36. Mount Everest
JAMES POV
-April ha un talento notevole, non trovi?-
Devo avere l'aria di uno interessato all'arte, perché questa sta continuando a parlarmi di quadri da mezz'ora.
E io non la sto neanche ascoltando.
Indossa un gonna aderente ed è così corta, che se mi abbasso ad allacciarmi le scarpe, le vedo le mutande.
Sempre che le abbia.
Lei beve spumante e mi lancia occhiate ammiccanti con fare da seduttrice.
Non ne ricordo il nome, né so chi sia.
- E poi tuo padre è molto bravo nel suo lavoro.-
Sollevo le spalle disinteressato, ma a quanto pare neanche lei sembra badare alla mia camicia stropicciata. Scendere da camera di White non è stato facile. Will si è quasi slogato una caviglia.
Mi viene da ridere a guardarlo zoppicare, mentre cammina di fianco a sua madre, dall'altra parte del giardino.
La ragazza bionda rapisce nuovamente la mia attenzione poggiandomi una mano sulla spalla.
-Se vieni di sotto ti mostro una cosa.-
Sotto di te?
Inarco un sopracciglio senza parlare.
- Hanno allestito una zona appartata al piano inferiore, si tratta di quadri che esporranno il mese prossimo..- spiega lei.
Ma questa lo vuole o sono io che penso male?
Lei sorride, intanto si avvicina al mio petto. Esamino la sua mano curata che con disinvoltura si posa sul mio bicipite. Tiro giù una sorsata dal bicchiere, poi inspiro a pieni polmoni. Nell'aria umida e autunnale riesco a sentire l'odore dolciastro della sua eccitazione femminile.
-Non credo sia il caso.- ribatto sollevando il mento per incontrare i suoi occhi scuri.
Lei fa scorrere lo sguardo rapidamente, prima sulle mie labbra lucide di alcol, poi lungo il colletto della camicia.
"È solo la mia impressione" provo a convincermi, finché la bionda non schiude le labbra rosse per parlarmi con voce maliziosa.
-Come vuoi, sarebbe comunque stato un giro... veloce.-
E che cazzo, però
Ci ho provato a non pensarci, ma ormai è un dato di fatto: questa ha più di vent'anni, l'anello al dito e vuole farsi fottere da me.
-Devo andare.- mugugno prima di voltarle le spalle.
Non che mi dispiacerebbe piegarla a novanta da qualche parte e farmela, ma vedere Jasper che sta in un angolino in disparte da tutti, mi evoca sensazioni contrastanti.
-Lo so che i pasticcini facevano schifo.-
La mia voce fa spezzare quell'incantesimo di tristezza e quel grigiore che sembrava incombere su di lui.
Mi rivolge un timido cenno di assenso con il capo.
-Ma che vuoi farci... La madre di White non capisce un cazzo di uomini, di spumante e di cibo.-
Lui è ancora scettico, lo vedo da come storce il naso.
-Però se vuoi ci andiamo a prendere la tua pizza preferita.-
Finalmente Jasper distacca lo sguardo dal vuoto e curva le labbra in un piccolo sorriso.
-Da soli o chiamo anche Will?-
Se c'è una cosa che mio fratello mi ha insegnato negli anni, è quella di non arrendersi mai. Quando era più piccolo Jasper non guardava nè ascoltava nessuno. Potevi parlargli per ore ma per lui era come se non ci fossi. E oltre allo sconforto nel vederlo isolato da tutto e tutti, c'era il senso di solitudine che provavo nello stare vicino ad una persona a cui volevo bene, che però non mi dava niente in cambio. Non un sorriso, non uno sguardo.
Ma poi, crescendo, ho capito che il segreto era perseverare, ho dovuto provare e riprovare, fino a trovare il modo giusto per comunicare con lui.
Jasper indica con gli occhi la testa color cenere di William, così capisco.
-Will muovi il culo!-
Invece di tenerlo appiccicato a mammina che preferisce stare mesi e mesi in giro per il mondo, piuttosto che con te.
La signora Cooper mi scocca un'occhiataccia, nel sentire l'elegantissimo richiamo che riservo al figlio.
Dopo averla salutata, ci avviamo tutti e tre verso la mia macchina, ho ancora il gusto di erba in bocca e potrei giurare, il suo profumo tra le dita.
Apro la portiera, poi mi perdo ad osservare le foglie ingiallite cadute sul cofano.
Novembre si avvicina e anche quel fottuto giorno in cui son nato.
Porto una sigaretta spenta alle labbra, allento cravatta e guardo in alto verso la finestra.
Se solo non fosse arrivato William...
JUNE POV
Oggi ho scoperto che "cattive compagnie" non è solo un modo di dire. Sì perché è bastato averceli entrambi in camera mia per compiere di nuovo lo stesso errore.
-Che diamine succede?!-
Mia madre ha due palle infuocate al posto degli occhi.
-Niente!- cinguetto gioiosa.
Perché sono allegra adesso?
maledizione, hai fumato June
-Cos'hai fatto agli occhi June?-
Ah già, e ho due occhi rossi come il fuoco.
-I tuoi quadri... così belli che mi hanno commossa.-
Sto facendo i salti mortali nel mio cervello per non scoppiarle a ridere in faccia.
Lei ruota lo sguardo al soffitto.
Non mi sopporta più, lo vedo.
-Sei da sola?-
-Certo mamma con chi dovrei...-
Ci affacciamo alla finestra, dalla quale si vede il giardino colmo di invitati. Lei lancia subito il suo sguardo adirato verso Will e James che stanno chiacchierando con Jasper.
-Sta attenta per favore.-
JAMES POV
-Non è come le altre volte.-
Lo sguardo di William è euforico a dir poco, non riesce a stare fermo con le mani, sembra sia fatto di coca o sotto all'effetto di almeno cinque caffè.
Ma purtroppo so che non è così.
-Di che parli?- gli chiedo espirando il fumo di sigaretta nell'aria mattutina.
Lo vedo muoversi per il cortile di scuola, fa avanti e indietro seguendo circoli immaginari che probabilmente per il suo cervello hanno un senso.
Quello di calmarlo.
È talmente esagitato che fa sembrare me tranquillo.
-Fosse stata un'altra, te la saresti sbranata su quel letto.-
Resto con la mascella contratta a mezz'aria e la bocca aperta.
Sta davvero parlando di quella con cui stava fino a tre giorni fa? Quella per cui avrebbe preso a pugni il suo migliore amico?
Ma certo, di cosa mi stupisco...
È William. Lo stesso che, una volta entrato in terapia, ha dato fuoco alle ruote della macchina del suo psichiatra, solo perché questo voleva proibirgli tassativamente di fumare e di assumere alcol.
In quel caso i suoi genitori gli avrebbero impedito di uscire, di andare alle feste e lui si sarebbe isolato ancora di più, così ha deciso di agire a modo suo.
Inutile dire che il suo modo per risolvere la cosa non ha funzionato.
I suoi gli hanno comunque proibito di toccare alcolici, ma nessuno, nemmeno lo psichiatra ha sospettato di lui, anche perché chi sospetterebbe mai di due occhi azzurri così innocenti?
Così quando succede qualcosa, è sempre colpa di James.
Come con il vecchio dell'alimentari vicino a scuola. Persino Tiffany crede che sia stata una mia idea quella di distruggergli il negozio, peccato che Will non ci ha pensato due volte ad andarci da solo. E per evitare che l'uomo lo denunciasse alla polizia, ho dovuto rimediare comprando il suo silenzio. Sua figlia mi guardò con disprezzo quando andai a lasciagli il gruzzolo di denaro, come se pagassi anche la scopata poco romantica che avevamo fatto che qualche giorno prima.
Ovviamente non valeva cinque mila dollari. Non ci sarebbe stata cifra sufficiente per ripagare quello che le avevo tolto: non la sua verginità, ma il momento che avrebbe potuto condividere con qualcuno migliore di me. E invece le resterà il ricordo dello stronzo che l'ha usata per una notte.
Nessuno, neanche Tiffany sa che è stato William. E faccia della ragazzina nel sentire questa storia, era quella del disgusto. E sì, forse era anche un po' spaventata. Ma a me va bene così, preferisco che abbia paura di me e che mi disprezzi, piuttosto che vederla puntare quei suoi occhi di ghiaccio nei miei, per cercare di guardarmi l'anima.
- James?-
Il tono esaltato di Will mi riporta alla realtà.
- Boh... non ero in vena.-
Mi stringo nelle spalle guardandomi intorno. Il cortile di scuola è ancora semi deserto quando Will mi si pianta davanti con un'espressione sorpresa.
-Tu che non eri in vena di scopare? Ceeeeerto.-
In realtà io e la ragazzina abbiamo già scopato, caro Will.
Lei nella sua testa e io nella mia.
Ma come glielo spiego?
-Che cazzo vuoi che ti dica?- sbuffo appoggiandomi con la schiena al vecchio edificio impolverato.
Lui scoppia a ridere della mia scontrosità, lasciandomi sgomento.
Mi chiedo se si renda conto di ciò che dice, di ciò che vuole fare. Ma probabilmente la risposta è no.
William è una persona di indole tranquilla, perciò non è difficile riconoscere i momenti in cui va in fissa per qualcosa, diventa ossessivo ed esagitato.
Senza nemmeno accorgersene la sta trattando come un oggetto da scambiare quando vogliamo e il suo disinteresse per ciò che lei possa provare o meno, è innaturale, non è da lui e mi disturba.
William non è così.
- Perché adesso fai quello che se ne sbatte, quando eri il primo ad essere eccitato dalla situazione, James?-
Lo rimprovero facendogli cenno di stare in silenzio, ci manca ancora che qualcuno a scuola senta di questa storia.
-Ti ha dato fastidio.- aggiunge poi.
Cazzo, ma perché mi tocca sentire ste paranoie di prima mattina?
Getto la sigaretta finita a terra, prima di sfinirla con la scarpa. L'occhiataccia che rivolgo a Will parla da sé.
