho il coraggio di sollevare gli occhi sul suo torace nudo e possente.

-Non ti mangio, White.—dice serio, prima di abbassarsi i pantaloni.
Poi fa un sorrisetto storto.
- O...forse sì?-

Chiudo gli occhi quando lo vedo leccarsi le labbra piene e carnose. Questo è troppo.

Gli tiro un calcio nelle palle e scappo...ecco cosa faccio.

Sto per fare la mia mossa quando lui mi fulmina con le sue parole.

-Ma che cazzo di problemi hai? Tieni, cretina!-

Quando apro gli occhi Hunter sta in boxer davanti a me senza alcun problema.

Sposto gli occhi a destra e sinistra. Tento di trovare un appiglio che non sia la sua figura muscolosa.

Mi sta porgendo i suoi vestiti.

Afferro nervosamente il mucchietto, poi lo fisso negli occhi.

Sara mica così difficile sostenere il suo sguardo duro?

-Lavameli e riportameli, ragazzina.-

-Te lo puoi scord...-

Nell'udire le mie parole, James Hunter mi afferra dal braccio e mi trascina verso le docce.

-No! No! No!- urlo impaurita.

-Vuoi fare una bella doccia fredda, Biancaneve? -

Questo è completamente pazzo!Meglio fare come dice, potrebbe essere più pericoloso di quanto penso. Ma perché mi sono cacciata in questo guaio!

- Okay okay, Ti riporto i vestiti lavati.- replico massaggiandomi il braccio ormai ricoperto da un grosso livido.

Lui afferra gli abiti sportivi che ha recuperato dall'arma dietro poi mi rivolge un'ultima occhiata.

-Poi vedi di non avvicinarti mai più a me.—mi minaccia duramente.

I suoi occhi blu s'intensificano nei miei.

Mai più il caffè di Starbucks. Mai più

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