34. I don't wanna be your friend, I wanna kiss your lips

JUNE POV

Loro sono i ragazzi cattivi.

Io sono la brava ragazza che non va alle feste, che sta lontana dai casini, che in classe resta in disparte e non si fa notare.

Non dovrebbero volere me. 
Ma sono entrambi qui.
E io dovrei fuggire, ora.
Ma non lo sto facendo.


JAMES POV

Occhi di ghiaccio
Capelli morbidi.
Labbra rosse e culo perfetto.

La odio. Ma chi si crede di essere?

-Porca miseria, ma c'è June?-

Will sbianca quando arriva e la vede in mezzo alla calca. Lei sta chiacchierando con Tiffany, quest'ultima non fa altro che avvicinarsi al suo viso per parlarle.
E lei se lo lascia pure fare?

Tiffany la conosco bene e tutta questa voglia di passare del tempo con lei dopo ieri sera, significa una cosa sola. Dev'esserle proprio piaciuto quel bacio...

-James perché non mi ascolti?- mi richiama Will con voce seccata.

-Eh.-

Stiamo in questo schifosissimo locale da venti minuti, ma di Jackson e Marvin neanche l'ombra.

-Tu sapevi che veniva qui?-

Will e le sue domande del cazzo

-Tiffany, colpa sua.- bofonchio ricambiando gli sguardi di una sconosciuta che mi sta fissando da non troppo lontano.

-Non ce la faccio...che le dico?-

-Un cazzo, Will. Ignorala.- ribatto con irruenza.

Poi sbuffo portandomi una sigaretta spenta tra le labbra, non prima di averle lanciato un'occhiata fulminea.
La ragazzina deve avere una specie di sesto senso, perché ogni volta che la guardo, lei sembra sentirlo e ci manca poco che mi becchi in pieno a fissarla come un idiota.

Vorrei uscire a fumare, ma la sconosciuta che fino a poco fa mi stava dicendo il suo nome, è già passata a strusciarmisi addosso. Resto a testa alta e la lascio fare, mentre Will sembra non trovare pace.

-Sì ma è troppo bella stasera. Lo vedi come la stanno guardando tutti?- sussurra poi nel mio orecchio.

-Boh, a me sembra sempre uguale.- scrollo le spalle.

Anche a scuola tutti si girano a guardarla, solo che lei neanche se ne accorge.

-Will. Finiscila.- lo rimprovero quando lo scopro a fissarla ancora.

-Sì lo so... non dovrei.-

-Senti, levatela dalla testa. È una fottuta rottura di palle starle appresso.-

-È solo che... mi attira.-

Già

-Scopatene un'altra, è pieno di ragazze qui.- sputo mentre la tizia che mi sta addosso continua a farmi domande alle quali non rispondo.

-Levarmela dalla testa, James? La fai facile tu.- sorride Will tra un sorso e l'altro.

La faccio facile perché è facile.
Credo.

-Solo che poi lei mi guarda in quel modo...- bisbiglia indicandomela con un cenno del capo.

Ah perché sta guardando te, giusto

-Ma piuttosto... chi è quel coglione che le sta parlando?- domando quando vedo uno sconosciuto avvicinarsi a lei.

-Non lo so. Ma ora vado a scoprirlo.-

Will non fa in tempo a pronunciare quella frase che si sta già buttando nella mischia per raggiungerla.

-Ma che cazzo fai? Vuoi spaventarla?- lo fermo dal braccio prima che possa proseguire oltre.

Dapprima mi guarda stranito, poi si ricompone facendomi cenno di avvicinarmi a lui.

Sento un verso di lamentela provenire dalla ragazza con cui stavo ballando, è così provocante che probabilmente non è abituata a ragazzi che l'abbandonano nel bel mezzo della discoteca solo per andare a parlare con un altri ragazzi. Ma se mi frequentasse, saprebbe che non è una cosa che accade di rado.

-Che c'è Will?-

-Se ipoteticamente...-

E io riconosco quello sguardo.
Quello di quando torna ad ossessionarsi per qualcosa.
Può farlo con le gare, con il ricordo di Ari, con gli psicofarmaci.
Ma non con lei.

-No Will.-

-Mettiamo caso che rivolessi lei...-

Lancio gli occhi al soffitto tempestato di luci e pongo fine alle sue elucubrazioni senza senso con una frase secca.

-Ma tu non vuoi.-

-Okay ma poniamo il caso. Cosa dovrei fare...?-

Lo sta davvero chiedendo a me? Quello di cui non si fidava perché aveva paura potessi fottergliela da sotto agli occhi?

Will a volte mi lascia senza parole, come l'altra sera. Doveva per forza farsi Ari, dopo avermi frantumato le palle con le scenate da pazzo geloso per la ragazzina?

-La ignori.- ribatto sprezzante.

Tutto questo parlare con William mi ricorda che sto resistendo da troppo tempo con la mente lucida, ho bisogno di alcol che mi aiuti a tirare giù qualcosa di più pesante.

-Ignorarla, l'ho già fatto. Poi?-

-Non è vero.-

-E poi James?- insiste lui.

-E un poi un cazzo Will, non mi sembri in grado di poterla gestire questa situazione. Forse non l'hai capito, ma quella non ha l'aria di voler essere la seconda scelta di nessuno.-

- Ma che dici... guarda che tra me e Ari non può funzionare...-

- E chi l'avrebbe detto? Lei? Credi ancora a cosa dice quella bugiarda patologica?-

Finalmente la ragazza con cui ballavo poco fa torna dalla massa con due bicchieri strapieni.

- Senti non voglio parlare di Ari.- ringhia poi con occhi sottili.

E quando si parla di lei, Will diventa quasi più aggressivo di Brian Hood. E ce ne vuole.

- E poi James?!-

-E poi, invece che romperle le palle come hai fatto finora, le fai capire che può contare su di te. Che ci sei quando ha bisogno.-

Lo sto dicendo ormai controvoglia, nella speranza che William la smetta di farmi il terzo grado su come riconquistare la fiducia di una stupida bambina che non si accorge neanche del potere che ha.

- Tipo? Come faccio a farglielo capire?- chiede lui indicandomela con la testa.

-Le dimostri che sei pronto a proteggerla, sempre. Che è la tua unica priorità.-

Sono già al terzo cocktail, perciò lascio che i miei occhi agiscano indisturbati sulla porzione di pelle che il vestito le lascia scoperta. Prima la scollatura mozzafiato, poi le sue cosce sode.

Will mi fissa di sbieco.

- Oh, vedo che hai le idee chiare tu, a differenza mia.- afferma con un tono velatamente sospettoso.

-Ehm... io sto solo parlando ipoteticamente.- mi affretto a spiegare, prima di affogare la bocca nell'ennesimo drink.

-Quindi chiedo a qualcuno di darle fastidio per poi andare in suo aiuto?-

- Cosa? No. Non ho detto questo. E poi non sembra ci sia bisogno, guarda come le girano intorno.-

Ci sono diversi ragazzi che le stanno vicino, alcuni vorrebbero parlarle, ma lei non se ne accorge nemmeno.
Che imbranata.

-E poi?-

-La parte migliore.- sogghigno guardando prima lei, poi lui.

- Cosa?-

La musica è troppo alta e Will non sembra aver sentito.

- Niente. Lascia perdere.- gli urlo nell'orecchio.

"James, dimmi come fai" mi chiedeva spesso Tiffany. "Perché alla fine tutti ti amano? Dimmi il tuo segreto."

"Il segreto è che non c'è nessun segreto" rispondevo io, facendole storcere le labbra.
E invece il segreto c'era eccome. Funziona con il mite figlio del preside, come con la ragazza più stronza della scuola.

Ma a volte l'incantesimo si spezza e qualcuno finisce per odiarmi sul serio. Perciò non è un gran vanto essere adorati da tutti, come non è mai stato un vanto cambiare ragazza ogni sera, perché il mio obiettivo è sempre e solo uno: svuotarmi. Di ogni frustrazione, di ogni paura, di ogni insicurezza. E perciò usare le persone per sentirmi meno uno schifo, è diventata un'abitudine.

-Will piuttosto che pensare a queste cazzate...Perché non le dici di frequentare un corso di autodifesa?-

L'alcol sta rendendo i miei pensieri sempre più piatti.

-Sei ossessionato dall'autodifesa, James.- mi prende in giro lui ridendo.

Chissà come mai

-Ma a lei non serve. Ci siamo noi.- scandisce convinto.

