31. I don't love the players, but you love the game


Ci ho visto male.

Devo aver visto male.

Il nodo in gola inizia a stringere, fino a darmi l'impressione di soffocare.
Voglio tornare a casa. Ora.

-June ma sei sicura di star bene?-

Il calore della voce di Blaze mi riporta alla realtà.

-Non... no. Cioè sì. Sto bene.-

Apro la bocca per assumere più aria possibile, improvvisamente il locale mi sembra più afoso e soffocante.

-Ma che hai visto?- chiede ridendo mentre io vengo assalita dai sudori freddi.

-Niente.-

-Voi due che fate?-

Blaze e Jackson si scambiano uno sguardo veloce.

-Niente.-

Poi il biondo si chiude la zip del giubbotto sotto agli occhi grigi di Blaze, che ripercorrono tutto il torace massiccio del biondo dal basso fino all'alto.

-Dobbiamo accompagnare a casa Will.- dichiara Jackson indicando William che sta ancora chiacchierando con Marvin. -Anche se vorrei sapere dov'è finito James, ora.-

Già anche io vorrei sapere dove sta, letteralmente.

Sotto o sopra?

Oddio June non è il momento per il sarcasmo!

Compio un balzo all'improvviso perché inaspettatamente me lo ritrovo davanti. Sento le gote avvampare con un'intensità bruciante, quando poso lo sguardo sulle sue labbra, sembrano più rosse e carnose del solito.

Non avrei dovuto sbirciare, sono di sicuro saltata alle conclusioni sbagliate.

Con un gesto repentino James chiude la tenda scura dietro alle sue spalle possenti.

-Andiamocene.- ordina ai suoi amici, ignorandomi completamente.

-Dove...?-

Non posso credere di averlo chiesto ad alta voce.

Lui mi incenerisce con uno sguardo fulmineo.

-Secondo te dove cazzo vado? Accompagno a casa Will che non si regge in piedi. Andiamo Jax.-

Blaze si stringe nelle spalle mentre gli restituisco il sorriso, sembra davvero un bambino piccolo in mezzo a quei due.

- June vieni, ti accompagno.- dice poi facendomi un cenno con il capo.



La mamma di Blaze mi dà un passaggio per tornare, ma io sono così pensierosa che non spiaccico parola per tutto il tragitto.
E quando finalmente sono sotto casa, mi arriva chiamata William. Chiudo la porta d'ingresso a doppia mandata, poi in preda alla curiosità rispondo al telefono.

-June?-

-Stai meglio Will?-

Non si direbbe dal tono di voce, infatti biascica qualcosa ma è toppo ubriaco per farsi capire.

-Ti ho detto cose che non volevo?-

A me lo chiedi?

-Lascia perdere Will, pensa a rimetterti e a riposarti.-

-Torni da me?-

-Cosa? Ora?- La mia voce acuta tradisce un po' di incredulità.

-Vieni da me June?-

Non devo neanche pensarci questa volta. È un no chiaro e tondo.
Sta diventando tutto troppo tossico. Non era così che mi ero immaginata il rapporto con Will. Forse è proprio lui che me lo ero immaginato diverso.

-No. Mia madre è tornata, non ti preoccupare.-

Non è vero, gli ho appena detto una piccola bugia, ma in questo momento sento di avere il bisogno di stare da sola e metabolizzare tutto ciò che è accaduto durante la serata.

Le parole di Taylor, di Tiffany, l'incontro con Austin e la sfuriata di Will. Poi ciò che mi ha detto Blaze e infine...James. Forse loro hanno deciso di vivere così, salendo su un'auto sportiva da guidare senza freni, magari pure bendati. Ma io ho bisogno di scendere da questa folle corsa ogni tanto.

-Sei una piccola bugiarda, White.- scandisce James dall'altra parte del telefono.

-Ridammi il cellulareeeeee- sento Will lamentarsi.

-Lo stai riportando a casa?- domando accigliata.

-Chiudi la porta a chiave e va a dormire.-

James indurisce il tono di voce, facendomi sbuffare.

-Sì ma mi scrivi quando tornate a casa sani e salvi?-

-No.-

Stronzo.

Poi un pensiero mi passa per la mente.
E se... quando io e Will ci baciamo, James guardasse lui e non me?

Ma che stai blaterando June

Solo mia madre avrebbe un pensiero così retrogrado: sono amici e basta, a prescindere da tutto.
E il mio intuito me lo conferma.
Vorrei avere la stessa certezza con Jackson però...

Metto giù la chiamata e filo in bagno a lavarmi e cambiarmi.
Sono confusa, infastidita. Gli imprevisti non mi piacciono, tantomeno se mi lasciano così disorientata.
Non so che pensare ora.
Prima Will con i suoi comportamenti imprevedibili, poi James.
Indosso i pantaloncini del pigiama, ma quando apro il mobiletto del bagno per prendere un dischetto di cotone, mi accorgo del mio arriccia capelli. L'impulso è stato forte prima.
Fortuna che non ero a casa.

Poi però una vibrazione mi distrae e mi fa voltare verso il letto, dove ho lasciato il cellulare.

la coerenza è sopravvalutata

Sbatto le palpebre ripetutamente, come a voler comprendere meglio la frase di James.
In che senso?

abbiamo un filosofo
chi l'avrebbe mai detto

siamo a casa sani
e salvi, contenta?

Ah nel senso che prima mi dice che non farà una cosa, ma poi la fa? Sostiene che non gliene importa nulla di me, ma poi...

grazie

già ringrazi? guarda che non è tuo, me lo devi restituire

Mi lego i capelli appena spazzolati in una treccia laterale, poi rifletto sulle sue parole.
Ma di che parla ora?

ti dico grazie perché ti
prendi sempre cura di Will,
nonostante tutto

ci puoi dormire solo
per questa notte

L'orsacchiotto?

quanta gentilezza,
ma forse dimentichi che
l'ho restituito a Jackson

sicura?

Fisso lo schermo, poi non so che mi prende, scendo al piano di sotto e spalanco la porta d'ingresso.
Non ci credo.

L'orsacchiotto con la sua espressione mansueta se ne sta seduto sulla vecchia sedia a dondolo del pianerottolo.

tu sei proprio cretino. grazie

Lo scrivo mentre un piccolo sorriso affiora sulle mie labbra.

solo per questo?

hai fatto altro per cui vuoi
essere ringraziato?

magari non ancora

Perché devo sempre pensare male?

in che senso?

così tanto indietro stavolta?

Mi irrigidisco subito.

che gioco è James?

lo sai che gioco è

Ma con chi crede di parlare? Pensa di potermi prendere in giro a suo piacimento?

Mi infilo sotto alle coperte, l'orsacchiotto è talmente grande che mi tocca metterlo al fondo del letto sennò mi ruba troppo spazio. Mi rannicchio in un angolo, così da non scalciarlo giù, poi lancio un'occhiata fuori dalla finestra. Forse è meglio se chiudo la serranda. Non mi sento sicura da quando Austin è venuto qui, ho sempre un po' d'ansia a stare a casa da sola.

dici che posso
dormire tranquilla?

sono passato sotto casa
tua prima di tornare

Non ci credo.

non è vero

poi ho chiesto in giro,
quei due coglioni sono al club
non devi aver paura

Reprimo un altro piccolo sorriso sotto al lenzuolo.
Mi piace quando lo dice, non posso negarlo.

quindi dici che non devo preoccuparmi?

no sennò sarei
rimasto lì da te

Resto ipnotizzata a fissare il suo messaggio. Questa sera non è ubriaco, che scusa ha?

non ti avrei fatto entrare

gli scalini fuori non sono
poi così scomodi

Sorrido ancora.
Ma subito dopo mi agito.
Non cadere nella trappola, June. Sarà anche protettivo, ma lo fa solamente quando è da solo con te.
Domani sarà di nuovo lo stronzo di sempre, già lo sappiamo.

Will sta meglio?

si ora dorme

Non avrebbe dovuto bere. Mi chiedo che gli sia preso...

e tu non dormi?

Ormai l'ho inviato. Mi accorgo troppo tardi della pericolosità della domanda.

no tu?

non ancora

e fammi indovinare...
pigiama con le banane?

risposta sbagliata. tu
niente accappatoi ridicoli?

risposta sbagliata ragazzina

vado a dormire James

già fatto?

Che stronzo, lo sapevo

"ero solo ubriaca l'altra sera quando l'abbiamo fatto..."
Cancello subito il messaggio perché non è quello vorrei dirgli.

ti lascio col dubbio

ci vai pesante oggi

Io? Detto da te che fai cose così al limite della decenza...

ha parlato quello sempre
molto sottile e mai volgare

molto sottile?

Ruoto gli occhi al soffitto.

sottile, hai capito bene

aahah mi sa che tu non
hai capito ragazzina

a parole siamo tutti
ciò che vorremmo essere

ti lascio alla tua convinzione..
ma quindi farai coppia con Hood?

ma gli affari tuoi?

sì o no?

non lo so ancora
che ti frega?

tu non ci vai da lui

hahaahahaha

che cazzo ridi?

non sapevo di doverti
qualcosa, ma ora che
lo so farò proprio
come dici tu guarda

dico sul serio

no io dico sul serio,
anche meno James...
anche meno

fottiti da sola allora

non capisco quale sia
il problema se vado da Brian

Non risponde più.
Si sarà mica offeso?

guarda che mi ha chiesto
solo di studiare insieme

guarda che non me ne frega un cazzo di quello che fai

Raccolgo un po' di audacia poi rispondo.

non sembra 

sai troppo su di noi,
non voglio che stai con lui
e finisci per raccontargli
cose che non gli riguardano

certo certo...

senti fai quello che ti pare

quello sempre

brava

lo so

quanto mi fai incazzare

quanto?

hai finito di prendere per il culo?

è divertente però

spero ti venga un crampo
alle dita cazzo

quando a te verrà alle palle

ti giuro che se non
la smetti vengo lì

sto già tremando
dalla paura

le gambe, quelle
ti faccio tremare

Inizio a smangiucchiarmi il pollice con fare nervoso.

fallo venire da te piuttosto

cosa

Brian

cosa c'è a casa di Brian,
cadaveri in giardino?

che deficiente che sei
vai a dormire

non ho sonno

allora smettila di
tenerle impegnate
per scrivere

Che idiota.

🖕🏻 questo dito è tutto per te

per te almeno due,
dici che ti bastano?

che schifo

ma quanti anni hai che
non puoi fare un fottuto
discorso serio
senza vergognarti o schifarti

ahah perché ti pare un
discorso serio?
cosa c'è di serio
in quello che scrivi

la smetti di girarci intorno?
rispondi cazzo

a cosa

preferisci con anelli o senza

Si sta davvero riferendo a quello?

mai provato

facciamo con, allora

Sento caldo. Nelle guance e nella pancia.

James...

è tanto sbagliato?

forse è tutto sbagliato.

e due sono troppe?

E io cosa ne so?

non lo so

riesci?