-Cosa Will? Cosa?-
- Ti ha dato fastidio che io volessi baciarla, per quello mi hai fermato.-
-No, ti ho fermato perché lei si è lamentata e tu non te ne sei accorto... Le hai fatto male o qualcosa del genere. Che cazzo ne so.-
Lancio gli occhi all'asfalto, pigiando di più nel mozzicone ormai ridotto in poltiglia.
-Male? Fai sul serio?- scoppia a ridere Will.
Poi mi afferra dalla spalla per avvicinarmi a lui con un gesto deciso.
-Con ciò che stavamo per fare, il tuo problema era il male per un morsetto al labbro?- chiede sottovoce.
Probabilmente agli occhi di Will sto facendo la figura dell'imbecille, ma questa storia mi sta stancando e non poco.
-Tu non hai capito una cosa di lei, Will.-
Lo guardo sbuffare, pronto a rivolgermi un'occhiata di supponenza.
- Oh invece tu sai tutto di lei! E sentiamo... cosa?-
Esalo un lungo respiro, butto fuori tutto il fumo dai polmoni prima di accingermi a parlare.
-Non sarebbe andata fino in fondo.-
-Chi te lo dice?- ribatte lui, massaggiandosi nervosamente il labbro inferiore con il dito.
Io di stronzate ne faccio tante, ma Will ha dell'idee così del cazzo...
E senza accorgermene alla fine ci rimetto sempre io.
Prima non potevo neanche guardarla, ora vuole che me la faccia insieme a lui. Non ce l'ha un senso.
O forse per il suo cervello c'è l'ha.
Lei non lo vuole più e lui pur di non perderla, vorrebbe mettermi in mezzo.
- E chi te lo dice?- insiste poi, privandomi di qualsiasi risposta sensata con un solo guardo.
Lo osservo mentre con aria innocente si risistema lo zaino sulla spalla.
È diventato un chiodo fisso per lui, o forse semplice lo trova eccitante.
Mi soffermo sulle sue labbra accentuate.
Nah, non mi piace l'idea.
È Will e io non in ci trovo niente di eccitante in lui, è il mio migliore amico.
E l'idea di vederla con lui, non lo so se mi piace. Di certo se proprio devono fare qualcosa, meglio davanti ai miei occhi che da soli.
Scrollo subito il capo, come se bastasse a cacciare via quel pensiero così meschino ed egoista.
Inizio a tormentarmi i capelli con la mano.
Sta a vedere che questa cosa sta cominciando a crearmi ansia, sono mangiato dai sensi di colpa prima ancora di farlo.
-Senti finiamola con questa storia del cazzo.- sputo ad un tratto, causando il sopracciglio inarcato di William.
Will è in una delle sue fasi maniacali, non ho più dubbi. E se le altre volte non riuscivo a dissuaderlo ma almeno tentavo, questa volta persino provarci potrebbe ferirlo.
Eppure devo farlo.
-Che storia, James?-
- Io, te e lei. Non lo trovo più divertente.- taglio corto, prima di entrare a scuola.
🍭
"Secondo quale diritto pensi di poter fumare qui?"
Le parole della ragazzina tornano prepotenti nella mia testa come una fottuta cantilena, mentre il sacco cigola pesante davanti a me.
sì peccato che prima di fumare, ti avrei strappato i vestiti di dosso proprio davanti a quello specchio
Qualcosa ancora non mi torna però.
E lo sguardo colpevole e impaurito che aveva quando le ho chiesto che se ne faceva di quel dildo per capelli... beh, l'ha detta lunga.
Non ha mai i capelli mossi, perché cazzo teneva quell'affare sul lavandino, come se l'avesse usato?
Ma che dico... era ancora caldo, ovvio che l'avesse appena usato.
Il sacco trema ad ogni pugno che assesto, i colpi si fanno sempre più serrati e veloci, come se fossi pronto a distruggerlo da un momento all'altro.
Colpirlo allo sfinimento, ecco il mio modo per sfogarmi. Vado avanti così finché non sento i muscoli spossati e il fiato ridotto ad un rantolo. È il mio passatempo preferito, mi toglie ogni pensiero, mi svuota di quel groviglio di sensazioni negative che mi stridono dentro. Ma l'attimo di sollievo dura sempre troppo poco.
Mi fermo per afferrare la bottiglietta di plastica e ingollare ampie sorsate d'acqua fresca. E non riesco a farne a meno, continuo a pensarci.
Non ha segni segni sul corpo.
L'ho guardata, tutta.
Tranne che lì sotto, ovviamente.
Nello specchio a figura intera mi imbatto nel mio petto luccicante di sudore e nei miei capelli tutti spettinati.
L'immagine di lei stretta nel vestito di Tiffany mi torna alla mente.
Tiffany. Ma certo.
Quando erano qui le ha prestato il suo vestito... deve averla vista mezza nuda. Per forza.
Al solo pensiero sento il mio corpo tendersi, un calore devastante propagarsi proprio dentro ai boxer.
Aggredisco il sacco con un gancio secco, come a voler cancellare il pensiero indecente.
Durante la festa in cui le ho dipinto le gambe, gli shorts di jeans non li ha voluti togliere e quando eravamo in piscina da Will aveva solo il pezzo di sopra del costume...
Possibile che quei fottuti pantaloncini non se li levi mai?
Anche a detta di William, non si è mai fatta sfiorare, perciò può essere tutta una banalissima coincidenza, oppure c'è un motivo dietro a questa riluttanza nello spogliarsi.
Di sicuro non si vergogna per quel corpo perfetto che si ritrova.
Non sono affari miei, lo so, ma non me ne frega un cazzo, devo sapere.
Con la bocca sgancio il guanto da boxe, poi estraggo il cellulare dalle tasche dei pantaloncini e scrivo a Tiffany.
Passi un attimo?
Ricaccio i capelli che mi scendono ribelli sulla fronte con una passata rapida d'avambraccio e torno al sacco.
"Fermami"
Non le costava niente, le bastava anche solo un gesto, come ritrarre le gambe, farmi cenno di no con la testa o non guardarmi in quel modo...
Per un attimo vengo distratto dalle urla concitate che arrivano dal mio MacBook. Fisso lo schermo con disinteresse, come se avessi una patina di nebbia davanti agli occhi.
Ma so già che non mi darò pace finché noi saprò il perché.
Perché non mi ha fermato...
Perché cazzo non mi ha fermato?
Cos'ha in quel cervello?
Forse era curiosa di vedere fin dove sono in grado di arrivare, ma non sa che è meglio non mettermi alla prova.
Non immagina quanto in basso riesco a spingermi pur di ottenere ciò che voglio e in questo caso, la fiducia di Will è la cosa più importante.
Però guardava me.
"Oh sì sì ancora."
Le voci si fanno più convulse, mentre sferro un'ultima serie dei colpi ferrei contro il sacco. Le mani iniziano a farmi male nonostante i guantoni, sbuffo rivolgendo lo sguardo verso lo schermo.
Che classe guardare video di gente che scopa mentre mi alleno
Finisco di aiutare mia
madre e arrivo
Mi fermo per leggere il messaggio di Tiffany poi con i denti slaccio entrambi i guanti.
Sono sfinito, a corto di fiato e con le braccia distrutte, ma è non abbastanza.
Il mio corpo sembra aver bisogno di sfogare ancora, sono teso da questa mattina.
O forse da ieri sera, quando quella ragazzina si è strusciata sul mio cazzo neanche fosse la più sexy delle spogliarelliste.
Ma ci ho già provato e non c'è verso oggi. Ho il cervello pieno di pensieri contorti. E quando è così, il sesso non serve a niente, potrei andare avanti per ore senza trovare pace, perciò accanirmi sul sacco è la mia unica valvola di sfogo.
Un altro pugno, a mani nude questa volta. Sento i lividi sulle nocche bruciare come sale sopra ad un ferita aperta. E poi un altro. Dietro ad ogni colpo si cela quella rabbia che mi intossica fino a rendermi prigioniero di me stesso. E non importa quanto io ci provi a sfogarla, questa ritorna sempre, sembra avere un ciclo continuo che non smette mai.
Le goccioline di sudore cominciano a rigarmi il viso, per poi scendere a solleticarmi il collo.
La sua vocina saccente mi buca il cervello, ma l'espressione che mi ha rivolto quando ho trovato quel ferro...non riesco a dimenticarla. Come se all'improvviso le fosse caduta una maschera.
Sto ancora rimuginando e affogando nei miei pensieri quando la porta di camera mia si spalanca senza preavviso.
Vedo la sagoma snella di Taylor sostare sulla soglia fissandomi con aria smarrita.
-James?!-
- Eh.-
Lei si guarda in giro dapprima confusa, poi scandalizzata.
Con disinvoltura mi sfilo la canottiera ormai fradicia per tamponarmi il viso ed il collo.
Lei però appare disgustata dai rumori osceni di sottofondo.
- Che c'è?-
E no, me ne frega un cazzo se le dà fastidio.
-Ti ho portato la...colazione.-
La osservo ancheggiare per la mia stanza, stretta nei leggins sportivi che fasciano le gambe magre.
Sembra una fottuta caramella, tutta vestita di rosa.
-Niente carboidrati perché domenica hai la partita.-
Sollevo le spalle con disinteresse.
Ho un buco allo stomaco insopportabile, ma al momento è l'ultimo dei miei problemi.
Lei intanto mi guarda di sottecchi.
-James, potresti...-
La ragazza nel video sta avendo un orgasmo o molto più probabilmente lo sta fingendo. A Taylor invece sta per venire una nevrosi, lo vedo da come comincia a tremarle il mento. Sorrido soddisfatto, mentre lei sbatte il caffè sul tavolo con rabbia. È pronta a fare una scenata.
-Che saresti venuta a fare?- domando trattenendo un sorrisetto.
-Parlare.-
-Magari avvisare prima?- la rimprovero appropriandomi del bicchiere di carta, contenente il caffè ancora caldo.