-Ah no? Pensi davvero che gli Austin molleranno la presa così?-

Will smuove appena le spalle e io mi domando se abbia realmente capito con chi abbiamo a che fare.

-Guarda.-

Indico Tom Austin che arriva con alcuni suoi amici nel locale. L'avevo già notato qualche minuto fa, ma non mi ero accorto con chi stava parlando.

Cazzo Tiff.

È così ingenua a volte, che mi dà sui nervi. Forse non l'ha riconosciuto, ma è proprio con lui che sta parlando.

- Ma dove vai?- mi interroga William, mentre mi sto già fiondando da Tiffany.

Lei sobbalza quando mi vede arrivare.

-Jamie! Che succede?-

- Hai detto che guidavi tu al ritorno. Ma che cazzo ti sei presa?- domando osservando le sue pupille farsi enormi.

- Niente, proprio perché devo guidare la tua preziosissima macchina. Per questo bevo solo un cocktail.- Mi indica il bicchiere che ha tra le mani.

La musica è alta, ma giurerei di aver sentito una risatina alle mie spalle, perciò prendo Tiffany da parte, allontanandola da quel gruppetto poco raccomandabile.

-Quello stronzo ti ha chiesto di me? Te l'ha offerto lui?- chiedo provando a sottrarle il bicchiere.

-No, no, no.- lei mi blocca con la mano.
-James fermati, non sono Amelia. Con me non funziona.-

-Che cosa?-

- La scenata in cui ti preoccupi per me, mi fai credere di essere speciale e poi ti scopi la prima che trovi davanti ai miei occhi, come se io non contassi un cazzo per te.-

Sta straparlando, non è da lei dire così.

-Tiff ma che cazzo dici?-

- Te l'ho detto, con me non funziona. Con te ho spento le mie emozioni. Hai presente Vampire Diaries?-

Okay, Tiffany è fatta. Ma dato che da me non ha preso niente, la domanda sorge spontanea.

-Sicura di non aver preso nulla?-

In tutta risposta mi rifila un bacio sulla guancia.

-Voglio provare a far ubriacare quel cadavere che cammina.- ride indicando la figura di Brian Hood.

Seguo la sua testa ricciola con lo sguardo, mentre si allontana con quel bicchiere.
Vedo Brian rifiutare il drink mentre con mia sorpresa, la ragazzina accetta l'offerta e comincia a bere a piccoli sorsi.
Cosa ci fa lì con lui?

È semi buio intorno a noi, ma quando mi accorgo di averle messo gli occhi sulle labbra per più tempo del dovuto, mi volto di scatto.
Ho voglia spaccare qualcosa.

Mi tasto le tasche dei pantaloni con fare nervoso.
Ho abbandonato la giacca sui divani, così torno a cercarla.

-Che è successo ieri sera quando l'hai riportata a casa? June ti ha parlato di me?-

Più gli dici di smetterla di ossessionarsi, e più lui ci va sotto.
Will è fatto così.

-Mmm no, era un po' giù e le ho fatto guidare la mia macchina per distrarla. Passami la giacca, Will.-

-E smettila di dire cazzate.-

Lui ride delle mie parole, ma quando vede che io non sto ridendo, capisce che non è affatto uno scherzo il mio.

Lo vedo ritrarre la giacca prima di consegnarmela.

-Cioè? Gli hai fatto guidare la tua macchina? Tu? Che non la lasci neanche a Marvin?-

Annuisco infastidito.

E quindi?

William mi sta puntando serio.

-Solo per distrarla, James... Non ti importa di lei. Vero?-

-No, certo. Perché dovrebbe?-

Gli occhi cerulei di Will hanno un guizzo di follia imprevista.
Guarda lei. Poi me.

-Dimostramelo allora.-

Inarco un sopracciglio.
Dice sul serio?

-Dimostrartelo?-

Fingo di non aver capito, ma so già dove vuole arrivare.

-Si, dimostramelo.-

Incastro tra le dita la minuscola bustina che trovo nelle tasche della giacca.

-E come?-

Will accenna sorrisetto malizioso, si scola il bicchiere prima di andare da lei.

Will ti voglio bene, ma che mossa da gran bastardo

Sollevo gli occhi in alto.
La luce psichedelica mi trafigge le pupille.
No. Non ne voglio sapere un cazzo.
Ora resto qui, mi trovo una ragazza e.. porca miseria perché provo questo senso di fastidio quando la vedo sorridere con lui?

-Ehi Jamie...-

La figura bassa di Stacy mi ruota intorno.

-Anastasia...- bisbiglio facendola tremare appena quando glielo sussurro contro la guancia.

-Senti non ho contanti.- parte in quarta lei.

-E io non ho niente allora.-

-E dai...-

Mi fa gli occhi da cerbiatta spaurita, ma ormai con me non attacca.

-Chiedili alla tua amica con il piercing alla lingua.- la provoco guardando la ragazza con i capelli color mogano, dalla quale è accompagnata.

-E tu che ne sai che lei ha un piercing alla...- Stacy si blocca per poi lanciarmi un'occhiataccia dal basso.
-Stronzo.- la sento dire tra i denti.

-Devi essere più convincente con lui.- dice l'altra avvicinandosi a me.

Credo di averlo scoperto nella sua macchina, una sera che mi ha riaccompagnato a casa. E non perché mi abbia baciato o mi abbia fatto la linguaccia.

-Saldiamo la prossima volta, Hunter.- prova a convincermi la rossa.

-Apri la bocca.-

Spingo con il pollice una pastiglia colorata sulla lingua della ragazza. Lei fa scivolare il metallo freddo lungo il mio dito.

-Questa volta offro io, ma la prossima...-

Stacy non mi lascia finire che mi lancia le braccia al collo per darmi un bacio, poi infila una mano nella mia tasca per rubare quello che desidera.

-Grazie James. Ti amo.-

Già, come tutti.

E quando ho deciso che ho sopportato a sufficienza, mi dirigo nel bagno del locale. Non mi importa che sia sporco, affollato o buio.
Spuntino di mezzanotte.
Mi guardo allo specchio.
Mi chino, sparisco dal riflesso, poi torno su.
I miei occhi sono cambiati.
Ma tutto il resto purtroppo, resta uguale.

Guardati.
Con quella cazzo di camicia che ti fa sembrare un adulto. E per un attimo mi illudo di esserlo per davvero, cancello il passato come se non fosse mai esistito. Io, che sono sempre stato così, come il riflesso nello specchio.
Sarebbe bello.
Poi però il bambino dentro di me si ribella e comincia a voler togliere ogni maschera, sento il bisogno di spogliarmi di ogni cosa.
Anche dei miei stessi vestiti, a volte.
Ed è un amore e odio.
Amo il mio corpo, mi fa sentire come chiunque dovrebbe sentirsi.
Sicuro di sé.
Imbattibile.
Forte.
E poi odio il mio corpo.
Per come mi fa sentire dopo.
Dopo una lotta, dopo il sesso, dopo una notte a farmi, dopo una sbronza.
Lo odio perché è il mio corpo a creare l'illusione che dentro di me ci sia qualcosa di buono, quando in realtà non c'è.

E lo odio perché non è in grado di nascondere rabbia e dolore, che si mescolano creando un turbinio di emozioni sporche e contrastanti.
E poi torno ad amare il mio aspetto fisico solo perché mi rende perfetto agli occhi degli altri, ma nello stesso tempo lo odio perché è proprio per quell'involucro esterno, che le persone vogliono. Non me.

Così come uso gli altri uso anche me stesso. Sfrutto il mio corpo perché mi è stato insegnato che è l'unica cosa buona in mio possesso.
Di notte lo distruggo senza pietà con le droghe, di giorno lo anniento con i farmaci.
Per la violenza invece, non c'è un momento prestabilito, ma solo una ricerca smodata della stessa, che sembra fare bene a quel corpo che ogni giorno cerca di superare le sfide e mantenersi vivo.
Ne lascio l'accesso gli altri senza egoismo, come se tutto questo, in qualche modo, potesse servirmi a difendermi.
Dai ricordi, degli incubi, dalle delusioni.

E quando mi guarda con quegli occhi innocenti, di sicuro non può immaginare quando marcio c'è qui sotto.
Lei non fa per te

Continuo a scontrarmi con la mia immagine nello specchio.
Tiffany direbbe che sono vanitoso.
Tiffany ha tante qualità ma di sicuro non bada ai dettagli, sennò si accorgerebbe che sì, amo guardarmi allo specchio, ma mai negli occhi.