Chiudo gli occhi, come a non voler rendere conto a me stessa di ciò che sto per fare.

e quindi?

com'è?

un po' di fastidio.
buonanotte James

Sento le guance bruciare per l'imbarazzo, perché mi infilo in queste situazioni?!

buonanotte un cazzo,
di sicuro mi è passato
il sonno per colpa tua

Quindi vale sempre la stessa regola del "non me ne frega niente di te ma siccome mi va, ci perdo tempo?"
L'abbiamo già fatto. Non dovrebbe passare alla prossima?

ho la conferma che
ti annoi James

la noia a volte è una scelta

stai facendo il filosofo
proprio mentre scrivi
con una mano sola?

no è perché sembri non capire

cosa c'è da capire

credi davvero a
tutto quello che dico?

ti stai dando
del bugiardo ?

no ma se lo dico, non ci credere..ho sempre di meglio da fare

tipo farti una tizia
ubriaca a caso ?

E il suo fidanzato? Ma questo non lo scrivo.

sono scelte

Sì certo, uno come lui che rinuncia a farsi una qualsiasi per stare qui a scrivere con me... come no. Lo starà facendo con altre dieci.

quindi sono scelte?

beh scelta sbagliata Jamie,
sogni d'oro



🐳

Arrivo a scuola leggermente in ritardo.
Non sono abituata a fare tardi la sera, tantomeno se poi devo svegliarmi presto il giorno seguente. 
E invece che pensare al compito di inglese e all'interrogazione saltata di ieri, ho tutt'altri pensieri nella testa.

-Buongiorno.-

Jackson ricambia il mio saluto quando giungo in corridoio.

- Non per tutti.- dice poi voltandosi verso James che beve caffè con la faccia scura rivolta verso la finestra.

-Dov'è Will?-

-In classe.- mi avvisa Jackson.

Così prendo un grosso respiro e mi infilo nell'aula.
Quando William mi vede sulla soglia, china immediatamente la testa colma di capelli color biondo cenere.

-Da uno a dieci quanto sono stato pessimo ieri?-

-Non avresti dovuto bere.- asserisco lanciando il mio libro di chimica sul banco.

-Ti ho offesa?-

Mi guardo in giro. Non c'è nessuno oltre a noi, perciò decido di rispondergli.

-No. Cioè forse indirettamente.-

-Scusa. Ricordo solo che James mi ha portato a casa.-

"Dovremmo tirare il freno a mano Will, tu un po' mi spaventi..."

Ma come glielo dico senza ferirlo?

- Tieni ti ho preso il cappuccino alle macchinette.- sospira allungandomi una tazza sul banco.

-Grazie Will. Senti penso che sia arrivato il momento per...-

James entra in classe e la gola mi si secca all'istante.

- Per?- incalza William, incurante della presenza del suo amico.

Di sicuro non mi metto a discutere davanti a lui.

- Magari ne parliamo quando siamo da soli.- bisbiglio sottovoce.

William annuisce distrattamente, poi si alza in piedi.

-Abbiamo lezione nel laboratorio, ma prima ho bisogno come minimo di altri tre caffè.-

Lo guardo scompigliarsi i capelli prima di lanciarmi un'occhiata spenta. Sembra stanco. E io non posso fingere che ieri non sia successo nulla.
Le cose ci stanno chiaramente sfuggendo di mano. Ieri sera si è comportato in quel modo e oggi vuole fare finta di niente?
Okay, posso momentaneamente passarci sopra... ma ieri mattina ha minacciato Brian?
In quel caso non era ubriaco, cosa si sono detti? Su questo non ci voglio passare sopra. Nè tantomeno su quello che mi ha confessato Blaze: se prima era una supposizione, ora ne ho la certezza. Hanno davvero aggredito il preside. Non mi importa delle ragioni, su ciò non posso sorvolare.

- Ehm... Will?-

Lo guardo stropicciarsi gli occhi, ha il viso un po' più sbattuto del solito oggi.

- Di che avete parlato tu e Brian ieri? Qualcosa che riguarda me o...-

- No, no. Tu non c'entri niente, tranquilla.-

Ah?!

Sollevo un sopracciglio. In che senso?

-Tu lo fai il compito di storia, quello da fare a coppie?- domando confusa.

-Ma è da fare per fine mese, no? Comunque credo di sì non ci ho ancora pensato, perché?-

-Brian mi ha chiesto di farlo con lui. La sua media è penosa, credo abbia bisogno di qualcuno che vada bene in storia...-

-Okay.- si stringe nelle spalle come se la cosa non lo riguardasse.

Okay? Okay un cazzo, Will!

Inizio a pensare che la scenata di ieri non riguardasse me.
E poi non gli importa se studio con Brian o meno, il che è un bene, ma perché è un problema solo per James?

-Ci vediamo al laboratorio di chimica, passo alle macchinette. Ti tengo il posto June.-

Resto a fissarlo mentre esce dalla classe con passo calmo.

- Ma porca...-

James fa accidentalmente scivolare il cucchiaino a terra e si schizza un po' di caffè sui pantaloni scuri.

-Che cazzo ridi?- mi punta con due sfere infuocate.

-Parlando con Will sembra che non ci siano tutti questi cadaveri a casa di Brian Hood...-

Lo stuzzico prima di trangugiare una sorsata di cappuccino ormai tiepido.

Guardarlo dritto negli occhi mi mette un po' in soggezione, sopratutto se ripenso a cosa mi ha scritto ieri.
Anche se a dirla tutta, io ho ben poco da sentirmi a disagio... dovrebbe sentircisi lui, che però non sembra sapere cosa sia la vergogna.

Lo vedo posare il caffè sul suo banco, poi si avvicina pericolosamente alla mia figura. Mi ritrovo ad indietreggiare verso la cattedra, contro la quale sbatto il sedere inavvertitamente.
Faccio in tempo a lasciare il bicchiere sulla superficie prima che mi si rovesci in mano, mentre James mi blocca contro il tavolo.

-Pensi di provocarmi?- domanda con sguardo sottile mentre con le mani salde sulla scrivania, ha già incastrato il mio corpo.

- Sto solo dicendo che sei l'unico a cui dà fastidio. Per Will non ci sono problemi se vado da Brian.-

Della serie... dimmi cosa c'è sotto

-Chiama lui allora quando ti servirà. Perché ti servirà.- ringhia indurendo la mascella ben delineata.

-Sei nervoso, rilassati.-

Ma improvvisamente quella agitata divento io, perché James fa scorrere il pollice lungo il lato del mio labbro inferiore, per togliermi un po' di schiuma del cappuccino.

Divento di pietra, anche il sangue nelle vene sembra ghiacciarsi di fronte a quel gesto così intimo. I miei occhi cascano sulla sua bocca rosea, si lecca le labbra con un movimento rapido, poi aggancia i miei fianchi con entrambe le mani.

E dopo il freddo arriva subito un caldo, insopportabile.

-James non...-

-Cosa?- sussurra mentre presa intorno ai miei fianchi si fa più stretta.

-Forse avevi ragione... quando un po' di tempo fa hai detto dobbiamo stare distanti.-

Lui compie un ghigno lasciandosi andare ad un piccolo sbuffo prima di mordersi il labbro.

-Fingi quanto vuoi, ma anche a te piace il gioco pericoloso.- sussurra con voce avida nel mio orecchio.

Perché? Mi chiedo solo perché ora deve fare così?

-Non so di cosa parli. Hai cominciato tu. Sempre. Sei tu che mi provochi.- provo a fronteggiarlo a testa alta.

-Magari è solo perché mi diverte.-

Sento lo stomaco bruciare davanti alle sue parole.

- Ma a me non va di farti divertire.- sussurro a fatica.

-Perciò perché non mi lasci in pace?-

- Sei solo una bambina del cazzo.-

Non avrò capito cosa vuole da me, ma di sicuro ho compreso bene che qualsiasi cosa sia, io non sarò disposta a dargliela.

-Questo lo dici alle tue amichette che a giudicare da ieri sera, non sono neanche in grado di soddisf..-

-Hunter? White? Che succede?-

Il professore d'inglese si affaccia sulla classe squadrandoci in malo modo. Esamina l'orologio al polso, poi un'altra occhiataccia rivolta ad entrambi.

-Staccati da lei, subito.- intima con voce seria rivolgendosi a James.

Lo vedo entrare nell'aula, dove posa la sua borsa stracolma di compiti e cartelline.
Guardo James che invece che ascoltare il prof e lasciarmi libera, immerge una mano nel mio fianco per attirarmi di più a sé con una stretta avida.
La mia gonna si solleva appena a contatto con il cavallo dei suoi pantaloni.

- Sei impazzito?- sibilo sottovoce.

- Poi, altre richieste prof?- lo istiga James con il mento rivolto verso l'alto.

Il professor Beckett scrolla il capo colmo di ricci castani.

-Hunter non dovreste essere qui. Non avete lezione in laboratorio?-

-Sì ora ci leviamo dalle palle. Paura che roviniamo la sua ora di...relax?-

-Devo correggere i compiti, non voglio distrazioni. Andate a fare lezione.-

-Correggere i compiti...- ridacchia James mentre abbandona i miei fianchi per infilarsi le mani in tasca.

Mi chiedo se sia vero ciò che Amelia ha raccontato a James.
Scruto di sottecchi il viso del professore, non ci vuole tanto a rendersi conto che ha dei connotati perfetti. Occhi taglienti, labbra sporgenti e naso dritto. Insomma.. è davvero bello, ma.. è grande.

-White?-

James mi schiocca le dita davanti al viso quando resto imbambolata a guardare il prof che si siede alla cattedra per correggere i compiti.

-Che cazzo di problemi hai?- mi rimprovera mentre usciamo dall'aula.

-Moderare i termini Hunter.- lo rimbecca il professore.

-Ma vattene a fanculo.- sputa James quando ormai siamo in corridoio.

Quando entriamo nel laboratorio di chimica, la maggior parte dei nostri compagni è già lì.
Gli occhi chiari di Jackson ovviamente ci sono addosso non appena vi mettiamo piede.
Neanche il tempo di salutare i suoi amici, che James viene immediatamente richiamato da qualche ragazza alle ultime file che gli fa cenno di avvicinarsi.

Ho fatto bene a tirarmi indietro ieri.
E lo farò sempre.
Blaze ha ragione, si diverte a prendermi in giro come fa con tutte le altre. O forse dovrei dire... tutti gli altri.

Jackson mi sta ancora fissando in malo modo, tant'è che quando gli passo davanti compie un cenno di dissenso con il capo.

-Lo so che pensi male di me.- esclamo sedendomi nel banco di fianco a lui.

-Ah sì? E chissà come mai.-

-Non è come..-

-Non è come sembra, non ti piacciono tutti e due, no no...-

Jackson mi butta le parole in bocca urtando il mio sistema nervoso.

-Senti smettila.-

-Tu smettila White. E chiarisciti le idee.-

-Le idee le ho chiare. Di certo non voglio ferire Will.-

Lo vedo scoppiare a ridere di gusto, poi torna a fissarmi con le labbra strette.

- Ferire Will? Ma chi ti credi di essere? Tu davvero credi che Will sia innamorato di te?-

- No però...-

- Non lo conosci.- taglia corto lui.

Di nuovo con questa storia?

-Spiegati allora.-

-Ah. Lascia stare.-

-June quello è il mio posto, ma le mie ginocchia sono libere se vuoi.-

Marvin mi arriva davanti con un sorriso, indicando il posto in cui sono seduta.

-No, grazie.-

Mi alzo stizzita e raggiungo Will che nel frattempo non ha sedute libere a fianco.