- Senti spegni quella roba, fatti una doccia e parliamo.-
-Hmmm... Non lo so.-
Faccio il vago, poi sorseggio il caffè fissandola, sapendo di farla adirare di ancora più.
-Per favore, spegnilo.-
Taylor è particolarmente seria oggi, io invece mi distraggo a guardare la bionda del video, che sembra ostinata a farsi venire mal di gola viste le dimensioni che le tocca ingoiare.
Ma la faccia da incorniciare in questo caso è quella di Taylor, schifata a livelli altissimi.
- James!-
Torno a fissare la sua bocca sottile pronunciare il mio nome.
Taylor non si fa sottomettere così facilmente, per fortuna.
Sembra sempre che io possa metterla spalle al muro, ma finisce che quando mi spoglio, lei è brava a fiutare la mia paura, così il mio corpo vulnerabile diventa il suo parco giochi.
Niente di diverso da ciò che faccio io. Mi usa. E io uso lei.
Solo che poi si ostina con quelle cazzate di coppia che odio. Il ballo insieme, andare a scuola mano nella mano, uscire a cena...bla bla bla.
Non so, poi vuoi tagliarmi le palle, rinchiudermi in una gabbia e buttare le chiavi nel cesso?
Chiudo il MacBook, Taylor esala un sospiro di sollievo.
-Ci voleva tanto?- sbotta venendomi vicino.
-Vado a farmi una docc...-
Lei però assalta le mie labbra prima che io possa muovermi.
-Scopami prima.-
Ho un sussulto. Non ha un filo di trucco sugli occhi e questi sembrano più affilati del solito.
- Ma non eri qui per parlare?-
La sua mano segna il mio torace umido di sudore, fino a scendere ai miei pantaloncini.
-Ho cambiato idea, Jamie. Cos'è non ti va?- sussurra contro la vena del mio collo ancora gonfia per lo sforzo dell'allenamento.
Lo dice quasi stupita di doverlo addirittura chiedere, come se io non avessi voce in capitolo. Come se fossi sempre pronto e a disposizione per lei.
- Comunque a me sembra che ti vada eccome...- mi prende in giro compiendo una presa salda sulla sagoma spessa e longilinea nascosta dai miei pantaloni sportivi.
Provo a prendere fiato, indietreggiando per staccarmi dalle sue mani e dalle sue labbra esigenti.
"Scoparti? Dopo il casino che hai fatto a casa di Poppy, per me puoi anche andare a farti fottere."
Ma suonerebbe troppo melodrammatico da dire.
-Dov'è Tiff?- le chiedo con aria cinica.
Alla fine la mia domanda, per quanto da stronzi, è lecita. Non lo facciamo quella sera in cui c'era anche lei.
-Perché devi sempre fare così?!- strilla Taylor, palesemente infuriata dalle mie parole.
- Che ho fatto?- domando con aria innocente.
A parte ricordarle dell'arrogante del cazzo che sono.
Sembra le sia appena passata ogni voglia, mi toglie le mani di dosso per mettersele sui fianchi.
-Vuoi proprio sapere dov'è Tiff?! Sta dietro a quella sfigata di White!-
Sto ancora navigando nel ricordo delle sensazioni piacevoli di quella sera con Tiffany e Taylor, quando lei pronuncia l'ultima frase. L'adrenalina scorre rapida nelle mie vene.
Un fottuto scherzo del mio cervello, una sostituzione rapida da Taylor a lei, sopra di me. Un brivido mi percuote.
No.
Spingo troppo l'acceleratore con la ragazzina quando la vedo, per forza che poi mi riduco fare questi pensieri proibiti. E dire che il più delle volte la trovo insopportabile, saccente e ficcanaso.
Dopo la storia di Austin, pensavo di essermela tolta di torno. Ma proprio quando credevo non avesse più bisogno di qualcuno che la proteggesse, ieri esce fuori questa storia. E se fosse lei a farsi del male? Come posso proteggerla da sé stessa?
-Comunque Tiffany non sa cosa vuole.- dice ad un certo punto, interrompendo i miei pensieri assidui con la sua voce stridula.
-A me sembra sappia perfettamente cosa vuole.-
Mi avvicino all'armadio per recuperare dei vestiti puliti, lei intanto mi squadra da capo a piedi.
-E invece no, perché un giorno vuole il gelato, il giorno dopo vuole la torta. È confusa.-
-Li vuole entrambi, non mi sembra difficile da capire.- spiego riflettendo sulla metafora più che ovvia.
-Tra voi promiscui vi capite, vero?-
Non rispondo alla provocazione, non mi interessa quello che pensa Taylor di me.
- Quindi che volevi chiedermi?- taglio corto poggiandomi con il fianco sulla scrivania.
-Dato che non ci vediamo da un po'....Volevo chiederti come te la passi. Ma direi male, visto cosa fai.-
-Stavo facendo due tiri al sacco.- replico ormai spazientito dall'interrogatorio inutile al quale mi sta sottoponendo.
Quando non ottiene quello che vuole, Taylor comincia a puntare i piedi come una bambina piccola.
-No, parlavo di quello scempio che stavi guardando.-
Posso fingere di non capire a cosa si riferisce, ma in realtà lo so benissimo. Sesso e violenza.
È a questo che si riduce la mia vita.
Ad una mezz'ora di svago per evadere dalla realtà.
Faccio scivolare lo sguardo lungo il corpo affusolato di Taylor e ripenso a tutte le ragazze che sono state sotto alle mie mani. Non è solo questione di canoni di bellezza, ma anche di carattere. Mi piacciono forti e decise, di quelle in grado di afferrarmi dai capelli e di dirmi cosa vogliono da me. Mi fa sentire appagato lasciare loro libertà di esprimersi, di usarmi, fino a farle stare bene.
Anche se poi a dirla tutta, scoparle da dietro nel modo più indelicato possibile, torna sempre un classico ricorrente. Giusto per ricordare loro che possono giocare con me quanto vogliono, ma sono io a tenere le redini del gioco.
-Come è andata la mostra ieri?-
-Boh. Bene.-
Se non fosse che mi sto cacciando più a fondo, in quel casino. Me la sto ficcando in testa da solo come un coglione e ora non riesco a levarmela dalla mente.
Taylor si lancia i capelli dietro le spalle nel suo solito modo altezzoso.
-Quindi sei sicuro per il test antidroga?Parlo di Jackson.-
Annuisco, cercando una sigaretta nel pacchetto nascosto nelle tasche dei pantaloncini.
-Mi ha detto Marvin che Jackson ha parlato con Blaze.-
- E quindi?-
-Ci passa tanto tempo con Blaze, il biondo.-
Ma che cazzo sta dicendo adesso?
- Boh.... no, non è vero.-
Taylor mi rivolge un sorrisetto malizioso.
-Magari non sei più il preferito del figlio del preside... ci hai pensato?- mi punzecchia lei.
La sigaretta vibra tra le mie labbra quando sbuffo sonoramente.
-Cazzate.-
Blaze trema solo a guardarmi.
Gli si dilatano le pupille all'inverosimile, il suo petto inizia a muoversi impazzito.
Posso averlo quando voglio.
Non riesce farne a meno, è l'effetto che gli faccio.
Quello che faccio a tutti.
Sono io.
Una specie di droga, un gioco proibito che dopo averlo provato lo butti via.
E di questo che ho paura ?
Che lei dopo non mi voglia più?
Nah, queste sono cazzate da psicologo fallito.
Se non me la sono ancora fatta è solo per Will
Fosse stato per lei, a quest'ora le avrei infilato la lingua in bocca già da un pezzo, probabilmente avremmo già scopato. Perché lo so... io le piaccio.
E anche tanto.
Eppure a volte non la capisco.
Mi è venuto di dimensioni imbarazzanti quando ieri mattina stavamo nel mio letto e gliel'ho spinto sul culo, lei però non ha fatto niente.
Possibile che sia così inesperta?
-Senti basta con queste cazzate, parliamo di cose serie. Che avevi alla festa di Poppy?- biascico prima di portare l'accendino all'estremità della sigaretta, per accenderla.
Di certo non ho dimenticato della scenata che ha fatto Taylor alla festa.
-Perché me lo chiedi?-
La guardo stringersi nelle spalle con aria di chi non ha nulla da recriminarsi.
-Perché hai combinato un fottuto casino e lo sai.-
-Tanto William e quella troietta di Ari prima o poi l'avrebbero fatto, con o senza armadio.-
Già, ma l'hai umiliata davanti a tutti.
-Dimmi la verità.- incalzo appoggiandomi con una mano lungo lo stipite della porta.
- Cosa?- domanda Taylor trattenendo il respiro.
La guardo dall'alto e per un attimo sembra quasi in soggezione.
-Hai fatto un video l'altra sera?-
Non mi da il tempo di studiare la sua reazione, che mi assale con le sue scuse.
-No James. Non pensarci neanche! Io scherzavo quando ho fatto quell'allusione...ero incazzata..-
- Per...?- Inarco un sopracciglio.
-Quando ti ho visto ballare insieme a lei.- ammette tutto d'un fiato.
Poi si morde il labbro, quasi pentita d'averlo confessato.
-Mi vedi sempre con ragazze diverse.-
-Ma siamo tu e io. Con le altre è solo... non è niente.-
Mi porto una mano sulla fronte per massaggiarla nervosamente. Provo a nasconderlo, ma in realtà la sua frase mi urta.
Egoismo.
Posso farmi chiunque, ma così stronzo lo sono solo con Taylor.
Perché con Tiffany è un gioco e spesso solo se ci sono altre ragazze di mezzo, con Ari una vendetta verso Brian, con Poppy e tutte le altre un passatempo per sfogarmi, ma è con Taylor che faccio davvero il bastardo.
Continua a credere che con le altre sia solo una cosa fisica e con lei invece sia speciale.
E ci ho provato in tutti i modi a farglielo capire che non ne vale la pena, che non ha senso stare con me, ma alla fine siamo sempre qui.
Forse è il suo carattere da stronza ad attrarmi, o forse il fatto che il sesso con lei non è più intenso o bello...è solo freddo e poco intimo.