"Non mostrarti debole con nessuno" aveva detto il coach quando in prima liceo mi ha accettato in squadra.
"Ah no? Anche se sono stato debole per tutta la mia stupida infanzia?"gli avrei voluto chiedere.
Ma non l'ho fatto, sarebbe stata una provocazione immotivata e di sicuro all'allenatore di football non interessava se da piccolo sgattaiolavo a casa di William tutte le volte che potevo. Né gli importava del perché fuggivo di casa quando, a undici anni, ho visto mia madre risposarsi e poi cadere in depressione.
Passavo quasi tutte le notti a casa di Brian e Amelia.

Ho dato il mio primo bacio ad Amelia, il secondo a Brian.

Lui mi aveva tirato un pugno, poi aveva sputato a terra dallo schifo...ma non me la presi, perché non c'erano tanti posti in cui mi sentivo al sicuro, se non con loro.
La signora Hood tornava sempre tardi dal lavoro, ma quando rincasava, ci rimboccava le coperte e restava sulla poltrona a guardarci dormire per ore, finché non crollava.
Mi chiedo se avesse paura anche lei.

Ma poi siamo cresciuti ed il letto ha cominciato ad essere stretto.
Amelia ha sempre frequentato ragazzi più grandi, mentre Brian ha preso il suo cuore e ha deciso di darlo alla ragazza sbagliata per anni.
Forse era solo il suo modo per evitare la realtà.
E così a tredici anni sono cresciuto, non l'avevo chiesto io, ma ho dovuto farlo.

Ho cominciato le medie, dove vedere ragazze che sgomitavano solo per avere il diritto di chiamarmi "il mio ragazzo", era una cosa all'ordine del giorno...ma per me era strano.
A Will non succedeva. Jackson portava l'apparecchio e tutte lo scansavano perché era troppo alto.
Marvin non era sveglio abbastanza per le ragazze di quell'età.

Poi ho conosciuto Ari, che non ebbe pudore nel provarci ripetutamente con me, nonostante Will e Brian le morissero dietro. Amelia invece si faceva trattare male da ragazzi più grandi, ma la notte si lasciava abbracciare solo da me.

E poi ho incontrato Taylor in seconda media.
Era la classica stronza che mi avrebbe difeso sempre e comunque. E io la invidiavo: era forte, suo padre l'adorava e lei sapeva sparare bene già a quell'età.
Aveva detto a tutti che ci saremmo sposati un giorno, finché un pomeriggio
Tiffany non mi fece vedere come era a brava a baciare con la lingua, dopo il catechismo.
Poi gli anni passarono. E Tiffany mi fece vedere tante altre cose che sapeva fare con la lingua, senza però mai dirlo alla sua amica.

Ed è assurdo ,come nel momento in cui ero più lucido, nel mio cervello regnasse indisturbata la confusione.
Non lo davo a vedere ma ero confuso su qualsiasi cosa, persino sui miei gusti sessuali.
Le ragazze mi eccitavano in maniera primordiale, quasi violenta. Mentre nei maschi cercavo prima lo scontro, poi l'approvazione.

E come se non bastasse, ero tremendamente confuso dal comportamento di mia madre, che sembrava non accorgersi di avere due figli.
Da quello di mio padre, che ci aveva abbandonati di punto in bianco, senza che io e Jasper avessimo colpe.

Quando ero più piccolo ero confuso dai farmaci che mi rifilavano per l'iperattività, ma poi quando li smisi perché si erano accorti che non avevo nessun problema ed ero solo un bambino agitato, era ormai troppo tardi.

Così mi sono auto diagnosticato un deficit d'attenzione, solo per rubare i farmaci a mia madre. Ed era l'unico modo in cui riuscivo a studiare, andare agli allenamenti, mangiare poco, fare tardi e prendere buoni voti.
Ma la confusione restava.
I buchi neri che segnavano la mia infanzia non erano immaginari come volevano farmi i credere gli adulti.
Erano fottutamente reali.
E mi hanno cambiato.
E più crescevo, più gli ormoni si moltiplicavano nel mio organismo, più saliva più la rabbia.
Il football non bastava per sfogarmi, né la boxe, solo finire nei casini mi faceva quell'effetto e Will Jackson erano con me, sempre.
Non volterei loro le spalle neanche se mi puntassero una pistola alla tempia.
Figuriamoci per una fottuta ragazzina.

Esco dal bagno.
Will le sta parlando, così come un altro tizio che non so chi sia.
Lei li sta guardando con i suoi occhi freddi e le labbra imbronciate.

Ripenso a quella sensazione.
Quando ho posato la fronte sulla sua e ho chiuso gli occhi. Il silenzio. Finalmente.
Non c'era quel fastidiosissimo rumore di fondo.
Per una volta il mio fottuto cervello si è fermato e c'è stato spazio solo per la calma.
E il suono dei nostri respiri.

Will dà una scoccata con il capo per togliersi i capelli biondi dagli occhi, mentre assottiglia lo sguardo verso di lei.

"Dimostramelo" ha detto poco fa.

Fanculo, facciamolo.


JUNE POV

James mi tiene salda dei fianchi, riesco a sentire la forza delle sue dita che esercitano una pressione piacevole sul mio corpo.

- White...-

Mi accorgo di andare a fuoco quando sento che mi sta parlando, sembra però che non voglia farsi vedere da Will, perché comincia a sussurrare nel mio orecchio con voce profonda.

-Si può sapere che cazzo hai bevuto...-

- Niente... cioè...-

L'ebrezza del suo corpo premuto contro il mio sta divenendo insostenibile.
Le sue labbra così calde e vicine mi creano un vuoto allo stomaco non indifferente.

Non mi piace questa situazione.
O meglio, non mi piace che gli altri possano pensare che a me piaccia.

-James, non...-

Un piccolo rimprovero fa capolino sulle mie labbra quando sento il suo bacino farsi più pressante contro di me.

-Tu smettila di muoverti allora.- respira avido nel mio orecchio.

Ma non appena William posa la sua bocca nella mia e mi sfiora il labbro inferiore con la lingua, qualcosa scatta dentro di me.
Capisco che è tutto vero, non me lo sto immaginando.

Per un attimo mi era sembrato di essere un'altra persona.
E la voce di mia madre rimbomba nella mia testa sgombra.
June comportati bene.
June non rispondere male ai nonni.
June non parlare quando parlano gli adulti.
June siediti per bene quando indossi la gonna.
June datti un contegno, siamo in un ospedale pieno di malati terminali, tuo fratello sta male, non potete ridere in questo modo.

In un impeto di ribellione, dò una spinta a William e mi divincolo da quella strana situazione.

- June?- Will prova a richiamarmi.

E poi la voce di James che si fa lontana.

-Lasciala respirare.-

Non mi guardo indietro. Preferirei pensare di essermi immaginata tutto, ho quasi paura a voltarmi e constatare che lo stanno facendo con un'altra ragazza.

Quindi è questo quello che succede?
Solo perché sono due ragazzi belli e popolari, ti lascerai trattare come un oggetto, June?

Non credo proprio.

Di scuole ne ho frequentate parecchie e di ragazze a piangere nei bagni ne ho viste tante, ma la cosa che mi ha sempre colpito era il fatto che fossero quelle più insospettabili a soffrire.

E ogni volta mi facevo la stessa domanda.
Perché le ragazze più popolari della scuola, che di certo non mancano di carattere e autostima, accettano le bugie e i tradimenti dai ragazzi più stronzi della scuola?

Forse per questo?
Perché ti fottono il cervello e non puoi più ragionare? Ho dovuto ricorrere a tutto il mio buonsenso per levarmi da quella situazione. Non l'ho cercata io, ma comunque non mi dispiaceva.

No, non sei in te June.

Devo tornare a casa.
Devo bere dell'acqua.
Mi brucia la gola.
Dio, che incosciente sono stata a seguire Will e James.
Probabilmente adesso staranno ballando addosso ad un'altra ragazza.
Blaze ha ragione, è tutto un gioco per loro.

-Dammi dell'acqua.- urlo al barista.

-Sono cinque dollari.-

-Cosaaaa?! Cinque dollari per dell'acqua?!-

Lui mi sta guardando malissimo.

-Quella del rubinetto è gratis.-

- Ma non è potabile e io sto morendo di sete!- mi lagno io.