-Scusa June, era il tuo posto ma... sai com'è fatto.-

William indica James che sta masticando la gomma con la mascella contratta, seduto vicino a lui.
Dò una rapida occhiata in giro per esaminare la classe ormai completamente piena, ben presto però, mi rendo conto di avere degli occhi puntati addosso, carichi come due fucili. Amelia e Ari.

Porca miseria...

- Siediti qui se vuoi.- mi invita Will.

Così mi accomodo sulle sue gambe, ma invece che continuare a parlare di calcio con due ragazzi nel banco a fianco, Will sposta le mie lunghe ciocche di capelli dalle spalle, per lasciarmi il collo libero di ricevere un bacio.

- Uh.-

Ho un sussulto, non mi aspettavo quel gesto da parte di Will.
Né tantomeno la mia reazione.
Reprimo l'istinto di arcuare il collo, ma quando sposto gli occhi a lato noto che James è sempre qui vicino a noi e mi sta fissando con i suoi occhi affilati.
Il respiro mi si blocca in gola.

Mi sento messa a dura prova in questo momento. Chiudo gli occhi quando il naso di William striscia contro la mia gola facendomi mordere il labbro per via del contatto piacevole.

Okay dobbiamo ancora parlare, è vero...
Ci sono troppe cose in sospeso tra di noi, è vero...

Ma è anche vero che proprio per questo, il suo bacio non dovrebbe essere così fottutamente piacevole.

Quando però Will inizia ad assaporare e mordicchiare la mia pelle sensibile con più bramosia, capisco sia arrivato il momento giusto per fermarlo. Siamo a scuola. E sebbene James non mi stia più guardando, sento la sua presenza. Una forza magnetica, forse la sua energia, forse i suoi pensieri o forse solo gli ormoni che mi stanno facendo impazzire. Le sue dita affusolate sfregano sulla superficie del banco, mentre con l'altra mano ancora segnata dal taglio che si è procurato ieri sera, giocherella con il bicchiere di carta
Vedo la vena del suo collo gonfiarsi un po', mentre finisce di sorseggiare il caffè.

-Ho dimenticato il libro, merda.- impreca Will ad un certo punto.

- Ahhh ora si spiega perché mi hai fatto sedere qui!-

- Eh sì proprio per quello...-
sorride lui cingendomi la vita con una mano.

James intanto succhia la stecca con cui ha girato lo zucchero nel caffè e allunga la mano sul mio libro per portarselo davanti.

- Mettilo qui.-

- Nemmeno tu hai il libro? Ma cosa venite a scuola a fare se non sapete neanche che materie ci sono?- sputo infastidita riprendendomelo.

-Mettilo qui, ho detto.- insiste tirandolo verso di sé.

-Leva le tue manacce dal mio libro Hunter!-

-È solo un fottuto libro e se non mi lasci guardare, ti strappo le pagine ad una ad una.- mi minaccia lui con sguardo serio.

-Provaci! Io ti strappo le dita a morsi.-

-Dai comincia a mettertele in bocca allora.- mi provoca con un ghigno divertito.

Poi dall'alto della sua espressione sfacciata, mi sventola due dita davanti al viso. Così sollevo la mano in aria per tirargli uno schiaffo che lui schiva prontamente.

- June. E dai, non fare così però.-

Sento Will mugolare un lamento, trattenendomi dai fianchi per farmi riposizionare sul suo grembo.

- È stasera o domani la festa?- lo sento chiedere voltandosi verso il banco dietro al nostro. Non mi ero neanche accorta che Will stesse parlando con un ragazzo.
Chissà perché

-Tu prova a tirarmi uno schiaffo e vedi cosa ti succede White.- ringhia James con occhi stretti.

-Non vedo l'ora di scoprirlo, ma solo per la soddisfazione di averti preso a schiaffi una volta per tutte. Ridammi il mio libro.- sbraito allungandomi verso di lui.

-June e basta dimenarti però.-

Will si lamenta nuovamente, stavolta però le sue guance chiare si tingono di rosso fuoco.

-Scusa. Ti peso troppo?- bisbiglio sottovoce, ricomponendomi all'istante.

Sto facendo il maschiaccio come al mio solito e sicuramente il mio dolce peso starà cominciando a dargli fastidio.

-No che non mi pesi, è che siamo a scuola... ti prego.- mormora lui imbarazzato.

Un brivido mi percorre sotto alla pelle quando sento il corpo di William farsi più insistente contro la gonna della divisa.
Il ragazzo con cui parla gli chiede se verrà alla festa di Poppy, lui annuisce ma sembra non voler resistere dal baciarmi il punto sensibile dietro all'orecchio, vicino alla nuca.

- Tu ci vieni?- mi chiede poi con un sospiro sussurrato.

Quando sento la sua lingua calda scivolare sopra il lobo dell'orecchio non riesco a trattenermi. Chiudo gli occhi e mi scappa un gemito, quasi di piacere.

-Che troia.-

Riapro gli occhi immediatamente per fulminare James che si alza in piedi con faccia quasi disgustata.
A William forse è sfuggito, ma io ci ho sentito benissimo.
Un lampo di rabbia mi acceca il cervello e il mio buon senso viene meno per una frazione di secondo.
Prendo il libro di chimica e pesante com'è, lo lancio addosso a James.

La mia mira, solitamente penosa, stavolta ha fatto centro: lo prendo precisamente in testa e quando si volta verso di me...beh, non ha la faccia proprio rassicurante.

Ops

Un ancestrale istinto di preservazione mi assale, devo fuggire via al più presto da qui.
Lo vedo compiere uno scatto felino, eppure io riesco a scappare via dal laboratorio di chimica più veloce di una scheggia.
Corro per il corridoio ma tanto so che avrò vita breve, non ho né le sue gambe lunghe né il suo fisico allenato.
L'unica opzione plausibile per non farmi prendere da lui, è chiudermi in bagno.
Così svolto rapidamente a sinistra nel bagno delle ragazze, ma prima che io possa chiudere la porta alle mie spalle, James mi afferra dal braccio e mi sbatte contro il muro intarsiato di piastrelle gelide.

-Pensi davvero di potermi scappare?- ansima con occhi stretti.

-Chiedimi scusa.- gli ordino con il fiatone.

L'aria viene meno quando preme il suo petto duro contro il mio, facendomi mancare un battito.

- Chiedimi scusa!- urlo senza respiro.

-Per me puoi fotterti stronza.-

I suoi occhi scivolano sulla mia camicetta ed il mio sterno, ormai compresso tra il suo corpo ed il muro.

Provo a togliermi da quella situazione usando le mani, ma lui me le blocca entrambe sulla parete ghiacciata.
Rabbrividisco per il contatto freddo contro i polsi.

-Attento, ti stai avvicinando troppo...- sussurro quando lo vedo lambire con gli occhi la mia bocca socchiusa.

-Magari non riesco a resistere, ci hai mai pensato?-

Non sono il tipo che balbetta davanti al primo belloccio che capita, né che si fa intimorire da bicipiti segnati e muscoli imponenti... eppure non posso negare di sentire una scossa elettrica nella pancia. I suoi occhi blu appaiono così belli e profondi da vicino. E il profumo, così insistente, è tanto piacevole per i miei sensi, quasi da togliermi il fiato.

-Abbiamo detto che dobbiamo stare lontani...-

La mia voce perde durezza nel momento stesso in cui le sue iridi si fanno più tiepide, tracciano la mia pelle di scie morbide e calde.

-Diciamo tante cazzate. Specialmente tu.-

-Parla per te. E chiedimi scusa.- insisto io.

-Non ti chiedo scusa perché non lo penso davvero. Però mi fai incazzare.-

Dinnanzi alla sua tenacia, un moto di ribellione torna a farsi strada dentro di me.

-Sei geloso o solo patetico Hunter?-

-Nessuno mi parla così.- ringhia avvicinando le labbra contro le mie.

-Non mi fai paura.-

Provo a muovere la gamba, una bella
ginocchiata ora se la merita tutta, ma lui come al solito lui si rivela più forte di me. Sento la pressione del suo ginocchio infilarsi tra le mie cosce per divaricarmele appena.

-Che cazzo credi di fare?- domanda sollevando il viso verso l'alto.

-Per oggi posso reputarmi soddisfatta, ti ho già tirato un libro in testa.-

-Sta zitta.-

-Ti preoccupa che i tuoi amici e le tue ragazze ti abbiano visto farti prendere a librate in testa da me?-

-Sta zitta.- ripete accaldato.

Mi muore un singulto in gola quando si avvicina e mi afferra il mento tra le dita. La sua presa è forte, inevitabilmente mi fa rabbrividire, mentre il freddo degli anelli sfrega contro la pelle bollente del mio viso.

Siamo così vicini che ingoio il suo respiro di menta, caffè e sigaretta, mentre esalo il mio nella sua bocca schiusa.

-Perché fai così ora...- balbetto senza fiato.

-Perché devi avere paura di me.-

E lo dice guardandomi con attenzione, come a studiare ogni mia reazione.

-Ti è andata male, perché a me tu non fai paura.-

La mia maschera di convinzione vacilla quando James sbatte con violenza il palmo sul muro alle mie spalle, facendomi sussultare.

-Perché tremi allora?-

Con le dita arpionate alla mia pelle, serra la presa intorno intorno alla mia bocca, fino alle guance, dove vi affonda i polpastrelli.

-È forse perché ti stai eccitando?- domanda dopo aver passato la lingua tra le labbra gonfie.

-No, è perché ti odio!-

Mi dimeno per svincolarmi dalla sua morsa, ma mi paralizzo non appena comincia a far scorrere i polpastrelli caldi sul mio mento, fino alla mia gola palpitante.

Traccia la mia pelle delicatamente, tant'è che vorrei chiudere gli occhi per assaporare quanto sia realmente paradisiaco il suo tocco... no, non posso.

-Anche io ti odio ragazzina. Tu non sai quanto.-

Solleva l'angolo della bocca in un sorrisetto divertito e allo stesso tempo malizioso, rivolgendomi l'espressione da tipico maschio sicuro di sé.

Deglutisco quando le nostre labbra accarezzano all'unisono l'aria che vi passa in mezzo.

Mi sta mettendo alla prova?
Non posso saperlo, so solo che sono in tensione come una corda di violino.

-E comunque se c'è qualcuno che si sta eccitando, qui sei tu.- emetto un respiro ancora più teso.

-Non credo proprio. Quelle come te non mi fanno alcun effetto.-

Ingoio il rospo a denti stretti.
L'insicurezza per il mio corpo mi porterebbe a credergli, se non fosse che i suoi occhi languidi non smettono di segnare la mia bocca di sguardi infuocati.

-Ah no?- lo istigo assottigliando lo sguardo.

Devo aver osato troppo, perché la bocca rosea di James sfiora il mio labbro inferiore per un attimo, provocandomi delle piccole scintille nello stomaco.

-Guarda che sei tu quella tutta bagnata...-

-Cosa?- trasalisco alle sue parole.

Lì per lì non capisco cosa voglia intendere, ma quando si allontana da me e apre il getto gelido della doccia inzuppandomi da capo a piedi, mi è improvvisamente chiaro.

-Ma la paghi stronzo!- urlo con tutto il fiato che ho in gola, ormai completamente fradicia.

La risata divertita di James rimbomba per i bagni e mentre guardo le sue spalle larghe uscire dalla porta, c'è solo una cosa che vorrei fare. Ucciderlo.





