35. I'm about to show you, baby slow down

🍭🔴🍭

JUNE POV

Rimango a fissare le bambine che girano in tondo per la stanza, nel disperato tentativo di capire cosa stia succedendo.

"Basta, ora le mando via!" mi dico lanciando il lenzuolo al fondo del letto, ormai pronta ad alzarmi.
Quel gesto però, sembra causare un lamento alle mie spalle.

Vedo con la coda dell'occhio James che cerca la coperta ormai caduta sul pavimento.

- Ma sei impazzita?- mugugna nervoso.

Con una mossa rapida mi attira a sè facendomi sdraiare nuovamente, per poi nascondersi dietro alla mia figura.
Improvvisamente mi sento più morbida del solito, schiacciata dal suo fisico solido. La pelle di James è così bollente a contatto con la mia, che vengo attraversata da una vampata di calore.
La mia schiena stretta contro il suo petto, i miei fianchi premuti nei suoi, le sue gambe incastrate nelle mie e il mio fondoschiena... o mio Dio.

- Ti stai davvero...nascondendo dietro di me?- bisbiglio sottovoce nella speranza che le bambine non sentano.

Il fiato mi si spezza in gola, non appena la sua mano sinistra casca dritta sul mio fianco, mi ferma con una presa sicura, prima che io possa muovermi.
Solo quando avverto le sue dita affondare nella mia pelle mi rendo conto che ho la t-shirt completamente sollevata. Il getto infuocato che arriva alle mie guance è insopportabile.
Inizio a sentire la mia temperatura corporea farsi incandescente.

-Piano, ragazzina. Dammi... dammi ancora un attimo.-

Lo sento respirare con voce rauca e assonnata contro il mio collo, regalandomi migliaia di brividi lungo la spina dorsale.

Il respiro di James accarezza la mia pelle nei punti più sensibili, la sensazione mi stordisce, come fossi ancora in un sogno.
Ed il pensiero suona assurdo, eppure i nostri corpi sembrano combaciare alla perfezione... come se la morbidezza del mio corpo fosse fatta apposta per la durezza del suo.

- Ehm... potresti evitare di...-

Devo essermi distratta perché ad un tratto le bambine spariscono dalla mia visuale, sento una voce proveniente dal piano di sotto chiamarle a gran voce. Così come sono arrivate, ora appaiono svanite nel nulla.

-Ma chi erano quelle pesti?- domando con la guancia ancora affossata nel cuscino.

James slega il nostro abbraccio, poi si rivolge a me con indifferenza.

-Le mie cugine.-

Mi giro sul materasso tentando di mantenere tutta la concentrazione possibile per non buttargli gli occhi addosso.
Ben presto però, mi accorgo di un fastidioso brusio di sottofondo.

-Ma... hai dei parenti a casa!?-

-E quindi?-

A differenza mia, lui non sembra minimamente turbato da ciò che è successo tre secondi fa, anzi. Si solleva in piedi e io ci provo a non farlo, ma la curiosità mi sta mangiando viva.
Squadro rapidamente la sua sagoma, mentre si curva verso la giacca di pelle abbandonata sulla sedia.
Il petto ampio e nudo è un fascio di muscoli sottili che si rincorrono fino alla vita, dove la sua figura possente si assottiglia.
I miei occhi scolpiscono ogni linea definita che compone il suo torace, finché con lo sguardo non scendo ai boxer aderenti che racchiudono il suo fondoschiena sodo. Non c'è parte di quel corpo che non sembri frutto di duri allenamenti.
Sento di nuovo le guance pizzicare, perciò risollevo immediatamente gli occhi.
Lo vedo estrarre una sigaretta dalle tasche per poi portarsela alla bocca imbronciata. A guardarla meglio però, quella ha tutta l'aria di essere uno spinello... Il gesto mi provoca un leggero sbuffo contrariato.
Perché pensa a spegnere il cervello già di prima mattina?

-E c'è anche tuo padre di sotto?- proseguo io, lievemente turbata.

- E quindi?-

-O mio Dio.-

Con il cervello ancora annebbiato tento di fare chiarezza su ciò che è accaduto ieri sera.
Osservo James che si avvicina alla finestra, la spalanca poi si appoggia al davanzale dandomi le spalle.
Con lo sguardo levigo la sua schiena intarsiata di muscoli sporgenti. E quando ruota il capo e incontro i suoi occhi blu, rivivo immediatamente la sensazione due nostri corpi premuti l'uno sull'altro. Questa mattina, ma sopratutto....ieri notte.
Ha detto davvero quelle cose o le ho solo immaginate?

James fuma senza battere ciglio e come se non bastasse...se lui è mezzo nudo, io non sono da meno. Abbiamo dormito insieme e mi ha abbracciata sì, ma la cosa più eclatante è ciò che è successo prima.
O meglio, non è successo ma... io volevo così tanto che succedesse.
Volevo che mi baciasse.

Chiudo gli occhi, come per allontanare quel pensiero proibito e mi torna alla mente William.

E come se non bastasse ho baciato Tiffany. Oh porca miseria, questa non sono io.

James mi punta dall'alto come fossi un'aliena, mentre io me ne sto a fissare un punto nel vuoto, ripensando a tutto ciò che ho fatto di sbagliato nelle ultime dodici ore.

-Che hai da guardare?- chiedo timidamente, nel momento in cui mi rendo conto che i suoi occhi restano fissi e immobili su di me.

- Secondo te? Il tuo cellulare sta vibrando da mezz'ora.-

Ed ecco la parte peggiore di tutte.
Mia madre.
Non l'ho avvisata.
Non le ho detto nulla.
Forse mi toccherà scappare in Siberia. Devo cominciare a pensare ai nomi da dare agli orsi con i quali andrò a convivere.

-...Diciotto chiamate di mia madre!?- esclamo scandalizzata.

Scorro tra i suoi messaggi minatori con il cuore in gola.

June questa volta dovrai avere una scusa più che valida

E poi l'ultimo, di qualche minuto fa.

PERCHÉ MIA FIGLIA NON È NEL SUO LETTO?!

La scritta maiuscola mi dà al cervello, accentuando il mio mal di testa già persistente.
E se prima ero agitata, ora i singulti mi si moltiplicano in gola, fino a giungere alle labbra con un verso strozzato.
Sto andando nel panico.
Ho il fiato corto e la testa completamente in palla.

- White.-

James mi sta parlando, ma io non lo sto ascoltando.
Solo quando avverto la sua presa calda sulle mie spalle, torno alla realtà.

-Calmati.-

Mi scrolla appena, dandomi una svegliata.
Io abbasso immediatamente il capo, non riesco neanche a guardarlo negli occhi.

-Devo andare a casa.-

James arriccia le labbra gonfie e all'unisono increspa la fronte.

-Ciao allora.- dice voltandosi.

Avverto il gelo dell'aria mattutina tagliarmi la pelle, rabbrividisco mentre lo guardo rovistare nel suo armadio dei vestiti.

-Accompagnami. Fa troppo freddo per tornare in bici.-

Lui afferra un paio di pantaloni della tuta, li infila rapidamente poi torna a lanciarmi un'occhiataccia.

-Non ci penso proprio. Io faccio colazione prima.-

-Che stronzo.- borbotto cominciando a cercare dappertutto il mio zaino con i vestiti di ieri.
-Beh io torno a casa ora.-

-Cosa devi fare a casa?-

La sua domanda mi stupisce, ma ancor di più la stretta che applica quando mi agguanta dal polso, trascinandomi verso di lui.
Barcollo appena, ma riesco a non perdere l'equilibrio.  James mi attira a sé, mi risucchia nel suo spazio vitale, dove aleggia un buon profumo di bagnoschiuma muschiato e ormoni maschili.

-Non dire a tua madre che hai dormito qui o ti romperà il cazzo per un anno.-

Sollevo un sopracciglio.

-Secondo te muoio dalla voglia di dirglielo? Non lo dirò a nessuno, tanto meno a lei.-

Lo vedo annuire passandosi una mano tra i capelli scompigliati.

-Sarà meglio.-

Le sue labbra gonfie mi ipnotizzano per una frazione di secondo, ma poi torno in fretta alla realtà.
Mi sta dicendo che non vuole che io lo dica in giro? O che lo tenga nascosto a William?

-Ma dove vai?- chiedo poi quando lo vedo avvicinarsi alla porta.

-Colazione. Muoviti Biancaneve.- sillaba controvoglia, finendo la sua "sigaretta".

-Non posso scendere, c'è tuo padre.-

Getto un'occhiata rapida alla finestra, ma so già che sarà infattibile calarmi da lì.

-Secondo te a mio padre frega qualcosa di te?- domanda con strafottenza.

-Sì, ma sembra che abbiamo...-

James solleva le labbra a lato, in un sorrisetto malizioso.

- Cosa sembra? Che ti ho scopata tutta la notte? Silenziosamente?-

Usa un tono canzonatorio che mi urta i nervi.

-Ah perché di solito metti i megafoni per farti sentire da tutto il vicinato?-

Stavolta la mia provocazione gli causa una risata sincera.
Per un secondo resto imbambolata dalla visione delle sue fossette accentuate, che gli donano un'aria incredibilmente innocente.
Non lo vedo mai ridere con nessuno così.

-No, di solito non c'è bisogno dei megafoni per svegliare tutto il vicinato.-

-Che schifo.- sputo continuando a mettere sottosopra la stanza in cerca dei miei vestiti.

-Che schifo eh, Biancaneve? Sei mai venuta cinque volte di fila?-

Sollevo gli occhi nei suoi, quasi intimidita. James mi sta fissando con due specchi intensi. E ora che dico?
Deglutisco imbarazzata e alla fine scoppio in una risata liberatoria.

-See vabbè...ma sparale meno grosse, così magari ci credo.-

-Frega un cazzo che tu ci creda o meno. Sto solo parlando di fatti.- bofonchia lui stringendosi nelle spalle.

-Sì, sì. Come no..-

Ma quella provocazione sembra  solleticare qualcosa in lui, perché senza preavviso si avvicina a me obbligandomi ad indietreggiare con la sola presenza del suo petto scolpito contro il mio.

- James...- sussurro lievemente impaurita.

-Mi stai sfidando?-

Lo vedo curvare la testa per abbassarsi alla mia altezza.

Perché è sempre tutta una sfida per lui?

Sollevo il mento con fierezza, nonostante mi senta spaesata con la sua figura possente davanti.

-Potrei, sì. Sfidarti.-

Il mio sussurro lo lascia piacevolmente colpito, lo vedo da come schiude le labbra per leccarsele con una veloce slittata di lingua.

-Non dureresti cinque minuti con me...ragazzina.-

Sono spalle al muro quando quelle parole mi puntellano di brividi lungo la schiena.

-Ma non dire cazzate.- mormoro abbassando lo sguardo per evitare il blu dei suoi occhi che si fa sempre più scuro.

La catenina che gli adorna il collo affusolato mi fa tornare alla mente le sensazioni di sera.

- Scommetto che la prima volta basterebbe solo sfiorarti.-

Un sussurro rauco abbandona le sue labbra carnose, quando con il polpastrello caldo carezza il mio labbro inferiore.
Mi sento sciogliere contro il muro e quella sensazione di calore crolla rapida tra le mie cosce, quando il suo sguardo si fa più duro, incastrandosi sulla mia bocca.

Mi si rallenta il cervello.
Forse è il suo profumo.
O forse qualcosa di invisible agli occhi.
Di sicuro un'elettricità innegabile e sconosciuta attira il mio corpo verso il suo, mi chiedo se sia reciproca la cosa. Ma soprattutto...
Se ne accorge anche lui?

Avrà avuto migliaia di ragazze, sarà ormai assuefatto da sensazioni del genere, figurati se ha la sensibilità di notare queste cose...

James però alterna lo sguardo posandolo dapprima sui miei occhi, poi sulle mie labbra, vittime del suo pollice. Continua a giocarvici sopra, come se la mia bocca fosse sua.

Resisti June.

-Quando hai finito di farti film mentali...io avrei da fare colazione.-

Lo spingo via, James in tutta risposta solleva entrambi i sopraccigli castani.
Sembra sorpreso dalla mia reazione.