- Resta il fatto che sono cinque dollari.-

-Senti è una questione di principio. Cioè...-

E quando mi rendo conto di non riuscire a formulare un pensiero, neanche il più semplice, capisco d'essere decisamente brilla.
Molto più delle altre volte, eppure mi è parso di aver bevuto solo qualche piccolo sorso.

Decido di tenermi la gola secca e tornarmene a casa il prima possibile.
Ci metto un po' a trovare l'uscita, ma finalmente esco fuori dal locale, con la speranza che l'aria fresca mi dia una botta di vita.

-Guarda chi si vede...-

La voce di Jackson mi coglie di sorpresa.

- Penso... non lo so.- dico di getto.

- Pensi o non lo sai?-

Lui si allontana da un gruppetto di ragazzi e mi squadra con la sua solita aria di superiorità.

- Lo so io. Sei ubriaca marcia.- aggiunge poi esaminandomi da capo a piedi.

-Non...- mi strofino la fronte confusa.

- Sono solo due settimane, Jax.-

E quando sento la voce graffiata di James farsi più vicina, nel mio stomaco comincia la marcia degli elefanti.

Oh no, devo scappare.

-Guarda che non mi pesa restare sobrio.- dice il biondo al suo amico.

- Lo so, ma...-

È piuttosto buio lì fuori e James non si accorge subito della mia presenza, ma quando sorpassa Jackson e mi vede, si arresta improvvisamente.
Incontro i sui occhi blu nel buio e senza volerlo, vengo scossa da un fremito.
E se il suo sguardo resta piantato sul mio viso, il mio casca giù prima sulle sue labbra, poi sul suo torace, fino ai suoi pantaloni scuri.

Eravamo davvero così vicini prima?

Lui corruccia la fronte nel vedermi.
Io non riesco a fiatare.

-Stai bene?- sussurra con il labiale.

O forse lo sta dicendo ad alta voce?

Devo essermi presa troppo tempo per rispondere, perché James e Jackson mi osservano con facce apprensive.

-Ma chi è questa? Tua sorella?- domanda una ragazza che giurerei sia spuntata dal nulla.

-Ma che cazzo dici.- ribatte James, prima di puntarmi la torcia del cellulare in faccia.

-Ma sei stupido!?- salto su io, scacciando il suo telefono che mi stava piantato nelle pupille.

- Senti o torni dentro con me, o me ne vado!- dice la ragazza rivolgendosi a James.

-E figuriamoci... Finisce sempre così.- bofonchia lui avvicinandosi di più alla mia figura.

-Chissà come mai..- sento dire a Jackson alle nostre spalle.

-È meglio se torni a casa.-

Mi guardo intorno.
James sta parlando con me adesso?

-Chiamo Will.- dice poi strofinandosi il mento con le dita.

-No.- rispondo secca.

Avrò il caos nel cervello, ma di sicuro una cosa la so: non voglio stare con William, non dopo quello che mi ha fatto ieri.

- Come no?-

Oscillo vicino alla sua sagoma possente, James mi fissa dall'alto mentre mi accosto al suo orecchio per non farmi sentire da Jackson, che ovviamente mi sta fissando con aria interrogativa.

-Mi fido solo di te.- soffio con un filo di voce, sollevandomi in punta di piedi.

-Cazzo.-

Sento James imprecare prima di trascinare la lingua tra labbra.

-Andiamo.-

Lui mi afferra dal braccio con una presa sicura, ma il biondo ci ferma all'istante.

-Dove vai James? Non mi sembri nello stato per guidare.-

"Che rompipalle che sei Jackson!"

O mio Dio, ma cosa sto pensando?! Ha appena detto una cosa sensata, ma che mi succede?

I ragazzi danno luogo ad un piccolo battibecco e io mi distraggo fissando il piercing al labbro di Jackson.
Fisso l'oggetto che sembra ingrandirsi man mano che lo guardo.
Sto svalvolando, vero?

-Che cosa le hai fatto bere, Tiff?-

Prima che possa accorgermene, James sta discutendo con Tiffany.

-Eh?-

-Te l'ha offerto Austin, dì la verità.-

-Non era lui.- ribatte lei confusa.

-Era suo fratello.-

Vedo la mora portarsi entrambe le mani alla bocca.

-James ti giuro non lo sapevo! Poi l'ho bevuto anch'io, credo fosse un normalissimo Mojito!-

-Non mi posso mai fidare di te!- sputa lui afferrandole il bicchiere in malo modo.

I miei occhi cascano sulle sue mani costellate di anelli, infila un dito nel bicchiere raccogliendone qualcosa ai lati.
Poi lo porta alla bocca succhiandolo tra le labbra gonfie.

-Ma che cazzo, Tiff!-

-Che c'è?-

-Ci sarà una pastiglia intera qua dentro, non te ne sei accorta?-

Lei impaurita bisbiglia un colpevole -Oddio!- Poi mi si avvicina con aria dispiaciuta.

-Scusa June, non lo sapevo.-

-Jackson portale a casa.- ordina James sfilandosi la giacca di pelle.

Sembra improvvisamente nervoso, lo vedo dai suoi occhi che si scuriscono nella notte.

-Dove vai? No, no, no James!-

Stavolta Jackson alza la voce.

-Austin non è da solo, ci sono tutti i suoi amici non pensarci neanche. Non c'è bisogno di fare l'eroe oggi, fidati.-

Ma lui sembra completamente sordo dinnanzi alle parole dell'amico, che invece è costretto a trattenerlo dal braccio.

-Ragiona per favore. Non sei nello stato per affrontarli, finirai solo per prenderle.-

Non ho ben chiaro cosa stia succedendo, ma ad un tratto sento James rimproverare Tiffany.

-Non te l'hanno insegnato che non si accettano bevande dagli sconosciuti!? Cazzo!-

-Disse lo spacciatore della scuola.-

Non ci metto molto a riconoscere quella voce pungente.
Taylor.
E chi sennò?

Esce dal locale con due ragazze, lei e James si guardano in cagnesco ricordandomi che si odiano ancora per ieri sera.
Mi chiedo cosa le abbia detto suo padre dopo che ha ricevuto quella foto.

- Ho una cosa che vi riguarda qua dentro Jamie.- dice poi sventolando il suo iPhone rivestito da una cover rosa sberluccicante.

Lui la sta fulminando con due iridi infuocate.

-Non fare quella faccia, tesoro. Lo sanno tutti che adoro le vendette. Specialmente quelle verso i bastardi traditori.- soffia lei come un gatto incattivito.

-Non ti azzardare, stronza.- ringhia lui più arrabbiato del previsto.

-Ops, ma sentilo il principino...-

Poi Taylor mi guarda.

-Povera Biancaneve... Mi spiace dirtelo, ma non c'è il principe azzurro in questa storia. Spero che tu te ne sia accorta.- mugola nel mio orecchio facendomi raggelare.

- James di che vendetta parlava Taylor?- chiedo spaesata.

- Di niente, tu non... non preoccuparti.- dice lui cominciando a fumare furiosamente.

Lo vedo allontanarsi, così accelero di poco il passo per rincorrerlo.
James non si volta, ma quando capisce che lo sto seguendo, richiama il suo amico.

-Jax guida tu.- Lancia le chiavi della macchina a Jackson che le prende al volo.

- Senti non avercela con lei, non è colpa di Tiffany...- provo ad argomentare cose di cui non ho ben capito la dinamica, quando lui mi rimprovera con voce dura.

-Perché hai dato retta a Tiffany? Quella ti farà fare cose di cui ti pentirai.-

-Sei esperto nel fare cose di cui ti penti?- domando camminando a passi rapidi per tenere il suo ritmo.

James però si ferma puntandomi dall'alto.

-Molto più di quanto credi, ragazzina.-

-A tal proposito...Non voglio andare da me.- ammetto abbassando lo sguardo, quando Jackson e Tiffany ci hanno già superati.

-Cosa?-

-Ti prego James, mia madre potrebbe non rispondere di sé stessa, se torno così.-

-Cazzo.-

Lo sento imprecare portandosi una mano tra le ciocche scompigliate che adornano il suo viso imbronciato.

- Cosa?-

-Che sia l'ultima volta White.- sputa facendomi sorridere.

-Prendiamo la mia macchina. Tu mettiti dietro con June.- gli ordina Jackson quando ci avviciniamo all'auto rossa sgargiante.

-Cosa? E perché?!-

Il tono di James è ovviamente riluttante.

-Perché se vomita sui miei sedili?! Almeno puoi usare la tua preziosa giacca di pelle per ripulire.- lo pungola Jackson.