Sono stata indecisa fino all'ultimo sul da farsi, non sapevo se andare alla festa di Poppy o meno, ma alla fine Will ha insistito così tanto che ho deciso di parteciparvi.
Mi sono imposta due compiti per la serata. Anzi tre.

- Parlare con con Will

- Ignorare James

- Non bere alcolici

Le ho anche segnate sulle note del telefono, come se tre cose così banali necessitassero di preparazione mentale.

-Vengo ma prometti che non tocchiamo alcol.- ho detto a Will al telefono, mentre mi stavo vestendo.

Lui me l'ha promesso, così mi sono fatta una doccia, ho indossato il mio miglior paio di jeans e un golfino bianco a maniche lunghe che lascia intravedere una piccola porzione di pancia.
Capelli sciolti, niente trucco e ora eccomi qui a casa di Poppy.

Lei sembra particolarmente felice di vedermi, perciò tutti i dubbi sul venirci o meno svaniscono all'istante.
Dopo esserci scambiate un abbraccio caloroso, mi sorprende con una richiesta insolita.

- June vado a finire di prepararmi. Ti va di dare una mano ad Amelia in cucina?-

- Beh... forse non lo sai ma...-

- Lo so. Ed è proprio per questo che vorrei faceste pace, per favore fallo per me...- mi prega lei con due occhioni grandi.

Poppy sembra sincera.
E chi sono io per rovinarle il compleanno?

-Va bene.- sospiro a lungo, ignara di cosa mi aspetterà.

- Se tornate a parlarvi, quello sì che sarebbe un bel regalo.- ammette infine con sguardo speranzoso.

Così decido di accontentarla ed entro in cucina con un sorriso e una sfilza di buoni propositi. Quando i miei occhi però incontrano quelli gelidi di Amelia, il mio sorriso comincia a tentennare.

- Mi aiuti con la glassa?- domanda lei indicando una fila di cupcake incompiuti.

- Sì, certo.- annuisco insaponandomi le mani al lavello.

Lei mi porge uno strofinaccio poi mi mostra le dosi di zucchero e burro da mescolare.
Stiamo in silenzio, concentrate a finire il lavoro, finché non la sento sbraitare.

-Avvicinati e ti taglio gli artigli!-

Il suo tono amaro mi induce a voltarmi.
Anche se non ci sarebbe neanche bisogno di girarsi a guardare, so già chi è entrato in cucina.

Con la coda dell'occhio vedo l'alta figura di James che stampa una mano sul muro, bloccandole il passaggio.
Lei si irrigidisce.
E anche il mio stomaco.
Perché fa così con tutte?
Dio mio quando lo odio

-Ho fame.-

- Dovrebbe fregarmi?- sputa lei senza guardarlo negli occhi.

Amelia è come sempre impeccabile nel suo aspetto: ha una linea di eye-liner, i capelli raccolti in una coda voluminosa e indossa un abito corto con sopra una giacca di pelle. James invece sembra sia vestito per starsene in casa, porta i pantaloni della tuta e una canottiera larga.

- Fammene assaggiare uno.-

-No.-

-Uno solo.-

-Ti ho detto di no! Levati dal cazzo Hunter. June confido in te.- dice lei uscendo irritata dalla cucina.

Amelia mi ha rivolto la parola due volte oggi, record assoluto.

In una frazione di secondo gli occhi blu di James saettano nella mia direzione, ma io mi impongo di ignorarlo.
Anche se farlo, è obiettivamente più difficile del previsto.
Senza volerlo noto che dalla canottiera spunta più pelle di quella che dovrebbe vedersi, come il suo petto largo e solido che si assottiglia man mano che scendo con lo sguardo lungo il torace scolpito. Il busto si delinea in un addome definito e teso, solcato da muscoli ben allineati.

Non è colpa mia se l'hanno fatto così.
Come se quel corpo perfetto fosse stato modellato appositamente per essere ammirato.
Ma di certo non verrà ammirato da una che lui non fa altro che prendere in giro e trattare male.

Perciò mi volto repentinamente verso la cucina, non voglio rivolgergli la parola ma basta quel gesto per farlo avvicinare.
A lui piacerà il gioco, ma a me i giocatori non piacciono affatto.

"Non dire niente, non dire niente..."

-È così avevo ragione io...-

La sua voce calda e graffiata mi solletica la nuca.

-Tieni le distanze. Non so di che parli.-

Lo sento sogghignare tra i denti.

- Resta il fatto che avevo ragione io.-

-Non mi interessa. Mi hai fatto la doccia oggi. Non avevo neanche un cambio oltre alla giacca e mi stavo per prendere una bronchite!-

Mi mordo la lingua, è più forte di me. Non so stare zitta.

- Con venticinque gradi?- scoppia a ridere James.
- E poi chi ha cominciato con la violenza?-

- Taci.- sbotto nervosa infilzando la glassa sui cupcake.

- Mi hai tirato un libro in testa.-

Ridacchia come un bambino dispettoso, lasciandomi intendere che l'arrabbiatura gli sia passata.

- E tu mi hai deliberatamente insultata.-

- È solo un modo di dire. -

Mi volto di scatto per fulminarlo con un'espressione accigliata.

- Il modo di dire che usi quando vuoi una cosa e non la puoi avere? Mmm?-

Non ho il coraggio di sostenere la sua reazione, perciò torno sui cupcake e mi concentro più che posso. Li allineo maniacalmente sperando che quel gesto mi tenga la mente occupata.

-Sei piuttosto convinta, ragazzina....-

James compie volutamente una pausa, perciò io tendo l'orecchio.

-... per essere una che stamattina stava per farsi scopare con violenza contro un muro.-

Mi si incespica la saliva nel cavo orale.

-Io non... vai via!-

Mandalo via il diavolo tentatore, June

- E poi io non ho mai negato, tu sì.-

-Cosa James?-

-Che ne avevi voglia.-

Lui non hai mai negato?
Ha detto che non si abbasserebbe mai ad una come me e che non gli faccio alcun effetto.
Mi sta incasinando il cervello? Sì.
Lo sta facendo apposta? Ovvio.

-Io non ho fatto niente, come al solito hai fatto tutto tu. Perché è così che fai. L'ho capito.- asserisco completando il lavoro dei cupcake.

-E cosa avrei fatto? Intendi quando ti ho quasi baciata?-

Mi volto di scatto come fossi stata appena punta da una vespa capace di iniettarmi un veleno pericoloso.
Sento i nervi a fior di pelle, così tesi che pare vogliano schizzarmi via dalle braccia da un momento all'altro.

-Ma che dici?! Sei impazzito?!-

Non è vero che mi avrebbe baciata, perché deve dirlo con così tanta naturalezza?

Maledizione, devo imparare a controllarmi quando mi sta vicino e devo essere più decisa nel mandarlo via, sennò è ovvio che continuerà a prendermi in giro come fa con tutte.

- È meglio se te ne vai. Non abbiamo niente da dirci.-

-Come vuoi.- sbuffa senza smuovere un passo.

-E poi scusa, sei davvero qui per parlare di questo?-

Lui però emette una risata leggermente rauca, cogliendomi di sorpresa.

-No, sono qui per quei fottuti cupcake. Sto solo provando a distrarti per rubartene uno, Biancaneve.-

Sollevo gli occhi al soffitto con rabbia.

Adesso gliene arriva uno spiaccicato su quella faccia da strafottente.

-James no!-

E prima che possa dire altro, lui si mette dietro di me e allunga subdolamente una mano per affondare il dito in uno dei cupcakes.

-Ormai ci ho ficcato il dito, è mio.-

James si succhia l'indice con avidità, creando alle mie spalle un rumore indecente e allo stesso tempo eccitante.

-Mmm.-

-Devo ricredermi, ci sai fare con i dolci White...- soffia un respiro caldo tra miei capelli.

-Tieni le mani a posto.- sputo rigida.

Poi però il suo indice straboccante di glassa zuccherata mi solletica il labbro inferiore.

-La cuoca dovrebbe sempre assaggiare prima.- scandisce con voce quasi ammaliante, mentre io accolgo il suo indice in bocca.

E io non mi riconosco più.
Dov'è finita June White?

Perché glielo lascio fare?
Non lo so il perché, ma James è ancora alle mie spalle quando schiudo la bocca per assaporare al meglio quel contatto.
Dio mio che buono.

E solo dopo che l'ho ripulito con la lingua, spinge quel dito un po' più in profondità e le mie labbra vengono improvvisamente risvegliate dal freddo tocco dell'anello.
Mi sto gustando la glassa e a dirla tutta, anche il suo dito.
Forse in modo un po' troppo convinto.
Ma mi piacciono i dolci, che ci posso fare?

-Ne hai ancora un po' qui.-

Con la punta del pollice raccoglie un po' di glassa bianca che è rimasta al lato del mio labbro inferiore, per poi portarsela sulla lingua.

Mi giro di scatto per dargli nuovamente le spalle, perché guardare le sue labbra carnose succhiare il dito facendovi slittare la lingua sopra, è qualcosa di molto pericoloso.

I cupcakes June. Togli quello rovinato e gli altri in forno. Cioè in frigo.
O almeno credo.

Avverto il calore del suo petto solido  contro la mia schiena.

Il suo profumo mi fa girare la testa.
Sento le ginocchia tremare ma nel suo tocco non c'è esitazione, è sicuro e deciso, come lo è stato oggi a scuola. Con la mano lambisce il mio fianco destro, mentre il mio battito comincia ad accelerare in modo compulsivo.

Per un attimo non capisco bene cosa mi stia succedendo, indietreggio come spaventata da quel contatto così proibito, ma andando indietro finisco per sbattere contro il suo corpo e i suoi pantaloni, che risultano tutt'altro che morbidi in questo momento.
Lui si allontana rapidamente, come a non volermi rendere partecipe della sua debolezza momentanea.

- James è meglio se...-

Quando mi volto a guardarlo vengo colta dalla visione dei suoi capelli castani leggermente arruffati che nascondono la durezza delle sue iridi color blu notte.

-Cazzo. Mi hai lasciato tutta la saliva, che schifo.- mugugna indicandosi le dita.

-Vado a lavarmi le mani.-

Abbasso gli occhi imbarazzata, mentre mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Senza volerlo però, il mio sguardo scivola all'elastico dei suoi pantaloni, dove poco più in basso intravedo la sua grandezza prominente attraverso il tessuto grigio della tuta.

Sposto immediatamente gli occhi a lato.

-Io devo finire, è meglio se te ne vai.-

Questa volta non sembra ci sia più spazio per le prese in giro, mi volta le spalle e sparisce dalla cucina.

Finalmente un sospiro di sollievo.
Spero che l'acqua della piscina di Poppy sia gelida, ghiacciata.
Perché non vedo seriamente l'ora di buttarmici dentro.

Solo verso le dieci di sera, la casa inizia a riempirsi per davvero. Ed è anche verso che quell'ora che arrivano William e Jackson.
Ho ancora lo stomaco in subbuglio per ciò che è successo poco fa, così quando Will mi vede e mi offre delle patatine, rifiuto categoricamente, causando tutto il suo stupore.

- Come no? Ma che ti succede June?- mi punzecchia lui.

-Dobbiamo parlare.- annuncio sedendomi sul divano vicino a William.