-Aspettavo solo che smettessi di tremare.- sogghigna compiaciuto per l'effetto che ormai ha capito di avere su di me.

Scrollo il capo, poi rivolgo uno sguardo allo specchio: i miei capelli sono un disastro, ho il viso arrossato e gli occhi cerchiati da due occhiaie pesanti.
L'attenzione si ferma alle mie spalle, dove James sta spegnendo la canna in una bottiglia di birra semi vuota.
Mi chiedo come lui possa essere così distrattamente perfetto, di prima mattina. Mi domando come sia possibile avere una di quelle bellezze come la sua, che non richiedono sforzo. Perché i capelli scombinati li ha anche lui, così come gli occhi blu attorniati da un persistente cerchio rosso, ha persino un lieve accenno di occhiaie, eppure risulta comunque...

-Vuoi un disegno, una foto, una cazzo di gigantografia?-

- Senti finiscila. - taglio corto, fingendo di non sapere a cosa si riferisca.

La mattina è cominciata male e come se non bastasse, adesso mi tocca scendere di sotto e vedere suo padre, il tutto con la sua t-shirt addosso.
È imbarazzante.

-Non ci vengo.- mi impunto ad un tratto.

-Fa come ti pare, se vuoi morire di fame...-

Io che voglio morire di fame?
Tu hai proprio sbagliato storia.

-Hai qualcosa da prestarmi? Tipo da mettere sotto alla maglia?- domando mentre lo vedo aprire nuovamente l'armadio.

James scocca un'occhiata fulminea allo specchio, contrae gli addominali che, dapprima rilassati, diventano tesi e sporgenti. Distolgo subito lo sguardo quando lo vedo indossare una canottiera aderente che fascia ogni singolo muscolo del suo addome.

-Ho solo dei pantaloncini sportivi, ti staranno grandi.- bofonchia guardando il suo riflesso con aria insofferente.

Poi con mia sorpresa si sfila la canottiera appena messa per indossarne subito un'altra.

-Vabbè sempre meglio che scendere in mutande.- mormoro quando lo vedo optare per una canotta larga, di quelle da basket, che non rivelano nessuna forma.

-Prova questo.- dice lanciandomi pantaloncini sportivi che afferro prontamente prima di chiudermi in bagno.

Mi do una lavata al viso, poi mi soffermo ad osservare quella ragazza nello specchio.
Cosa mi è preso ieri sera?
Tutto ciò che ho fatto... non mi riconosco.
Resisti ancora per poco, June

Trattengo dentro quella sensazione di fallimento, infilo i pantaloncini e poi esco dal bagno.

-Grazie per ieri.- erompo senza pensarci due volte.

-Per?-

-Non lo so...ero ubriaca e tu sei stato nel tuo.-

James porta il labbro inferiore all'infuori.

-Pensa in che cazzo di società di merda viviamo, se mi devi ringraziare per una cosa così ovvia.- asserisce scrutandomi.

-Beh...non era scontato.-

- Mmmm non lo so...-

Lo vedo fare il finto vago e sogghignare. Sta per dirne una delle sue, ormai lo conosco.

-E comunque se io sono stato nel mio, tu di sicuro non sei stata nel tuo, con il tuo culone hai occupato più di metà del letto.-

-Già peccato che lo conosci a memoria il mio culone a forza di farci le radiografie....Cretino.-

-Ma cammina...Cretina.- mugugna poi, dandomi spinta verso l'uscita di camera sua.

-Prego, vai... - gli dico facendogli cenno di scendere le scale per primo.

-Come se tu non mi guardassi il culo...- mi istiga con un sorrisetto.

-So essere discreta io, a differenza tua.-

-Ma stai zitta.-

Il nostro battibecco però, si interrompe presto, perché è non appena metto piede al piano inferiore della casa, che inizia l'incubo.

-June June June!-

Sento ripetere una stupida cantilena che porta il mio nome.

-È la tua fidanzata?-

James scoppia a ridere.

-Ma chi? quella?-

Sollevo gli occhi al soffitto prima di incontrare due bambine bionde ed identiche, sedute sul divano del soggiorno.

—Ti sembra la mia fidanzata una conciata così?- ride James, indicandomi.

- Ha un nome stupido e poi com'è pettinata?- comincia una.

—Ed è vestita da maschio.- aggiunge l'altra.

Vorrei tanto mostrare loro il dito medio, ma non credo sia una buona idea, non sarebbe carino qualora ci fossero i genitori nei paraggi. Poi conoscendo la mia sfiga proverbiale, di sicuro mi beccherebbero in pieno.

-James sei troppo bello per una che un mazzo di fiori da cimitero, al posto dei capelli.-

Ma senti che lingue lunghe che hanno queste, per essere due nane malefiche che avranno sì e no cinque anni.

-Esatto. Vedo che ci capiamo.- ridacchia James.

Lo vedo battere il cinque alle bambine odiose, mentre io mi aggiusto la crocchia di capelli sotto allo sguardo indagatore di quelle due pesti.
Mi squadrano dall'alto al basso, poi una delle due fa cenno a James di abbassarsi perché ha tutta l'aria di volergli confidare un segreto all'orecchio.
Il bisbigliare accompagnato da risatine infantili mi urta, ma quando la bambina dice qualcosa a James, quest'ultimo scocca un'occhiata sfacciata lungo tutto il mio corpo che mi fa tremare dall'imbarazzo.

-Sì, hai ragione. Quelle sono davvero grandi.- lo sento sussurrare con voce suadente.

- Finitela!- sbraito coprendomi il petto.

Ma guarda se mi devo far bullizzare di prima mattina da due poppanti e un cretino patentato.

Così decido di avvicinarmi a Jasper che sta seduto al tavolo da pranzo. Mi sorride, prima di passarmi la spremuta d'arancia.

-Buongiorno June!-

Compio un balzo sulla sedia quando sento la voce profonda di Jordan fendere l'aria.

Mi ricompongo come posso, fingendo di non essere lì alle nove di domenica mattina, con i vestiti di suo figlio addosso.

"Devo farmi una benedetta doccia" è la prima cosa che penso quando il mio naso incontra l'intenso profumo di Jordan, che appare davanti a noi vestito in modo elegante, con tanto di camicia impeccabile.

-Pensavo di vederti oggi pomeriggio.-

chi? me?

Squadro rapidamente la sagoma alta e massiccia di Jordan, che si accomoda alla tavola già apparecchiata e imbandita di cibo e bevande.

Oddio, volentieri...

Poi mi rivolge un sorriso di cortesia e mi rendo improvvisamente conto che sto facendo la stramba fissando il padre di James Hunter.

June smettila

-Dove?- domando nascondendomi dietro al bicchiere di succo d'arancia.

-Organizziamo una mostra a casa tua.-

-Ah.-

-Non lo sapevi?-

-Non parlo con mia madre da un po'..-

E sebbene tu sia una specie di dio greco, la colpa è proprio tua

- Di che mostra si tratta?- chiedo fingendomi interessata.

-È una mostra di beneficienza e so che ci sarà un po' di gente.-

Sento James e le bambine fare il verso a Jordan.
L'uomo li fulmina con lo sguardo.

-E indovina un po'? Verrà anche mio figlio.-

-No tuo figlio sarà partito e non ci sarà.- ribatte James sedendosi al tavolo.

-Per andare dove scusa?-

Jordan sembra confuso, Jasper invece ridacchia.

-Devo essere volgare a tavola, Jordan?- chiede James in modo canzonatorio.

-Sei sempre il solito.-

-Ti sembro uno che spara cazzate, Jordan?- continua a provocarlo.

E sì, il famigerato Jordan si indispone, lo vedo da come corruga la fronte.

-James, ti prego... ci sono le bambine.
E vedi di metterti qualcosa di decente addosso oggi.- bisbiglia con un tono che per me sarebbe già convincente.

-Boxer e calzettoni vanno bene? O dici che le tue amiche milf inizieranno a infilarmi i dollari nelle mutande?-

Jasper scoppia a ridere.

-Non parlare in questo modo davanti a tuo fratello!-

-Non ho detto parolacce.-

-Ah no?-

-Beh a dirla tutta è un acronimo e non una parolaccia...- puntualizzo.

La mia osservazione involontaria richiama lo sguardo di disapprovazione di Jordan.

-Che cos'è una mill?- dice una delle due bambine, correndo nella nostra direzione.

- June è una mill!- esclama l'altra.

Ora giuro che mi alzo e compio un atto estremo. Le appendo al muro per le trecce.

-Tua madre.- replica James ridendo.

Jordan sbuffa spazientito.
-Bambine tornate a giocare in salotto, tra poco arriva la mamma a prendervi.-

Le teste bionde delle due trotterellano verso il divano, mentre non si risparmiano dal farmi la linguaccia.

-È davvero tutto buonissimo.- mi affretto a dire, tentando di dare una parvenza educata.

Anche perché sto ingurgitando waffles e muffin neanche fosse il mio compleanno, mentre James sta stravaccato sulla sedia facendo slittare il pollice sullo schermo del cellulare.
Vengo rapita da un brivido quando ripenso alle sue dita sulle mie labbra.

June, anche meno.
Secondo te cosa sta facendo, se non scrivere a qualcuna delle sue amiche? Ha più di centinaia di studentesse della scuola che gli stanno dietro, ogni giorno si sveglia e ha l'imbarazzo della scelta.

Per non parlare di come raddoppia la concorrenza se ci mettiamo anche i ragazzi...

Non so perché, ma quello stupido pensiero mi avvilisce nel profondo.
Così finisco di mangiare senza fiatare, finché James non interrompe il silenzio.

-Anche se a pensarci... mi sa che posticipo la partenza, sarà divertente.-

-Ma che partenza?- chiede Jordan confuso.

-Boh.- James scrolla le spalle.

-Quante cazzate ti piace dire.- sputo fuori dai denti.

Ops.
Jordan mi fulmina immediatamente per il mio linguaggio scurrile.

-Sono tornati i genitori di William Cooper.- dice poi l'uomo, catturando tutta la mia curiosità.

-Ci sarà anche lui?- chiedo poco prima di strozzarmi con una fetta di pane.

-Non lo so, penso di sì.-

Oddio, sarà imbarazzante.
Con James sono in grado di sdrammatizzare tutto, ma con Will non sarà così facile...

-Dove vai?-

Jordan richiama James che si alza in piedi dopo essersi scolato un bicchiere di latte.

-Avevi tanta fame poi non mangi niente.- borbotto io.

-Perché non mangi questo, White?-

James mi fa il dito medio causando l'espressione adirata del padre.

-Dove stai andando? Ricordati l'allenamento.- lo redarguisce Jordan con tono deciso.

Vedo James trascinare una mano tra i capelli scombinati, prima che questi ricadano nuovamente sulla fronte.

-È domenica.- mugola corrucciato assottigliando le iridi blu.
-Non ho allenamento.-

-Invece sì, il coach ha intensificato le sessioni di allenamento in vista della partita di settimana prossima.-

James fissa suo padre senza parlare.

- Ah, e poi ho visto la madre di Taylor questa mattina all'autolavaggio. Mi ha chiesto di che colore sarà il tuo completo per il ballo, perché non ha ancora comprato la stoffa per il vestito della figlia. Non so, ha detto che sarete in coordinato o qualcosa del genere.-

Le parole di Jordan sono come uno schiaffo in pieno viso.
Una doccia ghiacciata che mi risveglia dal torpore nel quale mi stavo cullando fino a poco fa.
Per un attimo ho un sussulto.
E mi ricordo di chi è James.
Mi ricordo che ha una vita, diversissima dalla mia.
Certo, esiste il James che conosco io, ma poi c'è quel James che vedo a scuola tutti i giorni.
Irraggiungibile.
Le ragazze, lo sport, i divertimenti. Avevo dimenticato quella distanza abissale che c'è tra di noi, è bastato mi abbracciasse nel sonno?
Ma poi perché se dice di odiarmi, mi abbraccia in quel modo?

James fa scoccare la lingua al palato, scuotendo la testa, prima di abbandonarsi ad un soffio irritato.