Esattamente ciò che voglio.
- Perciò fammi capire James...se non ci scopi, che ci stai a fare sempre con quella?-
Bella domanda del cazzo
Mi chiedo per quanto ancora riuscirò a controllarmi.
Ogni volta che battibecchiamo sono sempre ad un soffio dal sollevarle quella fottuta gonna e premere il mio corpo pesante sul suo, solo per il gusto di farle sentire quanto mi fa eccitare la sua parlantina odiosa.
-Quindi non hai fatto video? Niente? Sicura?- insisto io.
Non mi fido di Taylor, avrebbe mille motivi per farmela pagare.
-No.- Scuote la testa convinta.
Ancora non ti credo però.
-Okay.- sbuffo quando la vedo avvicinarsi per lanciarmi le braccia al collo.
- Ti amo James non farei mai una cosa del genere.-
Taylor mi ama. Certo.
Me l'hanno detto così tante volte che ormai ho perso il conto.
Le sconosciute non dicevano mai "ti amo", perciò mi sono sempre chiesto cosa spingeva Stacy o le altre ragazze della mia scuola a dirmelo, anche solo per gioco.
Cosa amano se non ciò che vedono dall'esterno? Amano quello che do loro? La droga, il sesso, i soldi, il pericolo, le mie attenzioni?
Come si fa ad amare una persona con così poco rispetto per sé stessa?
Che si consuma giorno per giorno nella speranza di autodistruggersi?
E più il mio odio verso me stesso cresce, più il loro amore s'intensifica. Continuano ad adorarmi, incuranti del fatto che l'oggetto del loro amore non esista.
Il ragazzo che amano non è reale.
È solo una maschera, è il frutto di tutti quei pensieri e giudizi che gli altri hanno su di me. E mi ci rispecchio, continuamente.
James è violento, James è un tossico, James tratta di merda le ragazze.
Ma alla fine, amare gli altri, per me è sempre stata una sfida...mai vinta però.
Come fai a riempire d'acqua i bicchieri altrui, se è proprio la tua bottiglia ad essere vuota?
Ho sempre invidiato Tiffany e il suo fregarsene del giudizio degli altri.
Poppy e la sua spensieratezza.
Ari e il suo non sentirsi in colpa, nonostante i numerosi tradimenti.
E stare con loro equivaleva ad assorbire la loro luce, mentre io le sporcavo con la mia oscurità.
- Jamie..- la voce di Taylor mi riporta alla realtà.
La guardo avvicinarsi di più al mio viso, per sfiorarmi la fronte. Forse nascondo i sensi di colpa per averle spezzato il cuore un milione di volte, dietro alla consapevolezza che Taylor è forte e che è in grado di reggere qualsiasi cosa.
Mi ricorda sua madre, che non fa che sopportare i tradimenti del padre da anni.
È così sbagliato. E saperlo mi rende ancora di più un mostro.
Ma lei è di nuovo vicina, mi accarezza il petto, il suo sguardo si fa improvvisamente malizioso e cedevole. Sembra le sia bastato toccarmi.
-Non mi sei piaciuta da Poppy.-
-Ti ha eccitato?- domanda lei cercando le mie labbra.
-No, hai esagerato.-
Indietreggio con il viso quando prova a sfiorarmi la bocca con la sua.
E la sua reazione è prevedibile.
S'inasprisce.
-Senti avevo le palle girate per il litigio con mio padre, in più Will mi ha rotto il cazzo con la farsa da bravo ragazzo da quando ha conosciuto quella White!- esclama infuriata.
Scoppio a ridere divertito.
-Sai che adesso non va più alle gare?-
Non lo sapevo.
-E quindi?-
-Senti non voglio che vi mettiate nei casini per me, ma rivoglio quella pistola prima che ci vada di mezzo mio padre. Fai qualcosa cazzo!- sbraita allargando le braccia.
-Will è un bravo ragazzo a modo suo, non lo è perché ha conosciuto lei.-
Taylor mi squadra di sottecchi.
Sì, sono rimasto a qualche battuta fa.
-Certo... Will è proprio un santo! Per questo adesso si è messo in testa di condividerla con te, pensa quando lei verrà a sapere che fate giochetti alle sue spalle...sarà contenta immagino.-
Non rispondo.
La conosco, mi sta provocando.
Vorrebbe il classico "non me ne importa un cazzo di lei." Ma perché dare questa soddisfazione a Taylor?
Prova sempre a farmi terra bruciata intorno con le ragazze e la cosa mi fa tenerezza, come se le sue parole bastassero ad evitare che io finisca a letto con la prima che capita.
L'ha fatto anche con Ari, ha provato ad allontanarla, ma Taylor non ha ancora capito che se non è Ari, sarà un'altra. Non importa chi.
- Non mi capacito di tutto questo hype per la ragazza nuova. Ha un bel visino.. okay e quindi? Ha cinque chili in più e si veste come me quando andavo alle elementari. E poi è imbarazzante. Cos'avrà mai di speciale?-
Dirle "non lo so" sarebbe troppo patetico, considerando che sarebbe una bugia.
Il mio silenzio la sta destabilizzando, lo vedo da come prende a smangiucchiarsi l'unghia del pollice.
Taylor potrebbe mettere in ginocchio qualsiasi ragazzo della scuola, facendolo pendere dalle sue labbra. Potrebbe avere chiunque, mi chiedo perché debba perdere tempo con uno che la fa soffrire in continuazione.
I suoi occhi sottili sembrano rabbuiarsi all'improvviso.
-James non farlo.-
Ma cosa?
Tutto questo discutere mi ha stancato.
Sono spossato per via dell'allenamento, ho bisogno di una doccia e non riesco a concentrarmi, come al mio solito.
Spengo la sigaretta poi mi dirigo in bagno. Taylor mi segue, osserva attentamente i miei movimenti mentre apro l'anta del mobile e prendo a rovistare tra i piccoli contenitori gialli.
Creare la fottuta illusione di essere forte, ecco in cosa sono esperto. Ma infondo, una vocina nella mia testa mi dice che non lo sarò mai abbastanza, non finché dipendi da quella merda.
"Dovrai prendere due pillole al giorno" aveva detto quella donna.
"Vedrai, starai meglio" disse poi, inconsapevole del potere che aveva. Quello di rovinarmi la vita.
"Dovrò farlo per sempre? Che noia" aveva pensato il me stesso all'età di otto anni, quando non capivo quale fosse la malattia per la quale volevano curarmi.
"Sembra il nome di una droga" mi dissi leggendo l'etichetta.
Ma poi scoprii ben presto che lo era sul serio, anche se la spacciavano per farmaco con il quale curare i bambini troppo agitati.
-Perché non vai? Ho bisogno di stare da solo.-
Taylor resta di ghiaccio.
La mia richiesta la spezza, lo vedo da come abbassa la testa.
Giocherello con il piccolo contenitore tra le dita impazienti, lei non accenna a smuoversi, anzi, il suo sguardo afflitto è durato un soffio. Ormai è ormai diventato un'occhiata incandescente.
-Riesci a metterti nei miei panni?- domanda con tutto l'egoismo di cui è capace.
-Sei venuta qui per farti scopare o per fare la vittima?-
Sono un egocentrico insensibile, lo so. È davvero una dura lotta tra me e Taylor.
- Dio James quanto cazzo sei stronzo!- sputa riprendendo le chiavi della macchina dalla borsa.
Finalmente se ne va.
La vedo ondeggiare fino alla porta per poi tornare indietro.
Ah no
-Il mio ragazzo mi tradisce, la mia migliore amica mi tradisce e come se non bastasse, perdo anche il ruolo di capo cheerleader. Mio padre è incazzato nero con me perché ha scoperto che ti faccio venire a casa mia di nascosto, non posso venire in gita e tu non fai altro che pensare solo a te stesso!-
-È tutta colpa mia.- dico d'istinto, senza pensare.
-Non ho detto questo.- la sento biascicare sottovoce.
Richiudo l'anta del mobile, poi mi fermo al mio riflesso nello specchio.
-Come fai a non odiarmi?- le chiedo con un sussulto.
-Certo che ti odio e che... Lo sai. Ti amo di più.-
No, Taylor non mi ama, mi detesta dal profondo del suo cuore, come detesta quel traditore di suo padre. È l'unica a non adorarmi, solo per questo è ancora qui.
-Senti lo so cosa pensi della monogamia e tutte quelle cazzate che hai in testa. E non mi interessa.. ti chiedo solo una cosa, lascia le cose come stanno.- dice poi, con un tono che rasenta la supplica.
-In che senso?- domando sinceramente confuso.
-Non innamorarti di lei.-
Taylor deve aver sbattuto forte.
Non c'è nessun rischio.
Scoppio a ridere per la cazzata che ha appena detto.
-Ma che ti salta in mente? Innamorarmi di chi?-
- James...-
Innamorarmi, certo.
Forse Taylor non lo sa, ma dopo aver scopato, mi passa ogni voglia di continuare. Non importa quanto il mio stupido cervello mi abbia fatto credere di desiderare una ragazza.
La voglio, la caccio, la prendo.
E il sesso, per quanto divertente, è solo un'illusione, una promessa per una felicità che però non arriva mai.
Perché l'orgasmo dura troppo poco e il mio cervello non è in grado di spegnersi mai del tutto.
Lo sento sempre quel rumore. Sempre. Non importa quanto sia bella o eccitante la persona che ho davanti.
Perciò mescolare sesso e droga è la mia soluzione a tutti i problemi. Non ricordare le sensazioni, il giorno dopo, aiuta sempre a sentirsi meno in colpa.
E farlo da sobrio, completamente, quello non se ne parla.
Non nel modo in cui piace a loro.
"Più forte James, più veloce James."
Sono solo un mezzo per arrivare dove vogliono e riesco ad accontentarle anche nel modo più osceno in cui chiedono di essere prese e sbattute.
Perché alla fine siamo uguali.
Maschi e femmine.