- Di cosa? Della luna piena?-

Lo osservo confusa. Se ne sta lì bello comodo di fianco a Jackson, a giocare alla PlayStation come se ieri sera non avesse tirato un pugno al suo migliore amico e non mi avesse accusata di qualcosa che....

o mio Dio, dobbiamo davvero parlare

- Luna piena?- domando mordicchiandomi l'unghia del pollice.

- Ne parlano tutti.- aggiunge Jackson mentre i suoi occhi azzurri fanno spola tra il televisore e un angolo appartato del salone.

Quando seguo la traiettoria del suo sguardo, casco nella trappola della figura di James che sta dall'altro lato della sala e tanto per cambiare, si sta baciando con una ragazza.
La sua mano solcata da vene bluastre è immersa tra i lunghi capelli castani di lei.

Fa così con tutti, eccoti un piccolo monito June

Ed è un tormento, eppure un sollievo.
Vederlo irraggiungibile mi fa tornare in una zona di comfort non indifferente, mi fa sentire al sicuro, come se non fossi mai uscita dalla mia bolla.
Il pericolo è fuori e io sto comodamente protetta, dove non posso farmi del male.

Ma una scossa elettrica mi pungola i  sensi, quando si stacca dalle labbra di lei e butta gli occhi sottili dritti nei miei.
Mi si attorciglia lo stomaco.
Quando vorrei far assopire tutte queste emozioni così forti... forse l'unico modo è proprio non contraccambiare i suoi sguardi.

- Dicevi di questa luna piena?-

Mi rifugio sulla spalla di William che è super concentrato nella partita con Jackson.

-Che la gente impazzisce durante il plenilunio. Si fanno cose che non si dovrebbero fare. Si litiga di più. Tutti lunatici insomma...-

- Ah.- biascico scettica quando vedo arrivare Poppy insieme a Blaze.

Lei ha i capelli biondi tirati su in un acconciatura che lascia intravedere le punte blu, porta un vestito cortissimo, ma non volgare. Ha un fisico atletico e sta davvero bene con qualsiasi cosa, anche con abiti così tanto aderenti. Se quello lo indossassi io, oltre a scoppiarci dentro, sembrerei una clessidra con le gambe.

- Ma Brian?- domanda Poppy guardandosi intorno.

- Quando avrà voglia, verrà.- sento dire ad Amelia.

Blaze intanto mi fa un cenno di saluto, poi lancia un'occhiata veloce a Jackson che non lo calcola minimamente, impegnato com'è a giocare alla play.

- Vieni Blaze. Ho bisogno della tua precisione per preparare dei cocktail a regola d'arte.- esclama Poppy prima essere fermata da una voce.

- Ehi festeggiata.-

James si piazza davanti a Poppy, ma i suoi occhi blu si piantano su Blaze che regge il suo sguardo a fatica.
E un pizzicore si espande sotto alla mia pelle, come fossi stata appena sfiorata da pianta urticante.
Poppy lo osserva in attesa che lui le dica altro.

-Mi accompagni? Devo fare una cosa.-

È impercettibile, ma le palpebre di Blaze cominciano ad avere un battito irregolare ogni qualvolta che James lo guarda e io sono di nuovo preda di quella strana morsa allo stomaco.
Forse invidia?

- Ma Poppy...e i cocktail?- domanda Blaze a braccia aperte mentre la bionda e James si sono ormai allontanati.

- Ti aiuto io.- dice Jackson senza neanche guardarlo in faccia, per poi alzarsi ed affibbiarmi il controller della Playstation.

-Secondo te...- inizia Will.
- Devo iscrivermi in palestra?-

-È la luna piena che ti fa dire cazzate vero?- lo provoco con un sorriso.

William scoppia a ridere insieme a me.
E io sospiro.
Se fossimo amici sarebbe tutto più semplice. Non mi sentirei strana con Will. Lo accetterei così com'è, senza problemi.

Perciò decido di accogliere la sua sfida a Fifa e trascorriamo una mezz'ora spensierata, dimenticandoci di tutti i nostri problemi. Quando sento la voce di Ari in lontananza però,
non so perché, ma la nostra bolla di tranquillità va improvvisamente in frantumi.

Le lancio un'occhiata veloce non appena la vedo entrare dalla porta. Non c'è un ragazzo che non si giri a fissarla con interesse.
Ha i lunghi capelli fluenti racconti in una lunga alta, porta degli stivali col tacco che le slanciano le gambe sottili e un maglione extra-large, corto fin sopra al ginocchio.
È ovvio che sia contesa tra i ragazzi più carini della scuola, è una dea in miniatura.

Mi ritrovo a sbuffare.
Questi una volta non erano problemi che mi toccavano minimamente. Forse perché nelle vecchie scuole, me ne stavo in un angolo della mensa a mangiare la mia fetta di pizza tutta sola, mentre le ragazze più popolari si dividevano barrette ipocaloriche e si scambiavano i giocatori di football.

- June ma che c'è?- chiede Will vedendomi pensierosa.

- Niente. Mi hai battuto due volte senza neanche meritarti la vittoria!- lo prendo in giro causandogli un piccolo ghigno.

-Eri con lui vero?- la voce fredda di Amelia taglia l'atmosfera, distraendo me e William dalla partita.

Con la coda dell'occhio vedo Poppy unirsi alle sue amiche, mentre James scende le scale a petto nudo, con i capelli più arruffati del normale.
C'è un po' di musica in sottofondo, più gente rispetto a prima, ma nonostante
ciò riesco a sentire le loro voci.

- Davvero eri con lui?- insiste Amelia.

-E quindi? Sentite è il mio compleanno, lasciatemi in pace. Mia madre mi ha fatto promettere che non romperemo niente, ma ho già visto che in bagno qualcuno ha....-

-Vuoi piangere anche il giorno del tuo compleanno?- la interrompe bruscamente Amelia.

Amelia è fredda, ispida, pungente.

-Siamo solo andati un attimo di sopra. Smettetela di farne una tragedia. E poi ti pare che sto piangendo?-

Effettivamente Poppy sembra tutto fuorché triste.

-Beh lo farai.- la finisce Ari con occhi sottili, prima di allontanarsi dalle sue amiche.

Passa davanti a me e Will con un bicchiere di spumante in mano, poi mi accenna un sorriso.

-Ciao Will.-

William viene distratto per un attimo dalla sua andatura ondeggiante.

- Eh? Ciao.- bofonchia mentre io gli ho appena rifilato un gol.

Tutt'ad un tratto però si fa serio.

- Ehm.. di cosa volevi parlarmi June?-

Inizio a prepararmi il discorso mentalmente, lo faccio sempre.

"Will restiamo amici, anche se mi piaci.
Solo che c'è una parte di te che..."

Mi sento così in colpa. Come se non accettassi i suoi problemi. Mi sforzo a farlo ma anche se ci provo, finisco sempre per rimanerci male per via dei suoi atteggiamenti.

Forse vista la luna piena, sarebbe meglio rimandare?
E poi non saprei come dirglielo ora.

-Niente di che.- minimizzo stringendomi nelle spalle.

Ok il problema è che non so come reagirebbe William, magari è meglio farlo in un'altra occasione, ho troppa paura di rovinare la festa a Poppy.

-Vuoi fare un'altra partita?- mi chiede  Will indicandomi la tv che è ormai un miraggio, preda delle troppe persone che cominciano a brulicare in salotto.

- Magari vado dalle ragazze.- annuncio alzandomi in piedi, seguita da lui.

- Okay. Io vado a cercare Jax.-

E prima che possa muovere un passo Will mi trattiene dal braccio.
- Aspetta.-

E lo fa per darmi un bacio.
Dolce, come piace a me. Ma è sempre così all'inizio, come se avesse bisogno di trovare una conferma nei miei gesti. E poi sempre più rapido, bisognoso.
Non posso negarlo, Will mi piace e anche tanto, sennò a quest'ora l'avrei già mandato a stendere. Mi piace quello che c'è tra di noi, è qualcosa di tiepido che crescendo in modo lento e delicato...se non fosse che non riesco a tollerare alcune delle sue sfaccettature.

-Ci vediamo dopo?- chiede staccandosi a fatica dalle mie labbra, mentre con i pollici compie dei piccoli cerchi intorno ai miei zigomi.

Mi sento andare a fuoco quando avverto nella mia testa la sensazione delle dita di James sul mio viso. Il freddo dell'acciaio sulle mie gote mi fa quasi rabbrividire al pensiero. Questa mattina nei bagni di scuola, non è stato né violento, né soffice il suo modo di afferrarmi le guance. È stato... intenso.

- Vuoi fare due tiri a canestro Will?-

Resto con gli occhi fissi su William, quando la voce di James arriva dritta nelle mie orecchie.

- Nah, cerco Jax gli chiedo di farmi qualcosa di analcolico.- sussurra lui prima di lasciarmi un ultimo bacio.

Io però percepisco quegli occhi blu ancora addosso.

-Posso parlarti?- domando eludendo il suo sguardo di proposito.

-Ti sembra che puoi parlarmi?- chiede James con tono scontroso.

Quando mi volto lo vedo abbracciato ad una ragazza bionda che non ho mai visto.

Okay sei impegnato a bruciarti i neuroni e farti mezzo mondo, ricevuto.

- Volevo solo parlarti di Will. Non fa niente.- mormoro poco convinta.

Ma sembra che io abbia pronunciato la parolina magica, perché nonostante arrivi un altro ragazzo a parlargli, lui mi sta ascoltando.

-Che vuoi?-

-Stavo pensando...-

-Che vuoi lasciarlo perché ti ho dato due attenzioni?-

Resto senza parole. Letteralmente.

Il ragazzo a fianco a lui scoppia a ridere, per poi domandargli
-La biondina è quella che te le ha suonate con il libro di chimica vero?-

James non fiata ma mi fissa con occhi stretti.

-È la tua ragazza?- chiede poi l'altro.

- No.- ringhia lui con decisione.

-Okay come non detto.- sputo prima di voltarmi.

-Non me ne frega un cazzo di te, pensavo fosse chiaro.-

Le sue parole arrivano come lame affilate sulla schiena.

-La cosa è reciproca, ma ciò non toglie che quello che fai è sbagliato e per colpa tua ora mi sento in colpa.-

Lo vedo accigliarsi, forse di proposito.

-Per cosa?-

-Per quello che abbiamo fatto.- ammetto sottovoce avvicinandomi al suo viso per non lasciare che gli altri sentano.

Lui inclina la testa con un sorrisetto alquanto malizioso.

-Quello che abbiamo fatto nella tua testa, vorrai dire.-

Lo fisso impassibile.

-Ti ho per caso baciata?-

Sentirlo pronunciare quell'eventualità con così tanta indifferenza e presunzione, mi fa perdere le staffe.

-Basta, mi hai rotto le palle. Vuoi sempre stare al centro dell'attenzione. Non è di questo che volevo parlarti.-

- Rispondi. Ti ho baciata?-

La sua domanda secca mi impedisce di muovere un passo.

-No.-

-Ti ho toccata?-

Digrigno i denti nervosamente e non rispondo, ma tanto ho già capito dove vuole arrivare.

-E allora vedi che è tutto qui.-
Mi punta dito nella tempia.
- E forse...-

Sento il suo indice scendere lungo la guancia per poi scavallare il mio petto e giungere direttamente alla mia pancia lievemente scoperta.

-....anche qui.-

Afferro la sua mano e la caccio via in malo modo prima possa scendere ancora lungo il mio corpo, causando uno sguardo divertito sul ragazzo che ha di fianco.