Scoppio a ridere accomodandomi nel sedile posteriore di fianco a James, che invece non sembra dell'umore.

-Poi l'ultima volta che vi ho lasciato la mia macchina avete giocato a mosca cieca con la tequila!-

James resta immobile quando mi accascio con la testa sul petto fasciato dalla camicia bianca che emana il suo buon profumo.
Sollevo lo sguardo incastrandolo nel suo pomo che slitta rapido, quando espiro lentamente contro il suo collo affusolato.

-Che hai da guardare White?-

Tiffany accende la radio, così io mi avvicino all'orecchio di James per non farmi sentire dagli altri due.

-Perché l'hai fatto?-

-Non ho fatto un cazzo.- dice lui mantenendo una postura rigida.

-Se non me ne fossi andata...-

Perdo il respiro quando inclina il volto nella mia direzione facendo combaciare i nostri occhi alla perfezione, nel buio.
Lo guardo trattenere un ghigno malizioso, si morde il labbro inferiore prima di inumidirlo con la lingua.

-Rilassati era solo un gioco, ragazzina....- sussurra poi, ricordandomi i brividi che mi aveva dato la vicinanza del suo corpo, poco fa.

-Stavi per...-

-Secondo te...- Lo sento avvicinarsi pericolosamente al mio orecchio.

-Cosa?-

-Pensi che ti avremmo scopata davanti a tutti?-

Sento le viscere aggrovigliarsi.

-Non riesco a capire...-

-Te l'ho detto, era solo un gioco.- ribadisce poi.

Lo sapevo.
Ma chi voglio prendere in giro?

"Ma che gioco è, scusa" bofonchio tra me e me.

Possibile che Will fosse così a suo agio? E la gelosia dov'è finita?

- Ma poi Will...-

I miei pensieri vanno in mille pezzi, sgretolandosi completamente, quando James zittisce i miei dubbi tuffando le dita tra le mie ciocche di capelli.
Preme la sua mano calda contro la mia guancia, inducendomi a restare abbandonata con il viso contro suo petto.

Chiudo gli occhi, non faccio altro che respirare il suo profumo e ascoltare il battito martellante del suo cuore.




Penso di essere cascata in un sonno profondo, durante il viaggio in macchina, infatti poco dopo mi ritrovo tra le braccia di James.
Mi sta poggiando lentamente sul letto.

- Oh, no. Mia madre mi uccide...-

Inizio a blaterare causando delle risatine divertite. È Tiffany, che si sdraia di fianco a me.

- Ma dove...-

Lancio gli occhi in giro quanto basta, per capire che non sono a casa mia, ma in camera di James.

-Vado a controllare che Jasper stia dormendo, non fate niente voi due.-

E poi sento la sua voce infastidita che abbandona la stanza.

-Chi noi? Figurati!- esclama Tiffany facendomi ridere.

Non che abbia detto qualcosa di particolarmente simpatico, ma sento il viso tirare in una smorfia allegra e non riesco a controllarlo.
Normalmente non la trovo così divertente, ma quello che ho bevuto me la fa trovare più esilarante del solito. Nonché più bella.

-Il gatto se n'è andato.-

-E noi saremmo i topi?!- ridacchio con una mano davanti alla bocca.

-Una specie...- dice lei voltandosi sul fianco per guardarmi.

-Sai qual è la verità June? La verità è che non vuole che io ci provi con te.-

"Cosa?! E perché dovresti?" direbbe la June che conosco io.

E invece chiedo -Perché non vuole?-

-È tutto strano quello...- la sento dire.

Improvvisamente rivivo i flashback di poco fa con un'espressione pensierosa.

- Tu hai visto... qualcosa?-

La mia domanda provoca un sorrisetto sul viso di Tiffany.

-Vi sono passata vicina quando sono uscita a fumare con Jackson, ma sì ti ho vista.-

-Che cosa.. ehm.. cosa hai visto?- chiedo titubante.

- Che se continuavi ancora un po' a provocarli, ti avrebbero scopata sul momento.-

Mi copro il viso con entrambe le mani.

- Che vergogna...-

Fortuna che Tiffany ha l'aria di essere l'ultima persona sul pianeta ad avere intenzione di giudicarmi male.

-Chissà perché si sono comportati così questa sera...-

Mi lascio andare ad una riflessione a voce alta, lei invece che ridermi in faccia comincia a pensarci su seriamente.

-Nel caso di James, la noia. E il rapporto a due è troppo convenzionale per uno come lui... senza contare che non riesce a legarsi a nessuno.-

Lei la butta lì in maniera innocente, ma non fa altro che solleticare la mia curiosità.

-Questo l'avevo capito, credevo fosse il classico tipo incapace di stabilire una relazione seria. Ma se parliamo di.. ehm...-

- Se parliamo di sesso è la stessa identica cosa, June. Anche il quel caso non arriva mai a creare un'intimità con nessuno.-

Tiffany espone il suo pensiero con aria seriosa, instigando la mia curiosità.

-Perché?-

- Boh. Non ci riesce.-

-A fare cosa?

A questo punto però, lei sembra più confusa di me, perché cambia improvvisamente discorso.

-Will vuole solo sentirsi all'altezza di James. Fare quello che fa James. Vuole sentirsi accettato... e da un lato lo capisco. Non è mai stato facile per lui. Tutti gli vogliono bene ma nello stesso tempo...non fanno altro che trattarlo come "diverso".-

-Quindi voleva usarmi per fare colpo su James, per sentirsi alla sua altezza?-

-Usarti?- la sento scoppiare a ridere ancora.
-Esci da questa mentalità misogina, non sei un oggetto inanimato June. Hai il potere di scegliere. Se volevi farlo, potevi farlo. Pensi che non ti saresti divertita anche tu?-

Il suo tono si fa più malizioso e io non so più che pensare.
Tiffany mi ribalta sempre le prospettive e mi fa vedere la realtà da un'altra angolazione, è vero...
Ma in questo sono troppo simile a mia madre, è difficile farmi cambiare punto di vista.

-Non voglio dire che mi avrebbero usata, ma di sicuro non sarebbe stato corretto da parte loro. Io...Non l'ho mai fatto. E loro lo sapevano. Quindi sì, in un certo senso era un approfittarsi di me. In più la lucidità non è il mio forte al momento...-

Ma che sto dicendo?

-Se dovessero farvi un esame del sangue, probabilmente risulterebbe che saresti stata tu ad approfittarti di James, da quanto è sempre e costantemente fatto.-

La guardo corrucciata, finché lei non mi sgancia una leggera pacca sul braccio.

- E dai, scherzo! Ma... toglimi una curiosità, davvero non l'hai mai fatto?-

- No.-

-Niente niente?- sembra quasi stupita di dovermelo chiedere.
- Sei proprio...-

-Sì. Totalmente.-

"Inesorabilmente" oserei dire.

- Non ci credo...- la sento borbottare tra sé e sé.

Beh credici. Finirò nella tomba senza averlo mai fatto e se tu avessi la mia stessa fobia di levarti i pantaloni davanti a qualcuno, penso che capiresti cara Tiffany.

- June...-

Tiffany mi guarda negli occhi per un tempo indefinito, poi si solleva a sedere mentre io l'ammiro dal basso, ancora spaparanzata.

-Okay senti ti dico la mia, ma non dirlo a James.-

-Vai.-

-Quando si parla di te, credo sia tutta una questione di fiducia tra Will e James. Probabilmente Will voleva una prova di lealtà da parte del suo migliore amico.-

-Ne ha avute a bizzeffe, James non mi ha mai sfiorata. Né mai considerata in quel senso...- ammetto sottovoce.

-Il fatto che non ci abbia mai provato con te non è testimonianza di lealtà. Stiamo parlando di James. E proprio il fatto che si stia prendendo tutto questo tempo con te, ad essere strano.-

-Beh fa così perché non gli piaccio.- mormoro allungando le gambe che sento sempre più morbide e inconsistenti.

Tiffany scoppia a ridere dinnanzi alla mia uscita.

- O forse.. boh.. magari fa così perché sa che io non l'ho mai fatto e...-

Come sono finita a parlare di questo? Devo devo essere davvero tanto intossicata per arrivare a dire una cosa del genere.

-June tu non conosci James.
Se volesse scoparti nel primo angolino disponibile, lui ci proverebbe. Che tu sia vergine o meno. Che tu sia in piedi contro il muro o meno, che tu sia ubriaca o meno. Tanto lui è sempre fatto, pensi che gli importi qualcosa? Una ragazza vale l'altra.-

Le sue parole si accavallano nel mio cervello annebbiato, regalandomi immagini proibite che preferirei evitare.

