3. Warning: Hunting season open
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No, fatemi capire... noi studenti siamo infagottati in queste divise scolastiche del 1800 mentre il prof sembra appena uscito da una vacanza hawaiana?
Non idossa neanche una giacca elegante, porta una camicia dai colori eclettici, degli anelli e dei... tatuaggi? Sono tatuaggi?
Strabuzzo la vista.
Il mio entusiasmo però dura poco perché il prof prende in mano un foglio, poi viene davanti alla classe e comincia a leggere poggiato contro la cattedra.
- June White-
Oh no, ti prego no
-June White?-
Maledetta me, non posso più fare finta di niente.
Mi alzo in piedi senza fiatare.
-Oh eccoti, June...è il tuo primo giorno?-
-Sì.-
-Vuoi raccontare qualcosa di te, in modo che i tuoi nuovi compagni possano conoscerti meglio e...-
La mia espressione è pietrificata. Sono troppo timida per parlare davanti ad una classe piena di sconosciuti, soprattutto se questi sconosciuti sono figli papà, spocchiosi ed antipatici.
-Ehm io...-
Il prof però sembra aver colto in pieno il mio disagio.
-Okay, okay, June. Magari lo evitiamo...che dici?-
Dico che ti amo prof!
Annuisco e ringrazio tutti i santi del paradiso per aver mandato un angelo del genere in questa scuola.
La lezione scorre senza intoppi e quando suona la campanella mi sento quasi sollevata. Le prime due ore sono volate, vediamo cosa mi aspetta ora.
-Andiamo a fare rifornimento. Ho fame.-mi suggerisce Brian.
Mi alzo, ma quando faccio per spostarmi dal banco e unirmi alla fila di ragazzi che esce dalla classe, mi rendo conto che di fianco ho proprio quel ragazzo.
Mi blocco all'istante, proprio mentre la sua ombra torreggia su di me. È molto più alto di come era apparso da lontano ed emana una scia di profumo così buono ed intenso da stordirmi. Ho capito che lui e il suo gruppo sono degli attaccabrighe perciò non voglio passargli davanti, né andargli addosso. Sto ferma, aspettando che passi lui quando con una voce subdola mi colpisce alle spalle.
- Dopo di te, White.—
Non li vedo ma riesco a sentirli bruciare. I suoi occhi blu sono su di me.
Non so che espressione abbia assunto in questo momento, perché il coraggio di guardarlo in faccia mi manca, perciò accelero la camminata e gli passo davanti il più rapidamente possibile.
-Sei un coglione, James.—
Lo rimprovera la voce di una ragazza.
-Da quando devo guardare solo il tuo di culo, Stacy?- sputa lui.
Il mio cervello non fa in tempo ad elaborare un insulto abbastanza sprezzante da affibbiargli, che mi ritrovo sola nel corridoio, circondata da sconosciuti.
C'è troppa gente e io non ho idea di dove andare.
Guardo i fogli che mi ha lasciato il preside e noto il numero di armadietto. Ecco dove devo andare! A cercare il mio armadietto.
258 è la combinazione.
Provo ad inserirla un paio di volte.
Ovviamente non si apre.
Ma perché sono sfigata cronica!?
Provo a forzarlo, ma niente.
Così gli tiro un pugno dal nervoso.
-Che violenza!—esclama una voce.
Mi volto e un ragazzo dai capelli color sabbia mi osserva incuriosito. È di media statura, il suo fisico asciutto viene fasciato alla perfezione dalla divisa della scuola.
I ciuffi lisci e ribelli gli cascano sulla fronte, lui tenta di risistemarli con pazienza, trascinandovi la mano in mezzo, ma i suoi occhi azzurrini sono piantati su di me.
-Vuoi che ti aiuti o preferisci picchiarlo ancora un po'?-
Sorrido. —Aiutami per favore!-
-Guarda, sono tutti difettosi. Devi fare così: lo porti un po' verso di te, poi apri. Prova.-
Il ragazzo aspetta che io esegua i suoi consigli, si sposta nuovamente i capelli chiari dagli occhi, poi affonda le mani nelle tasche dei pantaloni.
L'armadietto per magia si apre.
-Grazie...-
-William.—suggerisce lui.
-Grazie mille, William.-
-Prego, mhm....-
-June.-
-Bel nome. Mi piace.-
Lo dice con naturalezza, come se fosse abituato a soccorrere le povere ragazze in difficoltà, nel loro primo giorno di scuola. I miei occhi chiari restano incastrati nell'azzurro delle sue iridi per qualche istante di troppo.
Lui però sembra non curarsene e con le mani nelle tasche indietreggia per poi sparire nel corridoio con una camminata lenta ed elegante. Così com'è apparso dal nulla, se n'è andato.
Certo che questa scuola è strana...
Non posso permettermi di perdere troppo tempo perché sento lo stomaco fare un brontolio anomalo.
Son passate solo due ore e io ovviamente ho già fame.
Cammino per i corridoi infiniti di questa scuola e intanto continuo ad allungare il collo per scrutare al meglio ogni angolo dello spazio circostante in cerca di un distributore automatico di merendine.
Quando dopo dieci minuti di ricerca serrata finalmente vedo le macchinette, quasi non riesco a crederci. Sembrano un miraggio.
Così con tutta la pazienza del mondo mi metto in coda dietro ai ragazzi che fanno la fila per sfamarsi. Ad un certo punto una tizia alta, bionda e vestita da cheerleader passa davanti a tutti causando nervosismo generale.