- Devi smetterla di comportarti in questo modo con me.-

-Lo farò quando smetterai di scoparmi con gli occhi.- asserisce secco, provocandomi un'espressione esterrefatta.

-Sai che ti dico? Che se sei così fiero di essere uno stronzo, non c'è speranza per uno come te. Divertiti a tormentare la gente, non sai fare altro! Incanterai gli altri, ma non me.-

-Ah...No?-

-Fai credere di essere sempre il migliore, quello che tutti vorrebbero vicino, ma scommetto che alla fine ti ritrovi sempre da solo. Sei solo. Ed è triste, perché i tuoi amici fanno di tutto per te, ma tu sei senza scrupoli e non ti importa se questi finiscono nei casini per colpa tua!-

Se poco fa rideva di me, ora mi afferra dal braccio con uno sguardo assassino.

-Non venire mai più a cercarmi hai capito ragazzina?-

-Mi fai male.-

E poi se tu che mi cerchi

Mi lascia andare senza smettere di guardarmi in cagnesco.

Non so se io l'abbia ferito o meno, ma il mio scatto di rabbia è più che giustificato.
Forse Will aveva ragione riguardo alla luna piena.
Non so che mi sia preso.

-Che caratterino...- commenta il ragazzo a fianco a James, quando mi sono ormai voltata.

-Quella sì che è la classica tipa che ti farà penare prima di dartela...-

-Non voglio un cazzo da lei.-

-Allora se non è la tua ragazza.. e non ti piace...-

-Cosa?

-Posso provarci? È sexy, magari è così aggressiva anche a letto.-

-Tu provaci. Prova ad avvicinarti a lei e ti stacco le palle a morsi.-

Fingo di non aver sentito e mi allontano dal salotto per giungere in cucina dove regna un po' di confusione.

- C'è dell'acqua?- chiedo quando vedo Will.

Sta sorseggiando the freddo mentre i suoi occhi azzurri sono puntati su Ari, che sta in un angolo del salotto tutta sola con un'espressione da funerale.

- È normale stia sempre da sola ultimamente?- domando vedendolo accigliato.

- No. Di solito no.- sbuffa lui.

Così mi faccio coraggio e dopo aver bevuto un sorso d'acqua, mi avvicino alla figura di Ari.

-Stai bene?-

Lei solleva gli occhi dal bicchiere ormai vuoto, mentre poco distante Amelia ride e scherza con Blaze e un altro ragazzo.

-Sei la prima a chiedermelo, da quando io e Brian ci siamo lasciati.- sussurra facendomi posto sul bracciolo della poltrona nella quale è accovacciata.

-Con Amelia hai chiarito?-

A scuola le vedo sempre insieme, ma Amelia sembra avere il classico atteggiamento passivo aggressivo: anche se non ti sopporta ti tiene vicino, solo per il gusto di lanciarti frecciatine odiose.

-Sì ma sotto sotto continua a detestarmi per aver fatto soffrire suo fratello.-

- Comprensibile. Ma se non te la sentivi più di stare con lui, è stato meglio così...No?-

-Ci tengo a lui, però siamo troppi incompatibili.. Non capisco come lei non riesca a capirlo.-

-Dalle tempo magari.-

Ari avrà anche commesso degli errori, ma Amelia non può decidere con chi deve stare la sua amica. Sopratutto se quest'ultima non lo amava più.
Gli occhi color nocciola di Ari si intensificano quando Poppy ci si presenta davanti come una furia.
Non l'ho mai vista così... arrabbiata?

-Sei una fottuta manipolatrice!-

Oh no, la luna piena ha colpito anche Poppy

Ari si guarda intorno, sembra quasi non credere che le stia parlando in questo modo.

-Che succede?- domando io davanti al silenzio di Ari.

-Mi hai giudicata, mi hai fatto credere di essere una pazza, una povera deficiente senza dignità, quando mi sono fatta James alla festa di Will.
E io come una stupida ti ho pure dato retta e mi sono sentita in colpa, Ari!
Ma tu non lo dicevi per il mio amor proprio! Lo dicevi perché eri gelosa di lui!-

Oh oh

-Sono stata un'ingenua a fidarmi di te! Mi hai buttato merda addosso e poi vengo a sapere che te lo facevi da un anno alle spalle di Brian! Senza neanche dirlo a me, che sono la tua migliore amica?!-

La bionda resta senza respiro nel pronunciare tutt'ad un fiato quella frase.

-Poppy abbassa la voce.- bisbiglio quando vedo Brian fare il suo ingresso in casa, non molto distante da noi.

- Lui non ti merita! E June è stata l'unica a non giudicarmi!- insiste lei.

Ari però mi guarda di sottecchi e sembra ritrovare improvvisamente le parole.

-June tu sapevi di Poppy?-

E quindi?

- Sì ma... credo che lei abbia ragione, è inutile che la giudichi se poi tu ...-

-Non ci credo! Ecco chi l'ha detto a Taylor! Sapevi anche di me vero?-

-Cosa cazzo c'entro io!?- sbotto acidamente.

-Sapevi anche di me!? Di la verità, te l'ha detto lui?-

Mi stanno guardando entrambe.
E basterebbe qualche decibel in meno di musica, che Amelia sentirebbe tutto. E a quel punto, sì che scoppierebbe la bomba. Di certo sapere che la tua migliore amica tradisce tuo fratello da più di un anno con il suo peggior nemico, non dev'essere piacevole.

-Sentite...-

Mi alzo in piedi, come a voler prendere le distanze da quella situazione.

-Se evitaste di farvi lo stesso ragazzo, sarebbe più facile essere sincere l'una con l'altra, non credete?-

Mi stanno guardando con attenzione, perciò proseguo.

-Non esiste solo James. Perché non potete aspirare a qualcuno che vi faccia sentire speciali e non uno che...che...-

Non so più che dire.
James è appoggiato al bancone della cucina e sta inzuppando il biscotto nel latte con aria annoiata.
Si passa una mano tra i folti capelli castani mentre se ne sta a petto nudo a mangiare biscotti come se non fosse un Dio greco.

- Ma questo è un compleanno o un mortorio?!-

Ruoto gli occhi al cielo quando riconosco quella voce trillante.
E sì, perché ci mancava Taylor a completare il fantastico quadro della serata.

-Andiamo in camera tua?- domanda a Poppy sventolandole davanti una grossa bottiglia di champagne.
-Organizziamo un gioco. Qui sotto è una noia mortale.-

- Volentieri. Troppa gente falsa qui.-

Inaspettatamente Poppy dà retta a Taylor, si alza e va a chiamare alcuni dei nostri compagni.

Che sia arrivata l'ora per June White di andare a casa? Credo proprio di sì.

E proprio mentre torno da William per dirgli che voglio andare, vedo Jackson fare capolino in cucina.
-Ma ora devi mangiare?- gli sento dire.

-Ho fame e i cupcakes sono finiti. E poi dove cazzo sei stato?- replica James.

- Ero qua.-

- Non ti ho visto. Qua dove?-

Jackson deglutisce, è chiaramente teso.

-Tieni. Ci sono altri biscotti. E datti una calmata.- sputa aprendo un nuovo pacco per porgerlo all'amico.

- Oh oh. Eccola che arriva.- sussurra William sottovoce quando Taylor si rivela davanti a noi come un'apparizione funesta.

-Sono incazzata nera.- annuncia la bionda con occhi di sfida verso James.

-La luna ha colpito tutti tranne me questa sera.- dice Will ridendo.

- Certo! Tu che sei schizzato tutto l'anno, un giorno di pausa lo puoi fare,Cooper!- sbotta lei lasciandolo con il broncio.

Sembra però che Taylor abbia in mente un'altra vittima questa notte.

- Hai capito? Ho detto che sono incazzata. Con te.-

Poi sbatte il palmo della mano sull'isola della cucina.

James non si scompone minimamente.

-Dai, davvero?- chiede accennando una risata.

- Mi fai schifo.- sputa lei.

- Okay.-

- Dovevi venire da me ieri.-

- Okay.-

- James!-

- Non rompermi il cazzo quante volte te l'ho già detto? Perché non ti entra in quella testa?-

-James ma lo capisci o no???-

Lei comincia a sussurrare qualcosa e James dapprima divertito, improvvisamente ha cambiato faccia.

-Mio padre ha pensato subito a te.-

-Se n'è accorto?-

-Sì. E siccome dai filmati delle videocamere di sicurezza si vede che non è entrato nessuno, a parte noi della famiglia e Tiffany... rimanete tu e la domestica.-

- Beh, la vecchietta magari è una cleptomane...- azzarda lui scrollando le spalle.

-Fa poco lo spiritoso perché non c'è un cazzo da ridere. È arrabbiato perché dai filmati si vede che vieni da me di nascosto. E ora sono in punizione e ci manca poco che non verrò in gita in Messico!-

- Che perdita...- tossiscono all'unisono Jackson e William.

-Perché scusa?- chiede James con aria seria.

-Perché la prima cosa che ha fatto è andare a controllare che non mancasse niente.-

- E...?-

-E secondo te??? Pensa che sia stato tu. Dato che a Maria la governante non verrebbe mai di rubare una...-

-Io non l'ho rubata. Me l'hai data tu.- la interrompe James in modo deciso.

-Di che parlano?- chiedo a Will che sta seguendo il discorso con attenzione.

- Di quella cosa che ha Austin. Mi sa che siamo nella merda. Ancora più del previsto.-

- Voi venite su?- ci chiede Poppy con in mano due bottiglie di alcolici.

- Io è meglio se torno a...-

William mi stampa un bacio a fior di labbra interrompendomi.
-Resta ancora un po'.-

Così decidiamo di salire nella stanza di Poppy insieme ad un paio di altri ragazzi.

- Perché siete tutti sclerati?- chiede Marvin sorridendo a Poppy non appena entriamo in camera da letto.

Noto Ari e un'altra ragazza sedute sul bordo del materasso, mentre il restante delle persone sta accovacciata per terra. Saremo poco meno di una decina in totale, non di più.

-Luna piena.- risponde Poppy, stranamente di poche parole questa sera.

-Bene. Allora quale miglior notte se non questa!- annuncia Taylor sulla porta, seguita da James.

- Sedetevi. Facciamo un bel gioco.-

Ammetto che il "bel" mi ha fatto venire la pelle d'oca.

Poi gli occhi sottili di Taylor finiscono su James che si siede sul davanzale della finestra con il pacco di biscotti in mano.

- Che hai in mente?- la interroga lui con aria disinvolta.

È ancora a petto nudo e io mi domando come faccia a non sentirsi mai a disagio.

- Nessuno ti ha invitato.- lo azzanna lei.

- Infatti io non gioco, però sarà divertente guardarvi.-

Che gioco è!?
Perché solo io sembro interessata a questa domanda?
Non mi fido di Taylor.
Mi stringo vicino a William che mi cinge le spalle con un braccio.

-Marvin hai preso i bicchieri?-

Lui annuisce alla bionda che è l'unica a restare in piedi.

-Okay, invece che il solito obbligo o verità giochiamo al buon vecchio "non ho mai". Rivisitato però.-

Qualche coretto deluso si fa sentire.