- Non so se tra due ore sarò vivo e quella rompicoglioni vuole sapere cosa indosserò tra due mesi?-

Le sue labbra si incartano in una curva capovolta, in un broncio sofferto.
E mi basta guardale per ricordarmi le sue parole di ieri, anche quelle più indecenti.
Che comunque, non posso negarlo, mi hanno fatto accelerare il cuore.
Le dirà a tutte, lo so... eppure sembrava mi desiderasse per davvero...

Un'occhiata scura si fa viva sul viso di James prima che ci volti le spalle per  andarsene.
Qualcosa deve avergli fatto cambiare umore, ma d'altronde... cosa ne voglio sapere io? Non so nulla di James, so solo che in lui esiste una parte buona che mi attrae: la sua lealtà, la sua sincerità quasi brutale e il modo di fare protettivo che ha con i suoi amici, con suo fratello e persino con me. È intelligente e quando vuole sa farmi ridere, ma poi c'è qualcosa di buio che lo allontana via... da me, ma anche da tutti gli altri.

-Ti do uno strappo a casa, sto andando a fare delle commissioni.-

Jordan se ne esce con quella frase, risucchiandomi dai miei pensieri.

- Grazie mille. Vado a prepararmi.-

- Fa con calma, finisco il caffè e andiamo.-

Ringrazio Jordan e salgo al piano di sopra. La porta di camera di James è aperta, perciò entro.

- Tieni i tuoi stupidi vesti.- sputa lanciandomi il mio zaino addosso.

- Dov'erano?-

James però non mi sta dando retta. Se prima era spensierato, ora sembra di pessimo umore.
Lo vedo chiudersi in bagno senza dire una parola in più, sento solo lo scroscio della doccia poco distante.

Il suo cambiamento d'umore mi fa pensare a William.
Oggi mi si prospetta un pomeriggio intenso, ma qualcosa mi dice che già il ritorno a casa sarà un disastro.


BLAZE POV

Non è abbastanza avvilente essere il figlio del preside, no. Lui deve anche trascinarmi a scuola di domenica.

-Ho del lavoro da fare. Dammi mezz'ora.-

-Non potevo restare a casa?- mi lamento mentre proseguiamo nel corridoio deserto.

-Hai l'appuntamento con lo psicologo dopo.-

-E dai papà...-

-Ieri l'hai saltato senza preavviso facendomi fare una figuraccia. Ringrazia che mi ha fatto il favore di ritagliarsi uno spazio per te oggi pomeriggio.-

- Ma...-

-Nessun "ma", aspettami fuori dal mio ufficio.- sentenzia allontanandosi a grosse falcate verso la presidenza.

Odio la scuola, soprattutto la domenica.
Ma proprio quando pensavo che non ci sarebbe stato nulla di peggio, sento dei rumori sospetti. Dei passi, poi un vociferare tipicamente maschile.
La scuola non dovrebbe essere vuota?
E quando vedo le casacche di football da lontano, mi si chiude lo stomaco.
Oh no...

-E il figlio del preside che ci fa qui?-

Non so chi sia stato a dirlo, ma cambia poco. Sono al mio armadietto in cerca degli auricolari, quando un altro ragazzo mi canzona con voce strafottente.

-Talmente sfigato che vieni a scuola anche di domenica?-

Vedo la sagoma alta di James che svetta tra i fisici massicci. Mi lancia un'occhiata svogliata da lontano, ma non devo essere di suo interesse, perché torna subito a parlare con i suoi amici, ignorandomi completamente.

- Allora? Il paparino ti ha messo a fare la guardia a questo cesso di scuola?- domanda Connell, uno dei più caproni del gruppo.

Non rispondere alle provocazioni è sempre la miglior mossa quando si ha a che fare con dei bulli del genere.
Prima o poi smettono.
Ci spero sempre

E non me n'ero accorto, ma appiccicato agli armadietti con un la fronte sudata e la t-shirt completamente fradicia, c'è anche Jackson.
Sento le labbra diventare pesanti.
E quando mi prendono in giro, che lui ci sia o meno, non cambia nulla.
Per me non muove mai un dito.

- Oppure sei qui per le ripetizioni? Tutte le A che ti regalano non ti bastano?-

- Se c'è qualcuno a cui farebbero bene un po' di ripetizioni.. quelli siete voi.- borbotto tra me e me.

- Come hai detto?-

Connell peserà il doppio di me, fa tanto il gradasso perché sua madre è la maggiore dispensatrice di fondi della scuola, ma è solo un incivile senza un minimo di educazione.

- No beh dicevo.. il vostro rendimento non è dei migliori.-

- Hai sentito, Hunter? Il figlio del preside ha farfugliato qualcosa sul nostro rendimento scolastico.-

E figuriamoci, quando devono darsi man forte chiamano sempre il più stronzo.

James molla il ragazzo con cui parlava per voltarsi a guardarmi dall'alto al basso. Dura un secondo la sua occhiata, ma è così intensa che mi scivola addosso dalla testa fino ai piedi, come una cascata di acqua gelida.

-E tu che cazzo ne sai dei miei voti?-

Il blu delle sue iridi s'infittisce, diventa così scuro che mi dimentico persino di chi mi sta intorno.

-I giocatori di football non brillano per intelligenza. È questo che vuoi dire?-

James. E il suo sguardo.
Quello sguardo.

-Beh...-

Ho già perso le parole, difficile ritrovarle quando lui si avvicina al mio viso in questo modo.
Sfacciato, senza paura.

- E avere pregiudizi? Invece quello è sinonimo d'intelligenza... Blaze?-

-No... ma infatti io..-

Non faccio in tempo a formulare una frase che quello stronzo di Connell mi si avvicina con il suo shaker straboccante di liquido verde.

-Cazzo. Che maldestro.-

Un odore dolciastro di frullato, forse proteico, mi pungola le narici e quando mi guardo il petto, la mia maglietta è completamente zuppa.

Vado in iper ventilazione.
È dura non sapere mai se sta per arrivare uno dei miei attacchi d'asma, o uno dei miei attacchi di panico.

-Sei allergico agli spinaci?- domanda un ragazzo ridendo.

Le voci iniziano ad essere sfocate, così come le immagini.

-Sta soffocando... oddio..-

Le risate in sottofondo si moltiplicano, ma chi non sta ridendo è James. Riconosco i suoi occhi scuri quando con una mano sposta Connell, grande e grosso com'è.

-Connell sparisci.- sputa rabbioso.
Poi si volta verso di me.
- Tieni. Vatti a cambiare.- mi dice senza battere ciglio.

Perché fa così? Fa sempre così

-Non posso andare a casa ora..-

Il mio respiro irregolare sembra non volerne sapere di rallentare.

-Va' negli spogliatoi e cambiati.-

-No io...-

James si avvicina pericolosamente.
Potrei giurare di sentire il fresco sapore del suo dentifricio mescolato al gusto aromatico dell'erba che fuma.

-Perché no?- insiste lui pungolandomi con uno sguardo che mi obbliga ad abbassare il capo.

I suoi bicipiti possenti hanno una contrazione visibile quando prova a ripassarmi nuovamente la sua t-shirt pulita.
Decido di accettarla, perciò mi sporgo per raccogliere quel tessuto dalle sue mani affusolate. La fragranza maschile che emana il suo corpo dopo l'allenamento mi crea uno sfarfallio strano nella pancia, che aumenta quando mi fissa le labbra.

-Perché ci sarete voi negli spogliatoi.-

- Se ti fa paura venire con noi, puoi sempre andarci dopo...-
Lo sento accostarsi rovinosamente al mio orecchio.
-Noi ci mettiamo poco, Blaze.- sussurra con un ghigno malizioso.

Mi lecco le labbra secche con un gesto involontario e all'improvviso Jackson sembra aver trovato un interesse tutto nuovo per me.
I suoi occhi freddi come il ghiaccio mi si posano addosso e lì restano, finché non scappo via.

JUNE POV

-Che mi dici di Jasper?-

Jordan è al volante quando mi sorprende con questa domanda insolita. O forse poi tanto insolita non è. Lui è pur sempre un padre preoccupato per il figlio, magari vuole conoscere l'opinione di una pseudo sconosciuta che è totalmente all'oscuro di tutto.

-Jasper è molto intelligente.- rispondo restando composta nel sedile del passeggero.

Jordan annuisce, mentre a me viene in mente l'espressione dispiaciuta di Jasper quando io e James c'eravamo messi a litigare sul divano. Era rimasto così scosso da scappare in camera sua.

-Ed è sensibile. Molto.-

Devo ammettere che finora Jordan mi ha stupita in positivo. Se fosse stata mia madre, mi avrebbe rivoltata come un calzino solo per sapere come mai io e James abbiamo dormito insieme. Lui non è sembrato minimamente toccato dalla cosa, anzi, l'unico suo interesse sembra essere il benessere di Jasper.

-James ti ha detto qualcosa a riguardo?- domanda poi.

-Sì, mi ha raccontato un po'..-

-Che cosa ti ha detto?-

-Mi ha raccontato della situazione di Jasper.-

-Ah... sì.-

-C'è altro che avrebbe dovuto dire?- domando scordandomi completamente di farmi gli affari miei.

Vedo Jordan fare cenno di no con il capo.

-Mi stupisco solo del fatto che James ti abbia parlato di una cosa che lo fa soffrire molto.-

La sua affermazione mi blocca dal dire altro.

-Ti sarai accorta che si fa fatica a parlare con lui.- aggiunge poi.

-Sì. Me ne sono accorta.- ammetto a malincuore. - Ma parli di Jasper o James?-

Vedo Jordan farsi schiacciare da una chiara angoscia, il suo petto prova a prendere un respiro disperato.

-Ho due muri davanti a me, June. I miei due figli non mi permettono di aiutarli, in nessun modo.-

-Forse sono arrabbiati con te.- azzardo senza malizia.

-Non ho potuto fare altrimenti. Quando ho scoperto che la loro madre frequentava altri uomini, ho chiesto il divorzio.-

Mi chiedo se stia cercando di scollarsi di dosso i sensi di colpa. Sensi di colpa di cui lui stesso sembra farsi carico.

-È per questo che ce l'hanno con te?- domando sottovoce.

-Non lo so... Jasper per un periodo ha vissuto a New York con me... L'unico rimpianto che ho, è aver lasciato con James con lei. Era inaffidabile.-

Jordan rallenta quando imbocchiamo il viale per casa mia. Nella mia mente non c'è spazio per battutine sarcastiche su come lui conosca bene la strada di casa, ora tutta la mia attenzione è rivolta al suo racconto.

-Se ripenso a quante volte si è dimenticata di James in auto...E quante volte lui restava a scuola fino a tardi, perché lei si scordava di andarlo a prendere...-

Mi si stringe il cuore in una morsa dolorosa.

-Però tu te ne sei andato dalle loro vite.-

-Lei mi aveva spezzato il cuore, così ho deciso di tornare a New York, dove ne ho approfittato per riappropriarmi della mia carriera.-

- Hai scelto la tua carriera.- sottolineo mordendomi la lingua.

-Per un periodo sì, ho scelto la mia carriera invece che i miei figli e ora...sto tentando di rimediare come posso.-

-E lei?-

- Lei ha commesso tanti sbagli, ma di sicuro non la colpevolizzo.- dice poi con voce mesta.

-Non viene mai a trovarli però. Vero?-

-No, ormai è abbandonata a sé stessa. James va ogni tanto a trovarla ma...non me ne parla mai.-

Ricordo la foto che mi ha mostrato Jasper, ritraeva una donna bellissima.

-Che le è successo?- domando quando l'auto si ferma davanti a casa mia.

Jordan mi rivolge un sorriso spento.

-Salutami tua madre, June. A dopo.-


Già, mia madre.
La donna che mi sta incenerendo con lo sguardo mentre varco l'ingresso di casa.

- Vieni subito qui!-

Certo che se me lo dici così fuggo in Alaska

-June!-

- Sì mamma...-

- Allora, allora... iniziamo dalla prima cosa...-

- Quale prima...-

- Se sei rimasta da Amelia a dormire, perché diavolo Jordan ti ha riaccompagnata a casa?!!- sbraita puntandomi il dito contro.