- Mettiti in coda come tutti quanti!- le urla qualcuno.
- È arrivata la regina di sto cazzo!-esclama un ragazzo con gli occhiali quando la vede passare davanti.
- Hai detto bene. Sono proprio io la regina qui, quindi chiudi quella fogna e non osare parlarmi!- replica lei come la peggiore delle cafone.
- Che cazzo succede?-
Ormai la riconosco quella voce profonda e perennemente infastidita.
James Hunter arriva ad un palmo dal ragazzo con gli occhiali, sovrastandolo con la sua altezza. Il poverino trema sotto allo sguardo duro di quel bullo con gli occhi blu.
- C'è qualche cazzo di problema?- domanda con voce meschina.
Vedo il profilo perfetto di Hunter indurirsi contro il ragazzo.
- N...no...no- balbetta impaurito il tizio con gli occhiali.
- Ah, ecco. Perché mi era sembrato di sentire il contrario.- conclude prima di infilarsi una sigaretta in bocca, poi mette un braccio intorno alle spalle della bionda e se ne va.
Va bene che qui sembrano tutte uguali, ma la tizia con il vestito da cheerleader di sicuro non era Stacy, la ragazza di prima. Stacy era bionda sì, ma molto più formosa e bassa di quest'altra.
- Allora, hai avuto modo di conoscere quegli animali di Hunter e i suoi amici?-
Brian e Amelia mi raggiungono. Noto che hanno già qualcosa tra le mani da mangiare.
E io sto sbavando dalla fame.
- Perché è finito in riformatorio?- domando curiosa.
Amelia guarda suo fratello, che però sta in silenzio.
-Beh...diciamo che la maleducazione che hai visto oggi è solo la punta dell'iceberg.- dice lei porgendomi un pacchetto di Oreo.
Due cuoricini mi si disegnano al posto degli occhi.
Ho una filosofia di vita molto semplice: chi condivide il proprio cibo con me, sarà degno di essere chiamato amico.
- Grazie!! Ma che cosa ci può essere di peggio?—chiedo ingenuamente mentre ci avviamo verso il cortile.
- Intendi a parte le minacce ai professori, la droga, le risse,gli episodi di vandalismo....-
- Vedo che lo conosci molto bene, Amelia-
La mia affermazione non voleva essere un'insinuazione, mi è uscita spontanea, però Brian mi sta guardando molto male. Mentre Amelia sembra in difficoltà.
- No, beh... lo conoscono tutti.-
- June, fidati. Se vuoi una vita tranquilla in questo liceo, lascia perdere uno come Hunter.—sbuffa Brian infastidito dall'argomento.
Ci sediamo sull'erba, godendoci gli ultimi attimi di libertà prima della campanella.
Senza volerlo i miei occhi cascano sul ragazzo che mi ha aiutata con l'armadietto.
William. Sta leggendo un libro con la schiena appoggiata ad un albero, poco distante da una crocchia di ragazzi schiamazzanti.
- E lui chi è?- domando ad Amelia indicando il ragazzo dell'armadietto.
Ormai Brian l'abbiamo perso. Ha messo su le cuffiette e si è isolato ad ascoltare la musica per i fatti suoi.
-È William Cooper. Uno dei migliori amici di Hunter. Forse l'unico.- spiega Amelia addentando un cracker.
-Stai scherzando?-
Eppure sembrava così a modo e gentile...come può essere amico di quell'essere spregevole?!
- Se li vedi così caratterialmente diversi...è perché sono migliori amici dalle elementari. Crescendo poi si cambia...-
Vedo Amelia posare lo sguardo su un punto preciso. Poco distante da William infatti, c'è quel ragazzo con gli occhi blu seduto con il suo gruppetto. Una ragazza mora gli sta in braccio.
- Ma non era Stacy la fidanzata di Hunter?-
- Fidanzata?!—Amelia scoppia a ridere per la mia ingenuità.
- Hunter cambia quattro fidanzate al giorno. Se così ti piace chiamarle.-
- Aewh.— Il mio verso schifato dice tutto.
-Non capisco come possa riscuotere tanto successo con le ragazze, è un gran maleducato.- aggiungo ingurgitando Oreo alla velocità della luce, manco fossi ad una gara di Guinness World Record.
-Maleducato?! James è il re indiscusso degli stronzi.- Amelia è risoluta nel compiere quell'affermazione, ma subito dopo il suo tono si addolcisce.
-Però...diciamo che... dei lati positivi li ha anche lui-
La vedo abbassare gli occhi chiari repentinamente.
- C'è stato qualcosa tra me e lui l'anno scorso.- ammette con un filo di voce.
La guardo voltarsi verso Brian che non ci calcola di striscio, troppo impegnato a stare nel suo mondo.
- Ma poi le cose sono finite molto male...-
- Mi dispiace. Non mi sembra il tipo da frequentare comunque...- aggiungo io.
Non voglio offendere Amelia, ma le mie stupide frasi escono da sole.
- Senza offesa...—
- No tranquilla. Hai perfettamente ragione. È solo che... quando si parla di Hunter, non è facile resistergli.-
Scoppio a ridere.
- Va beh, dai... l'importante è non andarsela a cercare, come fanno invece tutte quelle ragazze che gli girano intorno.-
-Pensi che basterebbe stargli alla larga?—chiede lei sgranando gli occhi verdi.
- Certo.—scrollo le spalle, pienamente convinta di ciò che dico.
-No non hai proprio capito, June. Non puoi sfuggirgli. Se lui ti vuole, ti avrà.-
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