-Raccontiamo un segreto che conosciamo degli altri, vediamo se la persona in questione ha il coraggio di farsi avanti. Praticamente dovrete bere se vi ritrovate in ciò che si dice.-

-Tipo?- chiede un ragazzo grattandosi la nuca.

- Tipo se io dico "ho dei capelli di merda", Poppy deve bere. Semplice no?-

Che stronza

- Non è vero, è tutta invidia... i tuoi capelli sono una figata.- sussurra Marvin a Poppy, facendola sorridere.

-Bella idea Taylor, così puoi bullizzare mezza e scuola in una serata sola, quanta genialità!- esclamo indignata.

Nessuno fiata però.

- Oh povera Biancaneve, scommetto che sotto quell'aria da puritana sei quella che nasconde più segreti..-

-Non penso proprio.- ringhio tra me e me quando vedo arrivare Blaze e Brian.

- Che succede?- chiede quest'ultimo.

- Sedetevi che ora ci divertiamo.- annuncia la bionda.

Poi si lega i lunghi capelli color miele in una coda di cavallo, senza mai levarsi quell'aria di superiorità.

-Quest'anno ho dato il mio primo bacio.-

Taylor lo pronuncia con voce solenne, prima di sollevare il bicchierino colmo di liquido trasparente, per poi riposarlo a terra.
Ovviamente tutti scoppiano a ridere per l'assurdità dell'affermazione.

- Non sapevo dovessimo raccontare barzellette. È un gioco serio o cosa?- domanda Marvin ignaro del destinatario della frecciatina.

E di certo nessuno sta bevendo.
Ma maledizione... tutti mi stanno guardando.

-Le bugiarde non possono partecipare. Bisogna bere, non mentire.- bisbiglia lei sporgendosi in avanti verso di me, come a voler sottolineare il suo sguardo crudele nei miei confronti.

-June non c'è niente di male.- mi sussurra Poppy nell'orecchio.

Lo sanno tutti, è ovvio, perché sennò non mi starebbero guardando.

-Ti vergogni?- chiede Taylor con aria di sfida, corrucciando le labbra.

- Non mi vergogno di come sono.- replico a testa alta.

Non me ne importa niente dei loro giudizi o della figuraccia che potrei fare. Prendo il bicchierino davanti a me e tiro giù una sorsata sotto a dei gridolini di approvazione, misti a risate beffarde.

-Ora tocca a me.- afferma James strappandole lo scettro dalle mani.

- James non vale! Tu non partecipi!- si lagna Taylor.

-Ho baciato la mia migliore amica quest'anno, anzi...me la sono letteralmente scopata.-

Taylor lo guarda scandalizzato.

-Io nel dubbio berrei. Tu, Taylor ?- sogghigna lui.

La provocazione di James fa sollevare un brusio di sottofondo, tutti guardano Tiffany che butta giù il bicchiere.
Alcuni ragazzi ridacchiano e Taylor diventa ancora più acida a questo punto.

-Tiff! Ma che cazzo!-  la rimprovera lei nel vederla bere più shottini.

-Che c'è? Devo dire la verità no? - replica la mora con aria innocente.

Vorrei bisbigliare un grazie a James perché l'ha appena fatta pagare a Taylor per avermi umiliata, ma...rimango in silenzio. Lui intanto solleva le spalle e torna a mangiare nel suo angolino come se niente fosse.

-Bene, allora dato che si parla di obbligo o verità, Jamie... iniziamo subito a dire la verità.- annuncia Taylor con voce arcigna. - E ricordate che dovete bere se per voi è verità.-

Inizio a tremare.

-Sono così viziato, patetico e traditore...che mi farei anche la ragazza del mio migliore amico.-

La maggior parte della gente non capisce la frecciatina.
Ma di sicuro se c'è uno che l'ha capita perfettamente è Will. Lo sta fissando con occhi adirati, fortuna che James non gioca.
Continua a mangiare biscotti, poi tira giù una sorsata di latte ignorando completamente l'occhiataccia di William.

Ha bevuto il latte, non lo shottino.

-In questa scuola mi odiano tutti perché sono la regina delle stronze.- dice Ari con voce tentennante.

Taylor scoppia a ridere di gusto per l'affronto non previsto, perché sembra solo che Ari gliel'abbia appena servita sul piatto d'argento.

-Sono una piccola bugiarda, una doppia faccia. Una gran... qual è il sinonimo di.. ah sì! Sono proprio una signorina di facili costumi. Indovinate chi sono. Non è difficile, vero Ari?-

I miei occhi finiscono su Brian che si alza in piedi e comincia a camminare avanti e indietro nervosamente.
Mi dispiace per lui, si vede che è ancora innamorato di Ari e non si merita tutto questo.

-Uoooo questa era bella. Facili costumi, vorrebbe dire?- scoppia a ridere Tiffany.

-Tu hai poco da ridere, sei la prima che deve bere.- dice Taylor guardando la sua migliore amica.
-E voi anche.- insiste indicando Poppy e Amelia che invece non muovono un muscolo.

-Se continuate a fare gli stronzi non beve nessuno ve ne siete accorti? E soprattutto non è divertente.- biascica James ingurgitando biscotti.

Ari ovviamente non beve nonostante la frecciatina, ma le vengono gli occhi lucidi. E a me dispiace vederla così.

-Sono una sadica e mi diverto solo quando vedo soffrire la gente.-

La voce di Will rimbomba nella stanza che tutt'ad un tratto si è fatta silenziosa. E io non me l'aspettavo.
È entrato in difesa di Ari?

- Oh, ce l'ho.. ce l'ho!-

-Sto sotto ad un treno per Ari da quando succhiavo la tetta della mamma! Fermi tutti. In quanti devono bere qui?- chiede Taylor guardandosi in giro.

James scrolla le spalle, mentre alcuni ragazzi bevono. Persino Tiffany beve. Con la coda dell'occhio vedo Will immobile.
Tiro un sospiro di sollievo ma poi ci ripenso. È uno stupido gioco. Mi ha promesso di non bere, ovvio che non lo fa. E se fosse davvero lei la ragazza di cui era innamorato?

Ma no June... lo shottino ti ha dato alla testa

-Io almeno ho le palle di farlo, c'è un po' di gente qui che finge... vero Will?- ridacchia Tiffany.

Che stupida, ma certo che è così.
Ari è la ragazza di cui Will è sempre stato innamorato. Come ho fatto a non capirlo prima?

Tanto lei non me avrebbe mai detto e probabilmente neanche Will...c'è solo una persona che mi direbbe la verità. Fisso James dritto negli occhi e quando lui se ne accorge, abbassa subito lo sguardo.
Bingo.

-Ma solo verità? Che palle! Obbligo niente?- chiede Marvin ad un certo punto.
-Io vorrei vedere June e Ari darci dentro.-

-Va a guardarti un porno e non rompere il cazzo.-
taglia corto James prima di tirare giù una sorsata seguito da Tiffany e Marvin, come se l'affermazione facesse ancora parte del gioco.

-Sì ma le ragazze qui sono in maggioranza e di sicuro non daremo spettacolo, solo per dare voce alla vostra mascolinità tossica.-

annuncia Stacy la ragazza minuta che c'era a casa di Will. Non mi ero neanche accorta che ci fosse.

- Shhh zitta.- la rimbecca Tiffany in malo modo.

- Dico solo che non vale, sennò anche io dico "vorrei vedere James e Will baciarsi"- spiega Stacy. - O magari James e Jax.-

- Già visto. Mosci. Non ti sei persa niente.- la stuzzica Taylor con aria di superiorità.

I miei occhi rimbalzano veloci su Blaze che diventa freddo come la pietra.

-Oppure James e Brian.- ipotizza un'altra ragazza.

Brian scoppia a ridere. È raro vederlo ridere, ma questa volta sta davvero ridendo di gusto.

-Che cazzo ridi?- si irrigidisce James.

Il moro assottiglia sguardo.

-Hai paura? Scommetto che poi ti piace anche.- lo provoca Brian.

Ahi ahi.

Cala il gelo in un secondo.
Gli occhi blu notte si scontrano violentemente con il verde smeraldo delle iridi di Brian.

-Prova a venirmi vicino e ti ammazzo.- lo minaccia James allargando le spalle come se la sua stazza non fosse abbastanza intimidatoria.

-Ah sì? Dai fammi vedere.-

Ovviamente James non può muovere un dito, tantomeno su Brian, visto il riformatorio sempre dietro l'angolo.

-No. Ragazzi, basta.-

Amelia.
Non ha fiatato finora.
E ora parla.
Qualcosa mi dice che è lei l'anello mancante.
L'ultimo tassello.

-Va bene, niente obbligo. Direttamente armadio.- sbuffa Taylor infastidita.

Armadio sarebbe?

-Armadio? E che gusto c'è se non posso guardare?- chiede Marvin sghignazzando.

-Dai muoviti. Spara.- lo invita Tiffany che sembra avvezza a questi giochi.

- Armadio o verità?-

- Secondo te?- lo provoca la mora, intensificando il suo sguardo felino nel mio.

-Armadio con June.- conclude Marvin indicandomi.

James per poco non si strozza con il latte.

- No no aspettate un attimo, cosa devo fare?-

- Secondo te?- ride Marvin mentre Tiffany è già in piedi.

- Cosa? Non potete obbligarmi a fare niente!-

Giusto?

- Devi andare cinque minuti dentro all'armadio con lei. E fai quello che ti pare, non devi per forza baciarla.- mi spiega Will.

-Ma quanto chiacchierate stasera tutti quanti eh, William!- lo rimprovera Tiffany risistemandosi la t-shirt nera abbinata ai pantaloni aderenti altrettanti neri.

- June?- mi richiama lei.

- Ehm..-

Non mi salterà mica addosso? mi domando squadrandola dall'alto al basso. Peserà la metà di te, June

Sbuffo un "okay" svogliato, sollevandomi in piedi.

Alcuni ragazzi vociferano qualcosa, mentre William si fa subito nervoso.

-Sì ma lì dentro, non qui davanti a tutti.-

-E dai Will non fare lo scassa palle.- sento dire a Marvin quando io e Tiffany ci avviciniamo all'armadio a muro di Poppy.

Resto interdetta a fissare la mora che sembra perfettamente a suo agio in questa occasione.

-Non lo so...- bisbiglio prima di entrare lì dentro.

-È solo un bacio ma quanto sei puritana mamma mia!- esclama un tizio.

-E se poi non lo fanno? Non vale!- sento dire ad un altro, ma James sembra porre fine a tutti i dubbi.

-Non preoccupatevi. Tiffany sa essere convincente.-

Sbuffo con aria avvizzita. Non ce l'ho con Tiffany, ma nello stesso tempo, non voglio essere vittima dei loro giochetti perversi.

-Ci stiamo?- domando quando la mora apre l'anta facendomi entrare per prima.

- Ci stringiamo al massimo.-

Lei mi fa l'occhiolino e quando la guardo male si fa subito seria.

- Sì che ci stiamo, vedi?- dice indicandomi lo stanzino colmo di vestiti di Poppy.

Chiude la porta e proprio in quel momento, si crea un attimo di imbarazzo.... naturalmente solo da parte mia. Mi siedo a gambe incrociate di fronte a lei e Tiffany fa lo stesso.
E ora?

-Hai mai baciato una ragazza?- chiede fissandomi con i suoi occhi color nocciola.