-E quindi? Non capisco dove vuoi arrivare..- bisbiglio fissandola negli occhi color nocciola.

-Sto dicendo che con te è diverso.
E Will se n'è accorto, ecco perché.
È come se gli avesse chiesto "Fammi vedere che metti me al primo posto e non lei. Fammi vedere che lei non è speciale e non conta niente per te".-

-Come può essere così meschino Will?!- salto su inorridita.

-Sarebbe meschino se tu e James provaste qualcosa l'uno per l'altro, ma...-

-Io non provo niente per lui.- annuncio mentre le guance mi vanno in fiamme.

-Shh sta arrivando!- la sento ridacchiare portandomi una mano sulla bocca.

Dei passi si muovono oltre alla porta chiusa, ma poi sembrano scomparire in lontananza.

-Falso allarme. - scoppiamo a ridere come due bambine.

-Dov'è andato?-

-Penso a mangiare, come al suo solito.-

Tiffany si stringe nelle spalle.

-Mangia sempre? Dio che invidia..-mormoro sfiorandomi l'addome non totalmente piatto.

-Beh io non lo invidio per niente. James è a dieta da quando aveva tredici anni.-

-Cioè?-

-La boxe, il football, la palestra...
Gli hanno messo tante di quelle cazzate nella testa.-

Ripenso al suo corpo perfetto, poi a suo padre.

-È stato Jordan, vero?-

-No. Figurati. Jordan non c'era mai.-

-E quindi...?-

Ma la mia domanda non trova risposta, perché Tiffany si avvicina al mio viso con le labbra, causandomi un tremito lungo la spina dorsale.

-Basta parlare di Jamie. Mi dispiace davvero per prima. Ti senti meglio?- sibila strisciando le dita tra i miei fili biondi sparpagliati sul cuscino.

-Mi gira la testa.-

Lei scuote il capo giocherellando con una delle sue ciocche castane.

-Devi fare più attenzione, non si accettano drink dagli sconosciuti...- mormora sdrammatizzando con voce soffusa.

-Se pensi che ho persino accettato il vestito da una sconosciuta..-

Mi mordo il labbro, stupita per il mio tono che si fa improvvisamente più caldo.

-Devi ridarmelo infatti, il vestito.- bisbiglia lei nel mio orecchio.

-E quando...ora?-

Sollevo un sopracciglio, quasi sorpresa per la mia audacia.

-Esatto. Ora, biondina.-

Chiudo le palpebre abbandonandomi ad un sorriso, mentre le nostre labbra si scontrano dolcemente.
Sento la sua lingua soffice ondeggiare piano insieme alla mia, mentre averto la sua mano sfiorare la cerniera laterale del vestito.

Tiffany lambisce il mio fianco con una carezza avida, nel tentativo di abbassare la zip.
Io divento immediatamente di ghiaccio.
Non mi sento a mio agio a spogliarmi, non importa quanto alcol io abbia in corpo, non è sufficiente a far crollare le mie barriere.

Non so come, ma Tiffany sembra intuire il mio stato d'animo, tant'è che smette di giocherellare con la cerniera e affonda entrambi i palmi delle mani nel materasso, ai lati del mio viso.

Quando riapro gli occhi, la vedo sopra di me. Un caldo inspiegabile prende strada nella mia pancia, non appena sento la sua coscia nuda farsi spazio tra le mie gambe. Le divarico appena, senza mai slegare il bacio. Lei deve aver accolto quel gesto come un invito a continuare, perché comincia ad applicare un po' di pressione, sfregando la gamba contro le mie mutande.
Il mio respiro è così accelerato che mi sembra di scoppiare da un momento all'altro.

-Ma che cazzo Tiff!-

Per poco non casco giù dal letto per lo spavento. Tiffany si allontana da me con aria quasi colpevole.

-Che c'è James?- domanda lei con voce innocente, risistemandosi il vestito sulle ginocchia.

- Che cosa cazzo stai facendo?- la fulmina James.

La finta aria da brava ragazza di Tiffany è già acqua passata, perchè è di nuovo tornata a provocarlo.

-Da quando fai il guasta feste?- lo provoca lei.

James mi guarda malissimo interrompendo ogni mia risatina.

-Di solito è proprio l'opposto...- dice poi Tiffany, con un cenno d'intesa verso di me.

-In che senso?-

-Beh...è solo quando arriva James che comincia il divertimento.-

-Che vuoi dire?- sussurro portandomi una mano a conca davanti alla bocca, come se fosse sufficiente a non farmi sentire da lui.

Comincio a divagare con lo sguardo, tentando di non risultare troppo interessata.

-Niente. Non vuole dire niente.- mi fulmina James.

-Vuol dire che Jamie è talmente viziato che non si scomoda nemmeno a tirarlo fuori, se non ha almeno due ragazze davanti.-

I miei occhi cascano sulla bocca carnosa di Tiffany, che dopo aver pronunciato quella frase, si inumidisce, ricordandomi la sensazione piacevole del bacio di poco fa.

Ad un tratto sento la temperatura della stanza schizzare alle stelle.

James assottiglia gli occhi a due lame sottili, facendo scorrere avidamente il suo sguardo febbrile dal corpo di lei al mio. Poi si sofferma sulle mie gambe, che chiudo prontamente.

-Senti, è ora che vai. Bonnie sta venendo a prenderti.- dice con voce brusca.

-Sei diventato noioso, prima del riformatorio eri più divertente.- sentenzia Tiffany alzandosi in piedi.

-Del tipo?- chiedo io sottovoce.

-James era terribile.- risponde lei istigando la mia curiosità.

-Perché ora non lo è? Terribile.- stringo lo sguardo nel suo, ma lui è troppo impegnato a finire la sua fetta di pizza appoggiato allo stipite della porta.

Certo che neanche offrire...

-Ora è un angelo in confronto. Senti questa...-

Tiffany recupera un accendino dalla borsa, poi si mette a sedere a gambe incrociate sul letto.

-Togli quegli stivali dal mio letto e torna a casa, dico sul serio.-

-Vuoi restare da solo con lei...?- la sento bisbigliare sottovoce, rivolgendosi a James.

-No, voglio riportarla a casa sua e farmi una cazzo di dormita.-

-E dai, allora prima lasciami raccontare!- insiste lei, causandogli una smorfia contrariata.

James va in bagno a lavarsi i denti, mentre Tiffany si accende una sigaretta e comincia il suo racconto.

-C'era questa ragazza, era la figlia del proprietario dell'alimentari che c'è nella via che fa angolo con la scuola.-

Faccio cenno di no, quando Tiffany prova a passarmi la sigaretta.

-La vedeva ogni volta che andava a comprare le sigarette... Lei non lo considerava di striscio, pensava solo a studiare e ad aiutare suo padre. James si era messo in testa di volerla e non si è dato pace finché lei non ha ceduto.-

-Per ceduto, intendi...-

-Sì June. L'ha portata fuori, appuntamenti su appuntamenti, finché ad una festa non se l'è scopata. Siccome la ragazza voleva qualcosa di serio ma lui no, per ripicca lei l'ha detto ai suoi fratelli, che il giorno dopo sono arrivati a scuola e hanno picchiato James fino a lasciarlo in una pozza di sangue.-

-O mio Dio... e poi?!-

-E poi niente.- taglia corto lui uscendo dal bagno con la camicia sbottonata.

-E poi il qui presente Jamie, insieme a Will, Jax e Marvin, è andato a distruggere il negozio del padre.-

Resto di stucco. James fa slittare lo sguardo a lato.

-Ma... Cosa ne poteva quel poveretto?-

-Già... ha perso negozio e verginità della figlia, tutto in una botta sola.-sottolinea Tiffany.

-Dimentichi che gli ho restituito i soldi e ora lo stronzo ha un negozio decente, non una baracca di merda. Avanti White, muovi quel culo, adesso ti porto a casa.- ordina James indicandomi la porta.

-Vengo anch'io!- propone Tiffany.

Lui storce il naso, sembra di malumore questa sera.

- No. Già non ne reggo una, figurati due.-

-Oh davvero James? E dire che pensavo che fosse la tua specialità!.-

-Chiudi la bocca.- ringhia lui guardando il cellulare.

-Ora si è dato una calmata, June..-

-Avanti, è arrivata Bonnie. Ti aspetta sotto.-

Tiffany mi schiaffa un bacio al lato della bocca, poi si alza in piedi e barcolla verso la porta.