Tutto vogliono stare bene, tutti cercano un momento di felicità.
E alla fine, l'unico strano ero io.
Perché se gli altri finivano per stare meglio, dopo, solo io mi sentivo uno schifo.
Taylor continua a fissarmi.
Ha uno specchio vuoto davanti a sé.
Le ho già detto di andarsene.
Forse dovrei ripeterglielo.
Ma è quando sto per perdere le speranze, che finalmente lei torna alla porta.
- Jamie... riprendi quella benedetta pistola prima che mio padre vada alla polizia a denunciarne la scomparsa.- la sento mormorare con apprensione, prima di lasciarmi da solo.
Mi massaggio le tempie nervosamente.
Sono troppo stanco e debilitato per pensare al casino con Austin. Devo farmi una doccia e riprendermi, ma lo stomaco brucia dalla fame.
Sento un profumino arrivare da sotto, perciò decido di scendere per mangiare qualcosa.
-Ne fai uno anche per me?-
Jasper è alle prese con il tostapane, sta scaldando una fetta prima di stenderci sopra il burro d'arachidi.
- Con la nutella.-
Ma non c'era neanche bisogno di specificarlo, Jasper stava già agguantando il barattolo giusto.
Gli brillano gli occhi per qualche istante ma si scuriscono non appena mi allontano.
-Vado sotto la doccia e arrivo. Torno.-
Maledizione, devo stare più tempo con lui.
-James in camera tua!-
Non è la voce di mio padre a darmi quell'ordine, ma è Tiffany.
Entra in casa come una furia, cammina spedita come al suo solito.
-Che cazzo succede?-
-Ciao Jas. Jordan.-
Jordan?
Mi volto e vedo mio padre seduto al tavolo da pranzo, non l'avevo neanche notato.
- Muoviti.- mi dice lei senza neanche guardarmi.
Tiffany scappa veloce in camera mia e prima che possa muovere un passo, mio padre mi richiama.
-Via una, avanti un'altra.- mormora con tono chiaramente deluso.
-Ew Jordan che schifo.- lo rimprovero sarcasticamente.
-Cosa? Quello che fai, James?-
Ma sentilo lo stronzo
-Sono amiche. Che pervertito.- ribatto con aria fintamente schifata.
-Jasper tu quando sarai più grande non avrai tutte queste...amiche, ok?-
Mio fratello scrolla le spalle con aria poco felice, dandomi una morsa al petto.
Gli sto di nuovo il togliendo tempo, lo so. È che ho i miei casini da risolvere, non riesco a stargli dietro ora.
-La tua migliore amica è andata via cinque minuti fa.- annuncio entrando in camera, dove il mio profumo si mescola con quello di Tiffany.
- E quindi?- chiede lei con una smorfia.
La squadro da capo a piedi. I capelli mossi ricadono sul suo giubbotto di pelle, sopra ad un top aderente che lascia intravedere un'ampia porzione di pancia piatta.
-Perché non siete venute insieme?-
-Sei un bastardo. Ma tanto lei te l'avrà già ricordato, no?-
-Stavo solo scherzando... no?- le faccio il verso.
Tiffany scrolla il capo nascondendo un sorrisetto furbo.
-Che è successo?- le chiedo poi con fare impaziente.
-Ho litigato con Taylor.-
-Tornerete a far e pace come sempre.- bofonchio rovistando nel fondo del cassetto della scrivania, dove trovo una bustina mezza vuota.
-No stavolta l'ha fatta grossa. Non ti piacerà sentirlo.-
Ovviamente non me ne importa un cazzo delle loro stronzate da amichette gelose.
- Non vuoi sapere il perché?- domanda poi corrucciando la fronte.
- Posso farne a meno, grazie.- ribatto causando un'espressione poco convinta sul suo volto.
-È vero che sei andato da Tom Austin ieri?-
Annuisco raschiando il fondo della bustina con l'indice.
-Non ho bisogno rivendichi il mio onore James, hai già abbastanza guai. Evita di trovare scuse per farti prendere a botte.-
- Tu pensi che quello stronzo può venire nello stesso locale in cui ci sono io, fare una cosa del genere e passarsela liscia?-
- Sei sicuro di averlo fatto per me?- domanda poi, sollevando entrambe le sopracciglia.
-Certo. Ti ha drogato il bicchiere.-
Lei mi fissa con i suoi occhi color caffè ridotti a due fessure.
-Certo...-
Tiffany non si leva quel sorrisetto sfacciato dal viso.
-Ma guardati...- continua poi con tono divertito.
-Cosa?-
-Non ti riconosco...- mi prende in giro con il suo modo di fare provocatorio.
-Smettila.-
Ho già capito dove vuole arrivare.
-C'è una festa stasera e tu stai qui al buio, a fare cosa?-
Ruoto gli occhi al soffitto.
-Ci vieni?-
-Tanto è sempre la stessa merda.- replico sbuffando.
-Stamattina Connel non smetteva di raccontare come hai difeso Blaze, ieri.
-Non l'ho difeso. E poi perché ascolti quel coglione?-
-Però è carino...-
-Ma chi?-
-Blaze.- insinua lei.
Mi stringo nelle spalle.
-Se lo dici tu.-
-Ha il suo perché, anche se è un po' timido.-
-È un debole.-
L'ho fiutato lontano un miglio.
-Che stronzo che sei James. A volte penso tu sia fatto apposta per Taylor.-
Incrocio le braccia al petto, vedo lo sguardo di Tiffany punteggiare tutto il mio corpo, partendo dalle mie spalle larghe e abbronzate, per arrivare fino a terra.
-E tu? Per chi saresti fatta?-
La mia domanda le lascia il fiato in sospeso.
Ci squadriamo per qualche istante.
-Beh... che ti importa?-
Stiamo pensando alla stessa persona.
-Sarai mica geloso?- chiede poi mordendosi il labbro inferiore.
-Perché dovrei?-
Faccio sparire quel poco di polvere rimasta nella busta mentre lei apre il mio computer senza che nessuno le abbia dato il permesso.
-Il senso di guardare questa robaccia e non segarti?- chiede ridendo, quando riparte il video.
-E chi ti dice che non l'abbia fatto?-
-Jamie...- mi rimprovera lei ridendo.
-Eh.-
-Si vede da qui.-
-Senti non rompere il cazzo.- sbuffo sfregandomi il collo nervosamente. -Ho finito tutto. Devo tornare da Austin, ma dopo essermela vista con suo fratello ieri..non credo che oggi mi voglia vedere.-
-Ahhhh, hai finito le caramelle. Per questo sei ridotto così?- domanda tormentandosi una ciocca ricciola tra le dita con fare seducente.
Mi avvicino alla sua sagoma seduta sul letto, facendole ombra. Lei non appare mai intimidita da me, lo vedo da come mi guarda con sfrontatezza. E sarà anche eccessivamente spigliata nel dirmi le cose, ma mi conosce bene. È proprio così. Con il cervello pulito, non c'è verso. Non riesco neanche a divertirmi con una ragazza.
-È solo paura di lasciarti andare la tua.-
-Non vieni a casa mia a fare la fottuta psicologa. Hai capito?-
E poi...paura di lasciarmi andare?
È seria?
-Per uno che ha scopato con mezza scuola non mi sembra la descrizione più giusta. Cambia mestiere, la psicologia non fa per te.-
-Non sei fatto solo di questo James.-
Invece sì, mi annoia tutto.
-Ho solo bisogno il superare limite.-
Mi lascio andare ad un respiro ansante, mentre sento i pugni stringersi fino a farmi male.
-Quello l'hai superato da un pezzo.-
Per una frazione di secondo lo sguardo di Tiffany sembra farsi preoccupato.
-Quindi stasera non vieni, James?-
-Non ne ho voglia.-
La osservo alzarsi in piedi e senza voltarsi, solleva la mano in aria in cenno di saluto.
-Resta nel tuo paradosso allora.-
Così finalmente mi faccio una doccia calda e dopo aver cenato da solo, mi sdraio sul letto con il cellulare.
"Io e Jasper siamo usciti per andare al cinema" dice il messaggio che ho appena ricevuto.
Grazie tante per l'invito Jordan
Ma ora voglio proprio vedere che razza di festa mi sono perso questa sera.
Quel coglione di Connell mette qualsiasi cosa nelle storie. Tra un po' anche da quante tipe se lo fa prendere in bocca.
Ah no, quei video li tiene per solo i suoi amici.
Dopo aver perso mezz'ora della mia vita su Instagram, torno alla realtà.
Dovrei dormire, ma ho gli occhi piantati al soffitto.
Potrei fare la cazzata, oppure no.
Meglio di no.
È solo che...ormai ci ho pensato.
E siccome dicono che l'unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi, mi arrendo all'impulsività e scorro in rubrica.
Metto in viva voce poi abbandono il cellulare sul mio torace nudo.
Quattro squilli, infine risponde.
-Sì?!-
-White.-
La mia voce esce più roca del solito.
-James, oddio è mezzanotte! Che c'è? È successo qualcosa?-
Se non sapessi che mi odia, penserei addirittura che sia preoccupata in questo momento. Lo deduco da come scandisce rapidamente le parole.
-Dormivi?-
Un piccolo sbuffo, poi torna a rispondere.
-Certo che dormivo! Io...-
-E perché hai risposto se dormivi?-
Di nuovo il silenzio.
-No.- la sento dire con un filo di voce.
- No cosa?- sussurro mantenendo la stessa dolcezza che usa lei in questo momento.
-No, non è vero.-
Ancora silenzio.
Forse mi sto sbagliando.
Forse ha acceso il ferro ma poi ha cambiato idea e non l'ha usato.
Per questo motivo aveva i capelli lisci.
Non riesco a parlargliene però.
Sono in grado di dirle le cose peggiori, perché ho paura di chiederle una cosa così semplice?
-Non... non riesci a dormire?- domando prima di deglutire rumorosamente.
-No.-
-Neanch'io. Ma...-
Mi inumidisco le labbra, mentre giocherello con la punta delle dita sui muscoli del mio addome.