Povera me, che inferno mi aspetta oggi

"Mamma non è come credi.."

"Mamma stavo tornando a casa a piedi e guarda caso Jordan mi ha offerto un passaggio..."

"Mamma gli alieni mi hanno rapita mentre facevo i compiti e mi hanno lanciata dritta in casa di Jordan, precisamente nel letto di suo figlio.."

Qualsiasi scusa è più sopportabile della verità per mia madre.
Perciò decido di optare per un'altra strategia.

Butto lo zaino sul tavolo e impunto entrambe le mani sui fianchi.

-Fammi capire, tua figlia sparisce e tu non chiami la polizia?-

La guardo sollevare un sopracciglio chiaro, prima di cominciare a sventolare un pennello gigante nella mia direzione.

- Ah! Ora la colpa sarebbe mia?!- strilla acida.

-Sono dispersa da dodici ore e mia madre non rivendica la mia scomparsa... interessante.- la pungolo massaggiandomi il mento.

-Non attacca, June!-

-Non avevi tempo per me perché hai una mostra da organizzare...E a giudicare dai capelli messi in piega, prepararti per l'evento era più importante che cercare tua figlia smarrita...-

- Senti signorina, non sono nata ieri.-

Si avvicina minacciosa con quel pennello infernale.

- Okay posa l'arma e parliamo.- annuncio sollevando entrambe le mani in alto.

-June. Sono seria. Dimmi dove sei stata, non farmelo chiedere a Jordan...-

Storco il naso, poi la bocca.

-Sei molto carina oggi mamma. Almeno vent'anni in meno. Le tue rivali non avranno scampo. Hai molta concorrenza con Jordan, vero?-

-Ti ho detto che non attacca con me!- urla poi, completamente spazientita.

Peccato... nella vecchia scuola ero il presidente del comitato di dibattito.
Mia madre però è un osso duro, durissimo.

-Tu non hai capito la gravità della situazione, signorina! Tu non esci mai più di casa!-

Ecco, ora fa sul serio. Merda.

- Ma poi in che stato sei? Hai bevuto? Hai fumato? Sei stata con dei....- vedo la sua faccia deformarsi in una smorfia schifata -...ragazzi?!-

E lo dice come se pronunciasse il nome dell'anticristo.

-E a te che importa? Tanto ieri stavi con Jordan Melissa Hunter, vero?-

Solo pronunciare quella frase mi fa schizzare il nervoso alle stelle. Mia madre parla, parla, parla, io ho già spento le orecchie. Tiro fuori il cellulare e con mia sorpresa ci trovo un messaggio.
È lui.

sei viva o psyco madre ti
ha fatta già a cubetti e infilata nel freezer?

Psyco April. Mi metto a ridere da sola come una scema.

-Che hai da ridere?-

-Niente mamma.-

-Con chi scrivi?-

-Nessuno.-

In un guizzo di coraggio glielo chiedo.

oggi vieni?

e chi ha voglia di vedere il tuo culone anche oggi?

Che idiota.

fa come ti pare, basta che non ti presenti davvero in mutande

magari tua madre ci fa un pensierino e mi fa un ritratto

sì certo,
non aspettiamo altro
di avere un'altra
natura morta in casa

di morto c'è solo una cosa
quando ti vedo e comunque..
da quanto ti piaccio, finisce
pure che te lo tieni
in camera poi

sì e ci lancio
i coltelli contro
per sfogarmi

la solita ragazzina violenta....
ci vediamo dopo


Modello le labbra in una curva involontaria.

-Cosa succede tra te e James?-

Mia madre mi strappa il telefono dalle mani e io per poco non stramazzo al suolo dalla paura.
Terrore e apocalisse nei miei occhi.

- Mamma!!! Ridammi il cellulare!-

Il tono stridulo tradisce la mia agitazione.

- Perché?-

Se scorre indietro nella chat di James, sono morta. Letteralmente.

Fortuna che posa il telefono sul tavolo, si passa una mano sulla fronte con fare preoccupato, poi mi guarda seria.

-Tesoro sei minorenne e non dormi fuori casa, tantomeno con un ragazzo come lui.-

Maledizione, beccata in pieno

-Pensi sempre di sapere tutto.-

-Me lo dirai tra nove mesi.-

Cosa?

Il suo sguardo austero indica una cosa sola.

-Ma secondo te, mamma!!- scoppio a ridere, quasi imbarazzata.

-È un delinquente che mette incinte le ragazzine!- aggiunge lei con fervore.

Corrugo la fronte.

- E questo te l'ha detto Jordan? Wow, scommetto che state come due vecchiette a spettegolare dei vostri figli!-

-Non ci vuole una dichiarazione scritta, June. Lo vedo da sola com'è fatto quel ragazzo.-

-Ah, sono pregiudizi i tuoi! Complimenti mamma. Tanta teoria nell'insegnarci a comportarci in un certo modo e poi quando si tratta di passare alla pratica, voi genitori siete i peggiori!-

Corro al piano di sopra e sbatto la porta.

Finalmente sono in camera mia.



BLAZE POV

Aspetto fuori dall'ufficio finché non vedo uscire i ragazzi dal portone principale.
Ho il via libera. Non voglio che mio padre veda che mi hanno preso in giro per l'ennesima volta.

Arrivo negli spogliatoi maschili dove una grossa nuvola di vapore aleggia nell'aria. La temperatura è bollente.
Faccio per sfilarmi la maglietta sporca di frullato, quando con la coda dell'occhio vedo una sagoma conosciuta.

Jackson.

Ha i capelli ancora umidi per la doccia, il borsone a tracolla ed emana un buon profumo di bagnoschiuma maschile.
Sotto alla giacca da football rossa svetta una t-shirt bianca che aderisce al suo torace scolpito.

-Allora?- domanda con aria sicura di sé.

Mi guardo intorno spaesato.
Di cosa parla?

-Che c'è?- domando mantenendo le distanze tra di noi.

- Sei sicuro che faranno il test antidroga?-

Figuriamoci se non era qui per questo.

-Ho sentito mio padre parlare con il coach, faranno il test entro fine mese.
E se qualcuno risulta positivo...-

-Dipende da chi sarà positivo o meno, vero? Nel caso di James, tuo padre lo espellerà senza problemi... se invece si tratta di Hood..ci passiamo sopra, ho ragione?-

Io e Jackson ci fissiamo con aria dura, come se tra noi ci fosse un nemico invisibile.

-Senti questo non lo so.- taglio corto scrollando il capo. -Dimmi piuttosto... l'altro giorno da Poppy...-

Una scintilla maliziosa attraversa le sue iridi color cielo.

-Blaze non farne un dramma... poi sembrava pure che ti piacesse.-

Sta parlando di quando ci siamo chiusi in bagno e sono accidentalmente finito con la bocca sulle sue zone più intime.
E sì mi è piaciuto, ma sarebbe stato più carino da parte sua avvisare prima di.. beh

-Non sto parlando di quello.- asserisco deciso.

Lo sguardo di Jackson scende nervoso sulle mie mani, che stringono la maglia che mi ha prestato James.

-E di cosa parli?- domanda con aria infastidita.

-Abbiamo preparato i cocktail e tu non hai bevuto neanche un sorso.- constato scrutandolo con occhi attenti.

-Eh.-

-È per James, vero? Ti sacrifichi per lui?-

Questa volta la distanza si accorcia inevitabilmente, Jackson mi si fionda addosso con una furia impressionante.

- Perché cazzo devi sempre parlare di lui?- ringhia sulla mia guancia.

Mantengo la testa alta, con il solo intento di pronunciare quella parola.

-Geloso?-

-No perché dovrei?-

-Ora vi baciate anche. Parole di Taylor.-

-Era solo una cazzata.- minimizza lui.

-Certo, la cazzata che fai con il tuo migliore amico, di cui sei innamorato.-

La sua mano sembra conoscere esattamente la forza esatta da applicare, quando avvolge il mio collo in una presa sicura. Sento le mie spalle sbattere contro gli armadi metallici dello spogliatoio, creando un impatto sordo.

-Se non la smetti con queste stronzate tra me e te finisce qui.- sussurra sulle mie labbra già pulsanti e pronte ad assaporare le sue, gonfie ed invitanti.

-Tanto è mai cominciata?- lo provoco io.

Jackson mi rende chiare le sue intenzioni quando passa la lingua sul mio labbro inferiore, prima di infilarla fra le mie labbra con il solo intento di forzare la mia bocca ad accogliere il suo bacio.

Con le mani tra i suoi capelli morbidi e umidi, provo ad attirarlo a me ma lui è troppo forte e mi spinge con più violenza contro l'anta d'acciaio.
Un piccolo lamento proveniente dalla mia gola muore nella sua bocca, calda ed esperta.
Mi chiedo dove Jackson abbia imparato a baciare così bene, anche perché so di per certo che non ha mai
avuto una ragazza, né un ragazzo.

"Magari è una sua dote naturale" mi ritrovo a fare quel pensiero mentre un brivido piacevole risveglia tutti i miei sensi, ogni volta che il metallo freddo del piercing al labbro sfiora la mia lingua rovente.

Uno strano senso di vuoto mi solletica lo stomaco non appena la sua mano abbandona la mia gola, va ad arpionare la sua t-shirt per sfilarsela davanti ai miei occhi esterrefatti.
Sono in adorazione di quel corpo perfetto e statuario, come potrebbe essere altrimenti?

Una smorfia contratta si dipinge sul mio viso però, quando noto che la sua pelle color porcellana è segnata da qualche livido blu scuro.

-Quando li hai fatti?-

-Chiudi la bocca.- sussurra accaldato, tornando ad assalire la mia bocca di baci.

La pelle del mio addome inizia a bruciare nel punto esatto in cui Jackson vi spinge contro la sua erezione, con prepotenza. Come se ci fosse bisogno di farmi sentire quanto tutto questo lo stia eccitando.
O forse è solo un invito?
Nel dubbio io non muovo un muscolo, anche perché dovevo aspettare mio padre fuori dal suo ufficio e poi andare all'appuntamento dallo psicologo per parlargli dei miei attacchi di panico e invece... mi ritrovo qui. Senza fiato e sovrastato dal corpo di uno dei migliori quarterback della squadra di football, che invece sembra perfettamente cosa farne di me.

La sua mano sinistra torna avida a solleticare la mia gola ma io vengo distratto dalla destra, con la quale si abbassa i pantaloncini sportivi, permettendomi di scorgere la sua grandezza.

-Cos'avevi da dirti con James?- chiede poi, intento a prendere respiro tra un bacio e l'altro.

Avverto un accenno di gelosia da parte sua, ma la domanda è sempre la stessa.
È geloso di me o di lui?

-Niente.-

E qualsiasi altro pensiero viene spazzato via quando la sua lunghezza trova spazio nella mia mano.
Jackson è enorme, in tutti sensi.
Cazzo e ora?
Deglutisco impaurito, poi mi faccio coraggio e agguanto il suo labbro inferiore tra i denti, mostrando un po' di audacia. Gli ansiti di piacere che gli strappo via mi fanno sentire divinamente.
Gli sta piacendo.
È una sensazione nuova, ma l'idea di fargli quell'effetto mi fa quasi venire nei pantaloni.
E se fosse Jackson a farmi una cosa del genere, non riuscirei a contenermi dall'ansimare... eppure lui sembra controllato, non importa quanto i nostri baci siano ormai diventati scandalosi o indecenti.

- Blaze...-

Il mio nome è un gemito gutturale che si disegna sulla bocca di Jackson. Quel suono così eccitante abbandona le sue labbra brucianti, nel momento esatto in cui lui si libera della sua eccitazione tra mie dita tremolanti.

Sono ancora stordito dalle sensazioni appena vissute, Jackson invece sembra ritrovare subito la sua solita compostezza.

-Tanto dovevi lavarti no?- ansima con il fiato ancora corto, indicando la mia maglietta che ormai è un disastro totale.

E se io in questo momento faccio schifo, lui riesce ad abbagliarmi con i suoi occhi. Sono così limpidi da farmi credere di essere in procinto di ammirare il mare.