-No.-

-Vuoi provare?-

-Ehm...perché io?-

- Che vuoi dire?- mi scruta lei avvitando una ciocca mossa intorno al dito.

- Non lo so... perché non un'altra?-

Sono davvero lo zimbello della classe?

-Solo perché sei nuova. Taylor si stuferà presto di prenderti di mira...-

Se lo dici tu.

-Non dovrebbe esserci qualcuno che le controlli?- sentiamo ridacchiare un ragazzo da fuori. - Stanno solo parlando, ve lo dico io.-

Mi agito nell'udire quelle parole.

- Tranquilla June, dirò che l'abbiamo fatto, non c'è bisogno di farlo per davvero.-

Il sorriso sincero di Tiffany mi induce a tirare un forte sospiro di sollievo.

-Grazie...-

-Non mi trovi carina?- domanda poi giocherellando con la cannuccia nel bicchiere di mojito alla fragola.

- Cosa? Ma scherzi? Sei bellissima.-ammetto senza filtri.

-È solo... ehm non lo so, mi imbarazza.-

-Chi è la più bella secondo te?- dice indicandomi con la testa la porta che dà sulla camera di Poppy, dove ci sono gli altri.

-Amelia, forse Ari.- replico senza pensarci.

-E le baceresti?-

-Ewwww no!- emetto un verso disgustato.
- Non ho mai pensato a loro in quel modo! Sono... o meglio, erano, mie amiche.-

Ad un tratto ripenso a James. Che stupida a credere possa essere attratto da Will.

-Io non sono tua amica però.- dice lei sporgendosi verso di me.

Si ferma ad un soffio dal mio viso, lasciandomi la scelta di approfondire quel contatto o meno.

Chiudo gli occhi e in un attimo di follia, avvicino le mie labbra a quelle color ciliegia di Tiffany, che sembrano voler accogliere la mia bocca senza alcuna fretta.

Ci assaporiamo con lentezza, concedendoci qualche morsetto e qualche risucchio a labbra socchiuse, quasi dimenticandoci delle lingue, che invece cominciano a farsi strada l'una sull'altra solo quando il bacio si fa più intimo.

Il gusto di fragola mi inebria le papille gustative e proprio mentre Tiffany lecca il mio labbro inferiore con più foga, la sua mano calda si intrufola sotto al mio maglione.

Strizza il mio reggiseno imprimendo una leggera forza sulla mia pelle, con un'audacia che tra un po' neanche Will ha mai avuto.

-Tiffany, no.-

Mi spingo all'indietro, donandole un chiaro segno di stop.
Abbasso le iridi imbarazzata per non guardarla direttamente negli occhi, ma il mio sguardo scivola sulla sua maglietta aderente che mostra anche quello che non dovrebbe. Non porta il reggiseno.

-Che c'è?- chiede poi sorridendo.

- No... Niente.-

-Mancano ancora due minuti.- dice lei guardando il cellulare.
- Se vuoi parlare...-

Okay adesso glielo chiedo, non mi importa di fare una figuraccia.

-Quindi ti piacciono le ragazze come se fossero....ragazzi?-

Mi asciugo il lato della bocca con il dorso della mano.

-Scusa la domanda.-  biascico poi con occhi vaghi.

-Mi piacciono perché sono meglio.- proferisce lei con occhi profondi.
-Qualsiasi persona sana di mente se potesse scegliere il proprio orientamento, vorrebbe stare con le ragazze.-

-Hai ragione. I maschi sono così...maschi.- esclamo facendola ridere.

-Vero. Ma non è colpa loro poverini, gli ormoni maschili ti fanno rimpicciolire il cervello.-

Continuiamo a ridere, finché lei non si interrompe.

-Però non li disdegno del tutto. Insomma qualcosa di buono ce l'hanno anche loro, no?-

James entra in quel momento, spalancando la porta.

- Fine dei cinque minuti.- annuncia lui con voce rauca.

Sta con la schiena ricurva, perché non ci sta in tutta la sua altezza lì dentro.

-Siete ancora vestite?-

Poi alla domanda segue il suo sguardo attento. Ci fissa le labbra.
Abbasso gli occhi, ma non prima di vederlo sfoggiare un ghigno compiaciuto.

-Vedi, prendi James...- dice lei attirandolo dentro, dal bordo dei pantaloni della tuta.

-Lui è utile solo dalla vita in giù.- spiega facendo scorrere l'altra mano sul suo torace abbronzato e marmoreo.

Sarà anche una battuta, ma non è affatto divertente.

-Ma vaffanculo.- replica lui indietreggiando.

-Okay magari anche la lingua può essere utile.... E dai sto scherzando! Voi ragazzi dite molto di peggio! Se lo fa una ragazza vi scandalizzate?-

-Tipo?- domando accigliata.

- Non vuoi sapere cosa dicono di te. Meglio che rimani nella tua bolla di innocenza finché puoi.-

- Vuoi chiudere la bocca?- la rimprovera James.

Tiffany si alza e senza troppi complimenti abbraccia James, puntando al suo orecchio con le labbra lucide.

-Ha un buon profumo.- gli sussurra guardandomi.
Poi si avvicina ancora di più al suo viso.
-Un buon sapore, è dolce... e morbida. Proprio come piacerebbe a te.-

Lo vedo deglutire, sembra abbia preso tutta la voglia di scherzare. Mentre lei ovviamente scoppia a ridere.

-Lo vedi? Come ti avevo detto, ragionano solo una cosa.- conclude facendomi l'occhiolino.

-Ma sparisci.- la rimprovera James mentre Tiffany è ormai uscita.

Inizio a sentire caldo, devo uscire anche io da qui.
Mi alzo in piedi ma lui mi blocca con l'imponenza della sua figura.

-Dove pensi di andare?-

Sento il suo corpo premuto contro il mio fianco.

No.
Non importa se ho bevuto un po' o se c'è la luna piena, resta il fatto che mi ha trattata male, non gli frega niente di me.
Ma nello stesso tempo ho caldo e vorrei togliermi i vestiti di dosso.
Non ho detto che vorrei fosse lui a togliermeli. O mio Dio ma che pensieri faccio?!

No June, è solo la luna piena!

Do buoni consigli ad Ari e Poppy, ma poi... No, io non farò mai come loro.

James e io ci scambiamo un'occhiata fugace.
Ma per quanto le sue parole fossero scherzose, ha ragione Tiffany.
Quello che sento non è qualcosa che posso scegliere: si è appena innalzata la temperatura lì dentro, quando lui è entrato.
L'ho sentito nell'aria, ho fiutato il profumo della sua virilità. Sono i suoi ormoni e non mi sono per nulla indifferenti.

-È meglio se esci da qui.- sputa lanciandomi un'ultima occhiata.

- Sì.- borbotto con un filo di voce, seguendolo fuori.

-Basta, finiamola. Mi ha rotto il cazzo questo gioco.- lo sento dire a Taylor che invece la pensa diversamente.

-Ma come, il bello deve ancora venire...! Will armadio o verità?-

Era una battuta vero, Taylor?

-Perché ci avete messo tanto a tornare June?-

Will non calcola Taylor, ma mi scruta di sottecchi.

-Will datti una calmata e vedi di non ricominciare con le cazzate. Ho le palle girate oggi.- risponde James al posto mio.

-La vuoi. È questo che intendeva Taylor prima?-

La bionda ora si mette a braccia conserte, come a godersi lo spettacolo.

-Non voglio un cazzo dalla ragazzina, te l'ho già detto... se avessi voluto, me la sarei già sbattuta. Nel tuo letto.-

Non l'ha detto.
Non davanti a tutti.
Non può averlo fatto.

William si alza in piedi per arrivare sotto al mento di James.

-Sei un figlio di puttana.-

Nessuno sta più fiatando.

-Letteralmente Will.-

-Non avrai mai una ragazza come June, perché non te la meriti!-

-Ah sì e sentiamo cosa mi merito? Uno stronzo di migliore amico che mi volta le spalle per una ragazza qualsiasi?-

-Ti meriti una come Taylor!- sbraita Will in preda alla collera.

-Okay sentite questa!- rilancia subito la bionda, attirando l'attenzione di tutti.

-Sono così sfigato che partecipo a questo gioco nella speranza di poter baciare la ragazza di cui sono innamorato da sempre.
Chissà se i miei desideri si avvereranno questa sera...- conclude poi guardando Ari.

- Basta. Questo gioco di merda finisce qui.- asserisce James con voce dura, scatenando il malcontento di tutti.

- Sei felice ora?- chiede poi rivolto a Taylor che gongola dinnanzi ad un William ancora in preda all'ira.

E io non riesco a smettere di guardare Ari con diffidenza. Perché non poteva essere sincera con me sin dall'inizio e dirmelo?

-Felice io? È perché mai? L'unico felice qui dovrebbe essere Will! È la sua serata fortunata! Devi baciare Ari.-

Le parole di Taylor fanno accigliare Brian che esce dalla stanza sbattendo la porta.

- Non ci penso neanche.- salta su Will contrariato.

- Non puoi rifiutarti. Non hai bevuto per due volte di fila, quindi devi rispettare l'obbligo.-

Alcuni ragazzi danno man forte a Taylor, finché non interviene Poppy.

-Meglio cinque minuti di paradiso, così potete anche non baciarvi.- suggerisce lei nell'orecchio di Ari che la guarda male.

- Non può andarci con June?- chiede quest'ultima.

-E che gusto c'è?- ride sorniona Taylor insieme ad altri ragazzi.

-No.- ribadisce Will nervosamente.

-Beh se sei così devoto a June White, puoi andarci nell'armadio. Tanto mica faresti niente con Ari... Giusto?-

La mente machiavellica di Taylor mi lascia dapprima disgustata, poi piacevolmente sorpresa.

-Vero June?-

La stronza ha ragione

No non è possibile.
Mi gira la testa. Mi è bastato uno shottino?
Ma che senso ha scrivermi le cose nelle note, se poi non le rispetto e faccio tutto il contrario?

Ma soprattutto... che senso ha vivere nel terrore che il ragazzo che ti piace preferisca un'altra a te? Se ha voglia di baciarla è come se l'avesse già fatto.

- Vai pure Will.- bisbiglio a denti stretti, trattenendo tutto l'orgoglio.

-E meno male che il gioco si chiama cinque minuti di paradiso!- specifica un ragazzo nel notare le facce poco allegre di Ari e William, mentre si avvicinano all'armadio.

In un attimo lui fa il cavaliere e la lascia entrare per prima, infine chiude la porta.

E io mi sento improvvisamente tremare.

Ma quale cinque minuti di paradiso... Questo gioco dovrebbe chiamarsi cinque minuti di inferno.




ciao ragazze eccomi tornata con un capitolo lunghissimo... necessitava di qualche ritoccatina, ma alla fine l'ho pubblicato così! Piaciuto?

🐰 si accettano scommesse, cosa combineranno Ari e Will?

🐰 sono indietro con la storyline di Blaze e Jackson, lo so!!

🐰 dai prossimi capitoli cambieranno molto le dinamiche tra i nostri protagonisti (la gelosia di Will ha decisamente rotto le palle ahah)

🐰 questa storia sarà molto diversa dalle altre e so che molte di voi storceranno il naso per il modo in cui ho deciso di descrivere "l'amore", ma voglio seguire il mio istinto e scrivere qualcosa che mi diverta e mi appassioni

Spero stiate bene🐰

a presto ❤️

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top