-Cosa James?-
Il suo tono si fa subito indispettito.
-Conosco un modo, Biancaneve.-
E lei non ci pensa due volte a rispondere secca.
-No.-
-Ma non mi hai fatto neanche parlare..-
-No.-
Scoppio a ridere davanti all'ennesimo rifiuto. Sembra una bambina, però lo dice con decisione.
Magari non è così ingenua come vuol far credere. Magari lo sa che c'è solo un solo modo per farmi intestardire, ed è proprio quello di dirmi di no.
-No riguardo a cosa?-
-No a qualsiasi cosa perversa tu voglia proporre.- accenna timidamente.
Perversa.. ma sentila
-Cosa ne sai tu?-
-So che mi chiami di notte, mezzo fatto, solo per chiedermi se non riesco a dormire. Tutto apposto? Pensi che sia cretina?-
- Un po'.- ridacchio.
-Comunque sì, ti ho chiamata solo per questo, e quindi?-
-Quindi sono troppo lucida per starti a sentire.-
Ma certo, ricordami subdolamente che ieri avevi fumato... Guardala, sta già mettendo le mani avanti.
-Poi tu fai così...- bisbiglia ad un tratto.
-Cosa faccio? Dimmi.-
- Fai così. Come se fosse tutto normale.-
Mi fa sorridere, forse perché dice sempre la prima cosa che le passa per la testa. Tutte le persone che conosco non fanno che atteggiarsi per trovare la cosa migliore da dire o la posa migliore da spararsi. Lei no.
- Non ho ancora capito cosa faccio, ragazzina. Puoi essere più precisa?-
- Voglio che cancelli la mia foto.- esclama andando dritta al punto come un carro armato.
- Io posso anche cancellarla però... lo sai che non si vedeva niente, vero?-
- Non mi importa. Cancellala.-
- Va bene. La cancello. Ma questo cosa c'entra? Pensi ti abbia chiamata per farmi una sega?-
-James!!- strilla imbarazzata.
-E poi vuoi darmi torto se l'ho pensato? Tu fai così!-
Non è stupida, vuole sapere se l'ho chiamata in modo disinteressato o meno.
- Cosa c'è che non va nel farlo...così?-
Non sa cosa rispondere, il silenzio dura troppo.
-Dico nel caso... lo volessimo entrambi. Nel lontanissimo caso.- aggiungo poi.
C'è del sarcasmo nelle mie parole e lei lo sa perfettamente perché si prende il suo tempo per rispondere.
-Perché dovremmo volerlo...?- la sento chiedere sottovoce.
-Perché è meno intimo.-
E soprattutto, perché così mi sento meno in colpa. Cosa che invece accadrebbe se mi infilassi nel tuo letto per scoparti tutta la notte.
-È terribile.- sibila lei con una tono di voce sempre più sussurrato.
-Cosa?-
-Il fatto che tu non voglia intimità, James.-
-Ma che cazzo ne sai.-
-Non ne so niente, okay...ma tu cerchi sempre di rendere tutto meno speciale.-
Ora non sto più ridendo.
-Come fai a dirlo?-
-Lo dico perché per me è proprio l'opposto.-
-Sto ascoltando White.-
-Non mi piace il modo in cui fai le cose.-
Ma sentila. Questa pensa che io l'abbia chiamata per farmi insultare?
-Ah stai dicendo che non vuoi farti chiamare da me?-
-Non voglio farmi chiamare a notte fonda da uno che mi cerca perché è intossicato, che mi tratta come una delle tante e magari lo fa anche per soddisfare i suoi sfizi. Io non sono così.-
Finora mai nessuna si è lamentata però.
E di sicuro non cambio abitudini per una ragazzina insopportabile...
-E sentiamo...quindi da chi ti faresti chiamare?- la provoco senza mezzi termini.
- Non sono affari tuoi. E comunque qualsiasi cosa farò, so che la voglio fare con chi mi ritiene speciale e viceversa. Non così.-
Un fremito di rabbia mi percuote.
Che cazzo di discorsi sono?
-Quindi stai dicendo che stai aspettando il principe azzurro?- sbuffo spazientito.
E nel frattempo che aspetti, puoi continuare a pensare a me ogni volta che ti metti quella fottuta mano tra le cosce
-Non sto aspettando il principe azzurro, cretino!-
-Anche perché moriresti vergine...cretina.- la prendo in giro mordendomi il labbro.
Sorride, lo sento.
-Che vuoi James?- domanda ad un certo punto, facendosi nuovamente seria.
Cerco qualcosa da lei ma non so ancora cosa.
E ho come l'impressione che lei se ne sia resa conto. Se n'è accorta la prima volta che è venuta qui, per fare le ripetizioni a Jasper, così come quella volta che siamo andati a casa di Ethan Austin.
-Non lo so.- ammetto tra i denti.
-Forse, alla fine, stai solo cercando quello che rifiuti in tutti i modi.-
Eccola che comincia con le cazzate da bambina.
-Hmmm... e che cosa sarebbe, Biancaneve?-
-Qualcosa di speciale.-
Fanculo. Odio la sua fiducia nelle cose, la sua innocenza.
-Non essere romantica con me, ragazzina. Magari ti ho chiamata solo perché mi andava di giocare un po'.-
-Buonanotte James.-
-No aspetta.-
-No non aspetto.- mi fredda lei.
-Metti il video.-
Stavolta non compie pause, scoppia a ridere in modo sguaiato.
-Tu stai malissimo!!-
-Ma perché tu pensi sempre male?- la rimprovero sorridendo.
-Io?! Hai appena detto che...-
-E dai, mi piace provocarti. Fai tanto l'intelligente e poi non capisci le cose così semplici?!-
-Capisco che sei un caso perso. Ecco cosa capisco.- dice prima di accendere la videocamera.
Non me lo aspettavo, ma sembra di vedere il mio riflesso nello schermo del cellulare. Siamo entrambi con la guancia sul cuscino.
-Dormi di lato?- chiedo d'impulso.
-Sì.-
-Anch'io.-
-Da che lato?- mormora lei, quasi imbarazzata nel guardarmi.
-Lo stesso tuo.-
-Ma non sai qual è.- mi rimbecca subito.
-Non importa, sarebbe comunque lo stesso.-
Porca miseria perché dico ste cazzate adesso?
Ci fissiamo per qualche istante.
Lei posa gli occhi sul mio petto nudo ma poi abbassa subito lo sguardo, quasi scottata.
-E quindi che dovemmo fare?-
Dalla piccola porzione di video riesco a vedere la base del suo collo sottile attorniato da un tessuto bianco, probabilmente indossa la maglia del pigiama.
-Perché non chiudi gli occhi?-
-Cosa?!-
Si copre il viso con la mano, è in imbarazzo.
-Tu sei tutto pazzo James.-
Forse
-Okay, come non detto.-
-Ma che ti sei fumato per dire queste assurdità?- domanda accigliata.
Sta ancora pensando che voglia prenderla in giro, la conosco.
-Boh... Fai tante storie, ma ti ricordo abbiamo già dormito insieme.-
Tormento la collanina che mi circonda il collo. I suoi occhi grandi si allacciano ai movimenti delle mie dita, sembrano quasi ipnotizzati.
-Ma così è diverso, è più freddo..poi dormire davanti ad un telefono? È una roba da giapponesi fetish.- sussurra mettendosi la mano a conca davanti alla bocca, come se non volesse farsi sentire da nessuno.
-Preferisci dormire con me, in carne ed ossa vero?- la pungolo facendola sussultare.
-No forse è meglio così, senza tu che mi molesti!-
-Io ti molesto?!-
-Appoggiarmelo addosso, come vuoi chiamarlo?- mormora sottovoce, nascondendo la punta del naso con il lenzuolo.
Scoppio a ridere.
-Disse quella che non si è spostata di un millimetro, anzi.-
-Senti sono stanca.- sbuffa sorridendo.
La vedo posare il telefono sul comodino.
-Certo... quando conviene a te, sei stanca...-
-Beh? Mi è mi è venuto sonno a parlare con te.- esclama arricciando la bocca in una smorfia buffa.
-Allora chiudi gli occhi. -
La mia voce esce più soffice e permissiva del previsto.
Lei sorride. Non ridacchia, non mi prende in giro, semplicemente mi sorride.
Cazzo se sei bella però
Poi il suo sguardo si fa improvvisamente più arrendevole e con mia sorpresa la vedo chiudere gli occhi.
Perché mi dà retta?
Non ha senso....
-James dobbiamo ancora parlare.- dice accoccolandosi sul cuscino.
-Lo so, ma non ora...-
E senza volerlo chiudo gli occhi anch'io, finendo per scivolare in un sonno profondo.
🥑
Il mattino seguente mi fiondo a scuola con un'idea che mi trapana il cervello.
Convincere qualcuno ad organizzare una festa in piscina.
Devo sapere.
Sono al mio armadietto e Connell sta parlando della festa di ieri sera, menzionando nei minimi dettagli le sue gesta tra le lenzuola con la tipa che si è scopato.
- Che ne dici di rifarlo stasera?- chiedo senza entusiasmo.
- E tu dove cazzo eri Hunter? Pensavo mi portassi della roba, c'era solo alcol.-si lamenta lui con fare da pallone gonfiato.
-Che ne dici di casa tua? Piscina? Questa sera?-
Lo vedo sbuffare.
- Il coach ci ammazza, troppe feste... troppe distrazioni.-
Si guarda in giro, seguendo con lo sguardo qualsiasi studentessa carina che entra nella sua traiettoria.
- Vengono anche le tue amiche?- chiede poi.
-Tu organizza e io farò in modo che vengano.-
I suoi occhi dorati hanno un guizzo di curiosità quando la ragazzina passa per il corridoio.
Fortuna che la batteria mi ha abbandonato e questa mattina mi sono svegliato con il cellulare spento.
Che idea del cazzo quella di chiamarla ieri sera. Anche perché oggi, al risveglio, non avrei saputo cosa dirle.