Abbasso immediatamente il capo, come se non fossi degno di guardare le sue guance scarlatte nascoste dal ciuffo biondo.
L'adrenalina è ancora pressante nelle mie vene, ma il dubbio resta sempre... gli piaccio per davvero?

Poi con lo sguardo scorgo nuovamente i lividi sul suo torace, prima che possa rimettersi la maglietta.

-Che hai fatto? In che cazzata ti ha trascinato Hunter questa volta?-

-Solite.- sputa freddo, afferrando il suo giubbotto.

-Cioè.-

Devo lavarmi le mani, lo so, ma ora voglio sapere cos'ha da dire.

-Prima di venire qui siamo passati dal club.- lo sento mormorare.

-Perché?-

Jackson sbuffa.

-Dimmelo, per favore.- lo supplico preoccupato.

- Il fratello di Ethan Austin ieri sera ha drogato il cocktail di Tiffany.-

Merda

-E l'ha bevuto anche June.- conclude poi.

-O porca miseria.-

Mi lascio andare ad un'imprecazione mentre sto riverso sul lavandino, dove il getto d'acqua fredda lava con cura le mie mani.

-Già... a James non è andata tanto a genio la cosa e ha voluto fargliela pagare.-

-Perché ti fai trascinare nei suoi casini?-

-La cosa ci è sfuggita di mano.-

-Ti fa male?- chiedo titubante.

La sua risposta però è secca.

-No.-

Jackson sposta gli occhi a lato per evitare i miei.
Vorrei abbracciarlo. Anche perché se gli facesse male, non me lo direbbe mai.

-Mio padre va a fare un weekend ad Aspen prossima settimana, se vuoi...-

Con un gesto simultaneo schiva la mia mano che voleva posarsi sulla sua guancia.

-Ho la casa libera.- aggiungo poi.

-Ho la partita settimana prossima, non posso permettermi distrazioni.-

Una distrazione, certo.
Ecco cosa sono per lui.

-Beh dopo la partita possiamo sempre..-

-Fai sul serio?- mi fulmina con voce tagliente.

Sento le palpebre pesanti, come ogni volta che mi fa sentire in questo modo. Rifiutato.

-Pensavo ti avrebbe fatto piacere passare del tempo insieme.-

Jackson finisce di sistemarsi il colletto del giubbotto.

-Mi bastano dieci minuti con te.-

Il saluto che segue quella frase è così distratto e freddo, che non lo sento neanche, vedo solo la sua sagoma imponente abbandonare lo spogliatoio, lasciandomi solo ed inerme.

E lo specchio che si staglia dietro ai lavandini non mi lascia pietà. Dopo aver ammirato la bellezza sconvolgente di Jackson, guardare il mio riflesso è avvilente. Mi sento sporco e usato, come la mia maglietta.
Con gli occhi lucidi mi spoglio per poi infilarmi sotto alla doccia.
Vorrei solo piangere.
Mi ha usato, per l'ennesima volta.

Ingoio un singhiozzo e mi guardo intorno.
Quante volte ho immaginato questa scena. Profumo di virilità e bagnoschiuma muschiato. E poi magari delle parole dolci, subito dopo.
Ma il vero Jackson non è come quello dei miei sogni.

Nonostante il getto della doccia sul viso, sento le lacrime scorrere lente sulle mie guance, proprio mentre un rumore sopraggiunge alle mie orecchie.

Sembra il frastuono di una porta che si chiude.
No, sono io troppo sensibile e con un'immaginazione fervida.
Non è l'inizio di un film horror.
Spero

Mi asciugo le lacrime con rabbia.
Perché non riesco a levarmi Jackson dalla testa? Ho provato ad ignorarlo, ma è stato solo peggio.
E poi sì, sono un debole.
Dovrei mandarlo a fanculo quando mi tratta così. E invece non faccio che pensare a lui.
Le mie dita tra i suoi capelli morbidi... sono così biondi da sembrare dello stesso colore del grano. E poi il freddo del piercing sotto alla mia lingua, le sue mani grandi intorno al mio collo...

Il getto della doccia si chiude all'improvviso, senza che io l'abbia toccato.
Apro gli occhi spaventato.

-Ah, però...-

James con una capigliatura perfettamente in posa, vestito di tutto punto, mi guarda dall'alto.
Lo vedo lanciare i suoi occhi verso il basso, sfacciatamente, laddove la mia durezza rivela pensieri poco casti.

-Ma guarda un po'...-

-Stammi...sta lontano.- balbetto impaurito.

È il diavolo tentatore in persona.
Soprattutto quando sorride in quel modo svenevole. E ora lo sta facendo.

-Hai capito... il piccolo Blaze.-

James mi porge un asciugamano, mentre muove un passo nella mia direzione. Mi spalmo con la schiena sulle piastrelle gelide.

-Hai usato il bagnoschiuma di Jackson?- domanda poi leccandosi il lato della bocca, causandomi un fremito impuro.

-Che cosa ne sai tu...-

Lui sorride dinnanzi al mio essere impacciato.
Stronzo, lo fa apposta.

Sa che mi piace il suo migliore amico, probabilmente lo sanno tutti...quello che però James non sa, è che Jackson gli tiene nascosto che ci vediamo.
Uno come lui uscirebbe fuori di testa nello scoprire che i suoi amici gli nascondono dei segreti.

- James non...-

Il mio timido tentativo di mandarlo via non va a buon fine, perché lui entra dentro alla doccia inzuppandosi le Nike.

Afferro con rabbia l'asciugamano che tiene in mano con l'intento di coprirmi le zone intime, mentre lui si appresta al mio collo.

- Ho bisogno che tu faccia una cosa per me, Blaze.- sussurra contro la mia mandibola ormai dolorante, per quanto la stia tenendo rigida.
È la sua presenza a rendermi così.

- Dimmi.- deglutisco rumorosamente.

- Tuo padre sarebbe d'accordo nel mettere delle telecamere di sicurezza fuori da scuola?-

- Ma che dici... perché dovrebbe..?—

James non mi sembra un tipo paranoico, che gli importa di chi entra ed esce da scuola? A meno che..

- C'è qualcosa che non so?-

Le sue dita sfiorano la mia schiena nuda, ma le sue labbra non si scollano dalla mia guancia. Giurerei di avere la febbre in questo istante. Con il viso compie una curva fino al mio orecchio.

- Tu fa quello che ti chiedo e avrai tutto quello che vuoi.-

Mi si rompe il fiato.
In che senso?
Ed il sorrisetto compiaciuto non abbandona le sue labbra perfette e rosee neanche per un attimo.

- Voglio dire, saprai tutto quello che vuoi sapere.- si corregge poi, quando ormai ha già provocato dei pensieri per nulla puliti nella mia mente.

Le sue parole mi scivolano addosso come goccioline d'acqua, non riesco più a sentirle perché la sua bocca calda preme sul mio lobo. Prima contornandolo con la lingua, poi risucchiandolo con foga tra le sue labbra morbide.

Ha appena schiacciato un tasto, non so che tasto, non sapevo neanche di avercelo.. ma resta il fatto che James sta accendendo tutta la mia eccitazione.
Comincio a boccheggiare, inerme davanti alla sua sagoma alta.
Perché deve prendermi in giro in questo modo?

-Vaffanculo Hunter.-

Ma mio attimo di ribellione non gli va a genio.

- Ti sbatto con la faccia al muro se provi a parlarmi così.- ringhia con occhi stretti.

Poi il mio labbro inferiore trema, rivelando un'eccitazione improvvisa.

- Ma forse...per te sarebbe fin troppo piacevole, Blaze.-

James questa volta sorride facendomi cadere l'asciugamano a terra.

-Come immaginavo.-

Mi guarda con la testa leggermente piegata a lato, come a voler piantare quegli occhi blu a fondo, dentro di me, nella mia anima e...Dio, se mi mette in soggezione.

Mi abbasso per riprendermi l'asciugamano e riposizionarmelo in vita. Sto attento a coprire la pancia, di certo non ho i suoi addominali, né quelli di Jackson.
Sento caldo solo al pensiero di loro due completamente nudi sotto alle docce.

-Blaze, Blaze... l'effetto che ti faccio... Devastante.-

Mi rivolge un sorrisetto furbo portando le labbra a lato, facendomi accelerare il battito cardiaco come un treno in procinto di deragliare.

Maledizione se n'è accorto.

-Ma a parte i tuoi ormoni impazziti, come sta il vecchio? Ha smesso di giocare al detective?-

-Devi darci un taglio.- gli intimo con aria seria.

Perché odia mio padre in questo modo?

Le sue labbra mi sfiorano.
Questa volta James non ci gira intorno come fa solitamente. Pianta quella bocca piena e carnosa davanti alla mia, facendomi combattere con tutto me stesso per non passarvi la lingua sopra.

Sarebbe il paradiso.

No, io lo odio quando fa così.
Ma chi voglio prendere in giro?
È irresistibile.
Vorrei mi baciasse.
Una volta per tutte.
E levarmi questa fantasia malsana.
E vorrei che magari, a differenza di Jackson, fosse gentile.
Come quella volta in cui mi ha salvato la vita.

-Ripensa a quello che ti ho detto poco fa, Blaze. Tanto me lo devi, no?-

No, neanche lui se l'è dimenticata quella volta.


JUNE POV

Adoro la sensazione che mi avvolge quando esco da bagno, in seguito ad una doccia calda. Dopo essermi vestita, pettino i capelli bagnati e intanto ripenso a Tiffany.

È stato piacevole, non posso negarlo.
Tiffany è così bella che a volte vorrei quasi essere più simile a lei. Per essere sicura di me, almeno la metà di quanto lo è lei.
Ma poi nel letto con James mi sono sentita così strana...

Ripenso alle parole di Jordan.
Non so niente di James.
Fino ad un mese fa, ai miei occhi lui era il bullo della scuola, ma ora questa descrizione non regge più.
È pur sempre colui che organizza le feste in cui si fanno le cose più proibite, quello che cambia tre ragazze al giorno, che vende droga a scuola, che ama fare risse... insomma, tutto ciò che ho sempre detestato.
Ma poi?
Le parole di Jordan mi hanno fatto accartocciare lo stomaco.
Vorrei sapere di più.
James parla tanto sì, ma così poco di sé...

-June muoviti!!-

Mia madre è già partita all'attacco, non fa che sfogare il nervosismo contro la povera porta di camera mia.
Indosso la camicetta bianca e la gonna a pieghe che lei ha selezionato per me, quando però mi guardo allo specchio, sembra che io sia pronta per la messa della domenica.
Così decido di togliere la camicia e indossare una normalissima t-shirt bianca.

E dopo qualche ora, il salotto di casa mia diviene un ritrovo per vecchie signore dai cappelli strani e tizi con occhiali da vista dalle forme strambe.
Attorno a me solo noiosissime persone di mezza età, tant'è che quando arrivano James e Jasper, me ne accorgo subito.

-June Madeline White!-

Mia madre mi urla contro, solo perché mi ha vista addentare un pasticcino. E ovviamente il suo richiamo non passa inosservato, Jasper si copre immediatamente la bocca per ridere.

-Ma secondo te puoi andare in cucina a depredare i vassoi che serviranno per il ricevimento?-

-Mamma non chiamarmi con il nome per intero!-

Tantomeno davanti a questi due.

- Allontanati dal cibo per favore e tieni le mani a posto!-

Mi fulmina con un'occhiataccia dura prima di voltarsi verso i suoi amici e tornare sorridente e smielata. Cambia totalmente faccia, come una psicopatica sull'orlo di una crisi di nervi.

-Secondo me Madeline nasconde vibratori sotto al letto, Jas.-

La voce di James mi fa sollevare gli occhi al soffitto in un nano secondo.
Ma quando questi ricascano sulla sua figura, tutti i miei neuroni cominciano a vacillare. Indossa una camicia bianca che finisce racchiusa in un paio di pantaloni scuri. Il tessuto aderente sottolinea la forma atletica del suo corpo, ricordandomi ancora una volta quanto sia perfetto.

E lui ovviamente sembra leggermi nella mente.

- Se mi trovi irresistibile puoi dirlo a voce alta, Madeline White.- sogghigna piantandomi i suoi occhi blu addosso.