-La vuoi tutta per te vero?- la sento dire con un filo di voce.

-Buonanotte Tiff.-

-Da quando sei così egoista?-

-Sparisci.- conclude lui lanciandola letteralmente fuori dalla camera.

E poi il silenzio.

Solo il tonfo della porta che si chiude. E i suoi occhi blu e profondi su di me.
Per un attimo non so cosa pensare.

-Levati dal mio letto.-

-Okay.-

Lo dico senza muovermi di un centimetro.

-Sento le gambe molli.- biascico provando a tirarmi su.

Lui mi fissa con aria spazientita.

-Mi presti una maglietta tua?-

-Perché dovrei?-

-Perché dormo scomoda così e non so dove Tiffany ha messo i miei vestiti.-

-E dai per scontato che dormirai qui?-

-Te l'ho detto, non posso tornare a casa in questo stato.- spiego come fosse la cosa più scontata del mondo.

James soffia via l'aria dai polmoni, poi ruota gli occhi al soffitto, io intanto mi alzo dal letto con fare barcollante.
La testa mi gira ma raggiungo il suo guardaroba e senza chiedere il permesso, ne apro un cassetto.

-Non devi toccare le mie cose. Ma che cazzo fai!?-

Indietreggio spaventata davanti alla sua reazione e con la mia leggiadria più unica che rara, vado a sbattere il ginocchio contro lo spigolo della porta.
Comincio a piagnucolare finché non abbasso gli occhi e vedo una leggera ferita segnare la mia pelle, dalla quale esce un po' di sangue.

-Porca miseria sei davvero peggio dei bambini piccoli, White.- sbraita James, mentre zoppico fino al bagno.

Lo vedo spalancare l'anta di un piccolo armadietto appeso al muro, per poi voltarsi verso di me.

- Fammi vedere.-

- Ma che fai...-

Mi si spezza il fiato quando lo sorprendo ad inginocchiarsi sul pavimento del bagno, prima di agganciare la mia caviglia con l'interezza della sua mano.

-Sta zitta per una volta.-

Applica un po' di pressione sulla ferita con un batuffolo di cotone imbevuto d'acqua ossigenata, causando i miei lamenti.

-Ahi!-

-È solo un taglietto...quante cazzo di storie fai, Dio mio.-

Vengo scossa da un sussulto quando, dopo averlo medicato, James fa scivolare con dolcezza il suo pollice lungo il taglio, accarezzandolo lentamente.

Non posso fare altro che tenere lo sguardo piantato verso il basso. Non non ho il coraggio di guardarlo negli occhi ora, mentre con le mani divarica lentamente le mie gambe.
Si lecca le labbra e io sento di nuovo caldo.

-Portami a letto.-

James resta con il capo chinato sul mio ginocchio, solleva solamente gli occhi in modo fulmineo.
Una vaga sensazione piacevole riempie le mie vene quando i nostri sguardi si scontrano. Ogni volta che mi fissa in quel modo sento qualcosa di sconosciuto invadere con prepotenza il mio petto.

Sembra quasi di sentire la corsa degli gnu del Re leone.

E quel casino nella mia testa non si ferma neanche quando lui allunga un braccio, al quale mi sorreggo per innalzarmi in piedi.

- Sei sicura?- chiede ad un certo punto indicandomi il letto.

La sua domanda mi manda in tilt.
Così come la sua espressione seria e tormentata.

Sicura di cosa?
Invece che rifletterci però, annuisco evitando il suo sguardo che a volte diventa troppo sfacciato da sostenere.

-Metti questa.-

Mi sto sedendo sul letto, quando James mi lancia addosso una delle sue magliette.
La raccolgo con il broncio e quando noto che si sta sbottonando i pantaloni, compio un giro sul materasso per voltargli immediatamente le spalle.

Ok June ora che ti prende? Gliel'hai chiesto tu di rimanere qui...

Mi lascio andare ad un sospiro, poi prendo la sua maglia nera e la infilo sopra al vestito, quando sento delle risatine alle mie spalle.

-Certo che tu sei tutta strana.-

Abbasso la t-shirt che è più lunga dello stesso abito che indosso e provo a sfilare quest'ultimo dal basso.

-O nooo!!!-

Sento un crack provenire dal vestito, quel rumore mi fa sobbalzare.

-Chi è il genio che si spoglia in questo modo?-

-Aiutami!- mi lamento indicando il tessuto incastrato lungo i miei fianchi.

-Hai appena squarciato il vestito di Tiffany?- scoppia a ridere James.

-Tira per favore.-

Tento di sguisciare via dall'abito, ma i miei fianchi impediscono il passaggio al tessuto. Mi sdraio sul letto nella speranza di facilitagli il lavoro, mentre James applica un po' di forza e lo tira via con un colpo secco.

Che figura, dio mio.

-C'era una cazzo di cerniera, White.- mi prende in giro guardando il pezzo di stoffa leggermente lacerato sul lato.

Con i riflessi di un felino addormentato mi tiro giù la maglietta che era rimasta sollevata, prima che lui possa posare lo sguardo sulle mie gambe scoperte.

- Specializzata nel rompere vestiti altrui...-

- Ma che dici?-

- A casa di Will hai fatto lo stesso. Quando sei tornata mezza sanguinante con il vestito a brandelli.-

La collera instillata dalle sue parole canzonatorie fuoriesce prorompente.

-Mi hai chiusa in uno scantinato e non mi hai mai chiesto scusa!- strepito indignata rimettendomi a sedere.

James gattona sul letto e si avvicina così tanto al mio viso, da farmi dimenticare come si respira.

- Hai ragione...- sussurra poi con voce suadente.

Adesso mi chiede scusa? Non ci credo.
E poi dovrei credere ad uno che non ha i pantaloni addosso?

- White..-

Resto in attesa che lui lo dica, mentre tento di non sciogliermi sotto alle sue labbra provocanti che mi solleticano la
gola.
Trattengo il fiato.

-Perché non ti fotti...?-

-Ti odio James!-

Lui scoppia a ridere e per poco le nostre bocche sorridenti non si sfiorano.

-Tu devi sempre stare mezzo nudo vero?-

-Qualche problema?-

Sì, parecchi. Ricordati cos'ha detto Tiffany poco fa. È uno che le usa le ragazze, tienitelo bene a mente, June.

- Che cazzo vuoi?- dice poi quando mi sorprende a fissarlo.

-Ma che vuoi tu?!- bofonchio imbarazzata.

E diventa tutto meno onirico, diventa tutto più reale, quando il suo respiro caldo stuzzica il lobo del mio orecchio.
La sensazione è troppo piacevole e mi scappa un gemito involontario.

Miseriaccia June, non è il momento per imbarazzarti, ne combini una dopo l'altra, ci sarà abituato ormai

-Sei ubriaca e anche se non lo fossi, sei la ragazza di Will.-

Adesso giuro lo picchio.

-No scusa, qualcuno te l'ha chiesto?-

Lo vedo lanciare gli occhi in alto, arricciando il labbro superiore.

-Lo stai dicendo nel caso ci fossero telecamere nascoste, James?-

Lui mi fissa di sbieco stavolta.

E fattela una risata

-Comunque... aggiornati. Non lo sono più.- dico seria.

Lo guardo corrucciare lo sguardo per poi mettere su una faccia sospettosa.

-Cosa?-

-Lo sai cosa...-

-Pensi cambi qualcosa che tu lo sia ancora o meno?-

Mi sto perdendo.

-Sei ubriaca e poi...-

-Siamo.- lo correggo.

-Eh quindi dove vuoi arrivare White?-

Ma perché non sto mai zitta?

-No niente.. dicevo solo...sottolineavo i tuoi ehm...-

-Senti non provare a fare giochetti con me, ragazzina.-

-Sennò che fai?-

James non parla ma lascia scivolare gli occhi lungo il mio corpo tremante sotto al suo, mettendomi in soggezione. Resta in silenzio mentre lo guardo togliersi la camicia.

-Ti faccio una domanda.-

-Falla.- replico sollevandomi sui gomiti.

-Ma tu rispondi sincera.-

-Sto aspettando Jamie.- lo prendo in giro.

Lui però non aspetta oltre, si abbassa verso di me e in un attimo il suo petto combacia con il mio.
Sento il calore dei nostri copri premuti, sto per prendere fuoco.

-Che pensavi di fare nel mio letto, ragazzina?-

Lo osservo esterrefatta. È una provocazione, è chiaro.