Lei si ferma all'armadietto e in un secondo arriva Brian Hood, che con la sua faccia da depresso cronico le sta addosso.
Che mattinata di merda, uno non si può mai rilassare
-Connell.-
Gliela indico.
-Invita June.-
-Perché non la inviti tu scusa? Sta con Will o no?-
-Boh... pensavo che se la festa la dai a casa tua, devi invitarla tu. Ma se vuoi...-
-No, no. Fermo. Faccio io.- annuncia gonfiando il petto.
Coglione.
-Ciao biondina hai programmi domani sera?-
Lei si volta per salutare Brian e non calcola Connell nemmeno per sbaglio.
Mi mordo il labbro per non farmi sfuggire un sorrisetto compiaciuto.
-Sto parlando con te.- insiste lui facendola stizzire.
-Io no. Pensa un po'.-
Vedo Connell armarsi di pazienza, prende un grosso respiro prima di ripartire all'attacco.
-Organizzo una festa da me.-
-Mi fa piacere per te.-
-Vienici, qual è il problema?-
-No.- risponde asciutta.
-Non sai neanche cosa...-
-No.-
-Ma no cosa?-
Connell si sta spazientendo.
-No, stronzo.-
Lui resta senza parole per l'affronto che gli è stato appena rivolto, mentre io scoppio a ridere.
E lei se ne accorge perché mi guarda con occhi ostili da lontano.
È arrabbiata con me o no?
Ma chi la capisce...
E il disprezzo che ha nel guardarmi, non è lo stesso che riserva a Connell.
È diverso.
Mi si infiamma nella testa sempre quel pensiero.
Le piaccio.
Una come lei non manda foto a tutti.
Le piaccio, tanto. Lo sento quando le sto vicino, lo sento come un leone fiuta la paura della preda appena caduta nella sua trappola.
-Sei di quelle a cui piace fare la difficile...-
Senza giri di parole, Connell la bracca contro il muro con la sua sagoma imponente. Mi volto di scatto davanti a quel gesto.
-Che fai?- chiede Jackson con aria diffidente, nel vedermi improvvisamente sull'attenti.
-Niente. Volevo...fumare.-
Inizio a tastarmi le tasche, come se lui potesse anche solo lontanamente cascarci.
-Sì certo.- sbuffa Jackson scuotendo il capo.
Assottiglio lo sguardo.
Tutti i miei riflessi sono all'erta.
La sfiora e io me lo sbrano.
-Senti, lasciami in pace Corbell!- dice lei, apposta per farlo incazzare.
Sento tutta la mia tensione sciogliersi, scoppio a ridere.
Connell la guarda sgusciare via, fiero dell'occhiata bramosa che le lancia addosso, infine torna da me e Jackson.
-Che vocina impertinente...Chissà come diventa addomesticata quando sta qua sotto.-
Lo vedo sogghignare compiendo un gesto volgare con la mano sulla patta dei pantaloni. Le mie vene si iniettano di rabbia, perciò gli volto le spalle prima che mi venga l'insana idea di saltargli alla giugulare.
Ho intenzione di contare fino a cinque prima di rispondergli, ma sto già digrignando i denti e la mia espressione torva non promette niente di buono.
Jackson tossisce, poi si schiarisce la voce.
- Andiamo in classe, forse è meglio.-
-Immagino che goduria farle urlare il mio nome qui.- grugnisce lo stronzo indicandosi l'orecchio.
Ah non lo so, l'orecchio te lo risparmio ma il cazzo te lo faccio a pezzettini
-Hunter.-
-Eh?-
-Che pensi della ragazza nuova? Si è lasciata con William o no?-
Merda. Sta a vedere che lo stronzo ci fa un pensierino
-Non è il tuo tipo.- Metto subito in chiaro le cose.
- E chi l'ha deciso?- domanda lui con aria di sfida.
-A te piacciono hmmm...come dire... esperte. È una noia quella.-
-Noia?- Connell mi squadra accigliato. - Non è che te la sei già scopata?-
Scrollo la testa. - Ma no che cazzo dici.-
-Guarda che se non l'ha mai provato non significa che non le piaccia.-
-Di sicuro se prova il tuo, deciderà di rinchiudersi in convento dopo.- sento dire a Jackson alle nostre spalle.
Connell non accenna a rispondere alla provocazione, è troppo preso dalla ragazzina.
La vediamo fermarsi al fondo del corridoio per salutare Blaze, si mettono a parlare e di tanto intanto aggancia una ciocca bionda dietro all'orecchio con fare innocente.
Connell non le toglie gli occhi di dosso neanche per un istante.
-Fidati, appena la inizi ai piaceri della carne, quella non smette più.-
Mi irrigidisco di nuovo e Jackson se ne accorge immediatamente.
Prova a darmi una pacca sul bicipite in tensione, come per calmarmi.
- Sì ma a parole non vale.-
Un amico dello stronzo si prende gioco di lui, mentre io sento le vene del collo cominciare a pompare furiosamente.
-Tranquilli, ve ne porterò le prove. Come sempre.-
Ghigna maliziosamente dandosi il cinque con alcuni dei suoi amici.
-Branco di coglioni.- mugugno adirato, Jackson intanto mi scruta con occhi indagatori.
-Fino a ieri ci sguazzavi nel loro fango, James...come mai ora ti indigni tanto?-
Eccolo, Jackson che non vedeva l'ora di fare il precisino, sta diventando il classico palo in culo.
-Sapete cosa si dice delle timide..- continua l'altro.
Tutti i suoi amici si voltano a guardarla.
Il suo viso pulito e quelle labbra vispe diventano oggetto dei loro sguardi indiscreti, sento gli occhi infiammarsi quando i commenti diventano più osceni. Stanno letteralmente sbavando sul suo culo.
Basta
-Hai finito?- ringhio avvicinandomi a Connell.
L'idiota è alto quanto me, di sicuro è più robusto e pesa molto più, ma non me ne frega un cazzo. Gliela spaccherei quella faccia di merda in questo momento.
Peccato che io non possa alzare un dito qui a scuola o finisco di nuovo in riformatorio. E lo stronzo lo sa.
-No che non ho finito.- sputa con il suo fare strafottente.
-Io dico di sì.-
Il mio tono serio non viene preso in considerazione da Connell, che invece scoppia a ridere divertito.
-Non volevo offendere la tua amichetta. Vuoi avercela per prima? Mi sta bene. Ma poi tocca a me.- gongola prima di andarsene con i suoi amici.
Sferro un pugno all'armadietto, l'onda d'urto è così forte che sento le nocche riaprirsi e pulsare di dolore.
-Guarda che a stare con Cooper diventi pazzo come lui eh!- urla Connell quando è ormai dall'altra parte del corridoio.
-Lascialo perdere James.-
Jackson mi lancia una pacca sulla schiena ma sono teso all'inverosimile.
E lo sono anche quando arrivo in classe.
Marvin è seduto al fondo della classe e parla con Poppy, seduta nel banco davanti.
E c'è anche lei ovviamente.
Che palle cazzo
I miei occhi cascano dritti sotto al banco per cercare le sue gambe. Le tiene accavallate, la gonna arriva poco sopra al ginocchio e non c'è traccia di alcun segno.
E se fossero nascosti più in alto?
Ma non mi fa bene guardarla, perché ogni volta che metto gli occhi sulle sue cosce sode e piene, comincio a pensare quanto starebbero bene appoggiate sulle mie spalle, mentre glielo ficco dentro con violenza.
Sta sfogliando un libro con aria annoiata, poi si china verso lo zaino per recuperare un quaderno. La camicetta bianca della divisa avvolge a stento il suo seno per nulla piccolo, il bottone centrale è così in tensione che sembra voglia schizzare via da un momento all'altro per via della pressione delle sue curve femminili.
Distolgo gli occhi quasi infastidito da quella visione.
Ci giocherei volentieri con quelle curve però
La mia occhiata dura tre secondi esatti, altrimenti chiunque si accorgerebbe che la sto guardando.
Mentre cammino per la classe infatti, ho incollati addosso gli occhi di qualsiasi ragazza presente in aula. La più timida, la più disinibita, quella che ho scaricato dopo una notte di sesso, tutte. Solo lei non mi sta degnando di uno sguardo.
Mi massaggio i capelli nervosamente.
-Alle ragazze non piace farlo nel letto, troppo convenzionale.- dice Marvin fingendosi esperto con Poppy.
Mi siedo accanto a lui senza fiatare.
-Cosa c'è di male in un letto?- chiede June.
Sto bevendo una sorsata d'acqua e per poco non sputo sul braccio di Jackson.
Perché cazzo deve fare così adesso...
-Almeno si sta comodi...- ribatto io fissandola.
-Sì ma a quanto ho capito tutte dicono che è più stimolante farlo in posti strani. Il letto boh...- Marvin si strofina la nuca rasata.
-È sicuramente più...confortevole.- abbozza lei senza sollevare gli occhi dal banco.
-Appunto, è quello che dico io. È morbido.-
Lei alza la testa cercando immediatamente la mia attenzione.
-È... comodo.- la guardo modellare quella frase con la sua bocca a forma di cuore.
-E caldo...-
Intensifico lo sguardo nel suo, poi mi lecco le labbra con un gesto involontario e lei fa lo stesso.
-Vabbè mentre che ci siete... Scopate dai.- sputa Marvin ridendo.
La battuta non dev'esserle piaciuta perché si alza arrabbiata.
La vedo lasciare la classe senza dire niente e non riesco più a tenere il culo incollato alla sedia. Mi alzo e la seguo.
-La rincorre anche, adesso..- mi prende in giro Marvin facendo ridere Jackson.
Fulmino entrambi con lo sguardo, poi esco dall'aula.
Mi basta fare due passi più ampi per raggiungerla. L'afferro dal braccio e senza troppi complimenti la sbatto contro la prima parete che trovo.
-James!-
La sento gemere mentre appoggio tutto il peso del mio corpo verso di lei, con entrambe le mani piantate sull'armadietto alle sue spalle.