- Sì, guarda...sono inevitabilmente attratta dalla natura morta che mi ritrovo davanti.-

James non risponde alla provocazione, ma porta le labbra a lato, costringendo i suoi occhi lungo tutto il mio corpo.
E basta quel gesto sfacciato a mettermi a tacere.

- Jasper se vuoi c'è una sezione analcolica qui.-

Io e Jasper ci buttiamo sui succhi di frutta, invece vedo James tracannare calici di spumante neanche fossero acqua fresca.
Vorrei dirgli di smetterla ma ho gli occhi di mia madre fissi su di me per tutto il tempo. Fortuna che la noiosissima presentazione delle opere finisce e Jordan si fionda su di lei levandomi l'impaccio di avere tutte le sue attenzioni addosso.
E quando la vedo chiacchierare con lui e la sua migliore amica, non riesco a resistere.

- Ciao Jordan, ciao Melissa.-

Saluto educatamente i due, intanto sorrido a mia madre che mi guarda con occhi strabuzzanti.
Mi allontana in malo modo da Jordan e dalla sua amica, impaurita che io possa dire qualcos'altro.

-Incredibile, Melissa esiste davvero..- la prendo in giro.

- June non farmi fare figuracce per favore.-

- Forse posso fare uno sforzo... se lo fai anche tu.- dico inducendola ad accettare un patto silenzioso.

- Sì ma da domani la musica cambia in questa casa!- mi minaccia, prima di voltarmi le spalle per tornare ai suoi invitati.

E io presto mi accorgo di avere due fari puntati addosso.

- Non so come fai a sopportarla...-

James si scompiglia i capelli castani già spettinati, io vista la noia che incombe, decido di dargli retta.

- Tu hai finito di squagliarti quei due poveri neuroni superstiti?- gli chiedo poi, provocandogli un ghigno.

-I miei neuroni stanno benissimo, pensa ai tuoi..-

In che senso?

-E poi scommetto che ieri eri così andata da non ricordare niente..-

Fa scoccare la lingua al palato e mette su' un'espressione di superiorità.

Ahhhhh...Vuoi sapere cosa mi ricordo di ieri. Bene, bene..

-Ti sbagli invece.- scandisco a voce alta.

Aspetto che James risponda, ma lui non lo fa. Finge di ignorare la mia risposta, ingollando un altro calice.

-Ricordo benissimo cos'hai detto.-

A questo punto non riesce più ad ignorarmi e mi fulmina con un'espressione tagliente.

-Tu non ti ricordi un cazzo.-

-Io ricordo benissimo.- insisto con voce pacata.

Il suo ghigno laterale non mi lascia scampo. Si appoggia al tavolo degli stuzzichini e incrocia le braccia al petto.

-Quindi il "Mi fido solo di te" te lo ricordi bene...-

La sua aria da presuntuoso mi fa trasalire.
Gli estranei ci passano tutti intorno, ma lui pronuncia quelle parole come se fossimo da soli e non in un salone pieno di adulti.

Abbasso lo sguardo, lievemente imbarazzata.

-Vedo con piacere che le memorizzi alla lettera, tutte le parole che dico.-

James scolla i fianchi dal tavolo compiendo un passo così ampio da sopraggiungermi.

-Scommetto che tu hai fatto uguale. Riuscirai a dormici su' questa notte, o non farai altro che pensarci?-

Mi provoca con una sicurezza innata, ributtando l'ago della bilancia tutto a suo favore.

E io divento inevitabilmente rossa.
Ci provo a stare al suo passo ma non ci riesco, James è sicuro di sé da fare schifo. Il mio è solo un castello di carta.

-Che vuoi sentirti dire, James?-

La mia voce inizia a vacillare ad ogni passo che compie verso di me.
James ama manipolare le persone e di sicuro ne devo fare di pratica prima di arrivare al suo livello.

-Non lo so, Biancaneve. Prova a dirmi la verità.-

-Tipo che ciò che ho detto ieri lo penso? O che ero ubriaca e l'ho detto così, tanto per dire?-

-Guarda che non sono tua madre, non ci provare con me. Mi interessa solo la verità.- scandisce senza scomporsi minimamente.

-Quindi t'importa.- Mi mordo il labbro.

Lui compie un accenno di sorriso che si accartoccia al lato della bocca ricurva.

-Quindi t'importa che mi importa...-

Torno a chinare il capo quando le nostre labbra di fanno troppo vicine.

-Hai detto a Will che sono rimasta da te?-

-No.-

Trattengo il fiato per non farmi rapire dal suo respiro di menta e champagne fruttato.

-Ma lo farò.- aggiunge poi.

-Va bene...ma non oggi, ok?-

-Sì invece. Proprio oggi.- dice assottigliando gli occhi.

Che bambino dispettoso.

Comincio a guardarmi intorno con aria quasi angosciata.

-Vuoi che scoppi la guerra qui, alla mostra di mia madre?-

-Preferisci mantenere dei segreti con Will?-

Dice sul serio o mi sta provocando?
Non lo capisco... perché ad un tratto diventa così tanto razionale?

-No, sono d'accordo sull'essere sinceri.
Will dovrebbe capire che non ha più diritto di essere così... come dire, geloso di me.-

-Non è semplice.- ribatte corrucciando lo sguardo.

-Per questo non gliel'hai ancora detto?-

-Dovevo dirgli di come mi hai supplicato di dormire insieme a me?-

-Io ho detto che volevo dormire da te, non con te.- specifico stizzita.

Mi schiarisco la voce e poi lo dico.

-Quello semmai l'hai detto tu.-

Sento le guance andare a fuoco, ma ormai l'ho lasciato uscire.
Lo sguardo di James viene attraversato da un lampo d'impazienza.

-Cosa avrei detto? Sentiamo.-

Il suo tono di voce si fa più pressante.

-Beh...-

Di sicuro non ripeto ciò che ha detto ieri

-Io non ho detto un cazzo. Tanto meno ti ho chiesto di dormire con me.- conclude poi sollevando il mento verso l'alto con fare prepotente.

-Dico solo che sembravi di un altro avviso ieri sera. -

Il suo sguardo scivola giù pericolosamente. Lo sento ardere lungo il mio collo, poi sul mio petto, fino a scendere sui miei fianchi fasciati dalla gonna.
Stringo le gambe con un gesto involontario.

-Tu credi davvero alle parole che potrei pronunciare quando sto in quello stato?-

Non me la bevo.
Okay è vero, ieri  era sicuramente fatto e ubriaco, eppure non sembrava mentisse.

-Eri convincente, Jamie.- lo punzecchio con quel nomignolo fastidioso.

-Ero convincente?-

Lo vedo sorridere prima di tirare giù un'altra sorsata di spumante.

-Ragazzina, tu non hai visto niente.-

L'ho sentito, maledizione.
Gli sguardi parlano più delle parole e anche ora mi sta fissando in quel modo, come se volesse usare il potere dei suoi occhi solo per farmi andare a fuoco.

Resisti June

Non farti destabilizzare solo perché è un po' più bello della massa.
Il suo sguardo obliquo unito ad un sorrisetto malizioso mi fanno perdere il filo del discorso.

- Cosa volevi dire a Will?-

-Che tu lo voglia o meno..c'è una cosa che io e te abbiamo fatto, di cui devo parlare con Will.-

Tiene lo sguardo fisso nel bicchiere ondeggiante e io provo un brivido a quel pensiero.

- Parli di...-

Lui annuisce leccandosi il lato del labbro.

Oh no... parla di quella sera

-Esatto. Parlo proprio di quello.-

Lo sussurra accostandosi così tanto al mio orecchio che sento la punta della sua lingua sfiorarlo.

C'è mia madre a mezzo metro da noi.
È per questo che lo fa?
È questo che lo fa eccitare?
Sono un gioco, una pedina messa in una posizione che gli può suscitare interesse finché sta lì?
O sono io a piacergli? 

-James... non voglio che tu e William litighiate.- mormoro trattenendo il fiato.

Il tempo delle frecciatine sembra finito, perché anche lui si fa improvvisamente serio.

-Dovrò dirglielo prima o poi.-

- Non è stato niente...-

-L'hai già detto una volta, ragazzina.- replica quasi scontroso.

Anche tu l'hai detto. O forse mentivi?

-Okay, solo... non oggi.- lo supplico con lo sguardo, indicando la gente intorno a noi.

- Va bene.-

E poi, con tutta la disinvoltura del mondo, James tira fuori dalle tasche una bustina con dentro dell'erba.
Io sbianco all'improvviso.

-Mettila via! E se ti vede mia madre?!-

Solo nominarla ha il potere di farla apparire alle mie spalle.

-Che sta succedendo?- la sento domandare mentre James intasca il sacchetto con un guizzo veloce.

-Niente.-

Poi fuggo via prima che lei veda la mia faccia paonazza o peggio ancora, che riesca a leggere nei miei
pensieri.

-Jasper aspetta, dove vai?-

Noto Jasper che si sta avventurando su per le scale che portano al secondo piano.
Decido di seguirlo, sapendo già di non ricevere risposta.
I suoi passi si dileguano fino a giungere davanti alla mia camera, poi lo vedo sostare sulla soglia, come ad aspettare il mio permesso per entrarvi.
E se Jasper ha ricevuto un'educazione, suo fratello in confronto sembra essere cresciuto nella giungla.

-Uhm...guarda Jas, il diario segreto di Madeline.- esclama James passandoci davanti.

E poi si mette a toccare le mie cose senza il mio permesso.

Ruoto gli occhi infastidita quando lo vedo agguantare un quaderno per leggerlo come fosse stato scritto da me.

-Caro diario..-

-James finiscila.-

-Oggi ha scuola ho preso tutte A.- finge di leggere, inventandosi tutto di sana pianta.

Con la coda dell'occhio vedo Jasper avvicinarsi alla mia libreria.

-Durante la lezione ho sognato ad occhi aperti Brian Hood, quel coglione che in classe mi fissa pensando che nessuno se ne accorga... poi ho sbaciucchiato un po' il mio fidanzatino William.-

-Smettila!- gli intimo provando ad afferrargli il quaderno dalle mani con scarsi risultati.

James dapprima ride con due fossette accentuate, poi continua.

-Io sì che sono proprio una brava ragazza, mi daranno un premio per essere la più noiosa della scuola...-

-Fottiti.-

Provo un sussulto piacevole, così piacevole da sembrare quasi doloroso quando curva le labbra in un modo sfacciato, prima di insinuarle tra i miei capelli.

-E poi James è proprio un cretino.
Lo odio a così tanto...Argh...mi fa innervosire!- imita la mia voce.

Resto spalmata sulla porta, con tutti i miei sensi all'erta, come una preda pronta a fuggire alla prima occasione.
E James è un predatore perseverante e ostinato, di quelli abituati a prendersi ciò che vogliono, a qualsiasi costo.
Posa un braccio sulla porta alle mie spalle, bloccandomi contro il suo corpo.

-Ti odio.- mormoro sottovoce.

Rabbrividisco quando la punta del suo labbro superiore sfrega come lava ardente sul mio orecchio.

-Odio James con tutto il mio cuore, sì, ma è così sexy e affascinante che...- compie una pausa per mordersi il labbro -...desidero sentire le mie unghie ben conficcate nella sua schiena, mentre lui è sopra di me e mi spinge quel ben di dio tutto dentro, fino in fondo.-

Lo sussurra con un filo di voce roca e profonda e io perdo un battito.
Fortuna che lo dice sottovoce per non farsi sentire dal fratello, che nel frattempo sta nel suo mondo, impegnato a sfogliare i miei libri.

- James!- urlo inorridita.

Lui se ne sta a guardarmi con un ghigno stampato in faccia, soddisfatto per avermi fatta arrossire e scandalizzare allo stesso tempo.

-Ma tu vuoi finire male!- esclamo poi strappandogli il libro dalle mani.

Se non fosse che per afferrarlo mi sbilancio e inciampo finendogli addosso.

-Certo che non riesci neanche a fingere, mi prendi sempre alla lettera tu.- ride divertito.

-Stai ridendo da solo.-

-Levami una curiosità, White...-

Non rispondo ma lo guardo di sottecchi, allontanandomi da lui. Sto ancora tremando.