- Niente.. dato che nella mia immaginazione, tu avresti dormito per terra.-

Mi mordo il lato del labbro per l'affronto un po' troppo ardito, lui intanto restringe lo sguardo ad una lama sottile.

-Devi sempre fare la stronza, vero?- bisbiglia sovrastandomi con la sua bocca rosea.

-Ha parlato.-

Innalzo il mento senza paura e incontro il suo respiro che sa di menta e stranamente, non di tabacco.

- Stai parlando troppo per essere una che sta a gambe aperte sotto di me.-

-Io non ... -

Vorrei dirgli che non sto a gambe aperte nel suo letto, ma non trovo le parole, così provo a chiuderle ma la presenza del suo corpo che si fa più insistente tra le mie cosce, mi impedisce qualsiasi movimento.

- James...-

Il suo petto comincia a muoversi ritmicamente, mi chiedo se andasse così veloce già da prima.
Sento una strana connessione ogni volta che mi guarda così e quando abbandona la fronte sulla mia, chiudo gli occhi istintivamente.
E lui fa lo stesso.

Non so perché lo faccio, ma poso entrambe le mani sul suo petto nudo, il mio palmo destro combacia con il suo cuore.

Forse ho osato troppo perché quando riapro le palpebre, i suoi occhi blu mi stanno penetrando, sento le pupille bruciare per il suo sguardo così profondo.

Mi fa sentire strana la sensazione dei nostri corpi così vicina, è come se il suo fosse in grado di trasmettere elettricità al mio.

-L'avresti fatto.- sussurra nel mio orecchio ad un certo punto.

-No.- mi affretto a rispondere.

-Non sai neanche di cosa parlo.-

Sta parlando di lui, me e Will.

- So di cosa parli e la risposta è no.- insisto con il battito affannato.

-Non ne sarei poi così sicuro...-

James accarezza la mia guancia con il respiro, senza smettere di fissarmi le labbra.

-Da cosa lo avresti capito?-

-Lo sento.- mugugna con voce bassa, prima di far scivolare le punta delle dita sulle mie cosce scoperte.

L'intensità della sua occhiata mi sta facendo impazzire, risucchio un respiro che mi si era incastrato in gola, lui si morde le labbra puntellando le mie con quelle iridi color notte.

Ma che aspetti?

Non so perché lo faccio, ma chiudo gli occhi. Come se bastasse quel gesto a convincere uno come James Hunter a baciare una come June White.

E non accade.

Perciò presa da un momento di coraggio mi sporgo verso l'alto e afferro la catenina appesa al suo collo e l'attiro verso di me.
A James scappa un gemito, finché non schiude quelle dannate labbra per parlare.

-Dio mio...-

Il suo tono di voce così eccitante mi fa tremare.

- Cosa?- chiedo quasi impaurita.

- Prima o poi qualcuno ti sbatterà per bene, ragazzina.- sussurra sulla mia bocca facendomi sussultare.

-James...-

-E cazzo.. quel qualcuno vorrei tanto essere io.-

-Come... hai... detto?-

Sgrano gli occhi, incredula.

-Niente, andiamo.- sillaba lui tirandomi dal braccio, con l'intento di trascinarmi via dal letto.

-Perché? Dove?-

-Ti accompagno a casa.-

Ma..

-Voglio restare qui.- dico rotolandomi nel materasso.

-Non posso dormire con te.-

Posso prenderlo sul serio? Indossa solo un paio di boxer mentre mi dice una cosa del genere...

-L'abbiamo già fatto.- sollevo le spalle come se la mia affermazione fosse di poco conto.

-Sì ma non così cazzo.-

-Che cambia... dobbiamo solo dormire...-

-Che cambia? Devi essere proprio essere ubriaca per non accorgertene.-

-Sono tutte scuse. Dormi da un'altra parte allora. Io da qui non mi schiodo.- ribatto decisa.

-Tu vuoi mettermi nei casini, ragazzina.- sbuffa prima di tornare sopra di me.

-Chiudi gli occhi e dormi, che problemi hai?- lo provoco senza scollare gli occhi dei suoi.

Lui fa oscillare lo sguardo lungo il mio corpo che giace sotto di lui.

-E che...-

- A parole tue James...- lo prendo in giro.

-Non sono abituato a questo.-

-Questo cosa?-

- Questo. Non lo so. Dovermi trattenere così tanto. Per cosa poi?-

Ma di che sta parlando?

-Di che parl...-

Non sono abbastanza svelta nel chiederglielo, che James mi blocca sul materasso con una mano ben piantata nel mio fianco.

-Della voglia fottuta che ho di prenderti ora, su questo letto.-

Sento il labbro tremare e quando il suo corpo premuto tra le mie gambe rivela un calore inaspettato, comincio persino a dubitare di me stessa.
Voglio lui.

Oddio, voglio lui?

-Ma non lo farò.- aggiunge poi facendomi scendere dalle montagne russe.

-No certo.-

Ingoio un sospiro tremolante.

Mi stai facendo uscire di testa, basta.

-Senti io ho sonno. Buonanotte.- annuncio poi voltandomi dall'altro lato, con il cuore a mille.

-Eh, infatti è meglio se dormi. -

Anche James mi dà le spalle e si gira dall'altra parte, facendomi sentire piccola contro la sua schiena enorme.

-Chissà come sarebbe...-

Oh no.
Nel buio mi scappa un pensiero ad alta voce, che ormai non posso più rimangiare.

-Non mi sembra il caso di scoprirlo ora. Fidati.- ringhia lui affossando la testa nel cuscino.

Maledetto Austin. È lui la causa della saga di figure di merda della mia serata.

🦋

Quando riapro gli occhi è già mattino. James è ancora qui. Lo sento dal suo profumo e da come il suo corpo si modella sul mio... ma soprattutto, da come il suo braccio possente mi tiene stretta contro il suo petto. Non c'è malizia, solo quella strana sensazione che mi aveva avvolta quando ci siamo risvegliati insieme a casa di William.

Apro un occhio quasi impaurita.
Vedo delle sagome davanti a me e per poco non perdo un battito.

Mi strofino entrambe le palpebre e metto a fuoco.

-O mio dioooo ci sono dei bambiniiii?!!!!- urlo quasi impazzita.

- Ma che cazzo dici...- mi rimprovera James con voce assonnata, spingendo più a fondo la punta del naso contro la mia gola.

Sarebbe bello ma ahimè, non è un incubo: ci sono per davvero Jasper e due bambine identiche, davanti a me, nel bel mezzo della stanza.

-Chi è!- urla una bambina che avrà sì e no cinque anni.

-Chi sei! Rispondi!- esclama l'altra puntandomi una pistola giocattolo contro la faccia.

Mi tiro su a sedere, ho in testa dei rovi al posto dei capelli e sono più confusa che mai. Il cervello mi vortica impazzito.

-Sono...June?-

Le due bambine cominciano a correre in cerchio urlando, fregandosene altamente del mio mal di testa insopportabile.

-June ama James! June ama James!-


Ahhahahahaha

Ora sincere, vi è piaciuto il capitolo? Non sono mai mai mai soddisfatta, mannaggia

Un po' di chiacchiere

🦋 nel capitolo precedente James dice a June di non uscire con il bicchiere, solo per evitare di farla bere oltre, dato che la vede già alticcia. Le strappa il drink dalle mani e ne beve un sorso per controllare che sia tutto "normale"

🦋 comunque ragazze ho adorato tutte le ipotesi che sono uscite nel capirlo precedente! Molte di voi avevano capito che c'era qualcosa di strano nel comportamento di June, ma le ipotesi su Will che drogava il drink erano un po' estreme.. in questa storia non esistono personaggi al 100% buoni o al 100% cattivi, essere vittime non significa a sua volta non essere carnefici e viceversa

(ma so che odiate Ari quindi vi risparmierò suoi Pov futuri hahahdhdhd)

🦋 io sono costretta a dirvelo, se vi scandalizzate per quel pezzettino finale del capitolo precedente, abbandonate la nave finché siete in tempo 😇

🦋so che siete interessate alle vicende di June, James e Will, ma ricordiamoci che del passato di James non sappiamo ancora nulla..

🦋 fino a qui la storia è piuttosto spensierata, ma metterò dei disclaimer quando si tratteranno argomenti un po' più pesanti... in ogni caso, tenterò comunque di mantenere l'atmosfera il più leggera possibile

i prossimi capitoli vi piaceranno ♥️

a presto

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