-Ma sei impazzito? Ci guardano tutti!- esclama lei ormai imprigionata dalle mie braccia possenti.
Vedo le sue guance tingersi di un colore acceso.
-Lasciali guardare allora.-
Lei distoglie lo sguardo dal mio, privandomi di affondare nei suoi occhi limpidi.
-Dimmi chiaro e tondo cosa vuoi da me.- mormora senza sollevare la testa.
-Cosa dovrei volere da te? Sei stata con Will perciò non voglio un cazzo.-
-E dal medioevo è tutto!- sillaba ad alta voce, sfidandomi ancora una volta.
Questa volta però mi punta gli occhi addosso. Finalmente.
-Ma che cazzo dici...-
La vedo boccheggiare con le gote arrossate. Le sto troppo addosso, perciò indietreggio lasciandola libera di respirare.
-Non che la cosa mi interessi, ma solo per curiosità... Quindi sono marchiata a vita, solo perché sono stata con lui?-
-Ci sei stata però.-
-Ma finiscila, non abbiamo neanche...-
Si accorge troppo tardi di cosa stava per dire. Si massaggia il collo imbarazzata, mentre io sorrido soddisfatto.
-Cosa?- ridacchio facendola infuriare di più.
-Lo sai cosa.- ribatte secca, provando a sfuggirmi.
Decido di bloccarla nuovamente, stavolta impedendole di proseguire oltre, piazzandomi davanti a lei.
-Non ti ha scopata ma cambia poco. Le ex non si toccano.-
-L'altro giorno in camera mia non hai fatto altro che toccarmi però.-
Solleva il mento regalandomi un'espressione sfacciata.
Cazzo mi sta provocando.
Ma come si permette?
-Non credo. Non era niente e mi sarei fermato.- mi accingo a spiegare.
-Sì sì certo avevate proprio le facce di due che non volevano fare niente..- sibila voltandomi le spalle.
Il corridoio si è completamente svuotato e la campanella è suonata da qualche minuto, ma non la lascio tornare in classe.
L'afferro dal polso, portandomela vicino al petto.
-Dici questo solo perché ho fatto così?-
Lei resta senza fiato quando avvolgo la sua coscia destra con la mano. Sento gli anelli sprofondare nella carne morbida.
-Cos'è ti è piaciuto troppo, Biancaneve?- la istigo con sguardo assottigliato.
Lei mi sta fissando intimorita.
Okay, così no... troppo aggressivo
-No! Certo che no.- replica con una punta d'imbarazzo.
-E allora che cazzo devi esagerare dicendo che ti ho toccata?-
-Puoi toglierla la mano adesso?-
Si inumidisce le labbra in modo innocente, ma senza accorgersene diventa insopportabilmente eccitante.
-È una domanda o vuoi che la tolga per davvero?- chiedo con il mio fare da presuntuoso.
-Cos'è, ti è rimasta incollata che non riesci a toglierla?-
Le uniche cose però restano incollate, sono i nostri occhi sulle rispettive labbra.
Sembriamo due animali affamati pronti ad attaccare. Ci divoriamo con gli sguardi in attesa che uno dei due compia un passo falso.
-Quanto cazzo parli sempre..-
-Non sei abituato a qualcuno che ti risponde a tono vero?- mi provoca senza pudore.
Avverto un inconfondibile ticchettio sul pavimento. Mi volto e vedo Taylor passare dietro di noi con delle sue amiche. La sua faccia non è delle migliori.
-Scommetto che anche Taylor non fa che dire "Sì, James..."- bisbiglia nel mio orecchio facendomi quasi perdere un battito.
La mia mano ruota avida intorno alla sua gamba per arrivare nell'interno coscia. Sento il calore sprigionarsi sulla sua pelle mentre la posiziono proprio in mezzo.
Premo il naso sotto al suo orecchio e la sento sussultare.
-Te lo faccio dire io "sì James" se non la smetti.-
-Ah sì?-
-Hmm.- annuisco facendo risalire le dita lentamente.
-E come faresti, sentiamo?-
All'apparenza lei mi sta mettendo in difficoltà, ma in realtà sto dolcemente scalpellando la sua gamba con la punta delle dita. Sto cercando senza fretta, un marchio, un segno, qualsiasi cosa... ma la sua pelle è fottutamente liscia.
E la mia bocca si fa arida all'improvviso.
Al posto della mano ci metterei volentieri la faccia
-James!- esclama col fiato corto, quando si rende conto di come la mia mano si sia insinuata pericolosamente sotto alla gonna.
Ha le guance rosse e il battito a mille.
E mi respinge puntandomi le mani al petto.
-Non mi piace questo modo retrogrado di pensare, non sono di proprietà di nessuno. Né voglio essere etichettata solo perché sono stata con William.-
Brava... ottima mossa, cambia argomento.
-Vieni alla festa, allora.-
-Ma cosa c'entra! Comunque no.-
Indietreggio fino a spalmarmi con la schiena alla fila di armadietti opposta alla sua.
-Perché?-
Ci guardiamo a distanza. Capisco che lei abbia il respiro accelerato, ma non mi capacito del perché ce l'abbia anch'io.
-Sono in punizione, mia madre non vuole che esca di casa.-
Districo i capelli tra le dita, ingannando l'impellente bisogno di fumare.
Non ha nulla lì sotto, nessun segno.
Ormai ne sono quasi certo.
Devo solo vederla in costume e levarmi ogni dubbio, nella speranza che siano solo film mentali, i miei.
-Vienici lo stesso.- insisto poi senza vergogna.
-No ti ho detto.-
Mi sta facendo uscire di testa.
Prima mi chiede di restare a dormire da me, poi si lascia toccare in quel modo. E ieri sera poteva benissimo chiudermi il telefono in faccia...
-Neanche se ti dicessi che...-
Mi scollo dalla parete metallica e comincio a camminare lento verso di lei.
-...voglio vederti?-
Le scappa un singulto, lo vedo.
E più i miei passi si avvicinano, più le sue pupille si fanno enormi.
Con mia sorpresa china il capo timidamente, continuando a fare cenno di no.
-No?- incalzo quando sono ormai davanti alla sua sagoma tremolante.
-No, meglio di no.-
-Cazzo June perché adesso fai così?-
La vedo guadarsi in giro rapidamente per poi cominciare a parlare sottovoce.
-Senti non so che giochetto ti sei messo in testa ma... Non voglio farvi parte.-
-Ma che cazzo dici?-
-Con Will... ho sentito che ne parlavate.-
Ovviamente non le passa neanche per la testa la possibilità che l'idea possa essere stata di William.
- Tu non hai capito...- accenno un discorso che non so dove mi porterà.
Mi sento confuso e accaldato nel starle così vicino. Tutta questa faccenda di scoprire se ha dei segni addosso si sta rivelando un'arma a doppio taglio.
Lei si ritrae dal mio campo magnetico, sembra stia prendendo la mira per spararmi addosso una raffica di proiettili infuocati.
-Senti James, sei tu che non hai capito. A stare dietro a voi, io sto perdendo me stessa.-
La sua frase mi destabilizza. E non posso darle torto.
-Ogni volta che tu mi stai vicino, combino cavolate... Non....-
-Cosa?-
-Io non mi fido di me stessa quando sto con te.- sussurra ormai a corto di fiato.
-Ma non ti avrei fatto niente...-
La vedo accarezzare le mie labbra con i suoi occhi puri come l'acqua.
-Non ti credo James.-
-E sopratutto... non avrei mai lasciato che Will lo facesse.- confesso con lo stomaco sottosopra.
Il suo petto si fa ansante, ma ora invece che lasciarle spazio, glielo tolgo. Mi avvicino al suo viso inspirando a fondo il profumo dei suoi capelli.
-E allora perché...-
Cazzo non riesco più a resistere.
-Era una cosa tra di noi.- minimizzo sollevando le spalle, continuando a puntarla dall'alto.
-Te l'ha chiesto lui?-
Non smette di segnare il contorno delle mie labbra con i suoi sguardi furtivi.
Credo di conoscere la forma delle sue a memoria. Mi manca solo di impararne il sapore e la consistenza...
Lei resta rigida come un ghiacciolo, perciò l'afferro dai fianchi portandola contro il mio petto, godendo della sua reazione inesperta ed impacciata.
-June..-
Sto davvero per baciarla nel corridoio di scuola?
- James...-
Con la bocca carezzo la sua mandibola, causandole un piccolo gemito di piacere quando scendo a lambire la porzione di pelle dietro al suo orecchio. Quel punto sembra rivelarsi particolarmente sensibile, perché lei smette di parlare. Non è più in grado di emettere un suono, è mia prigioniera.
-Tu ci vieni questa sera.-
La punta delle sue labbra morbide trema appena, mentre modello quelle parole ad un soffio dalla sua bocca invitante.
-Voglio vederti in un fottuto bikini, Biancaneve.-
✨Dai, va bene... odiatemi! ✨
♥️ spero il capitolo vi sia piaciuto (nel caso, mettetemi una stellina perché ci ho messo una vita a revisionarlo 🙏🏻)
come avrete potuto notare, il nostro poeta ci regala sempre delle perle di saggezza hahshshaha
♥️ il capitolo è lunghissimo e non mi capacito di come io non riesca a scriverne di più corti...
ovviamente l'ho dovuto dividere a metà come al mio solito 😅
♥️ il prossimo...vabbè che ve lo dico a fare... macelli ✨
♥️ abbiate fiducia in me, a suo tempo arriverà tutto quello che deve arrivare ✨
♥️ ci tengo a specificare ancora una volta che non ho intenzione di romanticizzare argomenti come l'abuso di droghe, l'autolesionismo o i disturbi mentali.. voglio semplicemente raccontarli nel modo più crudo e veritiero possibile
♥️ se avete domande riguardanti la storia, tipo cose che non avete capito o non ricordate, scrivete pure qui.. così facciamo il punto della situazione
✨alla prossima, vi adoro✨
♥️
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