-Perché l'hai baciata?-

Mi schiarisco la gola e indico Jasper che sta ancora curiosando tra i libri.

-Hai baciato Tiffany. Di nuovo.-

Maledizione, la giostra gira sempre troppo veloce quando James mi sta intorno.

-Dobbiamo fare questa discussione proprio ora?-

-Riesci a rispondere o...-

-Senti, mi andava. Non rompere.- replico acida, prima di unirmi a Jasper.

-Ottima scelta. Se vuoi te lo presto.-
esclamo quando sorprendo Jasper prendere uno dei miei libri preferiti dalla libreria. L'Alchimista.

-E oltre ai libri...-

James è di nuovo pronto a darmi il tormento.

- A Biancaneve piacciono le misure importanti.-

-Come scusa?-

Mi volto e lo vedo con il mio arriccia capelli in mano.

O merda, devo averlo lasciato sul mobile del bagno.

- Mi raccomando, stacca la corrente quando lo usi...-

Finge di mettersi in bocca quel tubo allungato con un gesto chiaramente volgare.

Mi avvicino per levarglielo dalle mani, ma James mi sta fissando con un cipiglio serio.

-Che te ne fai?-

-Secondo te cosa si fa con un arriccia capelli, idiota.- borbotto tentando di nascondere la risatina nervosa che mi contraddistingue, ogni volta che sono in terribile difficoltà.

-È ancora tiepido.- sussurra accigliandosi ancora di più.

James mormora quella frase corrugando la fronte, poi i suoi occhi hanno un guizzo rapido sui capelli lisci come spaghetti che mi ricadono sulle spalle.

Si crea un attimo di tremendo imbarazzo che sembra durare all'infinito.
Merda, James non è stupido...e adesso?
Jasper mi sta scrutando senza capire, ma in questo momento ho solo terrore che James possa dire qualcosa di inopportuno.

- Puoi... ehm, Jasper puoi scendere un attimo?- gli domanda James.

Jasper lo fissa confuso.

-Credo che il tanto atteso momento dei pasticcini sia arrivato.- prova a convincerlo James.

Jasper ci guarda con sospetto, poi però decide di lasciare la mia camera come richiesto dal fratello.

E quando James muove due passi per avvicinarsi a me, io indietreggio spaventata. Sento il fruscio dei fogli cascare dalla scrivania alle mie spalle.

- Che c'è adesso?-

Porca miseria, mi trema la voce ora?

-Sei strana.-

-Non è vero.-

-Hai sempre paura di me?-

Mi guardo intorno.
Il suo profumo così buono comincia ad essere un'arma a doppio taglio.

-Paura di te e perché mai?-

-Hai paura che io ti piaccia sul serio, Biancaneve?-

Sul serio? Ma chi si crede di essere...

-No, tu non mi piacerai mai.-

James sogghigna. -Certo, certo.-

-Per te è tutta una sfida vero, James?-

-Boh.-

Poteva dire no, invece deve sempre dimostrarsi strafottente.

-Ti odio!- ripeto con più concitazione questa volta.

James mi afferra dai fianchi con una presa possessiva, facendomi letteralmente sentire un tremolio piacevole nella pancia.

Le sue labbra hanno un fremito contro le mie, poi si schiudono quando torna a parlare in modo seducente.

-Dillo ancora.-

Siamo vicini, mi basterebbe un soffio di lingua per sentire il suo sapore.
E a lui basterebbe un nonnulla per baciarmi, eppure non lo fa.

E neanch'io lo faccio.
Forse perché il pensiero che per lui sia tutto un gioco, non mi permette di rilassarmi e godermi il momento.
Abbasso gli occhi sul petto ampio che si muove ritmicamente sotto alla sua camicia.

-Hai...la camicia stropicciata...- dico la prima cosa che mi passa per la testa.

Lo vedo lanciare un'occhiata verso il mio arriccia capelli, poi torna su di me, ma stavolta senza parlare.
Ha capito che voglio cambiare discorso.

-La camicia è a posto, è la cravatta che...- dice qualcosa nel tentativo di darmi corda e uscire da quella situazione.

Per un attimo mi fissa le labbra, ma quello stesso gesto sembra innervosirlo.

- Cravatta di merda, non volevo nemmeno metterla..- bofonchia litigandoci un po'.

-Ti aiuto.-

Comincio a giocherellare con la sua cravatta allentata intorno al collo.

-Riesci a non...-

-A non?- incalzo.

James si morde il labbro poi deglutisce sotto al mio sguardo.

-James...-

-Mhmmm.-

I nostri occhi si uniscono nello stesso istante, esplodendo in uno sguardo da togliere il fiato.
Mi aspettavo si avvicinasse di più, invece, con le mani ancora ben salde sui miei fianchi, mi fa ruotare portandomi con la schiena davanti a sé. Ci guardiamo allo specchio e io non riesco a fiatare.

-Mmm... Niente male per una ragazzina.-  sussurra dietro di me.

La sua testa casca morbida sulla mia spalla, mentre le sue mani sembrano addolcire la presa, come pronte a muoversi sul mio corpo da un momento all'altro. Ogni mia cellula si fa più viva nell'istante in cui i suoi occhi brillano di una luce innegabile. E quando incontro il suo riflesso nello specchio, mi rendo conto con mia sorpresa che non sta guardando sé stesso, ma sta osservando la mia figura, fermandosi con gli occhi nei punti che più desidera.

E la sua mano destra sembra voler perdere l'appiglio che la teneva incollata su di me, scivola lenta lungo il tessuto della mia gonna, sempre più in basso, fino ad incontrare la mia gamba scoperta.

Con gli occhi prigionieri di ogni sua mossa, seguo i quei movimenti cadenzati come vittima di un incantesimo. James giocherella con il bordo della mia gonna, mentre con il pollice sfiora distrattamente la mia coscia nuda.
Il contatto con l'anello freddo mi fa sussultare, ma è così lento e delicato il suo tocco, che una scia di brividi piacevoli comincia a diffondersi in tutto il mio corpo.

E quando mi azzardo a sollevare la testa per cercare il suo viso nello specchio, vengo distratta dalle sue labbra rigonfie, ormai pressate tra i fili di capelli che mi ricoprono il lato del collo.
Avverto il suo respiro tiepido farsi più vivo sulla mia pelle, la sensazione di calore si propaga fino al mio baricentro, è così piacevole che per un attimo non mi accorgo di come la sua mano scavalca il bordo della gonna.
Glielo sto lasciando fare?

Siamo ancora in piedi, sospesi in un lasso di tempo che sembra cristallizzarsi, quando dei colpi sulla porta mi fanno trasalire.

-June?-

O mio Dio, è la voce di Will.

-Ehm...-

-James sei qui?- sento chiedere oltre alla porta.

E bastano quelle parole per fare allontanare James da me.

-Sì, la tua ragazza è lenta a fare i nodi.-

-Non sono la sua ragazza e lo sai.- sussurro sottovoce, strattonandogli la cravatta.

-Ma sta zitta.-

Vado ad aprire la porta a Will, che mi accoglie con un sorriso e le mani in tasca. Anche lui è più elegante del solito oggi. È vestito tutto di nero, il suo outfit è in contrasto con i capelli chiari e gli occhi cerulei.
Non c'è agitazione né sospetto nei suoi occhi. È tranquillo e sembra lo stesso ragazzo che ho conosciuto il primo giorno di scuola.

- Che fate?-

-Ci nascondiamo dai vecchi.- replica James cercando un accendino nelle tasche.

- Jasper è appena sceso giù.- mi appresto a dire, come quasi a volermi discolpare.

-Ci sono anche i miei genitori di sotto.-

Mi fa sorridere l'uscita di Will, perché la esterna senza nascondere la contentezza che ha nel dirlo.
Poi si affaccia alla finestra aperta e mi indica una signora alta e bionda nel giardino di casa mia.

-Quella è mia madre.-

Ha dei grossi occhiali da sole scuri e un capello nero da cerimonia.

-Sembra stia andando ad un funerale.-

E prima che possa pentirmi di ciò che è appena uscito dalla mia bocca, Will scoppia a ridere.

-Ehm senza offesa..-

Poi si volta.
E ci guardiamo all'unisono.

-Mi è mancata la tua spontaneità, June.-

Sorrido con lo sguardo al pavimento, Will intanto si massaggia il petto fasciato dalla camicia scura, con aria impacciata.

- C'è davvero troppa gente sotto.- ammette tutto d'un fiato.

Sembra leggermente in apprensione, così decido di tranquillizzarlo.

-Sai che ti dico? Non ho più voglia di tornare giù.-

-Qualcosa di meglio da fare lo troviamo di sicuro..- dice lui scrollando le spalle.

eh però non devo pensare male

James sta poggiato alla scrivania, ma in quel preciso istante i miei occhi intercettano i suoi. Li solleva fulminei per guardare me. Dura un attimo, poi torna a trafficare con le sue cose.
Le sue mani intorno alla cartina trasparente mi ipnotizzano.

che cosa stavamo per fare cinque minuti fa?

-Che dici Will?- chiede James ad un tratto, indicando la canna appena preparata che tiene tra indice e medio.

-Che vuoi fare?- domando io, spaventata.

-Fumare. Tu non sei invitata.- specifica James con aria scontrosa.

-Si dà il caso che questa sia la mia stanza.-

Lui non risponde, ma si alza in piedi e compie un gesto che mi lascia senza respiro.
Vedo la sua mano afferrare la chiave per ruotarla nella serratura.
Ha appena chiuso la porta di camera mia a chiave.

-Perché la chiudi?- salto su indispettita.

James si infila il filtro della sigaretta tra le labbra carnose e mi fissa con aria indisponente.

-Eh?-

E fa finta di non aver capito.

-James!-

- Secondo te?- mi punta serio, avvicinandosi con fare intimidatorio.

Lui e Will si scambiano uno sguardo d'intesa che mi fa schizzare il cuore in gola.

Oddio...

Poi però James si lascia andare ad una risatina divertita, così capisco che mi sta prendendo in giro, come al suo solito.

-Voi non dovreste evitare di bere e fumare in questo periodo?- domando quando mi accorgo che Will si è appena seduto sul mio letto.

-La mia pipì sarà quella di Jackson. E la pipì di Jackson sarà così pulita che ci potrai fare bagno dentro.-

-James! Ewww!-

Delle lamentele scandalizzate si sollevano nell'aria, sia io e che Will lo fissiamo schifati.

-E quindi ve la cavate così, voi?-

-Quale è il tuo problema?- chiede James prima di portare una mano a conca davanti alle labbra per accendere la canna.

- Beh, non lo trovo giusto.-

- Le tue opinioni da moralista del cazzo ficcatele dove dico io.- sputa inacidito.

-James..- lo richiama Will con pacatezza.

Ma la pacatezza ha abbandonato da parecchio il mio corpo, sopratutto quando sto nella stessa stanza con James Hunter.

-Secondo quale diritto pensi di poter fumare qui?- torno all'attacco.

-Sempre a sfracassare il divertimento questa.-

-"Questa" te lo puoi ficcare dove dico io. Precisamente su per il culo.-

-June!- esclama Will questa volta ridendo.
- Prima cosa dicevamo, riguardo al fare qualcosa di divertente...?- domanda accendendo la curiosità innata di James.

-Divertente in che senso, Will?-

Un luccichio imprevisto negli occhi di James.

-Non lo so. June?-

William mi rimbalza la palla e io non so che inventarmi.

-Cos'è divertente per te?-

-Ehmmm...-

Sono la noia in persona ragazzi, scusate lo spoiler

Il silenzio dura poco.

-Fumiamo allora, visto che siete completamente a corto di fantasia.- taglia secco James con voce spazientita.

-Senti spegni quella cosa. Non puoi fumare in camera mia. Non capisco perché devi sempre fare cose inopportune!-

-Parla quella che ...-

James si morde il labbro, stuzzicando la mia curiosità.

Non devo provocarlo, lo so, ma è più forte di me. Mi siedo sul letto vicino a William e punto James con le braccia incrociate.

-"Quella che"? Sentiamo.-

-Quella che continua a baciare i miei due migliori amici.-

Divento viola. All'istante.
La provocazione è più forte del previsto e solo James sta sorridendo in questo momento.

-Hai baciato Jackson?!- esplode Will con un tono di voce che rasenta l'incredulo.

-Cosa? No!-

-O mio Dio!! Hai baciato Jackson?-

Mi prende in giro James imitando l'espressione quasi indignata di William.

-Sta parlando di Tiffany.- preciso io, fermando quel piccolo malinteso sul nascere.
Poi mi alzo e mi dirigo nel bagno di camera mia con il solo intento di nascondere l'imbarazzo.

-James..-

La voce di William.
Mi spiaccico contro la porta con le orecchie ben aperte.
Non c'è niente di male ad origliare ogni tanto, June

- Mhmmmm?-

-Cosa stiamo facendo?-

-Io sto fumando, tu Will?-

James sembra girarci intorno.
E poi il silenzio.

- E dai. Hai capito a cosa mi riferisco.-

-Che intenzioni hai?- sento chiedere a James con voce seria.

-Ieri sei sparito con lei e oggi ti trovo qui. Sempre con lei.-

L'osservazione di Will non fa una piega.

-E....?-

-Non riesci a starle lontano.-

- Ti sbagli. Quello sei tu, Will.-

- Desidero solo...-

Le parole di William si interrompono perché James lo fredda bruscamente.

- Attento a cosa desideri, William.-

-Stai ancora fumando anche se ti ho detto di non farlo?- domando tornando in camera.

James muove due passi verso Will, che si è appena messo comodo, allungando le gambe sul mio letto.
Gli porta la canna tra le labbra e William inspira quel veleno tenendomi gli occhi addosso.

-Anche Will sta fumando in camera tua.- sottolinea James.

Poi si avvicina a me. Mi sposta una ciocca capelli dietro all'orecchio e posa il filtro che ha toccato le loro labbra, sulla mia bocca.

-E ora, anche Biancaneve sta fumando.- mormora con lo sguardo incollato al mio.

Soffio via il fumo che finisce sul suo viso, ma a James non sembra dare fastidio.

-Quindi ne sei sicura?-

La voce di William mi richiama, così vado a sedermici a fianco.

-Sicura di cosa?-

- Vuoi.. che restiamo amici...- pispiglia sottovoce.

Sì ma non come ieri sera...

-Sì.-

Vuole davvero fare questo discorso davanti al suo amico?
Quando poi mi sollevo lo sguardo, vedo James poggiato al muro di fronte a noi, intento a farsi gli affari suoi al cellulare.

- Quindi ora che sono tornati i tuoi... come fai con i farmaci?-

Provo un diversivo perché non mi va di affrontare l'argomento "June e Will" davanti a James. Sempre che un "June e Will" sia mai esistito.

-Le ho fatto trovare delle scatole vuote,
ma la realtà è che sono settimane che ho alleggerito la dose.-

- Perché?-

-Perché ci stiamo preparando per la partita e il coach non fa che urlarmi dietro. E ha ragione, sono un disastro quando sono sotto cura...-

La sua confessione mi rattrista e non poco.

-Il football non è tutto nella vita.- sentenzio decisa.

-Ma sta zitta.- sento dire dall'altra parte della stanza.

-Lo sai che ho ragione, per questo ti urtano le mie parole.- aggiungo inviperita.

James mi fulmina con uno sguardo tagliente.

-Dio mio, neanche ficcarle una canna in bocca funziona a zittirla.-

-Se non sei in grado di zittire una ragazza, non è certo colpa mia.-

È appena uscito uno scempio maschilista dalla mia bocca, ma poco mi importa. Voglio solo rispondergli a tono quando mi tratta così.

-La dimostrazione pratica è gratuita Biancaneve, vuoi provare a venire qui?-

Dissipo lo sguardo il più lontano possibile da James e dalle sue provocazioni oscene.

-... dicevi, Will?-

-Ma niente...che sono una merda quei farmaci. Mi rendono stanco. E mi anestetizzano ogni voglia di fare. Persino quella di stare con una ragazza. Alla nostra età è frustrante.- confessa timidamente.

-Nel senso che...-

-La tua ragazza vuole un disegnino, Will.- replica svelto James.

La voglia di stare con me Will ce l'aveva eccome, anzi...fin troppa a volte.

- Beh, con me non è mai successo.-

Il silenzio da parte di James.
Ora taci eh?

-Sì, perché non appena li smetto è tutta un'altra storia.- mormora Will, fissandomi le labbra.

Mi sono persa un pezzo però.
Perché adesso William non è più geloso?
Non lo era ieri sera.
Possibile che sia bastato lasciarci per rendermi meno speciale ai suoi occhi?
O forse il bacio con Ari è stato così importante che ha cancellato qualsiasi cosa ci sia stata tra di noi?

E quando Will poggia la testa sulla mia spalla e fa scorrere le labbra lungo la mia clavicola scoperta, inizio a fremere per sollevare gli occhi.

Non farlo June, non farlo.

E invece lo faccio.
Guardo James.
Sta in piedi, poggiato con la schiena alla parete e una mano in tasca.
Mi guarda con occhi assottigliati.
Sento un tepore diffuso nella pancia.
E quando mi giro verso William, noto le sue nocche pronte a sfiorarmi lo zigomo.
Vorrà mica baciarmi, ora?

Avverto i passi pesanti di James avvicinarsi a noi.
Afferra William dal collo con dolcezza, obbligandolo a sollevare la testa verso l'alto, dove James si appresta a portargli quella sigaretta nella bocca socchiusa.
William chiude gli occhi e si lascia fare.

Quel gesto così intimo tra loro mi spedisce dritta sulla luna.
Vado in confusione. Totalmente.

Frena gli ormoni June, questa non è la tua fantasia, dove i tuoi cantanti preferiti si mangiano con gli occhi

E poi James si curva verso di me, per compiere lo stesso gesto.
Questa volta però, il suo pollice sfrega sulla mia guancia come una carezza, quando mi permette di prendere una boccata di quel veleno.
E se prima era stato quasi del tutto innocuo, adesso invece lo sento, l'effetto caldo scorrermi nelle vene, mentre le mie membra si ammorbidiscono.

Mi sporgo ancora una volta per averne un altro un tiro, ma James mi fa cenno di no con la testa.
Trattengo un gemito, quando percepisco il calore della bocca di William che si schiude a contatto con il mio collo.
Sento la sua lingua scivolare languida sulla mia pelle, e nel mio petto avviene un'esplosione quando i miei occhi si riaprono e si riempiono di blu.
Incontro lo sguardo di James, ben piantato nel mio.

Will reclama la mia attenzione appropriandosi del fumo che esce dalle mie labbra, lo risucchia avidamente nella sua bocca, avvicinandosi pericolosamente alla mia.
Ho un sussulto quando una mano calda si posa sulla mia coscia scoperta.
Ne riconosco immediatamente il tocco.

James si posiziona sul letto davanti a noi e mi fissa con i suoi occhi lucidi e i capelli spettinati. Il suo profumo arriva con prepotenza alle mie narici, obbligandomi a chiudere gli occhi per la sensazione così piacevole e non solo per il mio olfatto.

Non riesco a guardarlo ora, mi fa attorcigliare lo stomaco la visione del suo sguardo febbrile ed eccitante.
Così abbasso gli occhi, ma non posso fare a meno di seguire la traiettoria che la sua mano compie sulla mia pelle bollente.
Mi sento le guance scottare, i brividi si moltiplicano nel percepire il freddo degli anelli graffiare con dolcezza la mia carne sensibile.
E quando con le dita incontra il bordo della mia gonna, vedo le sue labbra muoversi.
Non esce un suono, solo un movimento impercettibile.

-Fermami.-

James modella le sue labbra gonfie e lucide pronunciando quella parola, solo con il labiale.

Sta aspettando che io gli dica di smetterla, si è fermato per quello.
Ma io resto immobile, incapace di reagire. E la mia reazione gli causa emozioni contrastanti, lo vedo da come il suo sguardo si fa pensieroso. Sembra in corso una lotta interiore che io non riesco a decifrare.

Ho la testa annebbiata, ma sono perfettamente in grado di decidere se mettere un freno a quello che sembra stia per accadere.
Mi mordo il lato della bocca quando le carezze di William diventano baci languidi lungo il mio collo, in più punti, causandomi dei piccoli gemiti che trattengo a fatica.

James però se ne accorge, lo sorprendo a leccarsi le labbra mentre sta mirando alle mie come un predatore affamato.
I miei battiti accelerano repentinamente, ad ogni centimetro di pelle scoperta, infuocata dalle sue dita calde e piacevoli.
Una strana pressione tra le mie cosce inizia a pulsare, quando con i polpastrelli di entrambe le mani, James fa slittare la mia gonna verso l'alto, con una lentezza quasi dolorosa.

-Will...-

Emetto un lamento nel sentire la mano di William afferrare il mio mento tra le dita con fermezza, per indurmi a guardare lui.

- Will.- lo riprende James, senza ottenere le attenzioni dell'amico.

William afferra il mio labbro inferiore risucchiandolo nella sua bocca, per poi addentarlo con decisione.
Mugolo un altro gemito, stavolta di dolore.

-Will, piano.-

La voce di James è perentoria adesso, tant'è che William abbandona le mie labbra e lo guarda.
James intanto si trascina una mano tra i capelli, sembra di nuovo in conflitto, quasi indeciso sul da farsi.

-June!!!!-

E ad un tratto qualcuno sta provando a sfondare la porta.

-Ti sei chiusa dentro!!!?-

Mia madre...
Mia madre?
Mia madre!

- Cazzo!- sento James imprecare ridendo.

-Uscite subito!- è l'unica cosa che riesco a dire in questo preciso istante.

Mi fiondo in bagno a prendere uno dei miei profumi e lo spruzzo per tutta la stanza nel tentativo di nascondere l'odore d'erba ormai persistente.

-Da dove cazzo usciamo?- ride Will.

James gli indica la finestra e William, dopo averla raggiunta, decide di tornare indietro per regalarmi un bacio sulle labbra che mi lascia confusa.
Sento le gambe cedere.
Non avrei dovuto fumare.
Mi siedo sul letto.
E con mio stupore anche James torna indietro.

Perdo un battito quando si avvicina al mio viso e immerge la bocca tra i miei capelli.
La sua mano mi sorpassa, finendo dietro alla mia schiena.

-Stavo dimenticando questo..- sogghigna nel mio orecchio afferrando un accendino abbandonato sul letto.

Chiudo gli occhi, poi glielo sento dire con un filo di voce.

-Stavolta hai rischiato grosso, ragazzina.-

eeeh il triangolo dei maschietti ci mancava 🦋

Ho un po' di cose da dirvi...

🦋 il capitolo è lunghissimo, avrei dovuto suddividerlo in due parti ma oggi mi girava così 🤡

🦋 questo libro doveva chiamarsi "mi partono le ship a caso" perché sì, io sono la prima a shippare Blaze e James

🦋 nel prossimo capitolo o quello dopo, ci sarà un pov di James con la sua mente da filosofo che Villabanks spostate proprio

🦋 Jackson si comporta sempre in malo modo con Blaze, ma nei prossimi capitoli tenterò di approfondire un po' anche il suo personaggio

🦋 quando leggete questo libro vi consiglio di ascoltare i chase atlantic + la soundtrack di euphoria

🦋 e so che tra di voi c'è chi vuole già il bacio, c'è chi vuole qualche scena più 🔴, c'è chi vuole più scene con Tiffany... ma la sequenza cronologica degli avvenimenti l'ho già scritta tutta da mesi, quindi abbiate fiducia, quello che deve accadere...accadrà

🦋 mi piacerebbe fare un trailer su tiktok per questa storia ma non so se ne sono in grado.. (spoiler:no)

e sì, le altre autrici sono più attive di me, ma alla fine il poco tempo libero che ho riesco a usarlo a malapena per scrivere.. perciò per ora perdonatemi

🦋 ah, dimenticavo...Tiffany me la immagino come Zendaya, che ve lo dico a fare 🛐

🦋 per badlands datemi tempo che mi devo ancora riprendere 💔

alla prossima
♥️

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